Domandai quindi al S. Padre una parola che ci scrivesse come direttiva in tutta la nostra vita, e da riferire ai Fratelli: «Sì, - rispose con energia, e guardando con quegli occhi scintillanti e penetranti, suoi proprii, - ricordate: vita interiore, coltivare lo spirito di pietà, soprattutto la vostra santificazione». Gli assicurai che i Sacerdoti riuniti per gli Esercizi Spirituali pochi giorni prima a Roma ed Alba avevano appunto presa questa risoluzione: «Ne sono molto contento», continuò con il fervore onde Pio XII appare animato nelle sue ispirate omelie e discorsi; «Vita vestra est abscondita in Christo, secondo S. Paolo; qui sta il principio dell'Apostolato; da questa vita interiore prende vigore ed efficacia ogni opera di zelo; ed essa ancora ne assicura il frutto eterno per noi e per le anime. Se vi è questa vita, ancorché si faccia un po' di meno, si ottiene di più... che se pure si ottenesse poco, voi avreste sempre il vostro merito ed il vostro premio eterno: meditatelo, praticatelo, predicatelo sempre a tutti ed ai vostri specialmente: Vita interiore prima di tutto e soprattutto». Risposi: «Se tale fu la conclusione dei nostri Esercizi SS. e tale è il pensiero che subito V. Santità sentì di doverci dire, è facile comprendere che ciò è opera dello Spirito Santo che ispira il Papa e parla a ciascuno nel raccoglimento degli Esercizi. Ascoltiamo con gioia, Santità».
Pregai poi il Santo Padre così: «È qui nell'anticamera un fedelissimo Fratello, M° Giaccardo, Vice-Superiore; desidererei presentarvelo». Lo fece venire subito.
Qui riporto quanto a proposito scrive il M° Giaccardo:
«Prima di venire a Roma, i Sacerdoti avevano fatto tre meditazioni sull'argomento: Videre Petrum». Poi, tanta preghiera e un digiuno.
Nell'udienza io fissai gli occhi nel volto del Papa e non vidi niente d'altro; mi prostrai ai piedi, ed Egli mi diede amabilmente la mano a baciare.
Il Papa era smunto, affabile, compiacente, nobile e velato di una pia tristezza. Chiese notizie personali. Quando il Primo Maestro presentandomi disse: «Il Santo Padre ci raccomanda la vita interiore...», il Papa continuò: «Pregate, pregate! e pregate per il Papa! i tempi gravi fanno pesare tanto le responsabilità! Oh! quante sono le responsabilità! quanto sentiamo formidabili le responsabilità! Così che talora temiamo perfino della salvezza! temiamo di salvarci!». Io rimasi confuso e volevo rispondere: «Santo Padre, Voi siete la presenza reale di Gesù Cristo e dove è Lui siete anche Voi», ma interruppe il P.M. dicendo: «S. Padre, Voi ci siete esempio di preghiera e di virtù...», ma il Papa continuò: «Eh! sì, le responsabilità... la salvezza... pregate!!!...»
Abbiamo quindi chiesto al Santo Padre benedizioni per quanto e per quanti rappresentavamo e si portava davanti a Lui: il Papa benedì colle formule e col segno di Croce, e aggiunse: «Tutti, la Congregazione, e i benefattori vostri... i benefattori nostri!». E ripetè vari segni di Croce. Si baciò di nuovo la mano, si fece la genuflessione di congedo, e il Papa continuò a fare segni di Croce, a benedire fino alla nostra uscita».
Cari Fratelli, questa cronaca è tutto un insegnamento ed una vita. «Vita interiore» sia la nostra luce, conforto santificazione; e come la parola d'ordine per la Pia Società San Paolo e per ciascuno di noi, sempre.
Invocatemi la Divina Misericordia.
Aff.mo in G.C.Maestro
Sac G.Alberione