Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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40. LA FORMAZIONE NELLA VITA RELIGIOSA
Il grande privilegio di compiere l’apostolato vocazionale
Esercizi Spirituali, 2° giorno, Castel Gandolfo, 3 agosto 19621


Parliamo stasera della vocazione. Che cos’è la vocazione? È la chiamata di Dio a uno stato particolare, cioè la chiamata di Dio alla verginità; qui è il punto in cui realmente si distingue la vita del buon cristiano, il quale vive in famiglia e si forma una famiglia, da colui che si consacra a Dio. Che cosa allora è la vocazione? È amare Gesù di più del semplice cristiano, amarlo totalmente e soprattutto amarlo direttamente, cioè senza interposta persona. Amare Gesù, amarlo direttamente, senza interposta persona. Il che significa che all’anima basta Gesù, cerca Gesù, vuole Gesù, ama Gesù, si trova bene in Gesù e vuole vivere in Gesù: ecco la vocazione.
Perché, che cosa è la vita religiosa?
La vita religiosa è la vita cristiana un po’ più ben vissuta, ecco. La vita cristiana importa dei doveri, secondo i santi Vangeli, secondo la predicazione di Gesù. Sono, questi doveri, l’osservanza dei comandamenti e l’osservanza dei doveri di stato. Ora, l’osservanza dei comandamenti e dei doveri di stato devono tutti i cristiani praticarle, è la vita comune quella; ma in paradiso ci sono tante mansioni, non è che siano tutte le anime eguagliate su un piano unico, quindi con una medesima felicità, come la medesima profondità di contemplare, di vedere, di amare Gesù, di amare il Signore… e quindi di
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gloria, di felicità: no. «In domo Patris mei multae mansiones sunt» [cf Gv 14,2], nella casa del mio Padre celeste vi sono molti posti; e allora, se vi son molti posti più in su e più in giù, vi è la distribuzione. Ecco il semplice cristiano; ecco invece l’anima la quale non vuol vivere solamente i comandamenti e i doveri di stato… questo è comune a tutti; abbiamo l’anima che vuole amare la perfezione e vuole amare Gesù, amarlo totalmente, senza limitazioni e senza interposizioni, di persone o di cose umane. Perciò, quando il giovane chiese a Gesù: Che cosa devo fare per salvarmi?, Gesù rispose: Osserva i comandamenti. E quali?, domandò il giovane. E Gesù glieli recitò i comandamenti, e il giovane rispose: Ma questo l’ho sempre osservato. Ecco, la vita cristiana è fino a lì. Ma il giovane domanda ancora: Ma…. E che cosa domandi? - dice Gesù - Che cosa vuoi? Se vuoi essere perfetto - aggiunge Gesù - lascia tutto, lascia tutti, vieni e seguimi [cf Mt 19,16-21]. Lascia tutto: e cioè gli averi, le sostanze; vieni vuol dire lascia la famiglia; seguimi vuol dire far l’obbedienza. Cosicché il giovane doveva là vendere le ricchezze che aveva e darle ai poveri, e vivere la vita povera: ecco il primo voto, la povertà. Il giovane, poi, dopo aver dato ai poveri tutto ciò che aveva, doveva venire, e cioè lasciar la famiglia: Vieni. Come Dio aveva detto ad Abramo: Esci dalla tua famiglia e dalla tua parentela e dalla tua terra, e vieni in luogo che ti mostrerò. Ecco la chiamata: Vieni. Quindi tutta la rinunzia a famiglia: perciò è slegato, per amare direttamente Gesù. Ma l’amore si mostra poi con le opere, con l’obbedienza: Seguimi, che vuol dire: Fa’ come faccio io; il che non voleva dire solamente andargli appresso, ma voleva dire fare la vita che Gesù faceva… seguimi.
Perciò la vocazione è un’aggiunta alla vita cristiana, o meglio, è la vita cristiana meglio vissuta; è non solamente praticare i versetti del Vangelo che son comuni, ma anche quei versetti, e cioè le parole che Gesù ha predicato che indicano la perfezione. E Gesù quindi ha parlato dell’obbedienza cieca, della purezza totale e della povertà, cioè rinunzia a tutto, solamente avere in uso le cose, come avviene nelle comunità
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dove si vive la vita religiosa. Perciò la vita religiosa è il cristianesimo vissuto totalmente.

Ora, come si fa a formare una suora? Con l’approfondire di più i catechismi: e sono la lezione essenziale, quella fondamentale senza della quale non si può camminare, non si può raggiungere la vita religiosa. Non ci sarebbe la base, se uno si fermasse molto sulle Costituzioni prima di aver fatto lo studio profondo, largo… scuole di religione, o chiamiamole catechismi spiegati, chiamiamoli anche teologia se si vuole, e studiamo la teologia, ma sia la teologia della suora: quello è tutto catechismo, in sostanza. Ora, questo è l’essenziale.
Poi, quando un’anima è arrivata lì, che ha compreso i desideri di Gesù, ha compreso che cosa vuole dire guadagnare più meriti sulla terra o guadagnarne meno, allora essa stessa, nella libertà di sé: E io voglio amare Gesù direttamente, e voglio amarlo totalmente; e voglio un paradiso, il più bello. Ecco, allora c’è la chiamata alla vita religiosa. Ma sempre la formazione alla vita religiosa deve essere fondata, impregnata, costituita dal catechismo: dottrina dogmatica, dottrina morale, dottrina ascetica, dottrina liturgica.
È, la vocazione, una cosa che nasce spontanea nell’intimo dell’anima. È Gesù che prende l’anima e l’attira più avanti. È Gesù, che senza parlare, fa sentire: Se vuoi esser perfetta, lascia tutto, vieni e seguimi. È la chiamata a donarsi totalmente al Signore, a Gesù. Questa è la vocazione.
Perciò, i voti sono poi il risultato, quando l’anima dice: Io non voglio più dei legami, cioè non voglio più badare a vestiti, non voglio più badare a quelle ambizioni che son naturali, a quello che contenta l’orgoglio, la vanità, l’ambizione… no, e allora ecco il voto di povertà; perciò l’abito comune, la vita comune. E nello stesso tempo non si può possedere, non si si può amministrare, perché appunto il voto di povertà è non far l’amministrazione, perché uno poteva aver anche dei beni suoi, ma non li amministra direttamente; ecco, allora: Voglio distaccarmi da questi impegni. Quante giovani, quante persone sono trascinate al male per causa dell’ambizione!
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Poi l’anima si sente più fatta per Gesù, più Gesù la soddisfa, la conforta, la prende! È quello l’amore che veramente ama e veramente che desidera e cerca: l’amore diretto a Gesù. Allora, niente altro: vita casta, verginità. Quindi segue il voto di verginità, e l’osservanza poi con tutte le precauzioni e il continuo accrescimento dell’amore di Dio nell’anima.
Inoltre, l’anima comprende che quella libertà che ha, quel volere ciò che piace, ciò che preferisce, quel voler essere indipendente è il grave pericolo; e allora il voto di obbedienza: Voglio sottomettere l’obbedienza, onde io non sia trascinato da quella smodata libertà e voglia di soddisfarmi, e preferire anche il bene, preferire ad un altro bene; voglio essere guidata: che Dio sia padrone della mia volontà.
Così, la vocazione della religiosa è fare Gesù padrone dei beni esterni: voto di povertà; fare Gesù padrone del cuore: quindi il voto di verginità; e fare Gesù padrone della volontà: l’obbedienza. Qui è la vocazione, vocazione religiosa.
Ma bisogna fare un passo ancora. Quello è l’articolo di tutte le Congregazioni, il primo articolo [delle Costituzioni]: glorificare Dio e santificarsi mediante i voti religiosi di povertà, castità e obbedienza, e quindi osservare le Costituzioni, che è l’obbedienza. Quello è l’articolo per tutte le vocazioni religiose: espresso in una maniera o espresso in un’altra, la sostanza è quella.
Però molte anime, oltre che amare Gesù, vogliono, Gesù, amarlo più perfettamente, e cioè salvare anime: compiere un apostolato. Quella è la dimostrazione che noi veramente amiamo Gesù: è di amare i fratelli e di amare le persone. Perché quello è il secondo comandamento: Amerai Dio con tutta la tua mente, tutto il cuore, con tutte le forze… ma aggiungi: amerai il prossimo come te stesso [cf Mt 22,37-39; Mc 12,29-31], perché l’amore che è portato alle anime, che è portato al prossimo, è amore verso Gesù… è il secondo comandamento. Quindi gli Istituti si diversificano poi per l’apostolato. Il primo articolo è per tutti e il secondo diversifica: quindi abbiamo le suore missionarie, abbiamo le suore di carità che sono negli ospedali, abbiamo le suore che si occupano
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dell’istruzione, eccetera… ma lì si distinguono gli Istituti, [si] distinguono per il lavoro, per l’apostolato che faranno. Ecco.

Il vostro è l’apostolato vocazionario, questo. E cioè portare nella Chiesa una cosa che, in certo senso, è nuova… è nuova in certo senso. C’è sempre stato l’amore per le vocazioni, la cura delle vocazioni in tutti i secoli, sì… però l’apostolato vocazionario è il primo apostolato che ha esercitato Gesù… primo. E allora, se è il primo, è perché piace di più ed è il più necessario: ecco allora che voi avete l’apostolato più necessario, più elevato, più sublime, quello che in primo luogo ha compìto Gesù. Perché Gesù ha predicato, sì, ma prima ha cercato vocazioni: gli apostoli. E perciò è un privilegio grande quello che ha il vostro Istituto, è un privilegio il quale deve essere sentito, ma poi si deve attuare, mettere in pratica con molta delicatezza; perché il servire negli ospedali, la cura dei malati va fatta bene, ma qui si tratta delle anime chiamate a Dio e da aiutare perché arrivino alla vocazione, allo stato a cui son chiamate.
Sì, quindi cura delle anime, ma delle anime più elette, perché il più delle anime e il più delle persone sono chiamate alla vita comune del cristiano, cioè alla vita di famiglia; le anime elette sono quelle che sono il campo di vostro lavoro, cioè le anime chiamate a Dio, alla vita perfetta: o siano sacerdoti diocesani o siano invece sacerdoti religiosi o siano semplici religiosi, come sarebbero supponiamo i Fratelli delle Scuole Cristiane che fanno scuola; o se queste persone si dedicano ad altri, e cioè in sostanza sono persone consecrate a Dio, le vocazioni femminili quindi: con i molti Istituti che ci sono nella Chiesa, Istituti femminili che attuano un loro apostolato. Ecco allora, vi è diversità: una vocazione sì ad amare Gesù perfettamente, ma una vocazione all’apostolato; e l’apostolato sublime sulle anime e sulle anime elette, quelle che son scelte da Dio, che sono chiamate a servirlo direttamente e sono chiamate ai vari apostolati.
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Essere quindi - conseguenze - riconoscentissimi alla vocazione vostra: oh, considerarla come un grande privilegio! Attendere - questo è poi quello che segue in pratica - alla formazione, cioè a corrispondere.

La formazione in che consiste?
Istruzione: istruirsi… soprattutto catechismi che si devono sapere e si devono approfondire; e poi anche arrivare, specialmente quando si ha poi da lavorare direttamente [per] le vocazioni… si deve ben saper rispondere alle obiezioni, si ben deve sapere sciogliere questioni. Oh! Istruzione religiosa, prima parte, fondamento di tutto il resto. Quindi, aumento di fede: crescere nella fede, conoscere sempre meglio il Signore, penetrare sempre di più le verità che la Chiesa insegna che sono riassunte nel catechismo, ma sono poi spiegate, queste verità, sempre più largamente; e si dovrà sempre studiare religione, sempre, anche perché i tempi sono più difficili e molte obiezioni si sentono a destra e a sinistra: bisogna saper rispondere. Istruzione.
Secondo: ordinare il cuore a Gesù, a Gesù solo! Non che uno sia libero dalle tentazioni, no. La tendenza che è in tutte le persone, la tendenza e la battaglia che chiamiamo della carne, è per tutti; ma la verginità consiste non già nel non sentire la tentazioni, ma la verginità suppone che l’anima voglia offrire il suo giglio al Signore e conservarlo intatto il giglio, nonostante tutte le battaglie interne. Anzi, vi sono persone che appunto perché vogliono essere totalmente del Signore… il diavolo punta lì le sue tentazioni, proprio contro quello. E può essere che un’anima si scoraggi: Che ho ancora queste tentazioni, quei pensieri, quelle tendenze… si avranno sempre. San Paolo aveva chiesto al Signore che lo liberasse, ma il Signore gli ha detto: No, ti basta la grazia [cf 2Cor 12,8-9], e combattendo, ecco i meriti. Allora la castità diviene virtù perché c’è la lotta e c’è una vittoria. Quindi ordinare il cuore al Signore.
E terzo: grande pietà. Pietà che ci porti ad osservare la vita comune e l’apostolato. La vita comune, e cioè l’osservanza
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degli orari, l’obbedienza continuata, l’accettare gli uffici, eccetera… oh, avanti.
E dopo, più avanti, ci sono poi tutte le prescrizioni che stanno nelle Costituzioni, le quali servono a perfezionare la vita, a realizzare veramente quello: Se vuoi essere perfetto… [Mt 19,21].
Ecco dunque la vocazione. Riconoscenza al Signore, e realizzarla. Istruzione religiosa, orientamento del cuore e l’obbedienza nelle Costituzioni e negli uffici, negli orari e in quello che viene disposto per ognuno.
Pregare per approfondire quindi il senso della vocazione, e pregare per la fedeltà alla vocazione. Nello stesso tempo vedere se vi sono pericoli e se c’è bisogno di qualche consiglio, e allora è il tempo degli Esercizi di domandare quei consigli che si sente il bisogno di chiedere.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 136/62 (Nastro archivio 123a. Cassetta 123, lato 1. File audio AP 123a). Titolo Cassetta: “Che cosa è la vocazione”.

2 Il PM dice: e aiutarle.