Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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56. ONORA LA REGALITÀ DI GESÙ
CHI DONA TUTTO: mente, cuore, volontà
Festa di N.S. Gesù Cristo Re, Meditazione, Castel Gandolfo, 28 ottobre 19621


Oggi festa della regalità di Gesù Cristo. E il tratto di Vangelo è preso da san Giovanni, capo XVIII:

«In quel tempo Pilato disse a Gesù: Sei tu il re dei Giudei? Gesù gli rispose: Lo dici di tua scienza o altri te l’han detto di me? Rispose Pilato: Sono io forse giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani. Che cosa hai fatto? Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo, il mio regno, i miei ministri certo si adopererebbero perché non fossi dato in potere dei Giudei. Or dunque, il mio regno non è di quaggiù.
Allora Pilato gli disse: Dunque, tu sei re? Rispose Gesù: È come dici, io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto al mondo, a rendere testimonianza alla verità. Chiunque sta per la verità, ascolta la mia voce»2.

Gesù Cristo è Re universale. «Ut in nomine Iesu omne genu flectatur caelestium, terrestrium et infernorum»3 [Fil 2,10]; vuol dire che, secondo san Paolo, tutte le creature, e quelle del cielo e quelle della terra e quelle dell’inferno, tutte sono creature sue. «Omnia per ipsum facta sunt: et sine ipso factum
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est nihil, quod factum est»4 [Gv 1,3], tutto fu fatto da lui e niente fu fatto che non sia stato [operato] da lui.

Però noi restringiamo la meditazione a quello che è più pratico per noi. È il giorno di rinnovare la professione, il giorno di rinnovare l’offerta di noi stessi, per chi non ha ancora fatto la professione.

Gesù, quale Re? Delle menti, dei cuori, delle volontà.
E lui è il nostro Re e noi siamo i suoi docili sudditi: è il giorno della grande obbedienza a lui. Ma un’obbedienza che è tutta diversa da quella che si fa al ministero, agli uffici governativi, alla polizia che governa le strade… e [a] chi è l’esattore delle imposte, e chi dà i permessi di far la casa o non farla, eccetera… È un Re intimo, perché noi parliamo in questo senso di vita religiosa; lui è il Re perché ci ha fatti; lui quello che ci ha dato la vocazione; lui perché ci vuol felici in paradiso; lui che è morto sulla croce per aprirci il paradiso… e scegliendo le sue spose celesti, più amate, preferite.
Ora, il suo regno è nelle menti, è nei cuori, è nei voleri. Ecco perché il regno di questo mondo non è quello di Gesù, come dice Gesù: Il mio regno non è di questo mondo… e cioè lui non voleva esser re dei Giudei e fare una rivoluzione contro l’Impero Romano che era ormai padrone della Palestina: no, non è questo che voleva. Egli è venuto invece per essere il Re dei nostri pensieri, il Re dei nostri cuori, il Re delle nostre volontà… sì. Ecco, pensieri conformati a lui: fede; sentimenti del cuore conformati al suo Cuore: amore; conformati ai suoi voleri: l’obbedienza. Ecco. Sì, avete e abbiamo noi un modo tutto speciale, straordinario, di fargli l’obbedienza piena. Quando? Quando c’è: Mi amerai con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta l’anima tua [cf Dt 6,5; Mt 22,37; Mc 12,30; Lc 10,27]. Eleggerlo Re nostro, Re che ci comanda l’interno, e cioè la mente: fede
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viva; il cuore: amore forte; la volontà: la disposizione a compiere tutta la sua volontà.

Oggi farete tante offerte5 di ossequio al Re. In che modo? Eh, farete la volontà di Dio, l’obbedienza: lo facciamo tutti così. E come farete la giornata? Il cuore tutto ordinato a lui. E come faremo Gesù ad onorarlo come Re? La mente, i pensieri suoi, ecco, ciò che lui vuole… che pensiamo: che pensiamo secondo lui. Quindi, ecco un Re speciale, un Re intimo. Nessuno onorerà la regalità di Gesù di più di colui che rinnova la sua professione, l’offerta di se stesso… nessuno! E voi avete questa grazia, e noi abbiamo questa grazia: lo facciam Re vero. Credo: tutti i pensieri secondo la fede. E poi voglio: voglio ciò che vuoi tu, una volontà sola con te. Amo: il mio cuore è uniformato al tuo, uniformato al tuo. Allora si onora perfettamente la regalità di Gesù, dal religioso, dalla religiosa: tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze, tutta l’anima! Non c’è altro che possa onorare Gesù e onorare così la regalità, che colui che si dona tutto: mente, cuore, volontà. Quindi oggi ogni vostro atto sarà un ossequio alla regalità. Che non è solamente quando si è in chiesa, perché si fa l’offerta - questo sì, vale tanto -, ma tutta la giornata conformata.
Quando è che noi onoriamo perfettamente la regalità? Quando rispondiamo come docili sudditi, eh!, obbedienti sudditi, sudditi di amore, perché l’abbiamo eletto per amore lui padrone del nostro cuore, lui padrone della nostra volontà, lui padrone della nostra mente: l’abbiamo eletto con la consecrazione. Oh!, vogliamo essere sudditi fedeli, docili…ma non sudditi perché c’è la multa per la strada se uno non cammina alla sua destra per esempio, non fa i sorpassi fuori tempo [solo per paura della multa], eccetera… no! Ma perché è l’intimo, è un Re intimo…
Allora c’è da domandarsi: siamo sudditi fedeli, docili, buoni? È veramente il padrone di tutta la nostra mente e di tutto
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il nostro cuore e di tutti i nostri voleri? Qualche volta i pensieri non son sempre conformati ai suoi, forse; e gli neghiamo qualche volta un pezzo della sudditanza. Egli è Re di tutto il nostro essere, ma non neghiamogli niente! Sì. Nessuna ribellione verso di lui, né nella mente né nel cuore né nella volontà: tutto docile!
E quindi, alla sera di questo giorno, si deve far la Consecrazione al Cuore di Gesù6, donarci intieramente. E voi potrete fare la consecrazione, sì, esteriormente, ma la consecrazione più intima è quella della rinnovazione dei voti, è quella della consecrazione a Dio; anche se uno non lo fa ancora per voto, lo fa per virtù.
Questo Gesù è padrone di tutti i nostri cuori, è padrone di tutti i nostri voleri, di tutti i nostri pensieri? Trova egli tutti docili alla sua volontà, ai suoi desideri? Trova tutti docili a quello che egli ha insegnato nel Vangelo? Quanto vale quella frase - ma forse perderemo un po’ la via della conclusione… tuttavia -: Per questo io sono nato e per questo sono venuto al mondo, per rendere testimonianza alla verità - cioè per predicar la verità! -. E chiunque sta per la verità ascolta la mia voce. Oh, ecco tutto: il gran Re, ma un Re diverso dagli altri. Quindi, il mio regno non è di questo mondo, e cioè non voleva sedere su un trono in Gerusalemme, sul poco di Israele, non voleva sedere su un trono del mondo a circondarsi di armati, di poliziotti, di ministri: niente. Lui guarda i cuori, ed è morto per guadagnarsi il nostro cuore, il nostro amore, e per aprirci il paradiso… e perché le anime, docili a lui, un giorno siano in cielo e formino il suo regno: Il mio regno è di questo mondo!
E allora, come san Paolo dice, egli, quando avrà compìto il numero dei suoi eletti, cioè dei suoi sudditi in cielo, li presenterà al Padre, e li presenterà al Padre come ossequio: Ecco il mio regno. Te lo offro, al Padre celeste. Questo risulta tanto bene dal pensiero di san Paolo [cf 1Cor 15,23-28]. E lo abbiamo
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ancor di più chiaro nel Prefazio della Messa7. Oh! Signore - gli diciamo - siamo tuoi, siamo i tuoi docili sudditi, siamo nelle tue mani.
Come avete cantato la bella lode, che cantate anche spesso, e che va bene sempre avanti ogni meditazione. Noi ti diamo il volere, ti diamo il cuore, ti diamo il pensiero, ti diamo tutto8. Quello che è in quella lode comprende tutto, e cioè onora insieme Gesù Maestro, chiamato sotto questo titolo che a lui piaceva tanto, e anche chiamato sotto questo titolo di Re.
Oh! Allora la conclusione: Signore, hai dei sudditi ribelli nel mondo. Ma noi vogliamo riparare a tutti quei che non ti ascoltano, quelli che non ti amano, quelli che sono ribelli, sono ribelli nei loro pensieri. Non sono eresie, ma dottrine che sarebbero contro Dio e contro Gesù Cristo: ecco, tentiamo con la nostra vita di riparare ai sudditi ribelli.
E ringraziare che Gesù ci ha preso interamente! È il gran giorno della professione, in cui ci siamo dichiarati docili fino all’estremo: tutta la mente, tutto il cuore, tutta la volontà, tutte le forze, tutta l’anima. È un giorno che serve tanto bene a rinnovar la professione e viverla.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 142/62 (Nastro archivio 130a. Cassetta 130, lato 1. File audio AP 130a). Titolo Cassetta: “Cristo è re”.
2 Vangelo: Gv 18,33-37.
3 «Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra».

4 «Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste».

5 Il PM dice: giornate.

6 Vedi AP 1959, p. 157 nota 7.

7 Dice un’espressione del Prefazio: «Et suo subjectis imperio omnibus creaturis, aeternum et universale regnum, immensae tuae traderet Majestati: regnum veritatis et vitae; regnum sanctitatis et gratiae; regnum justitiae, amoris et pacis», «E, sottoposte al suo impero tutte le creature, le presentasse alla tua immensa Maestà quale regno eterno e universale: regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, d’amore e di pace» (Missale Romanum, Ordo Missae, Praefatio De Iesu Christo Rege).
8 Potrebbe trattarsi del canto usato dalla Famiglia Paolina e anche dalle Apostoline Ascende nei secoli il Verbo divino, il cui ritornello così recita: “Io credo, io t’amo, Maestro e Signore: / col popol che crede, col genio, col santo / t’affido il pensiero, il volere ed il cuore / ti sciolgo il mio canto!”. Preghiere, ed. 1957, pp. 216-217.