Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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44. LA COMUNIONE È IL FONDAMENTO DI OGNI GIORNATA
Propositi: promesse del Battesimo e dei voti
Esercizi Spirituali, 7° giorno, Meditazione conclusiva,
Castel Gandolfo, 8 agosto 1962
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Vivere la Comunione: che cosa significa? Significa poggiare la giornata sopra l’Ostia, così come si poggia un libro, si poggia un oggetto qualsiasi sopra un tavolo, il quale sostiene. Così tutta la giornata, che punti e si appoggi e stia sopra l’Ostia. Qual è il significato: vivere la Comunione? Significa: da mezzogiorno prepararsi per la Comunione dell’indomani mattina e, dopo la Comunione, fino a mezzogiorno continuare il ringraziamento… e prendere tutto da Gesù, e dare continuamente noi stessi a Gesù, e sentire l’unione con Gesù. Da mezzogiorno alla sera e fino al mattino: preparazione, preparazione remota; poi al mattino, quando si viene in chiesa e specialmente quando la Messa procede, che si avvicina il momento della Comunione, allora è preparazione diretta. Remota, cioè da mezzodì alla sera: Ho da ricever Gesù domani mattina; voglio che quando Maria metterà il suo Bambino nel mio cuore, che trovi un cuore bianco, mondo, lindo… nessuna cosa che dispiaccia a Gesù. Che Gesù, quando verrà posto sul mio cuore, non trovi spine, non sia un letto di spine, e cioè mancanze volontarie, difetti volontari. Delle imperfezioni ce ne saran sempre, anche i santi sono morti con delle imperfezioni, certamente: il perfetto è in cielo e il perfettissimo è solo Dio… egli è il perfettissimo. Ma che
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non siano le nostre mancanze deliberate, cioè fatte ad occhi aperti, con consapevolezza, dopo aver riflettuto.
Oh, non solamente però evitare le mancanze. Preparare il cuore: la fede, sì… già adorare Gesù come venturo, non ancor venuto ma venturo; e poi la speranza che aumenterà la grazia; intanto atti di amor di Dio, almeno alcuni nella serata. E che l’ultimo atto alla sera, l’ultimo sentimento, l’ultimo pensiero sia a Gesù che domani mattina devo ricevere: che gli angeli vigilino sopra di me e preparino il mio cuore a ricevere Gesù. Allora, le preghiere e le opere che si fanno da mezzodì alla sera, [siano] tutte ordinate e fatte bene. Perché? Perché ho da ricevere Gesù. E quando io lo riceverò voglio portargli qualche cosa: qualche sacrificio che ho fatto, qualche atto di obbedienza che mi costava, qualche atto di pazienza, di bontà con le persone con cui devo trattare; specialmente, purificazione del cuore: siano santi i desideri, i sentimenti; purificazione della mente: i pensieri nostri rivolti al dovere, a quello che vuol Gesù, a Gesù stesso; non che si debba passare una giornata in malinconia e tristezza, no… in gaudio! Gesù è la beatitudine. Noi siamo tanto lieti e tanto grati già in questa vita, quanto siamo uniti a lui, perché siamo uniti alla santità e alla beatitudine che è lui, la beatitudine. Non è amarezza, dice la Scrittura, il parlare con Gesù, non porta stanchezza, non porta tristezza, no, ma gaudio spirituale [cf Sap 8,16]! Discorsi inutili e vani, o peggio, discorsi che possono disgustare il Signore perché [c’è] mancanza di carità, ad esempio… niente affatto, questo non sarebbe buona preparazione a Gesù.
Oh, al mattino poi, ecco il primo pensiero e quasi la premura, e con il cuore già andare all’altare, al momento felice dell’incontro con la sacra umanità di Gesù Cristo, con Gesù. Allora si prepara la pisside, si prepara il calice per la Messa… e si prepara il corpo che è il calice e pisside nello stesso tempo di ognuna. Ci sia pure tutto quello che è decoroso, quello che - dobbiam dire - è pulizia, ordine, quello… è tutto preparazione del calice: che sia mondo, che sia stato conservato bene, senza macchia in cuore vergine: è la sposa
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che va incontro allo sposo. Non le cinque vergini stolte: eh, sì lo aspettavano lo sposo! Ma quelle cinque vergini hanno portato la lampada con sé ma non avevano messo l’olio, non avevano fornito l’olio alla lampada. Invece le vergini prudenti avevano portato l’olio, fornito l’olio per la lampada, e il che vuol dire l’amore [cf Mt 25,1-4]. È l’amore prudente che vigila su noi stessi, l’amore prudente: cosa diciamo, cosa facciamo, le risoluzioni che prendiamo, l’ordinare la vita della giornata verso Gesù. E chi ha responsabilità di anime, ordinar già la vita della giornata anche per il bene delle anime: così alla sera ci si è addormentati come Maria metteva Gesù a dormire, quand’era Bambino, con tanto amore. «Sub umbra alarum tuarum protege nos»2 [cf Sal 17(16),8], angeli proteggeteci con le vostre ali, perché il nemico non si avvicini, perché il nostro cuore sia mondo, santo. E poi si prende il riposo poggiando il cuore su Maria, pensando al benedetto frutto del suo seno, Gesù; o come san Giovanni, il quale nell’Ultima Cena si riposò alquanto sul petto adorabile del Salvatore Gesù… e si riposa serenamente.
Non badiamo a fantasie, sciocchezze che possono disturbare: riposare sul cuore di Maria o sul Cuore di Gesù.
Questa è la preparazione remota.
Poi c’è la prossima quando si arriva in chiesa. Gli atti posson essere diversi, ma la sostanza è questa: Atto di fede, speranza e carità. E se si potesse abitualmente dire le orazioni prima della Messa, e allora seguire la Messa liturgicamente, cioè rispondendo. Quindi, Messa dialogata, si dice, non si dice liturgica perché è sempre la Messa liturgica, ma dialogata.
Allora, ricevuto Gesù, il ringraziamento prossimo, immediato e il ringraziamento remoto. L’immediato dura finché si esce di chiesa, il remoto dura fino a mezzogiorno. E lì, dopo che si è ricevuta la Comunione, quei pensieri che sono generalmente di guida nel libro3, ma tener presente che man mano che Gesù prende la vostra anima e che voi gliela date,
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allora verranno sulle labbra molte espressioni e cose che si dicono a Gesù intimamente, e la preghiera riesce tanto più efficace e dà gloria a Dio; e ci fa del bene quanto più è nostra, quanto più diciamo cose nostre a Gesù… anche se gli diciam delle cose che valgono molto meno in sé, ma escono dal cuore, sono frutti di sentimenti di amore, di desideri e dell’unione con Gesù! Parlare a Gesù, raccontargli anche le gherminelle4 che si son fatte, le stranezze che son passate per la nostra mente, dirgli che ci faccia degni di lui, che ci purifichi sempre meglio e che ci fortifichi perché non abbiamo da offenderlo mai ma conservarlo. Pensare come Maria portò il Bambino per nove mesi nel suo seno, con quale riverenza e divozione. Ricordare qualche volta la meditazione, forse, o ricordarsi di Gesù nella mattinata. Come erano i ringraziamenti di Maria quando aveva ricevuto la Comunione da san Giovanni? Giovanni era il figliolo che consecrava, e comunicava la Madonna: Giovanni, ecco tua madre [cf Gv 19,27]. Nella mattinata… passarla bene facendo bene i nostri doveri, mica cose strane! Cose ordinatissime, cose della nostra vita ma fatte per il Signore, perché Maria aveva mica una vita eccezionale: e al mattino faceva il pane perché là si usava fare il pane tutte le mattine… anzi, macinavano quel pugno di grano con le pietre, poi facevano il pane per la giornata, le donne; andava alla fontana a prender l’acqua, puliva la camera, la povera casetta, faceva il bucato, andava all’orto, trattava con le persone che venivano o dove andava a fare acquisti, a comprare, eccetera… le cose più ordinarie! Ma non sta mica nello straordinario la santità, ma nel far bene l’ordinario! Cioè compire con esattezza e continuità il volere di Dio, secondo il nostro stato. Quindi la mattinata [da trascorrere] bene. E se qualche volta siamo un po’ troppo divagati o disorientati, guardate che in camera dove lavorate ci sarà un crocifisso, c’è l’immagine della Madonna: voltare gli occhi.
E poi si consiglia questo: di tanto in tanto entrare in noi stessi, quando ci ricordiamo - e domandar la grazia al
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Signore di ricordarlo -, anche passando da una piccola azione ad un’altra: cuore mio, come stai? Cosa desideri adesso? Sei orientato da verso Dio o da altro? Forse dominato dalla superbia? E allora è un esamino di coscienza: ci mette subito a posto: voltiamo subito a Gesù. E così si prolunga il ringraziamento, si fan bene le cose della giornata.
Allora la giornata pesa sulla Comunione come su base, su fondamento. A lì, alla Comunione si ordina tutto, dalla Comunione si prende tutta la forza, e dopo la Comunione l’esercizio della santità, cioè la volontà del Signore, far bene le nostre cose. Questo vi ricordo.

Adesso avete fatto i propositi: però ci sono i propositi della vita e i propositi della vocazione. Della vita: che sono quali? Sono i voti battesimali, le promesse battesimali: come si deve vivere da buoni cristiani. E poi, avendo scelto una strada, una vocazione, vivere la vita secondo la vocazione, la vita cristiana ma perfezionata nella vocazione. Ecco, ringraziare il Signore che abbiam ricevuto il Battesimo, pensare a quella chiesa, a quel battistero dove siamo nati alla grazia di Dio, alla vita divina. Ringraziare! Sono ancora un miliardo e ottocento milioni i pagani nel mondo, e noi non siamo nati fra loro ma in Paese cristiano e da bravi genitori, i quali sono stati solleciti che nascessimo alla seconda vita. Portato alla chiesa, il sacerdote viene incontro al bambino, ai padrini, e domanda: Cosa chiedi alla Chiesa di Dio, tu che vieni adesso?. E i padrini devono rispondere a nome del bambino: Domando la fede. Ma la fede cosa dice a voi5, che vantaggio ti dà?. La vita eterna, rispondono i padrini. E allora il sacerdote: Se vuoi entrare alla vita eterna, osserva i comandamenti…, e cioè, allora, abbiam fatto tre promesse: fede, credere; secondo, sperare in Gesù Cristo, nei suoi meriti, nella sua grazia; terzo, le promesse di osservare i comandamenti.
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Adesso risponderete, se siete ben disposte.
State pure sedute…

«Io credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra». E voi credete? «Crediamo».
«Io credo in Gesù Cristo, suo Figliolo unico, Dio e Uomo, morto in croce per salvarci…». E voi credete? «Crediamo».
«Io credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna». E voi credete? «Crediamo».
Le promesse: «Prometto, con l’aiuto che invoco e spero da Dio, di osservare la sua santa legge e di amare Dio con tutto il cuore e sopra ogni cosa, ed il prossimo come me stesso per amore di Dio». E voi promettete? «Promettiamo».
«Rinunzio al demonio, alle sue vanità ed alle sue opere, cioè al peccato». E voi rinunziate? «Rinunziamo».
Prometto di unirmi a Gesù Cristo e seguirlo e di voler vivere e morire per lui». E voi promettete? «Promettiamo».
Sì, questo è l’impegno della vita.


Ora, ho detto, c’è un secondo impegno, secondo la vocazione che avete scelta per la grazia e misericordia di Dio: è voler attendere quindi a vivere secondo la vocazione: Se vuoi essere perfetto… [Mt 19,21], ecco, e vogliamo essere perfetti cristiani. Ora, che cosa significa? Significa rinnovare la professione, per chi l’ha già fatta. Rinnovare dei voti, privati anche, se già si son fatti… qualche voto, possono essere tre, possono essere due, può essere uno, ognuna lo sa qual è il suo impegno. Oppure, se non ci sono i voti, [le] promesse di questi Esercizi, il proposito particolare in modo speciale.
Questo poi deve farsi in silenzio da ciascheduna; e poi dopo recitiamo il Confiteor; vi do la benedizione con il crocifisso, l’indulgenza plenaria; dopo, se volete una seconda indulgenza, i sei Pater, Ave e Gloria secondo l’intenzione del Sommo Pontefice.
Adesso occorre un crocifisso e la stola - ringrazio -.
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Intanto in silenzio o la professione o i voti privati o semplicemente i propositi di questi Esercizi, che vogliamo conservare per tutto l’anno6.

I propositi. Atto di carità
Confiteor

Misereatur vestri Omnipotens Deus et, dimissis peccatis vestris, perducat vos ad vitam aeternam. Amen.

Indulgentiam, absolutionem et remissionem peccatorum nostrorum tribuat nobis omnipotens et misericors Dominus. Amen.

Et benedictio Dei omnipotentis,
Patris, et Filii, et Spiritus Sancti,
descendat super vos et maneat semper. Amen.

Potete recitare i sei Pater, Ave, Gloria secondo l’intenzione del Papa7.
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1 Nastro originale 137/62 (Nastro archivio 125b. Cassetta 125bis, lato 1. File audio AP 125b). Titolo Cassetta: “Vivere la comunione. Propositi”. Il 7 agosto il PM ha dettato una Istruzione, di cui non abbiamo rintracciato l’audio.

2 «All’ombra delle tue ali nascondimi». Il versetto biblico è al singolare. Questa espressione latina è stata anche applicata per analogia a Maria e agli angeli.
3 Cf Preghiere, ed. 1957, pp. 24-26.

4 Sta per: birichinata, marachella, ragazzata, raggiro…

5 Espressione incerta. Nel rito il sacerdote diceva: “Che cosa ti offre la fede?”.
Cf anche p. 16, nota 3.

6 Viene interrotta la registrazione e poi di nuovo ripresa.
7 Le Apostoline recitano l’Atto di carità (Preghiere, ed. 1957, p. 17) e il Confesso (Confiteor) in latino; poi ricevono l’indulgenza e la benedizione. Il nastro viene interrotto dopo la recita del primo Pater e l’inizio dell’Ave Maria.