Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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10. RIPARAZIONE PER I PROPRI PECCATI
E PER I PECCATI DEL MONDO
Ritiro Mensile, 1a Meditazione, Torino (SAIE), 24 marzo 19621

Ogni ritiro mensile dovrebbe avere un fine preciso, determinato, e il fine preciso e determinato di questo ritiro sarebbe la riparazione. Riparazione per noi medesimi dei peccati nostri e non solo, ma anche dei meriti perduti, del tempo sprecato, delle grazie non corrisposte e delle conseguenze che ne sono derivate. Poi, riparazione per i peccati del mondo, in particolare dei peccati che riguardano e che sono prodotti dalla cattiva stampa, dalle cattive pellicole, dalle cattive trasmissioni di radio, di televisioni e di altri mezzi che servono a diffondere il pensiero e il costume: le figure, le immagini, le pitture, le fotografie, i dischi, eccetera… La riparazione.
Tutto il tempo che va dalla domenica di Settuagesima fino al Giovedì [Santo] e fino al sabato sera, fino al momento in cui vien dato l’annuncio della risurrezione, tutto questo è tempo di penitenza, tempo di riparazione… tempo, quindi, in cui l’uomo ha da entrare in se stesso e riflettere: perché Gesù tanto ha sofferto? E chi ha causato la morte a Gesù Cristo? Chi gli ha amareggiato tanto la passione? Chi è causa del sudore di sangue, della flagellazione, incoronazione di spine, condanna a morte, crocifissione, e poi le tre ore di agonia… Ecco, riflettere: noi abbiamo avuto la nostra parte in questo,
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nostra parte penosa; parte per cui sentiamo la nostra profonda umiliazione, il nostro profondo disgusto. Se durante la Quaresima si segue la liturgia, ecco, tutta la liturgia ci invita ad entrare in noi medesimi, pensare, e quindi a riparare le nostre mancanze, ripararle con il fervore.
Che cosa, infatti, significa riparazione? È caduto un muro: si rialza, si ripara; e si è rotta una gomma della macchina: si toglie e si ripara. E così: c’è stata una caduta e si ripara… in che maniera? La caduta è stata un consenso al male; allora si detesta quel consenso che si è dato e si ristora la volontà, e si prega perché non abbiamo più da cadere. Abbiamo disgustato Gesù e intendiamo adesso di consolarlo, Gesù. Chi in primo luogo ha consolato Gesù nella sua passione è Maria: Maria modello delle anime riparatrici. Come è stata la Veronica, pia donna la quale ha asciugato il volto del Salvatore, volto carico di sudore, imbrattato di sputi e di gocce di sangue; la Veronica, mossa a compassione, si avvicina, con un lino ne terge il viso e, secondo la tradizione, Gesù diede effigiato, stampato - diciamo così - in quel lino il suo volto benedetto.
Il peccato. Che cos’è il peccato? Il peccato è il vero male del mondo: sì, nel mondo i mali sono tanti, vi sono i mali fisici, malattie di occhi, malattie di testa, malattie di gambe, malattie di cuore, malattie di polmoni, malattie nel sangue, eccetera, tantissime sono le malattie. Eh, queste [sono] fisiche malattie, ma le malattie morali sono ancor di più: da chi ha presunzione di salvarsi senza merito a chi vive in disperazione… lì c’è una gamma di malattie in mezzo, una gamma di malattie spirituali, le malattie morali. E quante volte si soffre nell’interno per mille cose. Oh!, ma tutto questo complesso di mali in sé, per noi è come una disgrazia; ma questo complesso di mali, e qualunque sia di questi mali, tutto si prova a offrire al Signore accettando[lo], accettando dalla volontà di Dio, e quindi usandone per far penitenza dei nostri peccati, per mostrare il nostro amor di Dio, per aumentare i meriti… quindi tutti i peccati del mondo si possono cambiare in meriti.
Ma dal peccato che cosa di buono può venire? Dal peccato non può venire che del male, dal male al male, ecco; nessun
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peccato può offrirsi al Signore a sua gloria e per consolazione a Gesù, no? Niente si può offrire al Signore: dal peccato può solo venire il male. Quindi, il peccato è il vero e l’unico male; anche se uno bruciasse in un incendio, anche se uno avesse avuto il più grave dispiacere che possa immaginarsi nella vita, tutto può essere usato per aumentare i meriti… ma che cosa si può ricavar dal peccato? Dal peccato si può riparare soltanto così: riparandolo, e cioè con il piangerlo, detestarlo, con il ricavare umiliazione e tenerci sempre in diffidenza di noi che possiamo di nuovo cadere; ma proprio dal peccato in sé non si può ricavare… e il peccato in sé non si può utilizzare per la vita eterna. Peccato! Con tanti benefici che ci ha fatto il Signore, noi vorremo essere degli ingrati? No! Eppure che cosa si fa quando si commette il peccato: si adopera la lingua? A mormorare, si adopera la lingua a dire cose cattive? Si adopera cioè proprio la lingua che ci ha dato il Signore per offendere il Signore! Si adopera il pensiero, cioè il cervello, pensieri brutti, cattivi contro la carità, contro l’umiltà, contro l’obbedienza, eccetera… il cervello, la ragione che il Signore ci ha dato, la conoscenza, l’intelligenza, la libertà; perché, se non ci fosse la conoscenza del male, non potrebbe esserci il peccato, se non c’è il consenso della volontà non ci può essere il peccato, ma se con la conoscenza e con la volontà, con l’abuso della libertà, ecco, si adoperano i doni di Dio contro Dio… ingrati. Tutto viene usato, ciò che è di Dio, per commettere il peccato; se non esistessimo, non ci sarebbero peccati, ma tutto ciò che ha l’uomo, può essere usato nel male, può essere usato nel male. Disobbedire a Dio, il Signore, con il tradire la sua volontà. Il peccato, rovina dell’anima nostra, rovina spirituale. Eri in grazia di Dio, ed ecco hai peccato: ti sei chiusa al paradiso, ti sei aperta all’inferno; la sentenza non è ancora eseguita, puoi ancora con il pentimento rimetterti a posto… ma se non ripari, un giorno la sentenza si eseguirà… rovina spirituale. Per [i] peccati, tante disgrazie: un po’ negli individui, un po’ nelle famiglie, un po’ nella società; anche soltanto la tiepidezza, quanti malcontenti genera, quanti scoraggiamenti nella vita della religiosa, del religioso… peccato…
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rovina spirituale! Perché poi le passioni si rafforzano, crescono, perché poi poco a poco si va verso il peggio: se uno oggi si permette due, domani, con le forze indebolite e il diavolo che tenta di più, forse si passerà avanti, tre, quattro, cinque…
Contemplare Gesù al Getsemani che suda sangue. Perché? Per i peccati. Il cumulo di peccati dell’umanità che Gesù si è preso a scontare per noi, questo cumulo pesava sul suo Cuore… ed ecco venir fuori il sudore di sangue.
Vedere Gesù legato alla colonna e che i soldati con i flagelli gli stendono addosso dei colpi quanto più hanno di forze: così si tratta il nostro Gesù? E che non sia mai stato trattato da noi così, con le disonestà!
Gesù incoronato di spine, deriso, schernito. Ora, le spine… e spine ne abbiam piantate nel Cuore di Gesù: piccole venialità, bugie, mancanze di carità, superbia, eccetera… cagione della morte del vostro divin Figliolo2 è il peccato, diciamo al Signore. Ebbene, Gesù è stato condannato proprio per noi, mica perché avesse delle colpe lui! E se non era per noi, se non era per scontare i nostri peccati, non sarebbe venuto al mondo, non si sarebbe incarnato: Veni salvum facere quod perierat3 [cf Lc 19,10], sono venuto a salvare chi aveva peccato, chi era caduto; e non hanno bisogno del medico i sani, ma ne hanno bisogno, del medico, i malati [cf Mt 9,12; Mc 2,17]. Oh! Allora, che cosa dobbiamo fare pensando ai peccati? Se poi noi allarghiamo un poco il nostro sguardo, che cosa vediamo nel mondo? Non c’è comandamento che sia rispettato del tutto, si pecca un po’ contro tutti i comandamenti di Dio e della Chiesa: bestemmie, disobbedienze, insubordinazioni, odi, vendette, furti, disonestà… quanti peccati sono possibili a commettersi, ebbene gli uomini li han commessi tutti, chi più l’uno, chi più l’altro, e chi uno e chi un altro…
Oh!! L’offesa fatta a Dio!
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Di giorno voi lavorate, e lavorate secondo la vostra voca-zione, lavorate nei singoli uffici che avete, seminate del bene… ma di notte l’uomo nemico che cosa semina nel campo di Dio, nella Chiesa di Dio? Zizzania? Zizzania! [cf Mt 13,24-25]. Si fanno tanti libri, periodici, giornali di giorno: son buoni; ma nella notte si stampano dei giornali che hanno cinque, sei, sette milioni di copie e per lo più sono di religione pagana o religione protestante; poi ci sono, oltre a questo, tutte queste riviste e queste copertine, eccetera… tutto quello che nella notte si prepara e al mattino tutto è diffuso… e quanto di male alla gioventù, quanto di male all’umanità! Esce una pellicola che è proibita: sarà quella che vanno a veder di più! Sì, ho visto sulla rivista del clero romano4, proprio in questa settimana, ho visto l’elenco delle pellicole proibite e sono quelle che han fatto più soldi, a cui si è andati per proprio vedere e gustare quel male e quindi assorbirlo: quante pellicole che vengono date ai ragazzi, pellicole scandalose, così come ci son tante figure nelle riviste e nei libri. E fuori d’Italia, dove la radio e la televisione sono libere e dipendono da società organizzative, allora ognuna va a gara per tirarsi gli spettatori e usa tante volte, chi prepara ’ste pellicole, usa proprio della passione, dell’inclinazione al male per sollecitare, per tirare, e quindi per far soldi. Rovina di anime! Così è della pellicola e così della radio e così della televisione… e quanti tengono fotografie che non dovrebbero tenere e quadri che non si dovrebbero tenere, e quante canzoni e dischi si ripetono che non si dovrebbero sentire, e quanti discorsi si fanno che sono vietati: quante rovine vi sono, quante rovine!
Oh! Dunque seguono due riparazioni: prima per i peccati nostri, secondo per i peccati del mondo intiero.
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E quali mezzi? Li accenno… poi li mediteremo meglio.
Per i peccati nostri, in Quaresima fare meglio l’esame di coscienza e meglio le Confessioni, e ascoltare bene la Messa specialmente nel punto della consecrazione e dell’elevazione: per i peccati nostri.
Per i peccati degli altri, i peccati del mondo, quali mezzi? Primo è l’apostolato. I cattivi mettono davanti il male, l’apostolato mette davanti il bene: l’apostolato offrire. Poi offrire la vita religiosa, la vita di mortificazione che fate, la vita di silenziosità, di lavoro, di pietà, offrirla in riparazione. Terzo poi, come riparazione: pregare particolarmente per le vocazioni, perché da esse il Signore avrà gioia e conforto, son le anime consecrate a Dio che consolano Gesù e che riparano a Gesù tante mancanze: Pro innumerabilibus peccatis, et offensionibus, et negligentiis meis5, diciamo nella Messa… offriamo Gesù vittima per i nostri peccati e per tutti i peccati del mondo.
[…]
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1 Nastro originale 122/62 (Nastro archivio 111c. Cassetta 111bis, lato 1. File audio AP 111c). Titolo Cassetta: “Quaresima: periodo di riparazione”.
Questo ritiro mensile è dettato alle Apostoline insieme alle Annunziatine e, forse, alle ragazze che si stanno formando per l’Istituto delle Annunziatine.

2 Vedi p. 60, nota 5.
3 Il versetto biblico è propriamente il seguente: “Venit enim Filius hominis quaerere, et salvum facere quod perierat”, “Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

4 Si tratta della “Rivista Diocesana di Roma” che aveva iniziato la sua pubblicazione a partire dal Primo Sinodo Diocesano di Roma, indetto da Giovanni XXIII e celebrato dal 24 al 31 gennaio 1960. Nel numero di gennaio-febbraio 1962 (pp. 82-83), a firma P.F., un articolo dal titolo Cinema: problema pastorale riporta questi titoli di film e le cifre relative agli incassi, denunciando la necessità di un’azione più efficace affinché maturi nei cattolici una “coscienza coerente con i principi professati”.

5 “Per i miei innumerevoli peccati, offese e negligenze”. Missale Romanum, Ordo Missae, Offertorium. Queste parole si trovavano nella preghiera di offerta dell’Ostia: il sacerdote chiedeva a Dio di accettarla in offerta per i propri peccati, per quelli dei presenti e di tutti i fedeli, vivi e defunti.