Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

4. APRIRE IL CUORE ALLA RICONOSCENZA
Il cuore materno guadagna le vocazioni!
Ritiro Mensile, 2a Meditazione, Torino (SAIE), 27 gennaio 19621

È importante che noi consideriamo i grandi benefici che abbiamo dal Signore ricevuti.
Noi siamo nati in un Paese civile, e vi sono tutte le comodità: strade, mezzi di trasporto… vi è l’ascensore, vi sono tutte le facilitazioni nelle comunicazioni: poste, telefoni, telegrafi, ferrovie, e poi gli aerei. Se noi passassimo un anno nell’India, un anno nell’Africa, un anno nella Cina, nella Rhodesia e poi anche più avanti… in quali condizioni di vita?
Qui noi poche volte alziamo lo sguardo al Signore per dire i Deo gratias, dire Deo gratias. In mezzo a quella gente, così ancora allo stato primitivo, che non hanno né strade né scuole né un cibo adatto… lì sono ancora allo stato di barbarie in molti posti. E così è la maggior parte ancora dell’umanità. Le descrizioni che ci vengono fatte e, più di tutto, quando si è viaggiato un poco nell’Africa, nell’India, Cina e poi più avanti… bisogna dire: come è diversa la vita!
Il Signore ci ha fatto nascere qui, in un Paese di tanta civiltà, dove continuamente vi è un progresso e tuttavia vi sono in continuità lagnanze! Oh! Gente che ancora è ridotta allo stato dei cannibali. Come sono trattati i bambini? Nessuna scuola! Vedere delle frotte di bambini tutti nudi, che ad osservarli da un po’ da lontano sembran tutti capretti neri che
~
si rincorrono2. Il Signore ci ha fatto nascere in un Paese civile! E, tuttavia, più di mezza umanità è ancora in uno stato basso di vita. Noi cerchiamo sempre di elevare il livello della vita civile, ma quando si vedono i bambini morire per le strade di fame, [dei] disgraziati adoratori degli idoli inginocchiati proprio verso il sole al mattino con le braccia larghe… a mezzogiorno, come si mettono davanti ad una pianta adorandola! Quanti sono i cristiani in Cina? I cattolici sono ormai pochissimi; e i cristiani? Qualche migliaio, ma tuttavia passati all’eresia, cioè allo scisma, una chiesa nazionale: scisma. Non hanno un sacerdote cattolico o ne hanno pochissimi e impediti di lavorare. Vedere tutte quelle pagode… vedere quei templi giapponesi… vedere quella gente che non ha la chiesa ma adorano sotto una pianta i loro dei, la loro divinità… fanno anche sacrifici di bambini.
Pensiamo noi che siamo circondati e nuotiamo nelle comodità, e continuamente queste comodità vanno aumentando… e tuttavia l’ingratitudine degli uomini: non amare il grande Benefattore! Ci ha fatto nascere qui, ci ha fatto nascere nella Chiesa cattolica. Di tre parti della cristianità, quasi due parti sono cattoliche e una parte abbondante, più che una parte, una parte… forse un quarto, separati dalla Chiesa: non hanno l’Eucarestia, la Messa, la Confessione… non hanno la Madonna, non hanno coloro che assistono i malati, molte volte il Battesimo è invalido.
Oh! E siamo nati nella Chiesa cattolica: noi abbiamo il Papa che ci guida, sotto il Papa i vescovi, sotto i vescovi i sacerdoti, e quanti religiosi e quante suore! Tutto questo per la cura delle anime. Anche se noi considerassimo solamente Paesi cattolici come [il] Guatemala [con] un prete ogni sedicimila abitanti, altrove un prete ogni diecimila abitanti: come può il popolo venire istruito, come può ricevere così facilmente i sacramenti, eccetera? Anche Paesi cattolici: come è diversa la nostra posizione in Italia!
~
Discendendo poi ai particolari: siamo nati, ma prima che nascessimo, prima che il Signore creasse la nostra anima, aveva già preparato i genitori. Questi genitori erano stati istruiti nella religione, questi genitori hanno avuto cura subito di portarci al Battesimo, ci hanno cresciuti con una buona educazione, con l’istruzione catechistica, religiosa: genitori preparati da lungo tempo dalla bontà di Dio! Sacerdoti che abbiam trovato in parrocchia preparati da lungo tempo dai Seminari, negli studi, e nell’esercizio di molte attività sacerdotali; abbiamo trovato un buon parroco; abbiamo trovato chi ci ha ammessi alla prima Comunione, chi ci ha per la prima volta confessati, il vescovo che ci ha cresimati, avanti… e poi le organizzazioni cattoliche, l’assistenza continuata che abbiamo ricevuto nella nostra gioventù. Quante grazie! Come siamo stati preferiti! Sì, preferiti… e abbiamo avuto le nostre scuole, buoni maestri, e il Signore ci ha conservati in salute, e ci troviamo a questo punto della nostra vita. Non è tutto un progresso, un continuo di abbondanze di grazie che il Signore ha preparato sulla nostra via?
Quanti bambini son morti? Noi siamo qui! Inoltre, quante ispirazioni abbiamo ricevuto dal Signore? Se noi siamo stati chiamati a consecrarci a Dio, è tutta una continuità di grazie, una catena continua di grazie che il Signore ha concesso a noi; e poi ci sono state le buone ispirazioni, e poi ci sono stati i mezzi e le persone che ci hanno avviato per la strada buona, per la strada di Dio. Quante grazie, quindi, noi dovremmo ricordare!
E poi il Signore, quando ci ha creati, già ha messo in noi certe inclinazioni buone. I germi della vocazione vengono dalla nascita e poi, questi germi, ricevono una forza maggiore, uno spirito maggiore con il Battesimo, con la grazia del Battesimo. E poi tutte queste inclinazioni e tutte queste grazie ci han portato al risultato attuale, e cioè di avere conosciuta la vocazione e di averla seguita.
E non ci sono ancora le cure quotidiane di chi ci assiste, di chi ci avvia? Eh, si fa presto a dire Istituto: ma un Istituto si sa quanto costa prima che arrivi alla luce e prima che cresca e abbia un certo sviluppo?
~
Le grazie poi intime di ogni anima: ispirazioni per cui si ebbe sempre paura del peccato, si cerca di evitarlo; ispirazioni per cui si è […], si è sempre tenuto a freno il senso dell’udito, il senso della vista, il senso del tatto, il senso del gusto in noi, e poi la lingua stessa, sì. Oh! Abbiamo avuto la grazia, quando abbiamo sbagliato, di essere stati richiamati sulla buona strada. Man mano che si è venuto avanti, si è conosciuto sempre più il Signore, si è conosciuta sempre meglio la vita cristiana e la vita religiosa. Questo è un beneficio che è tutto nostro proprio, tutto nostro proprio.
Ma se sapessimo la storia della vita religiosa, noi saremmo meravigliati: da quel momento in cui Gesù ha detto al giovane: Se vuoi essere perfetto, lascia tutto, vieni e seguimi [cf Mt 19,21] fino ad oggi, le evoluzioni storiche della vita religiosa! E oggi è così perfezionata, tutti sotto la guida del Papa, tutti sotto la guida di chi, a nome del Papa, regge le istituzioni religiose, cioè la Congregazione dei Religiosi, e anche la formazione delle Costituzioni, e la determinazione di un fine, e la determinazione dei mezzi, e la scelta delle preghiere, e le pratiche che sono state determinate. Oh! Tutto questo non è mica venuto da sé! Tutto è bontà di Dio!
Se noi conoscessimo e i benefici generali, e conoscessimo poi tutti i benefici particolari che abbiamo ricevuto e che continuamente riceviamo, che cosa passerebbe al nostro cuore? Quam bonus Dominus [cf Sal 73(72),1; 34(33),9], quanto è buono il Signore. E quanto noi l’amiamo il Signore? Come rispondiamo al suo amore? Vedere un poco. Noi abbiamo la grazia di confessarci spesso: ricaviamo frutto? correggiamo i nostri difetti? e conquistiamo, man mano che si procede, conquistiamo sempre di più le virtù?
Possiamo far la Comunione tutti i giorni, ma una Comunione è una cosa che non si può definire il valore che ha! Valore immenso, infinito in se stesso, la Comunione! E noi, tutti i giorni, come se fosse una cosa così naturale, come è naturale che al mattino sorga il sole, e al mattino si schiarisca l’atmosfera…
Noi che possiamo aver tanti libri di istruzione; noi che possiamo avere tante persone che ci guidano e ci aiutano;
~
noi che possiamo fare un apostolato, che possiamo utilizzare al massimo i nostri giorni, e quindi arrivare ad una gloria altissima, gloria eterna. E abbiamo, quindi, approfittato delle Comunioni? E se il Calvario ogni giorno è portato qui in chiesa per mezzo della santa Messa, noi l’ascoltiamo sempre con frutto la Messa? E se ci sono superiori che ci guidano, noi siamo docili a corrispondere? E se continuamente il Signore ci chiama, ci invita, ci attira perché possiamo progredire nella virtù, nella santità: e noi ascoltiamo tutte queste voci di Dio, tutti questi inviti di Dio?
Qualche volta, quando si pensa a tante grazie ricevute e alla nostra corrispondenza, quasi quasi diremmo come quell’anima: Signore, non aumentate più tanto le vostre grazie, perché sarà grande il resoconto che vi dovrò dare. Chi riceve poco, deve dar un conto minore, perché chi riceve due talenti, basta che dia due talenti; ma chi ne riceve cinque, dovrà rendere conto di cinque. Allora, quasi verrebbe quella tentazione - che non è giusta! -, perché bisogna non solamente chiedere la grazia, ma la grazia di corrispondere alle grazie. Ecco, questo sarebbe il colmo della misericordia di Dio! Si può dire che nuotiamo nelle grazie del Signore… e quasi ci sembra di naufragare, in questo senso: che continuamente con gli avvisi, con i consigli, con le predicazioni, con i buoni esempi, sembra che noi quasi non ci sentiamo di prender tutto. E molta semente che viene gettata, molta semente va per la strada che viene beccata dagli uccelli, semente che cade tra le spine, semente che cade in terreno ghiaioso [cf Mt 13,4-7; Mc 4,4-7; Lc 8,5-7]. La preparazione del terreno perché la semente nasca, la semente produca la pianta, e la pianta produca il frutto.
Amare chi ci ha amato! Vi sono figliole che amano così la mamma, amano così il papà, hanno veramente buon cuore e sentono i benefici che han ricevuto dai genitori! Ma i benefici che abbiamo ricevuto da Dio? E i genitori stessi che sono stati buoni e ti hanno allevato nella virtù, che ti hanno portato ad una vita cristiana buona, che ti han portato poi, o permesso almeno di abbracciare la vita religiosa: questi genitori, essi stessi sono doni di Dio! E se amiamo i nostri genitori, quanto
~
di più e immensamente di più dobbiamo amare il Signore che tutto ci ha dato, tutto! E allora discendiamo qualche volta in noi stessi. Può essere che in certi momenti nasca un po’ di dubbio: E il Signore questa grazia me la darà? Quell’altra che desidero l’avrò?. E non ne hai già ricevute di più grandi? Essere vivo, essere cristiano, essere religioso, essere in un apostolato che tanto è gradito al Signore e che è sorgente di continui meriti. La grazia di poter tutti i momenti nella giornata raccogliere tesori per il cielo!
Non ci manca altro che la buona volontà, come l’aria è sempre a nostra disposizione e basta che apriamo la bocca per respirare… e l’aria stessa ce la dà il Signore. È il Signore che fa crescere le piante da cui ci vengono i frutti, il grano; il Signore il quale provvede tutti gli alimenti per noi, come tutte le materie per vestirci e tutte le case per abitare. Che cosa ci manca? Una cosa sola può mancarci: la buona volontà di usar bene dei doni di Dio. Ma questa buona volontà la dà anche il Signore… se la chiediamo!
E quando ci riconosciamo poveri, miseri, deboli, basta che preghiamo. È questa grazia di domandar le grazie, questa possibilità, che è una grazia, di domandar grazie; e sapere che abbiamo per intercessione la Vergine, san Paolo, gli angeli custodi, i nostri protettori, ecco… E sapere che il tabernacolo è il trono delle grazie: è proprio che Gesù sta fra di noi, vicino a noi, nella casa nostra, che è sua…, che ci vuole coinquilini di questa casa. Oh!
Ecco, io credo che se avrete tempo a riflettere un poco, il vostro cuore si aprirà tanto alla riconoscenza. Verrà spontaneo dire Te Deum laudamus, spontaneo il Magnificat. L’Atto di carità allora nascerà dal cuore: non un complesso di parole che escono dalle labbra, ma un sentimento di profonda riconoscenza che viene dall’intimo. Quante ispirazioni oggi hai avuto? L’Atto di carità allora: Vi amo con tutto il cuore, sopra ogni cosa3. E alle volte non amiamo Dio sopra il nostro amor proprio, il nostro egoismo, le nostre passioncelle…
~
Volevo anche dire che questo che ho detto, sia nella meditazione antecedente sia in questa, serve anche a formare un cuore più materno. La donna deve sempre avere il cuore materno.
E quando Gesù morì sulla croce, Maria non ha continuato ad avere il cuore pieno di bontà e di misericordia, un cuore materno? Vedete che per guadagnar le vocazioni bisogna avere un cuore materno; per educarle bisogna avere un cuore materno. E quando invece si va a tono di comando, quando si va a dichiarazioni assolute, quando non si discende fino al posto, all’alveo, al punto morale, diciamo, psicologico di una giovane, allora non si trova il punto su cui appoggiare un invito, su cui appoggiare un’esortazione che abbia frutto, perché allora si semina sulla strada, fra le pietre o fra le spine: forse bisogna diradar prima, anzi togliere le spine, e forse bisogna coltivare il terreno, finché sarà un terreno buono e ottimo, come dice il Vangelo [cf Mt 13,8; Mc 4,8; Lc 8,8].
Ci vuole un cuore materno, e saper comprendere i bisogni materiali, i bisogni spirituali, i bisogni che sono poi particolari di ogni persona. Sì, essere molto buone, molto buone… Con la bontà si guadagna tanto! Perché san Francesco di Sales portava quel paragone, e sta bene, e si applica qui: Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che non con un barile di aceto4. Perché all’aceto si rifugge e invece al miele si corre. Oh! Noi abbiamo da fare degli esami di coscienza su noi stessi e abbiamo da acquistare delle proprietà. Eh, bisogna essere più così… bisogna essere più esigenti… bisogna che immediatamente diano l’assenso!. Eh, no! Se siamo buoni… vedono i buoni, se siete buone verranno le buone. Se invece
~
siamo diversi, siamo acetosi, siamo duri, sappiamo solo dire dei comandi e solo richiedere sacrifici e distacchi… Bisogna prima attaccare il cuore a Dio, perché il cuore in aria non sta: o che sta attaccato al mondo o che sta attaccato a Dio!
Allora lo spirito materno, quello della Madonna quando curava la prima vocazione che era Gesù; quello che la Madonna curava quando c’erano gli apostoli: Gesù era salito al cielo, erano disorientati… e come li ha avviati, li ha consolati, incoraggiati, sostenuti; e come fa adesso dal cielo.
Chi però ama molto il Signore, viene tenero e sensibile per Gesù; si pena quando Gesù non è amato, quando c’è chi fa male, chi bestemmia, eccetera. E quando si è teneri con Gesù, si è anche capaci di comprendere le persone, comprendere i cuori, compatirli, prenderli dove sono per portarli a Dio. Un gran passo… E molte volte non possiamo dire: la causa è stata questa o quell’altra. E stiamo invece in necessità di far l’esame di coscienza noi: che cosa ci manca? che cosa dobbiamo domandare allora al Signore? come dobbiamo riformare noi stessi? In primo luogo amar molto il Signore… il resto viene.

Sia lodato Gesù Cristo.
~

1 Nastro originale 119/62 (Nastro archivio 109a. Cassetta 109, lati 1/2. File audio AP 109a). Titolo Cassetta: “La crescita dell’amore. Ringraziamento”.

2 L’espressione potrebbe sorprendere la nostra attuale sensibilità, ma dalla voce del PM si coglie un senso di forte tenerezza e compassione.

3 Vedi p. 29, nota 3.

4 GIOVANNI PIETRO CAMUS, Lo spirito di S. Francesco di Sales, Vescovo e Principe di Ginevra, VI edizione, Venezia 1753, Parte I, Capitolo III, Altro segno della verità procedente dalla carità: “Ci consigliava d’imitare il buon Samaritano, che versò l’olio, e ’l vino nella piaga del povero ferito, e soleva dire, che nelle buone insalate ci vuol più olio, che aceto, e sale. Ecco un altro de’ suoi memorandi detti su questo proposito, il quale egli mi ha replicato più volte: Proccurate d’esser più mansueto che sia possibile, e ricordatevi che si prendon più mosche con un poco di m[i]ele che con cento barili di aceto, e che se si ha da dare in estremi, è meglio peccare in dolcezza. Troppo zucchero non guastò mai intingolo”.