Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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È un bel viaggio la vocazione ben seguita!
È un bel viaggio di perfezionamento quotidiano,
è un bel viaggio per andare ad occupare
proprio quel posto che il Signore
ha preparato per te... più in alto!
Ma sali i gradini!
Non sempre uguale!
Siamo così?

Don Giacomo Alberione alle Apostoline, 23 giugno 1962
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SIGLE E ABBREVIAZIONI

AA.VV. Autori Vari
AAS Acta Apostolicae Sedis
AP Suore Apostoline
AP + anno Don Alberione alle Apostoline, raccolta di meditazioni trascritte dalle registrazioni su nastro magnetico
art./artt. articolo, articoli
can./cann. canone/canoni
CEI Conferenza Episcopale Italiana
cf confronta
CISP Carissimi in San Paolo
col./coll. colonna/colonne
C ’58 Prime Costituzioni dell’Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni (1958)
DIP Dizionario degli Istituti di Perfezione
ed. edizione
EnchEnc Enchiridion delle Encicliche (seguito dal numero del volume)
ID./Id. Idem
n./nn. numero, numeri
op. cit. opera citata
PL Patrologia Latina
PM Primo Maestro
POVE Pontificia Opera Vocazioni Ecclesiastiche
PR Preghiere. Orazioni composte dal Fondatore della Famiglia Paolina (2007)
Preghiere Le Preghiere della Pia Società San Paolo (ed. 1957) o della Famiglia Paolina (ed. 1985)
p./pp. pagina, pagine
qMV quaderno di Maddalena Verani
SAIE Società Azionaria Internazionale Editrice
San Paolo Bollettino interno della Pia Società San Paolo (1926–1969)
Tom. Tomo
UPS Ut perfectus sit homo Dei
vol./voll. volume/volumi
vv. versetti




SEGNI DIACRITICI

[ ] Aggiunta del curatore.
[…] All’inizio o alla fine del brano: l’audio parte a meditazione cominciata; l’audio si interrompe prima del termine della meditazione.
All’interno del brano: l’audio risulta incomprensibile; l’audio subisce una interruzione (viene segnalato sempre in nota).
Per le indicazioni redazionali, rimandiamo ai precedenti volumi.
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INTRODUZIONE

Dopo due anni di lavoro preparatorio, nel 1962 si apre il Concilio Vaticano II, evento che segna profondamente la vita e le scelte della Chiesa. Giovanni XXIII, congedando i Padri Conciliari al termine dei lavori della prima sessione, intravvede con lungimiranza i frutti del rinnovamento, insieme all’impegno, alla responsabilità e alle fatiche che questo lavoro comporta: Benché, com’è noto, non ci siano ancora le norme del Concilio Ecumenico, che saranno promulgate dopo il termine dei lavori del Concilio, giova tuttavia fin d’ora intravvedere con animo desideroso i frutti salutari che ne deriveranno. […] Si dovrà chiamare in aiuto anche l’opera dei sacerdoti dell’uno e dell’altro clero, degli Istituti Religiosi e dei laici, secondo il compito e le possibilità di ciascuno. Dovere di tutti quanti sarà questo: che i fedeli corrispondano con volontà dinamica e fedele alle fatiche del Concilio Ecumenico. Allora senza dubbio brillerà la nuova desiderata Pentecoste, che arricchirà abbondantemente la Chiesa di energie spirituali ed estenderà il suo spirito materno e la sua forza salutare in tutti gli ambiti dell’attività umana1. Don Giacomo Alberione, profondamente persuaso del bisogno di rinnovamento auspicato dal Papa, sollecita ogni membro della Famiglia Paolina a fare proprie le istanze del Concilio, ricordando che tutti siamo interessati (vedi pp. 335–341). Egli che, come ben sappiamo, vi partecipa come superiore generale invitato, sarà sempre presente a tutte le sessioni e si farà promotore dell’iniziativa della grandiosa Mostra della Chiesa2 in cui – secondo quanto riportato dalla stampa del tempo –, la Chiesa si mette in vetrina3 per farsi conoscere nelle sue membra vive ed operanti.
E, a tal proposito, va ricordato che le Apostoline assumono con più responsabilità proprio nel 1962 l’impegno delle Mostre vocazionali, ambito apostolico che, secondo il Fondatore, offre la possibilità di
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raggiungere ogni tipologia di persona perché ognuno arrivi a studiare e risolvere con coscienza il grande problema della vita e dell’eternità. Quanto egli sia convinto della bontà di questo tipo di iniziativa, lo possiamo ricavare anche da queste sue parole: Una mostra matura decisioni, almeno dà orientamenti, allarga le cognizioni, presenta saggi del lavoro apostolico, fa conoscere lo spirito di Istituti, presenta la misura, le esigenze, fa riflettere quali siano le forze dell’aspirante. Perciò vi sono porte che si aprono, illusioni che si dissipano, contatti con persone cui chiedere spiegazioni… e forse sarà l’angelo che consiglierà, guiderà, conforterà. Una mostra vocazionaria scopre anche in ambienti di indifferenza un nuovo problema: orientarsi nella vita. Una mostra vocazionaria serve per i buoni a formarsi una coscienza vocazionaria4.
E così, dopo l’esperienza della prima Mostra delle Vocazioni ad Alba5, Don Alberione vuole che le Apostoline assumano la direzione delle Mostre successive, le quali vengono replicate nel 1962 in tre diocesi del Piemonte: ad Alessandria (6–13 maggio), a Mondovì (20 maggio – 5 giugno), a Biella (16–23 settembre). Con la stessa impostazione sperimentata ad Alba, ogni diocesi stampa una propria Guida alla Mostra delle Vocazioni, realizzata con il medesimo schema (introduzione oppure profilo del proprio vescovo, e presentazione dei vari padiglioni, da quello che tratta la vocazione in generale a quello in cui si presenta il Seminario diocesano, fino a tutti quelli che riguardano i vari Istituti Religiosi presenti in diocesi). L’Esposizione viene accompagnata da diverse iniziative vocazionali (celebrazioni, proiezioni, conferenze…)6. Anche il PM tiene la sua Relazione sull’apostolato vocazionale sia ad Alessandria sia a Mondovì (vedi pp. 102–113; 120–131), davanti al vescovo e al clero locale, così come era avvenuto ad Alba, attingendo la maggior parte
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dei contenuti da questa precedente Relazione, e aggiungendo qualche passaggio più specifico in base al contesto in cui si trova a parlare7.

Egli vuole esportare anche a Roma una Mostra delle Vocazioni, e il suo intento e desiderio s’incontra con il suggerimento dall’Alto di realizzare una Esposizione che presenti la Chiesa, la sua vita interna, le sue attività e le sue necessità, in omaggio al Concilio: Dopo varie Mostre vocazionarie, conchiuse con frutti abbondanti, si pensava di promuoverne una a Roma. Ci venne osservato dall’Alto: E perché non fate invece una Mostra della Chiesa, questo anno, all’aprirsi del Concilio Ecumenico?. Ed a mezzo della Segreteria di Stato, Sua Santità Giovanni XXIII facilitò tanto il compito con l’espressione che suscitò energie e mosse tante persone: La benedizione apostolica su quanti non risparmieranno le proprie energie perché la Mostra della Chiesa riesca ad essere motivo di rinnovata ammirazione per la Madre e Maestra dei popoli, contribuisca a consolidare nelle anime la devozione al Papa ed alla Gerarchia Ecclesiastica, e susciti una promettente fioritura di vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa8. Da queste parole si comprende chiaramente che le due finalità della Mostra non possono certo trovarsi in contraddizione. Ricordiamo che Don Alberione era il Presidente del Comitato dei Superiori Generali per l’incremento delle vocazioni religiose, dipendente dalla Pontificia Opera Vocazioni Religiose, e che, nella riunione del 25 giugno 1962, questa commissione decise di assumere l’iniziativa della Mostra della Chiesa, come
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riportato in un Notiziario9 della Mostra. Nella lettera ricevuta dal PM il 2 agosto dalla Congregazione dei Religiosi, che trova molto opportuna e appropriata l’iniziativa di una Mostra sulla Chiesa, gli viene comunque ricordato che indubbiamente, però, pur allargando l’oggetto dell’Esposizione, la P.V. [Paternità Vostra] vorrà sempre tener presente anche la finalità peculiare delle Mostre sulle vocazioni…10.
Oltre ad un Comitato di onore, composto anche da cinque cardinali e alte cariche dello Stato italiano, il Comitato esecutivo della Mostra era così formato: Sac. Giacomo Alberione, Presidente; Commissione di Superiori Generali per l’incremento delle vocazioni religiose; Famiglia Paolina; Gr. Uff. Dr. Edoardo Squadrilli, Segretario Generale Ente Autonomo Fiera di Roma11. Di fatto, è la Famiglia Paolina a portare il grande carico dell’organizzazione dell’evento in ogni aspetto, lavorando notte e giorno12. Per le Suore Apostoline, gestire tutto il lavoro di Segreteria della Mostra, e l’allestimento di diversi pannelli e stand, ha richiesto un notevole impegno e grande abnegazione, insieme alla dedizione, all’entusiasmo e anche alle inevitabili difficoltà che hanno potuto incontrare; e lo stesso Fondatore il 2 dicembre lo sottolinea loro: Avete lavorato bene in questi giorni, con generosità. La settimana che sta per cominciare è ancora più impegnativa, perché si tratta di raccogliere
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i frutti. Oh! Allora, se vi è in noi – ve lo dico – un grande amore al Signore, ecco, le parole, i fatti, le azioni, tutto sarà orientato in questo senso e tutto si farà con quell’entusiasmo che non è un entusiasmo esteriore, ma è una gioia del cuore, è uno zelo dell’anima nostra, sì. Certo le fatiche, le umiliazioni, le difficoltà ci sono, ma è appunto lì: quando c’è il vero amore, tutto si supera! Eh, quando uno vuole riuscire in una cosa, trova mille vie per realizzarla e vi pensa notte e giorno! (p. 382).
Pur avendo avuto un lungo periodo di gestazione, l’Esposizione è stata realizzata in tempi relativamente brevi, in confronto alla mole di lavoro richiesta, alla grandezza dell’evento e alle diverse forze da gestire. Allestita in tre mesi nei padiglioni della Fiera Campionaria di Roma (in via Cristoforo Colombo), su una superficie di 80.000 metri quadrati, dal 18 novembre al 9 dicembre, vi hanno partecipato circa 400 espositori, tra Dicasteri della Santa Sede, Seminari, Istituti Religiosi, Università e Collegi, Opere missionarie, Chiesa del Silenzio, movimenti, associazioni e istituti laicali, riviste cattoliche ed editori religiosi…
Nel discorso inaugurale13, il PM sottolinea che la Mostra va visitata con lo spirito del pellegrinaggio, in raccoglimento… Perciò ogni giorno, oltre all’esposizione continuata dell’Eucarestia, erano previste celebrazioni eucaristiche, processioni tra i viali della Fiera, e varie iniziative di preghiera: per il Concilio e per le vocazioni. Inoltre, accompagnavano l’Esposizione, che ebbe una grande risonanza anche attraverso i media, altre manifestazioni, giornate di studio sulla vocazione e proiezioni continuate. Le cronache informano di 100.000 visitatori provenienti da varie parti d’Italia, tra cui 1500 vescovi e uomini politici, compreso il Presidente della Repubblica, Antonio Segni. Un’attenzione particolare è riservata alla presenza giovanile, con il caloroso invito ad approfittare dell’iniziativa per portare il maggior numero di ragazzi, in particolare studenti, a motivo dello scopo eminentemente vocazionario della Mostra14.
È pubblicato nel presente volume il saluto finale del PM, pronunciato durante l’adorazione eucaristica al termine della Mostra (vedi pp. 390–392).Tra le altre cose, egli ringrazia coloro che si sono adoperati per questa opera: Abbiamo lavorato in generoso spirito di cooperazione per questa grande opera di Dio: la Commissione dei Superiori Generali per l’Opera delle Vocazioni, il comitato esecutivo, religiosi, enti, università, pittori, allestitori, professionisti, artisti, tecnici, operai, propagandisti, il personale dell’Ente Fiera di Roma. Ma soprattutto il Signore: Sentiamo
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nell’intimo del nostro cuore tanta gioia e tanta riconoscenza, in primo luogo al Signore. […] Dal Signore l’ispirazione. Il Signore ha aperto le vie….

Ricordiamo ancora che negli anni ’60 il PM si concentrò anche sulla fondazione di Associazioni15 a cui potessero aderire in particolare i laici, ma anche religiosi, sacerdoti e vescovi, e che erano spesso collegate agli ambiti degli apostolati della Famiglia Paolina. In particolare, nel 1961–1962 sarà dato un nuovo impulso alla Associazione Generale Biblioteche; nel 1962 muoverà i primi passi l’Associazione Apostolato delle tecniche audiovisive, che il 13 aprile 1962 sarà eretta in arcisodalizio dalla Sacra Congregazione del Concilio. Allo stesso modo, il 24 gennaio 1962 avrà una prima approvazione ufficiale la Pia unione Preghiera, sofferenza e carità per tutte le vocazioni (vedi pp. 103–104, note 4–5), con sede nel Santuario Regina Apostolorum in Roma, il cui organo ufficiale è la rivista SE VUOI. In questa, come in altre scelte apostoliche, Don Alberione si dimostra realmente vigile e attento al clima che si respira nella Chiesa, alle novità che il Concilio Vaticano II sta portando, per esempio sul ruolo del laicato, sull’ecumenismo, sulla Chiesa comunione, sui temi sociali…

In questo volume sono pubblicate 64 registrazioni audio di Don Giacomo Alberione: 19 meditazioni alle Apostoline di Castel Gandolfo, 23 meditazioni alla comunità della SAIE di Torino e 12 istruzioni di ritiri alle ragazze, sempre a Torino, 6 istruzioni agli Esercizi Spirituali tenuti a Castel Gandolfo per tutte le Apostoline; inoltre due Relazioni sulle vocazioni, un breve intervento alla chiusura della Mostra della Chiesa, come già visto, e una riflessione alla Famiglia Paolina sul Concilio Vaticano II. Come per gli anni precedenti, le presenti registrazioni non esauriscono tutta la predicazione del Fondatore alle Apostoline dell’anno 1962, perché esistono altri appunti di qualche Apostolina dei quali non abbiamo rintracciato l’audio, probabilmente mai registrato.
Don Alberione ha estrema chiarezza sui tempi lunghi della nascita, la crescita e il progresso di ogni nuova Istituzione e a ben ragione, per la sua esperienza di Fondatore, può dire anche alle Apostoline: Eh, si fa presto a dire Istituto: ma un Istituto si sa quanto costa prima che arrivi alla luce e prima che cresca e abbia un certo sviluppo? (p. 38). E così, mentre continua a formarle nella vita spirituale e religiosa, ad incoraggiarle e indirizzarle verso l’apostolato specifico vocazionale, le invita a pregare e ad impegnarsi per la costruzione della nuova casa di Mole, visto che la prima abitazione è troppo piccola e insufficiente. Qualche
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1 Dall’Allocuzione di Giovanni XXIII ai Padri Conciliari alla Chiusura della I sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II, 8 dicembre 1962 in AAS 55 (1963), pp. 35–41.
2 Cf Mostra della Chiesa, 18 novembre – 9 dicembre 1962. Catalogo – Guida, Roma 1962, 206 pp. La Mostra si presentava con il seguente titolo: “La Chiesa oggi nelle sue membra vive ed operanti”.
3 Cf l’articolo del quotidiano Paese Sera, venerdì 2 – sabato 3 novembre, p. 6, nel quale viene anche intervistata Madre Tecla (Rosa) De Luca, segretaria della Mostra.

4 SE VUOI… vieni e seguimi, 3/1962, p. 5.
Il sacerdote paolino don Carmelo Panebianco (1926–2010), attingendo ad alcuni ricordi personali, racconta in un fascicoletto di 14 pagine “come sono nate le Mostre della vocazione promosse dal beato Giacomo Alberione”, soffermandosi quindi sulla Mostra della Chiesa attraverso brevi commenti ad alcune foto da lui scelte. Il testo è un pro manuscripto dal titolo Le mostre vocazionali promosse dal beato Giacomo Alberione per l’avviamento delle Suore Apostoline al loro specifico apostolato vocazionale; stilato in terza persona, pur essendo privo di data, è stato stampato tra il 2003 e il 2010, visto che si menziona il PM come “beato”.
5 Cf AP 1961, pp. 9–11.
6 Una breve sintesi sullo svolgimento delle Mostre di Alessandria e Mondovì, insieme ai contenuti, agli apporti e alle problematiche emerse a riguardo delle vocazioni, in SE VUOI… vieni e seguimi, 3/1962, pp. 24–26; alcune illustrazioni alle pp. 44–47. Sulla Mostra di Biella, un breve trafilo in Id., 4/1962, pp. 46–47. Vedi anche Il Cooperatore Paolino, maggio–giugno 1962, pp. 18–19.

7 Cf AP 1961, pp. 289–306. Ricordiamo, inoltre, che Don Alberione tenne una breve relazione al I Congresso Internazionale su «Le vocazioni agli stati di perfezione nel mondo di oggi», celebrato a Roma nel dicembre 1961, in cui, anche se con un taglio diverso, espose “alcuni punti” che sentiva “più importanti al momento attuale” per la pastorale vocazionale (il testo è pubblicato su Vita Pastorale, febbraio 1962, pp. 33–37. Stranamente, non risulta negli Atti del Congresso: cf SACRA CONGREGAZIONE DEI RELIGIOSI, Pontificia Opera delle Vocazioni Religiose, Vocazioni religiose e mondo moderno, Atti del Primo Congresso Internazionale delle vocazioni agli stati di Perfezione, Milano 1963, 350 pp.).
8 San Paolo, novembre–dicembre 1962, p. 1 (CISP, pp. 526–527). Il testo citato dal PM è estratto dalla lettera della Segreteria di Stato di Sua Santità, n. 86926, dell’11 agosto 1962, firmata dal Sostituto Angelo Dell’Acqua, in San Paolo, ottobre 1962, p. 9 (CISP, pp. 525–526). Don Alberione il 4 luglio aveva scritto al Papa per illustrare l’iniziativa; e attendeva il suo placet, avendo chiesto una speciale benedizione apostolica sui lavori di questa Mostra. Secondo quanto riportato su un testo autografo di un’omelia predicata da don Panebianco, scritto un mese dopo la chiusura della Mostra della Chiesa, il PM non volle dare il via ai lavori – anche se sollecitato da più parti – fino a quando non arrivò questa benedizione del Santo Padre ed ebbe la certezza di “essere nella volontà di Dio” (cf Suore Apostoline, Archivio Casa Madre Castel Gandolfo, APOS 010, Mostra della Chiesa. L’autografo è scritto su 7 facciate di 4 fogli di 27x35 cm, già stampati su un lato).

9 Si trattava di un pieghevole senza data, stampato su quattro facciate, che usciva all’occorrenza per informare e dare indicazioni agli espositori e a coloro che erano coinvolti nel lavoro, come anche ai giornalisti e agli interessati alle visite. Nell’Archivio Casa Madre delle Apostoline, APOS 010, già citato, abbiamo rintracciato tre numeri del Notiziario, più alcune comunicazioni della segreteria della Mostra.
10 Anche la fotocopia di questa lettera, su carta plastificata, si trova in Archivio Casa Madre delle Apostoline, APOS 010.
11 Mostra della Chiesa…, op. cit., p. 6; cf pp. 5–6.
12 Don Panebianco, nel testo autografo sopra citato, racconta che il PM convocò «i maggiori rappresentanti della Famiglia Paolina» e distribuì i compiti a ciascun Istituto: «La Pia Soc. S. Paolo ebbe la direzione generale dei lavori e curò le relazioni con la S. Sede, con il Vicariato di Roma, con i Ministeri e con tutti gli enti pubblici coi quali necessariamente la Mostra doveva aprire relazioni; le Figlie di S. Paolo ebbero il delicato compito di allestire la parte generale sulla Chiesa, nei suoi due primi settori: potere di magistero e di governo; diedero poi un valido aiuto nel sollecitare una visita alla Mostra di parecchie scuole pubbliche di Roma. Le Pie Discepole lavorarono alla realizzazione del terzo grande padiglione della parte generale riguardante il potere di santificazione; inoltre allestirono una cappella per l’adorazione continuata del SS. Sacramento; e tennero pure aperto un ristorante interno alla Mostra, per venire incontro a quegli espositori che non potessero tornare a casa per i pasti; le Suore Pastorelle si misero a disposizione dell’ufficio stampa della Pia Soc. S. Paolo per far giungere la cronaca della Mostra con la massima celerità possibile ai 150 giornali italiani coi quali si era in relazione. Le Suore Apostoline smaltirono tutto il lavoro di Segreteria: relazioni con gli espositori, assegnazione di locali, riscossione di contributi, ufficio informazioni, uff. spedizioni ecc. Le vocazioni adulte di Albano curarono la biglietteria».

13 Cf Il Cooperatore Paolino, dicembre 1962, pp. 4–7. Il testo di questo discorso, per ora non lo abbiamo rintracciato.
14 Indicazioni date dalle lettere circolari inviate dalla Segreteria della Mostra per tutte le organizzazioni cattoliche e i giornalisti (cf Archivio Casa Madre delle Apostoline, APOS 010).

15 Cf Le Associazioni della Famiglia Paolina, Roma 1963, pp. 28–45; 78–85; 86–96; anche UPS, IV, 232–233.