2. LA VERA DEVOZIONE A MARIA SANTISSIMA*
[I. Gradi della devozione a Maria]
Questa sera rendiamo un bell'ossequio alla nostra cara Madre Maria Regina degli Apostoli di cui oggi si è incominciata la santa novena, un bell'ossequio cominciando bene il santo ritiro.
Farò essere l'argomento, una parte la divozione a Maria santissima e l'altra parte il metodo della Visita al santissimo Sacramento. Considereremo i [vari] metodi della Visita. Ho veduto che le istruzioni fattevi sul modo di fare la Visita hanno giovato molto, le avete prese volentieri ed anche con troppo slancio, ma non corriamo troppo, andiamo adagio e perciò, se piacerà al Signore vi parlerò anche della Visita al santissimo Sacramento, dei due amori: Gesù e Maria che devono essere inseparabili, due fiamme accese insieme.
Stasera vi parlerò dunque della divozione a Maria santissima.
Tre sono i gradi di divozione a Maria Santissima, io cercherò di spiegarveli meglio perché possiate fare bene l'esame di coscienza su questo punto. Molti sono i gradi di questa divozione, ma tre sono i principali: 1) consiste nel pregarla; 2) consiste nell'imitarla; 3) consiste nel vivere come Maria.
1. Chi è divoto di Maria ha questo primo grado, ma non bisogna subito credere di essere perfetti; questo è il più semplice. Era facile pregare la santa Madonna quando eravamo piccoli, la mamma ci prendeva le manine, le congiungeva insieme e poi diceva: Dì, Ave o Maria, dì Maria, e noi anche un po' distrattelli, per far piacere alla mamma pronunciavamo questo nome. Quante volte la mamma ci avrà portato in chiesa dinanzi alla santa Madonna e ci avrà consacrati a Maria!
Dunque, pregare Maria lo facevamo già da piccolini a quattro o cinque anni. Questo è il modo più facile e chi possiede
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questo primo grado? Colui che recita il Regina coeli, le preghiere di Maria, chi è iscritto alle sue compagnie o confraternite, chi porta l'abitino1 della santa Madonna, chi tiene davanti l'immagine di Maria in studio, in apostolato, ecc., e cerca d'invocare la benedizione di Maria. Chi possiede questo primo grado? Chi per le vie saluta la Madonna, chi entrando in studio e in apostolato cerca l'immagine di Maria, la saluta e le dice qualche parola affettuosa, chi nei libri tiene per segnacolo l'immagine di Maria, chi tiene in tasca la corona del rosario, la tocca, la bacia, raccomandandosi a Maria. Chi possiede questo primo grado? Chi alla sera mette la corona al collo e la bacia prima di addormentarsi, chi dona al mattino appena svegliato il suo cuore a Maria, chi santifica il sabato e le feste di Maria con qualche mortificazione, chi fa tridui e novene alla santa Madonna, chi passa bene il mese di maggio, chi studia bene le poesie di Maria, chi si mette sotto il manto di Maria, chi recita il santo rosario, chi elegge Maria per madre, chi la nomina protettrice negli studi, nell'apostolato, nei viaggi, ecc., chi cammina accanto a lei, chi legge volentieri le cose di Maria, chi ricorda sovente questa Madre.
Ma è necessario fare tutto questo per avere il primo grado di divozione a Maria? No, ma chi è divoto di Maria di questi piccoli atti ne fa tanti. S. Alfonso M. de' Liguori era divotissimo di Maria e quando morì gli trovarono in un sacchetto moltissime medaglie e l'Ave Maria scritta che sempre portava con sé. Vi sono figlie che incominciano i quaderni e li intitolano a Maria.
2. Vediamo ora il secondo grado, cioè imitare Maria.
Imitare Maria a tavola, in ricreazione, nelle varie occupazioni della giornata; nella fede, umiltà, carità e pazienza, spirito di preghiera, cioè imitare Maria nelle virtù.
Una figlia aveva preso la buona abitudine di dire: Quid nunc et quomodo Maria?: Che cosa farebbe Maria se fosse al mio posto?. Non tratterebbe così una sua compagna, non starebbe così scomposta, la Madonna non cantava così. Vediamola inginocchiata che legge la Bibbia davanti a sua madre S. Anna, rimiriamola quando pregava. Che spettacolo!
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Vi sono figlie che sono tutte consacrate a Maria e quelle hanno vera vocazione, Maria l'hanno scelta per loro madre e le offrirono il fiore della loro castità. Fanno il proposito di essere di Maria nell'umiltà, nell'obbedienza, nella carità, ecc. Che esempio era Maria per le strade! Ammiriamo la modestia, l'umiltà, la fede, la pazienza che ebbe a vedere Gesù al Calvario, la sua crocifissione e morte. Che eroismo, che grandezza in una madre che vede il suo divin Figlio in mano ai manigoldi che lo maltrattano e lo fanno morire!
Chi sono i veri figli di Maria? Quelli che le rassomigliano. Vi sono figlie che rassomigliano alla madre nei tratti, nei modi, ecc., ma quand'è che una figlia rassomiglia molto alla Madonna? Quando possiede questo grado.
Voglio praticare l'umiltà, la carità, lo spirito di Maria, come Maria e con Maria: per entrare in questo grado la figlia deve scegliere una virtù che le piace di più, fare il proposito sulla tal virtù e poi esercitarla sotto lo sguardo di Maria. La virtù si pratica con Maria recitando il mistero adatto a quella virtù.
Se si pratica la carità, recitare il secondo mistero gaudioso.
Ma non basta, leggere ancora qualche cosa di Maria: Maria Regina degli Apostoli2, il Mese di Maggio3, Le Glorie di Maria4, ecc.
Al mattino consacrare a Maria la virtù che si praticherà e così pure l'esame di coscienza, questo è il secondo grado. È molto divoto di Maria chi esercita molto la virtù e a Maria non sono gradite le offerte di un cuore pieno di peccati. Chi vuole che i suoi doni siano graditi, sia pura ed abbia il cuore pieno di virtù come quello di Maria.
3. Vivere di Maria e con Maria. Ricordiamo la divozione perfetta del beato Grignion di Montfort5: in Maria, con Maria, per Maria, da Maria. Ecco come si deve fare: per Maria, fare bene per piacere a Maria; con Maria, stare accanto a lei, sotto la sua
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protezione; in Maria, prendere le sue intenzioni. Questa divozione è specialmente per le novizie ed è loro dovere principale, ma non solo in noviziato si deve esercitare questa divozione; prima del tempo del noviziato bisogna impararla, fortificarla e poi andare avanti. La santa Madonna quando si prende cura di un'anima non la lascia, ma gliela insegna lei. Le insegna tante cose. Beati quelli che sono ammaestrati da Maria. Essa li guida per mano.
S. Giovanni Berchmans aveva un amore ardentissimo verso la santa Madonna; egli quando andava a tavola prima di spiegare il tovagliolo diceva un'Ave Maria e così prima di addormentarsi alla sera. In ricreazione parlava sovente della santa Madonna e ne parlava con entusiasmo tale, che si accendeva tutto in viso ed i compagni tante volte cominciavano a parlare di Maria per il gusto di veder Giovanni che sembrava infuocato. Un giorno venivano da passeggio ed all'improvviso un compagno si rivolse a Giovanni e gli disse: Giovanni, l'ami tu la Madonna?. Ed egli incrociando le mani sul petto e con gli occhi rivolti al cielo, disse: Oh, se l'amo la santa Madonna! Essa è mia madre!. Questo santo giovane faceva tutto per Maria, come avrebbe fatto Maria, viveva alla presenza di Maria e tutto faceva per lei.
Si può dire che una figlia che cammini alla presenza di Maria abbia una vera madre. Vi era una fanciulla tanto divota di Maria e diceva che in chiesa si faceva condurre da Maria e a letto si faceva mettere da Maria, essa faceva tutto con la santa Vergine. In paradiso noi staremo con Maria e là canteremo il Magnificat ed il Te Deum eternamente.
Ciò che abbiamo meditato sia di nostro esame. Al primo grado ci siamo tutte, al secondo speriamo d'esserci, al terzo aspiriamo. Maria ci accompagni sempre, ci conceda questa divozione perfetta verso di lei e ci inviti al paradiso.
[II. La confessione spirituale]
La divozione alla santissima Vergine è un tesoro. Beata quell'anima che possiede questo tesoro: essa non sarà mai priva di grazia in qualunque pericolo e circostanza della vita, quest'anima avrà sempre la moneta per comperare da Dio qualunque grazia.
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Non sarà mai povera l'anima che possiede la divozione a Maria santissima, questo gran tesoro che tutti possiamo avere; non tutti possiamo diventar ricchi, ma tutti possiamo acquistare questo gran tesoro che è la divozione alla santissima Vergine.
Voi che cominciate la giornata con l'invocazione: Vergine Maria Madre di Gesù, fateci santi6, se mettete un po' di attenzione questo tesoro dovreste acquistarlo. Bisogna proprio che ci sia nell'anima qualche cosa di pernicioso o la superbia o la vanità, altrimenti [questo tesoro] dovreste acquistarlo.
Siamo fortunate perché seminiamo il cammino della nostra giornata con molte giaculatorie a Maria, siamo così fortunate che si può dire che camminiamo in mezzo ad una strada cosparsa7 di fiori a Maria. Questo tesoro che vogliamo avere ci porta al tesoro che ha come frutto8 Gesù, la divozione a Gesù. L'anima che ama la Madonna viene pure ad amare Gesù, l'Ostia, la Visita.
La santa Vergine non può stare nel nostro cuore come oggetto principale, ma vuol mettere Gesù.
Vediamo ora un altro metodo di Visita: metodo della confessione spirituale.
Siamo subito alla pratica. Come vi è una Comunione sacramentale, vi è una comunione spirituale in cui si riceve la grazia. Come vi è una confessione sacramentale, vi è una confessione spirituale ex opere operantis9, per gli atti che concepisce l'anima.
Come si fa? Prima si guarda il tempo che vi è per la Visita. Generalmente si fa di un'ora, indi si prendono i punti che sono sei.
Quali atti si devono fare nella Visita, per la confessione spirituale? Sono gli stessi atti che si fanno per la solita confessione: esame, dolore, proponimento, confessione, soddisfazione o penitenza. Ma prima di tutto questo, bisogna ricorrere alla preghiera.
1) Pregare e pregare per tre fini: per conoscere i peccati, per detestarli, per correggerli.
Generalmente prima della confessione bisogna pregare la santa Madonna, lo Spirito Santo e l'angelo custode. Pregare la santa
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Madonna che ci dia il dolore, lo Spirito Santo che ci ottenga la remissione e la correzione, l'angelo custode, che era presente quando abbiamo mancato, ci ricordi specialmente le mancanze interne.
Prima della confessione spirituale si fanno le stesse preghiere come nella confessione sacramentale.
Se vi è un'ora di Visita vi saranno dieci minuti per ogni punto. All'angelo custode dire nove Angelo di Dio o la sua coroncina; alla Regina, alla Madonna le tre Ave Maria o un mistero oppure un tratto della coroncina alla Regina degli Apostoli o le Litanie; allo Spirito Santo recitare il terzo mistero glorioso o tre Pater o il Veni Creator Spiritus a seconda del tempo.
Così con la preghiera alla Madonna, all'angelo custode ed allo Spirito Santo si fa il primo punto.
2) Esame: questo è molto facile.
Ci mettiamo davanti al Signore e diciamo: O Gesù, fatemi conoscere i miei peccati, le mie mancanze. Indi esaminiamo il proposito principale e le principali azioni della giornata. Questo riesce facile. Si fa l'esame della giornata, se si vuole del mese o della settimana, ma quello della giornata non deve mai mancare. Dopo questo si può esaminare la coscienza sulle virtù, sui voti ecc., come si vuole, secondo le disposizioni; quando si è ben disposti basta anche una sola virtù.
Per le più piccole: Immacolatine, Discepole, basta venire alle cose della giornata: Come sono stata a scuola, con rispetto? Come sono stata all'apostolato, in chiesa, ecc.? Altre volte si troverà più facile l'esaminarsi sui comandamenti, qui si scoprono molte cose, però non deve essere tanto generale; per essere più fruttuoso è bene esaminare prima il pensiero, poi il sentimento, terzo l'azione.
Le cose esterne sono più facili a scoprirsi, invece i pensieri e i sentimenti sono più difficili, per esempio la superbia, l'ambizione, la testa dura, la vanità, ecc.
Man mano che l'anima progredisce, scopre su questo infinite cose e sono tutte cose che vanno a ferire maggiormente il cuore di Dio. Non occorre fare tutto in una volta, quando un punto soddisfa e nutre, ci si fermi pure, l'anima si sentirà migliorata.
Se una cosa fa impressione non andare avanti, stare pure su quel punto perché si vede che è segno che si è entrati in intima comunicazione con Dio. Questo punto durerà dieci minuti.
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3) Come si eccita [il dolore]? Con la preghiera, con la riflessione sul male fatto peccando.
Il pentimento o dolore è un dono, una grazia di Dio, una virtù, perciò bisogna chiederlo a Gesù. Si recita un Pater al Crocifisso o il primo mistero doloroso, si considera Gesù nella sua passione e la pazienza di Maria che vede il suo Figlio maltrattato, schernito, ecc., ma non può dir niente perché i manigoldi la respingono; oppure figurarsi di assistere alla deposizione di Gesù dalla croce e Maria, lì accanto, [che] ci dice: Vedi, tolgo dal capo del mio Gesù le spine che tu gli hai messo peccando. Ed allora è davanti a Gesù e Maria che ci pentiamo e domandiamo perdono. Entrare ancor più dentro e guardare ciò che ha fatto il nostro peccato [che] ci rende deboli ed ingrati, ci priva di grazie, di meriti, ecc. Si può anche considerare il purgatorio, l'inferno. E se poi un'anima vuol fare una confessione generale scendere ancor più al particolare: il paradiso perduto, la gloria tolta al Signore peccando e qui l'anima fa l'atto di dolore.
4) Proposito. Per farlo bene bisogna avere molta grazia, farlo come negli Esercizi spirituali e farne uno solo.
Ci sono tre modi di [fare il] proposito. Buono, farlo sulle azioni esterne: essere più modesta, pregare meglio. Questo non è abbastanza profondo.
Migliore, farlo sull'interno, cioè sui pensieri e sentimenti; questo è profondo. Per esempio: voglio combattere la vanità, la sensibilità del mio cuore affinché non sia troppo folle e [non] si lasci dominare.
Ottimo, farlo sulla radice o causa del peccato. Dice l'anima: Questo avviene perché vado con quella compagna, perché sono superba, ecc..
5) Confessione. La persona mentre sta nel banco s'immagina di portarsi al santo Tabernacolo, piega la testa e si confessa a Gesù. Beneditemi, o Padre, perché ho peccato. Mi confesso a Dio Padre onnipotente..., o più ancora: Misericordia, Padre, perché ho peccato. Figurarsi di essere come il figliuol prodigo. Indi confidare tutto a Gesù, dire tutto, e più vediamo che le nostre mancanze sono molte, dirgliele con più confidenza; questo dà più luce e chiarezza all'anima nostra.
Facciamo pure la confessione lunga, tratteniamoci pure a lungo, diciamogliele tutte le mancanze; se anche ne dicessimo una
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sola meglio ancora, purché sia detta bene, chiaramente e sinceramente.
Fatta la confessione o dette le mancanze, si sta in silenzio per ascoltare Gesù che parlerà e darà gli avvisi e dirà: Ah, figlia, quante dimostrazioni di amore ti ho dato e tu come mi hai corrisposto male! E se pregassi un po' di più, se avessi un po' più di fervore?. Domandiamo pure spiegazione, facciamoci le nostre ragioni e Gesù ci darà la risposta giusta e chiara. Dopo aver ascoltato gli avvisi, diciamo a Gesù: Sì, voglio fare.... Si ripete il proposito, poi dire l'Atto di dolore e Gesù ci assolverà.
Col dolore perfetto sono rimessi i peccati gravi e col dolore imperfetto i peccati veniali. Facendo così è facile avere il dolore perfetto e poiché si tratta sempre di peccati veniali ci sarà proprio il perdono spirituale. Poi si china il capo, si ottiene l'assoluzione, si fa il segno di croce e si ritorna al banco (s'intende sempre spiritualmente).
[6)] Si fa la penitenza che è quella che ordinariamente ci dà il confessore oppure recitare la terza parte del rosario.
Chi vuol andare ancora più avanti s'impone qualche piccola penitenza secondo il peccato. Per esempio, se manca di confidenza recita più volte l'Atto di fede, se sono peccati di superbia compie atti di umiltà, se è poco fervorosa recita l'Atto di carità; più si ferisce con cura la radice del male, più la confessione sarà migliore.
Rivolgiamoci a Maria e domandiamo a lei questo gran tesoro che vogliamo tutti possedere con la sua divozione e per mezzo della sua devozione: l'amore a Gesù.
[III. La Visita e il rosario]
Stamattina abbiamo chiesto a Maria la grazia di visitare bene Gesù: la vediamo con Gesù tra le braccia in atto di presentarcelo, ella ce lo vuol dare veramente nella Comunione, nella Visita, ecc. E con le parole: Mostraci dopo questo esilio Gesù, preghiamo Maria che ci mostri Gesù in cielo, e sulla terra ce lo mostri nel santo Tabernacolo e nella Comunione e perché possiamo riceverlo bene come lei. Chi ha divozione a Maria arriverà a ricevere Gesù nella Comunione con fervore, avrà divozione alla santa Messa, farà bene la Visita.
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Maria ci guida a Gesù: «Per Mariam ad Jesum»10. Tutto passa per Maria.
Le nostre divozioni devono portarci al centro che è Gesù, e la via è Maria.
Vediamo ora un terzo modo di [fare la] Visita: meditare i misteri del santo rosario sotto l'aspetto eucaristico.
Come si fa? Si recita il rosario meditato, ossia si frappone un po' di meditazione eucaristica fra il Pater e le dieci Ave Maria. Per esempio: apriamo il libro dove sono i misteri, prendiamo i gaudiosi; essi sono cinque, se si fa la Visita di un'ora s'impiegano dieci minuti per ogni mistero che sarebbero cinquanta minuti, e dieci si impiegano per l'esame di coscienza.
Si comincia dal primo mistero. Prima di incominciare si prende la corona bene in mano tenendola per il Crocifisso, al primo grano recitare il Credo, poi le tre Ave Maria ed all'ultimo grano dire un Pater allo Spirito Santo.
S. Francesco di Sales prendeva la corona, guardava il Crocifisso e si metteva così alla presenza di Dio. Mirando Gesù che muore in croce per noi, mettendoci davanti a Gesù in questo modo ci viene il dolore, e quindi si recita bene l'Atto di dolore. Si dicono poi le tre Ave Maria affinché [ella] ci voglia accompagnare a Gesù. Quando andiamo alla Visita figuriamoci di andare alla casa di Nazaret, bussiamo alla porta e viene la Madonna ad aprire, facciamo la riverenza, salutiamo e poi domandiamo: C'è Gesù in casa? Avrei bisogno di parlargli. Maria risponde: Sì, sì, vieni, andiamo a vederlo. Ci prende per mano e ci conduce dove egli si trova. Oh, com'è facile parlare a Gesù allora! L'anima si sente tutta attratta verso di lui, s'incomincia la corona e poi si viene alla meditazione dei misteri.
Il 1° mistero gaudioso ci ricorda l'annunciazione dell'angelo a Maria Vergine. Per questo ci sono molte considerazioni, ma noi prendiamo le parole11: Ave, Maria, gratia plena. Prima di
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dire il Pater e l'Ave Maria si fa un po' di meditazione. Maria è piena di grazia e significa che non ebbe mai peccato. Perché? Perché doveva ricevere Gesù, e dove deve andare Gesù bisogna che non ci sia nessuna macchia di peccato. Via dunque il peccato, anche il più lieve. Bisogna pulire e adornare dove va Gesù. O Maria, concedici che riceviamo bene Gesù nel nostro cuore; tu che l'hai ricevuto nel tuo cuore mondo, puro e più santo di tutti gli angeli, ottienici questa grazia.
Poi rivolgersi a Gesù e dire il Pater e le dieci Ave Maria per ottenere il dono della purità.
2° mistero gaudioso: Maria va a trovare S. Elisabetta.
Meditiamo le parole che S. Elisabetta dice: «Chi sono io che ho da essere visitata dalla Madre di Dio?»12. Maria risponde: «Magnificat anima mea Dominum»13. S. Elisabetta soggiunge: «Beata quae credidisti: Beata tu che hai creduto»14. A che cosa ha creduto Maria? All'angelo che le annunziò che sarebbe diventata la Madre di Dio.
Beati, quelli che hanno fede! Abbiamo fede noi? Rassomigliamo a Maria?
Fare un buon esame sulla fede. Domandare la grazia della fede perché noi crediamo a nulla. Quelli che hanno fede fanno tutto per Gesù e sempre pensano a lui. Perché facciamo quel lavoro? Con fini materiali? Abbiamo fede viva? Chi ha fede viva vede tutto con occhio soprannaturale. Crediamo che Gesù è in noi? Vediamo che la nostra fede è languida?
Recitiamo il Pater e le dieci Ave per ottenere la fede.
3° mistero gaudioso: la nascita di Gesù.
Meditiamo le parole «Et in terra pax hominibus: E in terra pace agli uomini»15. Quali uomini? Quelli di buona volontà. Gesù è venuto a portare la pace, la gloria, la grazia agli uomini. Questo è il suo programma.
Che cosa significa pace? Significa grazia, buona relazione con Dio, pace del cuore non la passione, in sostanza significa grazia.
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Abbiamo la pace del cuore? Non abbiamo desideri che ci agitano? Studiamo bene il nostro interno. Governiamo il cuore, i desideri? E i nostri pensieri sono santi? Abbiamo retta intenzione, amor di Dio, odio al peccato? Bisogna che governiamo l'interno. Spesso si ha cura delle parole e delle azioni, ma Gesù guarda prima di tutto il cuore.
Chiedere con insistenza la santificazione della mente e del cuore, perché spesso è lì che non si arriva ed è proprio lì che si deve arrivare.
Recitare il Pater e le dieci Ave Maria per ottenere la santificazione del cuore e dell'anima.
4° mistero gaudioso: presentazione di Gesù al Tempio.
Meditiamo le parole «Ecce positus est hic signum cui contradicetur: Ecco questo Bambino è posto come segno di contraddizione16».
Gesù è segno e chi l'ascolterà sarà salvo e chi non lo ama e non lo serve sarà dannato.
Maria, i Santi, S. Paolo furono ardentissimi per Gesù. Chiedere l'amore a Gesù nella Comunione, nella Messa, nella Visita.
Figliuole, figliuole, chiedete sempre le virtù di Maria. Come era santa la nostra Madre!
Diciamo allora il Pater e le dieci Ave Maria con ardente amore per ottenere di amare vivamente Gesù.
5° mistero gaudioso: perdita e ritrovamento di Gesù.
Meditiamo le parole «In his quae Patris mei sunt oportet me esse: Devo fare le cose che riguardano il Padre celeste17». Questo lo dice ammonendo Maria e noi. Ciò vuol dire che dobbiamo seguire la nostra vocazione.
Voi dovete seguire la vostra vocazione e a tutti quelli che vi vogliono contrastare dite: Io sono chiamata per questo, questa è la volontà del Signore. Ed a voi stesse dite, come S. Bernardo: Bernarde, ad quid venisti? Perché sei venuta qui?18. Non è per servire Dio? Ed allora perché tanto amor proprio, tanta superbia? Perché non mi faccio santa?
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Il nostro cuore lo dobbiamo dare a Gesù ed egli ci voglia dare la sua grazia, la sua luce, e per questo recitare il Pater e le dieci Ave Maria.
La santa Madonna che si chiama Regina degli Apostoli faccia scendere in noi lo Spirito Santo e faccia sì che possiamo essere infiammati dai due amori: amore a Gesù e amore a Maria.
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* Ritiro mensile, tre meditazioni, in dattiloscritto, fogli 8 (20,8x30), tenuto dal Primo Maestro il 22-23 maggio 1930 ad [Alba]. L'originale, come luogo porta scritto: “S. Paolo”, e come titolo: “Ritiro mensile”.
1 “Abitino” o “scapolare”: segno della promessa fatta dalla Madonna il 16 luglio 1250, a S. Simone Stock, priore generale dell'Ordine carmelitano, di liberare dal purgatorio, il primo sabato dopo la morte, chi lo ha portato in vita.
2 Cf Giaccardo T. G., Regina degli Apostoli, PSSP, Roma 1928.
3 Cf Fenoglio F., Mese di maggio, PSSP, Alba 1931.
4 Sant'Alfonso M. de' Liguori, Le glorie di Maria, PSSP, Alba 1932.
5 S. Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716), francese. Fondò le Figlie della Divina Sapienza e i Missionari della Compagnia di Maria. Scrisse vari libri di mariologia, fra cui il Trattato della vera devozione di Maria.
6 Tradizione ereditata da S. Giuseppe Benedetto Cottolengo. Nella Piccola Casa da lui fondata ogni giorno si inizia e si conclude con la recita di questa coroncina.
7 Originale: irta.
8 Originale: deve fruttare, ossia...
9 Formula tradizionale che significa: in virtù di colui che opera.
10 Espressione che sintetizza il contenuto cristologico della devozione e consacrazione a Maria di S. Luigi M. Grignion de Montfort nel Trattato della vera devozione alla santa Vergine, Edizioni Paoline, Roma 1985, n. 121 e in Il segreto di Maria, n. 28.
11 Originale: omesse le parole “del Rosario”. Il Primo Maestro probabilmente fa riferimento ai vari punti di meditazione dei misteri del rosario elencati in Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 87.
12 Cf Lc 1,43.
13 Lc 1,46: «L'anima mia magnifica il Signore».
14 Cf Lc 1,45.
15 Cf Lc 2,14.
16 Cf Lc 2,34.
17 Cf Lc 2,49.
18 Cf Meditazione 1 (1929), nota 7.