Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Roma, 29 novembre 1962
NOVENA DELL'IMMACOLATA: MARIA MODELLO DI SANTIFICAZIONE4
Avete lavorato bene nel preparare la "Mostra della Chiesa". Il Signore darà certamente grazie particolari. L'amore alla Chiesa si dimostra in tante maniere, e una di queste è precisamente la collaborazione che si è data. E questo è il primo passo.
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Ma il più importante è che sia visitata perché porti il frutto che ci si è proposti: cioè far conoscere la Chiesa, far conoscere le attività della Chiesa, le necessità della Chiesa e avere maggiori vocazioni.
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Gesù entrò nella barca di Pietro e di là predicò. Poi ordinò a Pietro di spingere la barca più avanti nel lago. Nelle vocazioni sono rappresentati coloro che spingono la barca e aiutano a remare perché si spinga in alto. Pietro con gli Apostoli doveva andare avanti, diffondere la fede, predicare a tutti i popoli. Ora la Chiesa ha bisogno di chi spinga la barca: di tanti operai.
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Oggi inizia la Novena dell'Immacolata. Il pensiero che viene spontaneo questa mattina è questo: Maria ebbe il privilegio dell'immacolato concepimento; è dunque una creatura eccezionale, sopra tutte le creature, sopra tutti i nati finora e che nasceranno.
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Tutti abbiamo avuto bisogno del Battesimo. Maria no; perché non ebbe il peccato originale. Di più: ricevette nell'immacolato concepimento una grazia grande, una santità piena. E tutto questo per i meriti previsti di Gesù Cristo, perché tutte le grazie che vengono all'umanità, comprese quelle date a Maria, tutte vengono dal Calvario, tutte sono meritate da Gesù Cristo nella Passione e Morte.
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I Padri Conciliari ieri hanno fatto promessa di santificare questa Novena e si sono proposti tutti insieme di trattare l'argomento "De Maria Virgine, Mater Dei et Mater animarum": Maria Madre di Dio e Madre delle anime, per fare ossequio a Maria.
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Maria ricevette tanta grazia nella sua Immacolata Concezione, che non solo fu senza peccato originale, ma di una infusione di grazia straordinaria. Questa infusione straordinaria di grazia ella la sviluppò in tutta la sua vita.
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La santificazione è lo sviluppo della grazia iniziale. La santificazione di ogni anima è lo sviluppo della grazia del Battesimo. Come il bambino che, nato piccolo, piccolo, un giorno sarà un uomo perfetto, grande, robusto, intelligente, attivo; però è stato lo sviluppo di quel piccolo essere che è cresciuto fino alla pienezza fisica. Così la santificazione: è il crescere, aumentare, irrobustire la vita spirituale, la vita interiore, la vita della grazia, la vita soprannaturale. Siamo fatti figliuoli di Dio per amare e servire il Padre Celeste, come buoni figliuoli.
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E Maria ci insegna questo. Maria che è il primo membro del corpo mistico di Gesù Cristo, la Chiesa, ci precede col suo esempio. Lei precede tutti i figliuoli che veramente vogliono santificarsi e sviluppare in lopro la vita del suo Gesù. Sono ammirevoli le parole del Vangelo: Iesus proficiebat: Gesù progrediva; cresceva in grazia e anche come uomo.
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Oh, la grazia del Battesimo! Sempre essere riconoscenti di questa grande grazia. Si fanno gli auguri per il giorno del compleanno; bisognerebbe farli per il compleanno del Battesimo; poiché non tutti si ha avuto la grazia di essere stati battezzati lo stesso giorno della nascita.
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Far crescere questa grazia! Pensare che l'anima è capace di arrivare molto in alto; e non possiamo misurare tutta l'ampiezza di un'anima che pensa ad approfondire sempre più le tre virtù teologali: fede, speranza, carità.
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Avere fede nella grazia del Battesimo, e nelle grazie che vengono successivamente a perfezionare le grazie del Battesimo. Mirare a cose grandi e sublimi, come facevano i Santi. Cose grandi per operare molto bene; cose sublimi per conoscere molto profondamente Dio ed entrare nei suoi pensieri, nei suoi desideri, nella sua volontà, in maniera che operando in noi per l'unione della Comunione siamo degli altri Gesù Cristo. Allora è Lui che opera in noi, Lui che prega in noi, Lui che pensa, che ama, che vuole in noi.
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Farci piccole; ma chiedere cose grandi. La gloria di Dio, la salvezza di tutta l'umanità. Così noi possiamo operare in tutto il mondo con la preghiera, col sacrificio e con tutta l'attività apostolica. Mirare a tutto il mondo, perché in tutto il mondo si conosca e si ami e si glorifichi il Signore e sia pace agli uomini; che gli uomini vivano in pace con Dio, cioè in grazia di Dio.
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Entrare nella intimità di Gesù. Vivere con Lui, o meglio, che Egli viva in noi. Allora l'anima cresce nello spirito di preghiera, progredisce in gradi sempre più perfetti di orazione. E' cosa ordinaria, normale, che non ha dello straordinario, arrivare alla contemplazione, e alla contemplazione infusa. Non è una cosa straordinaria, è lo sviluppo della grazia ricevuta nel Battesimo. E chi ha ricevuto il Battesimo ha ricevuto la grazia, la vita soprannaturale; ha diritto alle grazie di elevazione e di progresso.
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Non essere anime che si contentano di quello che hanno e non fanno sforzo per progredire. Così seppellirebbero il talento ricevuto.
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Esaminarci se progrediamo, perché ne abbiamo preso impegno e nel Battesimo e nella Professione. E perfezionare la preghiera, perfezionare la vita, perfezionare l'esercizio dei voti. E chi perfeziona la sua preghiera avrà lumi e avrà generosità per perfezionare il resto. Vivrà sempre unita a Gesù.
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Bisogna risolutamente, ad imitazione dei santi, mirare alla imitazione di Gesù Cristo, alla vita di Gesù in noi. E Gesù, Figlio di Dio, è venuto sulla terra, ,si è incarnato per dare una gloria particolare al Padre, e per salvare gli uomini, portare tutte le anime al Padre. Di conseguenza, se imitiamo Gesù, se si ama Iddio, si ama anche il prossimo; e il prossimo si ama particolarmente nell'apostolato e nell'apostolato generoso.
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Il crescere del Battesimo in noi importa il far crescere lo spirito di orazione; arrivare a un grado più elevato di orazione; far rendere di più la nostra vita, la giornata. Che alla sera ognuna sia più ricca!
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Questo dipende da una parte dalla grazia, e dall'altra parte dalle condizioni che mettiamo noi. E la nostra condizione essenziale è il distacco da tutto: dalle nostre idee, dai nostri pensieri, da certe comodità, dal volere il nostro posto, dal pretendere che ci stimino, e che non ci facciano correzioni! Il distacco da noi, anche dalla stessa salute e dalla stessa vita naturale, pronti sempre quando il Signore ci chiama, oggi, domani, secondo i suoi disegni, nei suoi disegni. Mirare a questo.
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Andando alla Mostra guardate le statistiche degli uomini che vivono oggi sulla terra e come siano pochi quelli che conoscono il Signore. La maggior parte del genere umano sono pagani, maomettani, protestanti o lontani dalla chiesa o per eresie o per spirito. Accogliere tutte quelle anime nel nostro cuore, perché Gesù le ama e ha dato la sua vita, il suo sangue per loro. Pensare a queste cose! Che cosa pensiamo, se non pensiamo a questo noi che abbiamo fatto professione e ci siamo donati a Lui?
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Offrire la vita, offrire l'apostolato, offrire tutto il nostro essere!
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Tutte possono fare dell'apostolato: chi potrà fare un lavoro e chi un altro. Chi non potrà lavorare, potrà offrire al Signore le sue sofferenze intime o fisiche. Tutti dare all'apostolato quello che è possibile dare, o fisicamente o moralmente. Del resto: chi dà buon esempio, chi dimostra di vivere fedelmente nella obbedienza, nella carità, nella vita religiosa, e si unisce tutto nella preghiera, nella sofferenza, nella parola spicciola, compie un apostolato prezioso. E' tutto un apostolato quotidiano.
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Vivere e offrire tutto in quel "Cuore divino" quotidiano: per aumentare e unire tutte le nostre intenzioni rette e sante, alle intenzioni con cui Gesù si immola sugli altari. Allora le nostre intenzioni divengono le intenzioni di Gesù e le intenzioni di Gesù divengono le nostre intenzioni.
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Allora come si amplifica la vita, come si sente di esser nati per qualcosa di grande e si è contenti di essersi consacrati a Dio.
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Certo, il distacco da noi stessi, è condizione essenziale nella santità e nell'apostolato. Ma avanzando in una, si progredisce anche nell'altro. La santità va di pari passo con l'apostolato, perché l'amore all'apostolato è frutto dell'amore verso Dio e l'amore di Dio dà per frutto l'apostolato. Non si lavora per pura soddisfazione umana, ma per le anime, per aiutare le anime a conoscere Dio. Compiere quel sacrificio, dare quei passi, combattere quella lotta intima, perché il Signore Gesù illumini tante anime.
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Vi sono i cattolici di nome, ma che non vivono il loro Battesimo; vi sono quelli distaccati dalla Chiesa e quelli che non sono ancora arrivati a conoscere Gesù, salvezza degli uomini. Uomini che perdono la giornata in pensieri inutili, in ragionamenti vuoti, in un modo di vivere tanto umano. Elevare i nostri pensieri, aspirare a cose grandi e sublimi e non temere di chiedere troppo al Signore. Egli ci esaudirà in proporzione al nostro distacco dalle cose della terra.
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Mirare a Dio! al suo Paradiso! Dio, non questo nostro io, che si affaccia tutti i momenti e da tutte le finestre dell'anima!
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Questa è la grazia da chiedersi in questa novena. Questa elevazione, questo progresso, questo sviluppo della grazia del Battesimo.
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Secondo comportamento di Maria. Ce lo disse col "Magnificat": Ella corrispose ogni giorno alla grazia.
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L'apostolato deve essere conseguenza dell'amore che portiamo a Dio e alle anime. Prima sempre la nostra vita spirituale; cioè: spirito di orazione, intimità con Gesù, lavoro interiore di santificazione.
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Non perdersi troppo in piccole cose, ma cose che prendano tutta l'anima, propositi che siano sostanziali, compresi nelle tre virtù teologali: fede, speranza, carità. Allora portano l'anima ad un progresso continuato.
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Stabilirsi in Dio, contare su Dio, amare Dio e le opere di Dio. Amare le anime come Gesù ha amato noi: Egli è morto per noi.
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Elevazione! Non rendere la vita piatta, insipida. La vita religiosa vissuta pienamente è una vita gioiosa, generosa, progressiva, inventiva. Inventiva dei mezzi per la santificazione sua e per l'apostolato che si ha da compiere. Cuori generosi! anime che si elevano! Guardare Maria!
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Chiediamo tutte queste grazie per tutta la Famiglia Paolina. Che tutti siano orientati verso il Cielo!
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Cercare Dio da per tutto: ecco la fede. Cercare l'aiuto di Dio: ecco la speranza. L'amore di Dio e il desiderio della felicità eterna, cioè di vivere un giorno totalmente purificati in Paradiso, nella contemplazione di Dio, attorniati da stuoli di anime che abbiamo aiutato a raggiungere Dio: Ecco la carità!
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Recfitiamo un'Ave Maria perché possiamo comprendere il suo animo e il suo progresso nella santità. Il progresso quotidiano! Non tramandare a domani. Oggi, in questo momento. Il domani non sappiamo se ci sarà dato.
Sia lodato Gesù Cristo!
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4 Ottavo. Sempre con la medesima carta e formato. C'è la registrazione.