Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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36. QUANTO GESÙ MI HA AMATO!
Fino a che punto gli mostro il mio amore?
Festa del Preziosissimo Sangue di N.S.G.C., Meditazione,
Castel Gandolfo, 1 luglio 1962
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Quest’oggi la liturgia segna la festa del Preziosissimo Sangue di Gesù. Il fine è di farci ricordare quanto Gesù ci ha amato: diede fino all’ultima goccia del suo sangue per noi; poi ricordarci che quel sangue fu sparso per mondare le anime nostre da […]2. La grazia, la vita spirituale, la vita dell’anima, la vita soprannaturale, ecco.
E il tratto del Vangelo ricorda le ultime gocce del sangue versato da Gesù; e tuttavia lo spirito della fede e lo spirito della festa è che noi consideriamo tutte le sofferenze di Gesù durante la sua passione.

«Gesù, dopo aver preso l’aceto, disse: Tutto è compiuto - era sulla croce e aveva espresso la parola: Ho sete, e lo avevan abbeverato di aceto -. Poi chinò il capo e rese lo spirito. Allora i Giudei, essendo la Parasceve, affinché non rimanessero in croce i corpi durante il sabato, poiché stava terminando la vigilia del gran sabato, chiesero a Pilato che fossero ad essi rotte le gambe e fossero tolti via. Andarono quindi i soldati e ruppero le gambe al primo e all’altro che erano crocifissi con lui; ma quando furono a Gesù, visto che era già morto, non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato; e subito ne uscì sangue ed acqua. E - conchiude san Giovanni - chi vide, qui
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lo attesta e la sua testimonianza è certamente vera»3 - perché Giovanni era presente allora sul Calvario insieme a Maria -.

Il sangue che Gesù sparse a cominciare - per ricordare solo questo - dal Getsemani, dove sudò sangue. Sangue che sparse nella flagellazione, percosso violentemente con flagelli dai soldati; e le gocce di sangue che uscirono dal suo capo durante l’incoronazione di spine; e poi si può pensare alle ferite, che quando cadeva sulla via del Calvario si riaprissero e quindi dessero anche del sangue; inoltre i chiodi nella crocifissione… come fu dolorosa! Ecco come sparse di nuovo Gesù il suo sangue, e sì! E continuò ad uscire del sangue dalle sue ferite mentre fu innalzato sulla croce a vista. Durante l’agonia - e questo è l’ultimo sangue che Gesù versò - quando venne trapassato nel suo costato da una lancia: subito uscì sangue ed acqua, e cioè la lancia era penetrata fino al suo Cuore.
Oh! Che cosa dobbiam pensare? Dobbiam pensare, come ho detto, primo: ricordare il fatto, che cosa ha fatto Gesù per noi, quanto egli ha sofferto per noi! E anche se noi diamo tutto a lui, tutta la vita, è ancor sempre poco; se diamo tutta la vita e la consecriamo a lui, c’è un’offerta della nostra vita, di tutto il nostro essere… ma è il sangue di Gesù preziosissimo, il sangue di Gesù che valeva e vale la redenzione di tutti gli uomini! Gesù ha pagato per i peccati di tutti gli uomini durante la sua passione. Sudò sangue, fu flagellato, coronato di spine, il viaggio al Calvario, crocifisso, e dolente al massimo in pene tremende nelle tre ore di agonia… ecco, abbiamo chi ci ha amato! L’anima che dà tutta se stessa al Signore, che si consacra a lui, attesta il suo amore a Gesù e dà quel che ha, in sostanza, tutto quello che ha: quando cioè rinunziamo alla famiglia, rinunziamo alla volontà, rinunziamo a noi stessi, sì, allora si dà a Gesù quello che si ha. E fino a che punto lo amiamo? Alle volte non sappiamo fare un piccolo sacrificio per Gesù… eh, ci dobbiamo umiliare: Gesù tanto ha fatto e noi facciamo così poco!
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Secondo, questo sangue lava l’anima: e lava l’anima nel Battesimo dal peccato originale, e lava l’anima nella Confessione - io ti assolvo -, e la virtù di questo sangue si applica in tutti i sacramenti, ma specialmente nella Comunione si riceve il corpo e il sangue, l’anima e la divinità di Gesù Cristo, perché nell’Ostia vi è tutto Gesù: corpo, sangue, anima e divinità; e nel Calice vi è tutto Gesù: corpo, sangue, anima e divinità. Oh!, ecco come si applica il sangue di Gesù Cristo. Noi progrediamo nella vita spirituale ogni volta che riceviamo i sacramenti o che pratichiamo i sacramentali, oppure [che] facciamo degli atti di virtù. Allora la vita spirituale, la grazia in noi, cresce in continuità, cioè il frutto della passione di Gesù Cristo si rende sempre più abbondante, perché il Signore è venuto a portarci la vita e una vita sempre più abbondante. E anime che crescono nell’amore al Signore, anime che vivono della vita stessa di Gesù, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, sì. Ringraziamo il Signore che ci ha lavati con il suo preziosissimo sangue! Il Papa ha voluto aggiungere nel Dio sia benedetto appunto [l’espressione] Benedetto il suo Preziosissimo Sangue4, perché lì c’è stata la salvezza.
In terzo luogo, frutti quali sono, i frutti di questa festa? Ecco, imitare Gesù in qualche cosa che ci fa soffrire. Alle volte sono mortificazioni e pene interiori, e qualche volta invece sono mortificazioni e pene del corpo, come quando uno ha qualche sofferenza, deve fare mortificazione o di occhi o di sguardo, o di lingua o di udito o di tatto, qualche fatica, qualche lavoro… Fino a che punto mostriamo noi questo amore a Gesù? Se abbiamo la divozione al crocifisso, certamente ogni volta che lo si bacia ci viene in mente: Gesù ha fatto [questo] per me e che cosa io faccio per lui? Fino a che punto egli mi ha amato ed io fino a che punto arrivo ad amarlo e mostrargli l’amore, mostrargli il mio amore? Ecco, la croce che sta
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appesa alla corona o che portiamo indosso ci deve sempre ricordare la croce portata da Gesù fino al Calvario e sulla quale venne confitto, crocifisso, a vista di Maria. Noi facciamo sempre tanto poco, ma se uno si consacra al Signore e vive la vita poi di consecrazione, e fa quel che può! Ma soprattutto abbiamo mica soltanto da offrire qualche nostra sofferenza, ma offrire al Padre celeste i meriti di Gesù Cristo e pensare che nella Messa si rinnova la passione di Gesù Cristo, sì: Questo è il calice del mio sangue, che per voi sarà sparso [cf Lc 22,20]. Ed è un mistero di fede, è un mistero di amore, la Messa! Mistero di amore, l’Eucarestia, mistero di grazia! Ascoltare sempre meglio la santa Messa.
Oh! Che meriti abbiamo noi? Qualche volta non sentiamo neppure di trovarceli, ma c’è Gesù che ha meritato per tutti ed è in virtù del suo sangue che è stato aperto il cielo, ed è in virtù del suo sangue che entreremo in cielo!
Gesù vuol lavarci! Cerchiamo di cooperare alla nostra purificazione togliendo quanto è possibile i difetti; e poi, in virtù del suo sangue, che cresciamo in grazia, in santità: oggi, sempre, ogni giorno della vita.
Oh, allora la giornata sia raccolta e offriamo tutto il mese a Gesù, tutto il mese, [oggi] primo giorno del mese… tutto quello che noi faremo nel mese, tutte le nostre orazioni, azioni, patimenti, con le intenzioni con cui Gesù si immola sull’altare5, rinnova il sacrificio della croce: offriamo tutto. Anche se vi sono delle molestie: vi è il caldo, vi è qualche fatica da fare, vi è qualche obbedienza che ci costa, eccetera… Tutto offriamo nelle orazioni, azioni e patimenti.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 133/62 (Nastro archivio 121a. Cassetta 121, lato 1. File audio AP 121a). Titolo Cassetta: Spiegazione del Vangelo.
2 Interruzione del nastro magnetico per circa 10 secondi.

3 Vangelo: Gv 19,30-35.

4 Le otto Laudes Divinae in riparazione alle bestemmie, scritte dal gesuita Luigi Felici nel 1797, sono state in seguito introdotte al termine della Benedizione Eucaristica e ampliate nel tempo da alcuni Papi. L’ultima inserita è stata la giaculatoria Benedetto il suo Preziosissimo Sangue, che fu inserita il 12 ottobre 1960 da Giovanni XXIII. Cf AAS 52(1960), p. 987.

5 Cf Preghiere, ed. 1957, pp. 12-13.