Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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RITIRO MENSILE

PRIMA PREDICA

Ora abbiamo da fare il nostro Ritiro mensile, che ha diversi fini. Dico anzi tutto una cosa generale:1 Quale fine hanno gli ordini minori?
LA TONSURA, che non è ordine, è per chiedere a Dio la grazia di aborrire, detestare e chiudere per sempre la porta del nostro cuore alle vanità del mondo, alle vanità della vita presente.
L’OSTIARIATO è per ottenere la grazia dell’amore per la custodia della Chiesa.
L’ESORCISTATO è per avere zelo nel procurare la purezza nelle anime, per la mondezza
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dei cuori e allontanare gli indegni dai divini misteri.
L’ACCOLITATO è per avere lo zelo nelle funzioni religiose e nel promuoverle.
IL LETTORATO è per avere lo zelo della parola di Dio, specialmente pel Catechismo.
Queste sono le grazie da chiedere nel ricevere gli Ordini Minori. Ma veniamo in particolare al nostro ritiro.
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A che cosa mira il nostro Ritiro? Mira ad ottenere dal Signore, dal Cuore Misericordiosissimo di Gesù tre grazie:
a) La grazia di confessarci bene;
b) La grazia di amministrare bene il Sacramento della Confessione;
c) La grazia di predicare bene sia a voce; che per iscritto, questo Sacramento di salute per le anime.
Siamo qui ai piedi dell’Addolorata e con l’ Addolorata ai piedi del Crocifisso: abbiamo fatta ieri la festa dell’Esaltazione di S. Croce e oggi quella dell’ Addolorata: orbene, noi non osiamo quasi più accostarci a Gesù, perché ci pare di essere stati noi a crocifiggerlo «rursus crucifigentes Christum Jesum in cordibus nostris», abbiamo nuovamente crocifisso Gesù
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Cristo nel nostro cuore e quindi non osiamo più accostarci soli a Lui e allora? «Or su, dunque, o avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi pietosi . Eia ergo advocata nostra, illos tuos misericordes oculo ad nos converte!...» La pietà di Maria Addolorata ci ridonerà l’amore di Gesù Cristo, ci darà il dolore dei nostri peccati.
Argomento. – L’argomento dunque deve essere questo:

LA CONFESSIONE

La confessione è il Sacramento di misericordia di N. S. Gesù Cristo.
Vedremo questa sera:
I. Cosa sia la Confessione:
II. Come sono le Confessioni dei Chierici e dei Sacerdoti:
III. La disposizione generale per confessarci bene.
1.° Cos’è la Confessione? La Confessione è: remissione nel passato, preservazione pel futuro, direzione nella vita dello spirito.
1) La Confessione è remissione del passato e cioè: remissione della colpa, remissione della pena eterna, della temporale, almeno in parte,
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remissione in parte delle pene e i rimorsi, remissione della colpa giuridica.
a) Scioglie e scancella la colpa. Il peccato è una colpa, colpa che è nostra perché l’abbiamo fatto noi, quando a somiglianza del figliuol prodigo siamo andati lontani da Dio, per vie storte, a perderci e a sciupare quanto avevamo di bene. Questo peccato, macchia l’anima, la priva della divina grazia, l’attribuisce; porta l’anima lontano da Dio e quindi merita la pena eterna, che è separazione, in primo luogo, eterna da Dio; l’anima è lontana da Dio? Ebbene non più il cielo; non può più entrare in Paradiso. Col peccato ha alzato la fronte contro il suo Dio, l’ha offeso, ingiuriato, insultato... è rea quindi di colpa: ebbene, l’assoluzione toglie la colpa. Ma notiamo bene, che non solo copre o raschia via o perdona, come fa l’insegnante nella scuola che, dopo aver inflitto un castigo allo scolaro colpevole, dice: «Sù, per questa volta ti perdono», no: l’as-soluzione addirittura distrugge, annienta la colpa, di modo che dopo non esiste più e neppure Iddio la ricorderà oltre. Perché Gesù Cristo paga Lui, col Suo Sangue Preziosissimo e la Giustizia di Dio è così soddisfatta.
b) L’Assoluzione scioglie dalla pena eterna:
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riapre il Cielo, chiude l’Inferno. Benedetto il Sacerdote, benedetta la sua sacra mano! come è buono e pio l’uso di baciare la mano al Sacerdote! vi è una vera e santa ragione. Ecco là un Sacerdote: quanti hanno ragione di correre a baciare la sua mano, che li ha tante volte rialzati, riconciliati con Dio, tolti dalla buca dell’inferno e riammessi sulla strada del Paradiso.
c) Perdona le pene temporali , almeno in parte anche queste. Perché il peccato porta sempre con sé qualche disordine e cattive conseguenze. Quante croci portiamo in pena dei peccati della gioventù; stati sicuri che tutto ciò che fate da giovani lo troverete da vecchi. P. es. uno che non sia riconoscente, questa mancanza si rifletterà poi sugli altri, e quante ingratitudini avrà da soffrire! Ma poi: quanto sarà penoso il Purgatorio! Oh, quanto sarà lungo! La Fede ci dice soltanto che c’è il Purgatorio e che si può suffragare dai viventi le anime che sono là entro racchiuse. Ma quanto dura? e in che misura? sarà applicato anche là il principio: «per quæ homo peccat, per hæe et torquetur?» non sappiamo, e il Sacerdote soffrirà solo come i semplici fedeli? Tutte cose che ci lasciano nell’oscurità e in grande timore. Ebbene, l’assoluzione scancella
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almeno una parte di queste pene, se non tutte.
d) L’assoluzione libera dalle pene e dai rimorsi che conseguono al peccato. Come si sta male dopo il peccato! ce la prendiamo con tutto e con tutti e con noi stessi, perché abbiamo torto e chi ha torto grida sempre di più e si fa le ragioni, ma in realtà ha torto. Specialmente se uno ha gli ordini sacro, che pene! e se muori questa notte?! gira, volta e rivolta non si può prender sonno, sempre lì quel fastidio... e poi, le pene e i rimorsi sono tanto più gravi e insistenti, quanto più i peccati sono numerosi. Dà molta pena un peccato di fragilità, ma molto di più quando è un peccato di abitudine: confessa e torna a cadere, si rialza e ricade, che pena! ma di più ancora, quando è peccato di ostinazione, che non si ha la forza a detestare, si vorrebbe, ma... si prova, va fino lì, poi torna indietro... che pena! che rimorsi!
Perché il Sacerdote non può dimenticare le sue colpe, egli è sempre vicino all’altare, non può sottrarsi alla parola di Dio: «Tu porti le mie divise? ipocrita! che appari al fuori bello ed imbiancato e dentro sei marcio! togli l’imbiancatura almeno, o togli il marciume!» Abbiamo bisogno dell’assoluzione
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che ci lavi anche al di dentro! Che bene è l’ assoluzione! In punto di morte, come bene diremo quell’angolo remoto, quel confessionale o meglio quel Confessore che con mano pietosa ha posto termine ai tanti rimorsi!
d) L’assoluzione toglie ancora la colpa giuridica : (notate che non è propriamente così secondo il diritto canonico) ma noi con questo nome di colpa giuridica intendiamo dire, ciò che appare davanti agli altri. Perché chi è che non pecca? chi dicesse di essere senza peccato «hie mendax est!» E quindi, quando tu monti su quel pulpito, entri in confessionale, quanto volte potrebbero dirti: «Medice, cura teipsum» perché anche tu hai peccato, tu stesso hai fatto queste cose. Ma quando sanno che anch’io mi confesso, e vedono che regolarmente anche il Sacerdote si accosta a quel S. Tribunale, oh! allora non possono più guardare con diffidenza, ed io potrò con forza e con ragione dire: «Orbene, tutti assieme andiamo da Colui che è la Salute a ricevere il perdono per me e per te». L’assoluzione ci mette in giustificazione avanti alle anime e chi ci vede può dire: «Anche lui fu assolto, quindi è innocente, a ragione ci invita». Per questo è bene che i fedeli sappiano che ci confessiamo.
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2) La Confessione è preservazione dal peccato pel futuro. E non è soltanto un mezzo buono od utile, ma proprio il mezzo ufficiale , il mezzo istituito ad hoc . La confessione non è solo per rimediare il passato, ma ancora per provvedere, prevenire il futuro: e proprio ad hoc , per togliere il peccato, non solo quello commesso, ma ancora col non lasciarlo commettere : e perciò contiene il Sacramento della Penitenza non solo la grazia di giustificazione per il passato, ma ancora una grazia per l’avvenire, una grazia apposita, la sacramentale , la quale dà forza a non cadere più, vincere le tentazioni, fuggire le occasioni e i pericoli.
È quindi con sapienza che S. Filippo Neri, specialmente cogli abitudinari, dava per penitenza: «ritornerai appena sarai caduto» e con questo mezzo quanti ne ha rialzati e salvati! Cadi? Ebbene, ritorna a confessarti. Ricadi? e ritorna ancora! E se tu sarai costante, anche la superbia alla fine cede il passo, a forza di battervi sopra. Quando uno si confessa bene, vale più quell’atto di umiliazione che cento desideri di essere umile, ciò che non passa mai in pratica, se non si pigliano i mezzi. E questo è il mezzo dei mezzi: facciamolo questo atto di umiliazione! regolarmente; l’umiltà ci esalterà «chi si umilia sarà esaltato!»
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e ci esalterà avanti a chi? fra gli uomini? no, Dio ce ne liberi! ma ci esalterà nelle virtù e ci porterà fra gli Angeli e i Santi del Paradiso!
Chi è che non si confessa? chi non si prepara o salta gli otto giorni. Noi andremo più su o più giù nella perfezioni secondo che è più o meno fervorosa la confessione.
3) La Confessione è direzione spirituale dell’anima per le vie della virtù. Quando si confessano p. es. le Suore, non si fa la direzione, ma per gli altri sì. A che serve la direzione? La direzione nell’atto della Confessione, serve a dare i mezzi, serve ad animare, indirizzare, far conoscere i pericoli, far conoscere la volontà di Dio. È inutile la direzione?! ebbene: i due terzi di vocazioni si decidono dal Confessionale, vedete quanto è utile ed importante!? Quando, noi non ci consigliamo, dopo non siamo capaci a fare: e una cosa non riesce, l’altra non va, l’altra è al contrario di quel che la si credeva.... manca la benedizione di Dio! invece quando il Confessore dice così: «Ben, ben, fa’ così, prendi subito questo mezzo, prendi quest’opera a fare, va, sta tranquillo!» ha parlato Dio! egli va avanti sicuro e sereno di far la volontà di Dio! e, riesca, non riesca, «io sono innocente, può sempre dire, il confessore a nome di Dio
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mi ha detto così e quindi avanti!» Invece quelli che non hanno la conferma del Confessore, prendono una cosa e poi la lasciano, ne prendono un’altra e poi la lasciano nuovamente cadere: hanno coloro di uomini che vogliono fare la volontà di Dio ma in realtà fanno la propria e quindi non hanno la Sua Benedizione: come quelli che non vogliono ubbidire alla Chiesa, e vogliono studiare religione? sprecano tempo e fatica! e vanno una volta più lontano dalla verità. La prima fonte della vera religione è la Chiesa.
Specialmente adesso che state per ascendere agli ordini sacri, vi si fanno incontro tante difficoltà, tanti dubbi: perché, contro un Sacerdote che fa bene, il diavolo si arma con tutte le forze. Ma uno che sia ben unito al suo Confessore e Direttore Spirituale, potrà sempre dire: «Io ho fatta l’obbedienza, avrò forse anche sbagliato?! poco importa, io non ne ho colpa, ho fatto quello che per bocca del Vostro ministro mi avete detto, o Signore», «et vir oboediens loquetur vietoria», dice il proverbio.
Ecco cos’è l’assoluzione: per il passato è remissione della colpa, della pena eterna, della pena temporale almeno in parte, delle pene e rimorsi in parte almeno e in ultimo della
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colpa giuridica. E se io fossi anche stato un gran peccatore che importa? Quando Ambrogio vietò all’ Imperatore Teodosio di entrare in Chiesa Egli rispose: «Anche il Re Davide ha peccato eppure ha continuato il suo ufficio» e il Vescovo replicò: «Se tu l’hai seguito nel peccato, seguilo ora nella penitenza, dopo entrerai!» Sì, sì, ho mancato, è vero ma son io il primo a dire: «mea culpa, mea culpa!» e allora potrai di nuovo tenere con dignità il tuo posto!
Inoltre l’assoluzione è: preservazione dal peccato pel futuro e direzione spirituale per il presente , nelle vie per cui ci vuole Iddio.

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II° E sarebbe a dirsi ora: Come siano le confessioni dei Chierici e dei Sacerdoti.
Io non dico le cose particolarmente, perché se si dicesse in particolare, bisognerebbe alzare certi veli, veli poco gradevoli, non è vero? Non parlo quindi in particolare. Io dico soltanto le cose in generale, quali sono descritte dal B. Cafasso e più ancora dal Duboi e dallo Cabrini. Il Duboi, p. es. dice: Ci sono le confessioni del prete cattivo , ci sono quelle del tiepido , quelle del buono e quelle del fervoroso .
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a) Come sono le confessioni del prete cattivo? Il prete cattivo le sue confessioni o non le fa o le fa malamente. Vi sono dei preti che non si confessano se non a Pasqua, altri ogni 4 o 5 mesi, un mese, 20 giorni. Son purtroppo così. E chi non è diligente per sé, vi aspettate forse che sia poi diligente per gli altri?! Ah! purtroppo che tanta freddezza nelle anime è causata da Sacerdoti e confessori, che mentre dovrebbero essere centro di calore, sono invece centro di dove si espande la freddezza.
Inoltr e: le confessioni del prete cattivo sono: sacrileghe o nulle . Sono nulle quando non vi è pentimento: quando dopo parecchie confessioni quel chierico, quel prete è sempre lo stesso; anzi se si guarda bene, pare più dissipato di una volta, e quindi fa molto dubitare se abbia avuto il pentimento! Saranno sacrileghe? eh! si può anche profanare il Sangue di Gesù! S. Alfonso dice: «chi pecca contro la giustizia speri nella misericordia». Ma se poi uno pecca contro la misericordia, in che cosa può sperare ancora?!
O novelli ordinandi, ricordate le parole: «Aufer a nobis Domine, iniquitates nostras, ut ad S. Sanctorum puris mereamur mentibus introire ...» E chi è Sacerdote ricordi le parole: «Hic est enim calix sanguinis mei, Novi et
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Æterni Testamenti, qui pro vobis , et pro multis effundetur in remissionem peccatorum».Qui pro vobis effundetur! in primo luogo, ma quando lo si calpesta, potrà ancora essere in remissionem peccatorum? E tu che non hai più la speranza nel Sangue di Gesù Cristo, perché lo calpesti, in che cosa speri ancora? nella tua innocenza? maledetto colui che spera in se stesso «maleedictus homo qui confidit in homine!» nessuno può salvarsi senza del Sangue di Gesù Cristo!
b) E quali le confessioni del tiepido? Tiepidi sono i disordinati , che vanno a confessarsi una volta dopo 6 giorni, e l’altra dopo 20, cambiano spesso confessore; confessano i peccati grossi a uno e i peccati piccoli ad un altro; fanno un esame superficiale e all’ingrosso; il dolore non si saprebbe dire se lo abbiano; hanno una coscienza fatta a maglia... eh! in quelle maglie! chissà quante cose lasciano passare come piccolezze, ma che in realtà sono tutt’altro che piccole! Sui loro occhi non vedi mai una lacrima , in loro non trovi mai una risoluzione efficace! Il tiepido non aspetta che di aver finito; la confessione per lui non è un conforto settimanale, ma un tormento, un peso che non vorrebbe mai toccare.
c) La Confessione invece del buono è una
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buona giornata; non è ancora giornata in piena luce, no, questa è la confessione del santo, che fa le cose perfettamente, per quanto è possibile all’umana fragilità: quindi la confessione del prete buono non è ancora una giornata di piena luce, ma intanto il buono è diligente quanto al tempo, fa bene il suo esame, ha il pentimento dei suoi peccati, in morte è già sufficientemente tranquillo! ma ce ne manca ancora. Dio voglia questo: che se lungo l’anno le sue confessioni sono soltanto buone, siano fervorose almeno nei Ritiri e negli Esercizi Spirituali.
d) E come sono le confessioni del santo? Oh! il Santo! La sua delicatezza gli fa vedere colpe enormi dove un altro vede niente; il santo vede gravità in una debolezza dove un altro ride, come di cosa di nessun conto. «Ma hai fatto questo, hai fatto quello di bene», gli si potrebbe dire, ma egli vi risponde: «Ho fatto quel bene lì sì, ma, intanto so che non corrispondo, dovrei fare molto di più! ho fatto quel bene, ma c’era ancora amor proprio!» e si sforza a dire, si picchia il petto... oh! la confessione del Santo! è diversa!
Come sono le nostre confessioni? Dio ci liberi dal doverle classificare fra quelle dei cattivi! ma neppure son mica tiepide?! son
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buone? fervorose? Che fortuna! tutto quello che detestiamo ora, non ci sarà più rinfacciato! tutto ciò che scopriamo, sarà sepolto! Siamo debitori, ma abbiamo nelle nostre mani la moneta del Sangue di N.S. Gesù Cristo.
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III° La disposizione generale per confessarci bene.
Tante sono le disposizioni che si richiedono per fare una buona Confessione, ma tutte queste disposizioni si possono ridurre a questa, la quale le vale tutte : tutte ad una ed una per tutte: che consiste in un forte proposito di volerci emendare; occorre però essere molto sinceri in questa volontà: «io voglio proprio farmi santo! costi quel che vuole, voglio farmi santo!» Allora questa volontà fa cercare i mezzi, fa fare i propositi, eccita il dolore, anche quando non c’è. Ma ci vuole proprio la volontà sincera, la sincerità della volontà , non solo una maschera di buona volontà davanti agli altri o davanti a noi stessi.
State per salire l’altare? «mundamini! mundamini!» Siete già ascesi? «Munda cor meum ac labia mea, Domine Deus omnipotens, qui labia Isaiæ prophetæ calculo mundasti ignito! ...»
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O voi, che state per toccare le cose sante, siate santi ed immacolati! «pavete a sanctuario meo!» accostatevi all’Altare con un santo timore!
Ed ecco che io sono felice di vedervi salire un po’ più in su all’Altare di Dio! Sette sono i gradini di questo Altare, che vi auguro di salire presto, ad uno ad uno. Ed effondendo il mio cuore fra il vostro, io, che ebbi a curarvi, a educarvi da molti anni, benché indegnissimo di questo ufficio,2 son contento di dirvi da parte di Dio: «ascendite superius! più in su! più in alto!» Io non sono estraneo in mezzo a voi , son vostro Padre! ed ho bisogno di tutto il vostro aiuto di figli: chiedetemi la grazia di confessarmi bene! ne ho ricevute tante assoluzioni! tante volte il Sacramento di Misericordia! e poi un’altra grazia che mi sta a cuore, tanto a cuore. Ed io per parte mia metto tutti i vostri desideri in quel S. Calice. E domandiamo
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per tutti fin d’ora, la grazia di divenire buoni confessori.
Date molta gloria a Dio, molta pace alle anime coll’assoluzione; molto conforto amministrando bene il Sacramento di Misericordia!
Tre grazie dunque abbiamo da chiedere in questo ritiro: La grazia di confessarci bene, confessare bene, predicare con efficacia, sia colla parola, che con lo scritto, questo Sacramento di salute e di risurrezione.
State nella pace, fate i riflessi e poi andate a ricevere la Benedizione di quel Gesù così buono! che ha voluto istituire un Sacramento apposta per espandere la Sua infinita Misericordia. Domattina considereremo l’im-portanza e la necessità di questo Sacramento.
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1 Questo ritiro è stato fatto in occasione delle nuove ordinazioni, come inizio degli Esercizi per gli ordinandi, e ritiro mensile per i Sacerdoti giovani.

2 Egli si chiama indegnissimo ma noi sentiamo tutta la salutare efficacia delle Sue paterne premure e sentimmo il bisogno di pregare il Signore che ce lo conservi ancora lungamente «ad multos annos! Ed è nostro dovere ricompensarlo con una sincera corrispondenza da parte nostra unita a una calorosa preghiera e cooperazione nei Suoi santi ideali, che per noi diventano comandi e necessità.