Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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37. TUTTO L’ESSERE LODA DIO
Comprendere e penetrare il senso di ciò che si prega
Domenica VII dopo Pentecoste, Meditazione, Torino (SAIE), 29 luglio 19621


[…] Basta, e pure è anche tanto importante che il canto sia esatto, ma soprattutto è l’intimo di quel che si dice, il senso di quello che il canto, il salmo, l’inno contemplano. Perciò una speciale cura a leggere accanto al salmo, all’inno, alla lode, leggere la traduzione quando invece il canto, l’inno è in latino, leggere la traduzione. Se dopo parecchi anni noi non avessimo ancora capito cosa cantiamo, cosa diciamo, quando c’è il Veni Creator Spiritus, quando c’è il Pange lingua, quando c’è - supponiamo - l’inno a Gesù Maestro, l’inno a san Paolo, l’Ave Maris Stella… Perché vi sono i dischi, cantano supponiamo l’Ave Maris Stella, vi sono i dischi, cantano il Veni Creator, ma il disco non ha l’anima e loda Dio nella sua maniera, cioè secondo la natura, come del resto dà lode a Dio il mare, il mondo, eccetera…
Ma noi siamo ragionevoli, e tanto più per chi è consecrato a Dio, tanto più curare questo: penetrare il senso. Il senso, come già fate, penetrarlo leggendo il Messalino: l’Introito, l’Oremus, l’Epistola, il Vangelo, eccetera… il Messalino è fatto apposta, perché accanto alla lingua latina c’è la traduzione italiana.
Così anche tutto quello che è il rimanente della liturgia, in quanto noi dobbiamo servircene. I libri liturgici, i libri della
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liturgia sono specialmente quattro, e cioè vi è il Messale, vi è il Breviario, vi è il Rituale, vi è il Pontificale.
Quello che propriamente vi interessa più da vicino è il Messale e nello stesso tempo il Breviario, cioè quello che si canta nei Vespri. Comprendere il senso, capire che cosa diciamo al Signore, sì: allora si fa più di cuore.
Vedete, il Signore dobbiamo continuamente onorarlo, lodarlo, e nello stesso tempo dobbiamo continuamente domandar le grazie al Signore, in continuità. Perciò il sacerdote dice l’Ufficio, il Breviario cosiddetto, e allora [inizia con] il Mattutino - il quale si recita anche nella notte per i religiosi laici, sì, i Trappisti si alzano alle due -; il Mattutino che può essere anticipato alla sera, e avrà un Notturno o tre Notturni, e può essere invece recitato al mattino prestissimo, ecco, è per la santificazione del tempo notturno o del primo tempo della giornata, Mattutino. E poi vi è la lode a Dio: quindi, oltre il Mattutino, ci sono le Lodi; e poi ci sono le quattro Ore: e Prima e Terza e Sesta e Nona; e alla fine Vespro, come avete cantato adesso, e Compieta o Completorio.
Sì, quanto più noi comprendiamo il senso di quello che si canta, tanto più il nostro inno, la nostra lode a Dio è razionale… è razionale, e il nostro intelletto, la parte principale di noi, loda Dio! Perché la parte principale non è soltanto fare il canto o gregoriano o musicale così, ma soprattutto lodare: «Psallite sapienter» [Sal 47(46),8], cantate sapientemente, cantate sapientemente.
Ora fra le parti del Breviario che ci sono - quattro e due sei, sette, otto -, vi è il Vespro, che si canta in domenica, come avete cantato2. Avete cercato di capire ciò che si cantava.
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Vedete, quanto ai salmi, vi è sempre un’antifona: perché c’è l’antifona? cosa vuol dire l’antifona? Antifona è come il riassunto, il pensiero principale del salmo. Quindi guardare al senso dell’antifona; avete cantato: «Dixit Dominus Domino meo: Sede a dextris meis»3, oh, cosa vuol dire questo? Questo è un salmo che è messianico, cioè riguarda Gesù Cristo venturo, composto da Davide riguardo Gesù Cristo venturo. Perché c’è quell’introduzione: «Dixit Dominus Domino meo: Sede ad dextris meis…»? Che cosa vuol dire? Dice il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra: il Padre, il Signore, dice al Signore, che è il Figlio: alla mia destra, siedi alla mia destra. Gesù Cristo vittorioso, risorto, ascende al cielo [e] il Padre lo fa sedere alla sua destra. È un salmo messianico: riguarda quindi Gesù Cristo. E allora il salmo spiega quello che c’è nell’antifona: Dice il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra… Fino a quando? E cioè è questo: «Donec ponam inimicos tuos scabellum pedum tuorum», quando i tuoi nemici saranno umiliati e saranno messi sotto i tuoi piedi. E cioè: Gesù Cristo siede alla destra del Padre, alla fine pronuncerà sull’umanità la sentenza, e ai buoni e ai cattivi; e ai cattivi, i nemici di Gesù Cristo, sgabello dei suoi piedi… E si glorifica quindi il Figlio di Dio: «Sceptrum potentiae tuae protendet Dominus ex Sion: Dominare in medio inimicorum tuorum!»4, la potenza di Dio, la potenza di Gesù Cristo. E allora si dice: il Padre ha generato in eterno il Figlio, dall’eternità il Figlio, «ante luciferum, tamquam rorem, genui te»5, cioè prima che il mondo fosse creato, ecco esisteva il Padre, il Figlio. E «juravit Dominus et non paenitebit eum»6, il Padre giurò: «Tu es sacerdos in aeternum», egli è il Sacerdote eterno secondo l’ordine di Melchisedek - cioè pane e vino offerto al Signore per mezzo di Melchisedek -: titolo
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profetico, messianico. Poi Gesù sale al cielo: Siedi alla mia destra, e saranno vinti i suoi nemici e verrà il giorno in cui egli giudicherà le nazioni al giudizio universale: «Conteret capita late per terram»7. E allora Gesù «de torrente in via bibet, propterea extollet caput»8 e cioè, perché il Figlio di Dio è morto sulla croce, ecco, alla fine sarà egli «extollet caput», trionferà. «In nomine eius omne genu flectatur caelestium, terrestrium et infernorum»9 [cf Fil 2,10], tutto il creato sarà sottomesso a lui, il cielo e la terra e l’inferno, tutto, perché egli è il Figlio di Dio incarnato ed è il Sacerdote nostro in eterno; ed è colui che ha proposto agli uomini il suo Vangelo, la via del paradiso, e ha trovato chi lo ha perseguitato e lo ha messo in croce… e mettono in croce adesso la Chiesa e quelli che stanno fedeli alla Chiesa. Ma che cosa avverrà un bel giorno agli uomini amici o nemici di Gesù? Tutti si troveranno nella valle di Giosafat [cf Gl 4,1-2.12] per essere giudicati: e messi a sinistra10 quei che hanno perseguitato Gesù Cristo, perseguitato la Chiesa, la sua dottrina; e invece i fedeli… e Gesù Cristo darà a ciascheduno ciò che ciascheduno avrà meritato [cf Mt 25,31-46]. Allora c’è il suo trionfo: «Propterea extollet caput», sì, il suo trionfo.
Vedete un salmo che cosa può contenere! Ma adesso ho detto solamente qualche cosa di superficiale; ci sarebbe da fare la meditazione diverse volte qui su. Si ripete la stessa antifona…
E poi, il secondo salmo, che cosa dice? Le grandi opere di Dio: «Magna opera Domini: exquisita in omnes voluntates ejus»11, le grandi opere di Dio! Quindi è lodato il Signore. «Magna sunt opera Domini, scrutanda omnibus qui diligunt ea»12: bisogna meditare le opere di Dio e penetrarne il senso,
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e quindi esaltare le opere di Dio ed esaltare Dio, l’autore! «Opera manuum ejus sunt fidelia et justa; firma sunt omnia praecepta ejus»… «Redemptionem - la redenzione - misit populo suo»… «Initium sapientiae timor Domini»13, capire le opere di Dio! Allora il secondo salmo: le grandi opere di Dio.
E il terzo, abbiamo: «Qui timet Dominum»14, e cioè colui che teme il Signore. Cosa vuol dire temere il Signore: temere il peccato, cioè temere l’offesa a Dio; diversamente vi sono i castighi. «Beatus vir qui timet Dominum, qui mandatis ejus delectatur multum»15, e cioè, l’uomo che è fedele gode nel vivere la vita cristiana, nel vivere la volontà di Dio. «Opes et divitiae erunt in domo ejus, et munificentia ejus manebit semper»16. E dopo che cosa dice? «Constans est cor ejus, non timebit, donec confusus videat adversarios suos», «Peccator videbit et indignabitur, dentibus suis frendet et tabescet; desiderium peccatorum peribit»17. Beato l’uomo il quale teme il Signore ed infelice chi non teme il Signore e pecca! Alla fine: «Desiderium peccatorum peribit», tutto quello che ha pensato il peccatore, che voleva realizzato, tutto va in fiamme, svanisce! E beato colui che ha avuto il santo timor di Dio, il quale ha seguito gioiosamente i comandi di Dio: Ecco che ho fatto…18.
Allora viene l’altro salmo19: Lodate servi del Signore, lodate il nome di Dio; e cioè, dopo aver considerato il grande salmo di Gesù Cristo, considerate le opere di Dio, considerato colui che teme il Signore, cioè colui che vive nel santo timor di Dio, e infelicità di chi non teme il Signore, ecco, allora lodate
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il Signore. Lodate il Signore, sia benedetto il suo nome: «Sit nomen Domine benedictum».
E si potrebbero leggere tutte le parole e tutti i versetti, e di nuovo vengono ricordate le grandi opere di Dio, cominciando da «cum exiret Israel de Aegypto, domus Jacob de populo barbaro», quando uscì Israele dall’Egitto, la casa di Giacobbe dal popolo barbaro, che era il popolo egiziano. E si racconta qui il passaggio del Mar Rosso, e poi si raccontano e si presentano le altre opere di Dio; e quindi, sì, dobbiamo meravigliarci delle opere di Dio? L’antifona lo dice: «Deus autem noster in caelo: omnia quaecumque voluit, fecit»20. Il Signore fa quel che vuole! Ecco la grandezza di Dio! Tante volte noi sbagliamo, ma il Signore poi raddrizza le cose che noi magari abbiamo tracciato male. Perché c’è un detto che riferisce questo: il Signore sa scrivere per dritto anche quando le righe son storte; voi sapete scrivere per dritto quando le righe son storte? Allora il Signore raddrizza i nostri pensieri e quando noi abbiamo sbagliato, ricorrendo alla sua misericordia, egli corregge i nostri sbagli, cancellando i peccati, e poi ci dà il paradiso.
Allora, quando avete già penetrato un po’ i salmi, c’è il Capitolo e poi c’è l’Inno, e poi si canta il Magnificat con l’introduzione di nuovo di una antifona - avete cantato bene, è tratta dal Vangelo di questa mattina l’antifona che avete cantato poco fa -, e poi concludiamo con l’Oremus. Il Signore non si sbaglia in quel che dispone!, dice il salmo. Quello che è disposto da Dio è sempre in sapienza, bontà, misericordia, sempre! Tutto quello che egli fa è ispirato… ed è sempre ispirato alla sapienza di Dio ed alla bontà ed alla carità di Dio per noi. E allora: Signore, allontanate tutte le cose cattive e conduceteci sempre nelle cose buone: che non prendiamo le vie sinistre, ma che prendiamo le vie di Dio e camminiamo nel suo volere, sì, camminiamo nel suo volere. E questo si può anche collegare molto bene con il tratto di Vangelo meditato stamattina21.
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Ma il pensiero che era di stasera è questo: non di spiegare salmo per salmo, ma di leggere sempre le traduzioni, capire il senso di cosa si canta, di cosa si legge, si dice; perché noi non siamo un grammofono, non siamo un disco, noi abbiamo un’anima ragionevole: e la parte che deve lodar Dio è la parte migliore dell’uomo, cioè l’intelligenza, la volontà, il sentimento spirituale.
Allora sì che la preghiera loda, è una lode completa: «Sit laus plena, sit sonora, sit iucunda…»22, eccetera, la lode a Dio. E mentre che è così una lode degna di Dio, noi ci uniamo agli angeli che cantano in cielo, mentre noi cantiamo sulla terra, recitiamo sulla terra. Ecco, e poi la preghiera ottiene di più grazia, più numerosa… restiamo anche più soddisfatti: Ho parlato con Dio, so che cosa gli ho detto, e ho preso le parole della liturgia, che sono le parole sicure che piacciono al Signore e piacciono al Signore perché piacciono alla Chiesa e perché la Chiesa ha scelto queste parole.
E beato chi legge sempre le spiegazioni, cerca di interpretare il senso di Dio, il senso della Chiesa, e pregherà con tutto se stesso. La mente: loderò con la mente… e loderò con il cuore e loderò con la bocca, la lingua: tutto l’essere loda Dio. La preghiera vale assai di più. Una mezz’ora di preghiera ben intelligente, che nasce dall’intimo, solitamente ci soddisfa di più e merita più grazia e maggiore aumento di merito. Uniamoci sempre agli angeli, neh! «Illi canentes iungimur»23, uniamoci agli angeli in paradiso: lodare, lodare il Signore. E come lo lodano sapientemente gli angeli e come possiamo lodarlo sapientemente noi: «Psallite sapienter» [Sal 47(46),8], cantate con sapienza!

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 134/62 (Nastro archivio 121c. Cassetta 121bis, lato 1. File audio AP 121c). Titolo Cassetta: “Lode a Dio attraverso i salmi”.

2 Cf Breviarium Romanum, Psalterium Breviarii Romani per omnes ac singulos hebdomadae dies dispositum, Dominica, Ad Vesperas. Il PM cita e commenta i Salmi dal 109 [110] al 113 [114-115] del Vespro domenicale, che era comune cantare anche nelle parrocchie unito alla Benedizione Eucaristica. Ricordiamo anche che tutti i 150 salmi venivano pregati nell’Ufficio divino nel corso della settimana. Cf anche Preghiere, ed. 1957, pp. 326-342.
Secondo la testimonianza di sr. Maddalena Verani, il pomeriggio della domenica tutti gli Istituti della Famiglia Paolina presenti alla SAIE si riunivano nella Cappella n. 2 per il canto dei Vespri.

3 «Oracolo del Signore al mio Signore: “Siedi alla mia destra”». L’antifona è anche l’incipit del salmo. Breviarium Romanum, op. cit., Ant. 1, Psalmus 109 [110].
4 «Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici!»
5 «Dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato».
6 «Il Signore ha giurato e non si pente».

7 «Abbatterà teste su vasta terra».
8 «Lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa».
9 «Nel nome di lui [Gesù] ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra».
10 Il PM dice: destra.
11 «Le grandi opere del Signore: perfette in tutte le sue volontà». Id., Ant. 2, Psalmus 110 [111].
12 «Grandi sono le opere del Signore: le ricerchino coloro che le amano».

13 «Le opere delle sue mani sono verità e diritto, stabili sono tutti i suoi comandi»… «Mandò a liberare il suo popolo»… «Principio della sapienza è il timore del Signore».
14 Id., Ant. 3, Psalmus 111 [112]. Questo è l’incipit dell’antifona, che prosegue così: «in mandatis ejus cupit nimis», «nei suoi comandi moltissimo desidera [vivere]».
15 «Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia».
16 «Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre».
17 «Sicuro è il suo cuore, non teme, finché non vedrà la rovina dei suoi nemici», «Il malvagio vede e va in collera, digrigna i denti e si consuma. Ma il desiderio dei malvagi va in rovina».
18 Espressione incerta.
19 Id., Psalmus 112 [113].

20 «Il nostro Dio nel cielo: tutto ciò che vuole, lo compie». Id., Ant. 5, Psalmus 113 [114-115].
21 Vangelo: Mt 7,15-21.

22 È la parte iniziale della quinta strofa della Sequenza eucaristica Lauda, Sion Salvatorem: «Sit laus plena, sit sonora, sit iucunda, [sit decora mentis iubilatio]», «La lode sia piena, sia risonante, sia lieta, [sia appropriato il giubilo della mente]».
23 «A lui siamo uniti cantando». Cf Breviarium Romanum, Commune Dedicationis Ecclesiae, Ad Laudes, Hymnus.