Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. L’EUCARESTIA È MYSTERIUM FIDEI, CARITATIS, GRATIAE
La Visita: il gran dono alla Famiglia Paolina
Festa del Corpus Domini, 1a Meditazione, Torino (SAIE), 21 giugno 19621


Che belle funzioni oggi e come ognuno si è trovato bene nell’incontro con Gesù! Credo senz’altro che Gesù abbia già fatto una predichina a ciascheduno! Egli non è muto, ha delle parole che discendono al cuore, parole che sono di sapienza e di amore. Le parole che avete udito è bene conservarle!
Ecco, qui Gesù è ospitato, qui Gesù è uno della famiglia. Anche solo questo, dovrebbe letificare tutta la vita. Abitare con Gesù, fraternamente, così che in ogni momento possiamo incontrarlo, possiamo dirgli qualche cosa fra quello che può essere una preoccupazione, un desiderio buono, una difficoltà che s’incontra… Come è grande questa grazia! Il Re dei cieli e della terra, il Gesù buono e il Maestro divino, il Sacerdote eterno, abita sotto il nostro medesimo tetto e sta a nostra disposizione notte e giorno. Lui prega per questa Casa, prega per ciascheduno di noi, anche di notte quando si riposa! E si immola qui e nutre con le sue carni ognuno di noi. Stare con Gesù: se ci pensiamo, non manchiamo di farci più buoni! Nessuno vorrà fargli dei dispiaceri a questo ospite divino! E tutti vorranno fargli dei piaceri! E quando Gesù chiede un piacere, tutti siamo pronti a farglielo, a cedere ai suoi desideri! Allora si cammina di giorno in giorno avanti nella santità! Sempre più spirito di fede, sempre più allietati
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dalla speranza che deve allietare ogni cristiano in paradiso, sempre più uniti a lui!
Ricordiamo la venuta, o meglio l’ospitalità che Maria, Marta e Lazzaro davano a Gesù. E come egli andava volentieri in quella casa! Andava anche a riposarsi! Là portava le sue grazie: e come le ha portate a Maria, e come le ha portate alla sorella Marta e come le ha portate a Lazzaro, che volle anche resuscitare da morte! Gesù, dove va, non va a mani vuote… e Maria si fece santa e Marta si fece santa e Lazzaro si fece santo. E là Gesù passò anche gli ultimissimi giorni della sua vita terrena, sì.

E ricordo che nelle nostre chiese vi sono tre iscrizioni, nelle nostre cappelle paoline, e cioè - quali grazie! -: Di qui io voglio illuminare. Di qui: e vuole illuminare ogni anima e vuole illuminare per mezzo di voi… l’apostolato! Quante anime si raggiungono giorno per giorno con la parola buona, la parola che spedite di qua! Di qui io voglio illuminare: collaborate bene a quello che vuole Gesù!
Poi l’altra iscrizione è: Non temete, io sono con voi!. Non temete: e i pericoli sono sempre tanti, le difficoltà sono sempre tante, e qualche volta ci sono preoccupazioni… preoccupazioni o spirituali o anche materiali, o che riguardano più direttamente la persona o che riguardano i congiunti, eccetera… Non temete, sono con voi!, ecco. E se gli apostoli erano tutti agitati perché stavano attraversando il lago e la tempesta si era mostrata un po’ spietata, vento fortissimo, le onde minacciavano di ingoiare la barca: Non temete, sono con voi! [cf Mt 14,24-27; Mc 6,48-50; Gv 6,16-20], sono con voi.
E poi c’è sempre una disposizione che dobbiam portare noi per ricevere le grazie da Gesù: Cor poenitens tenete, abbiate sempre il dolore dei peccati. State umili, vuol dire. L’umiltà è il fondamento, è la disposizione necessaria perché riceviamo le grazie.

Oh, allora, che cosa pensare propriamente da portar di frutto stasera? Veramente in questi giorni avevo meditato su questo,
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diciamo, punto: l’Eucarestia è mysterium fidei, l’Eucarestia è mysterium caritatis, l’Eucarestia è mysterium gratiae.
Fidei: crediamo. Questo è il terzo fra i misteri più sublimi che la nostra fede ci presenta. Gesù Comunione, cibo nostro, Gesù che sempre si immola sugli altari, e che rimane sempre in chiesa ad aspettarci… mysterium fidei.
E perché mysterium amoris, caritatis? Ci ha amato e non ha voluto separarsi dagli uomini, e [così] ha fatto un’invenzione di amore: andare al Padre, come era la volontà del Padre, e rimanere con gli uomini. E ha fatto un’invenzione tutta di amore: farsi cibo nostro, rimanere con noi, riprodurre il sacrificio della croce in ogni luogo dove arriva un sacerdote e in ogni tempo!
E poi mysterium gratiae: quando si riceve Gesù, non c’è solo la grazia ma c’è il padrone della grazia, cioè c’è colui che è la grazia stessa: Gesù Cristo. Quindi, il miglior modo di ottener le grazie è di fare delle sante Comunioni, dopo aver sentito la Messa, sante Comunioni.
Ma bisogna che fissiamo un punto, però, perché non sia senza frutto questo giorno. Ecco, l’altro ieri, mi pare, ho parlato della Comunione e del ringraziamento2. Questa sera ricordiamo la Visita, e poi, se piacerà al Signore, parleremo ancora una volta della Messa3. Della Visita, la visita a Gesù. E quelle che fanno le visitine, coloro che fanno le visitine, fanno anche la Visita! Passano davanti alla chiesa, entrano e fanno una genuflessione, un bel segno di croce: Gesù vi amo, credo in voi, spero in voi, vi amo con tutto il cuore, e se ne vanno… Benedicimi. E quando sia abitudine, mentre che si sta al pian terreno, si sta al primo piano, al terzo, quarto, al quinto, sesto… e il cuore si volge qua perché Gesù è una calamita, attira i cuori; ed è il Padre che glieli attira i cuori: «Nemo venit ad me, nisi Pater traxerit eum»4 [cf Gv 6,44]. Allora, quando c’è questa abitudine di qualche giaculatoria o di qualche comunione spirituale brevissima: Gesù, io sono
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con te, tu sei con me… Gesù con me, io con te, e allora, ecco, che ci si abitua un po’ così a ricordarsi di Gesù. Sapere che c’è un Dio in casa… dimenticarlo? Come se fosse un gran signore in parlatorio e nessuno andasse a vederlo? Oh, che cosa si fa?5 Che educazione c’è? Ah, Gesù! Bisogna andarlo a vedere, bisogna dirgli qualche parola, e fargli qualche complimento: Come sei buono, o Maestro! Come mi hai perdonato, o Maestro! Che bella vocazione mi hai dato!. Una parolina di ringraziamento, perché ogni volta che ringraziamo attiriamo un’altra grazia eh! Siamo furbi! Ringraziamo per avere altre grazie! Ringraziar bene: la riconoscenza attira altre grazie.
Allora, ecco, sarà più facile fare le adorazioni quando si fanno le visitine, e quando il cuore anche [è disposto], ancorché la persona sia un po’ fuori di qualche centinaio di metri o un po’ di più… allora le Visite sono più facili! Gesù mi aspetta adesso, vado - si va in gioia! - e là mi attende.
I pastori non se lo son fatto dire due volte: Troverete un Bambino… così e così. Ah…. Sono partiti, era mezzanotte, e hanno trovato il Bambino [cf Lc 2,8-20].
I magi erano lontani centinaia di chilometri ma han visto il segno del Messia, la stella: «Eamus», andiamo, partiamo [cf Mt 2,1-3]. Eh, c’eran tante difficoltà! Noi non abbiamo cento chilometri da fare, basta fare un po’ di scale e poi si arriva: trovare Gesù, trovare Gesù con Maria. Oh!
Andrea, con un altro discepolo che fu poi anche discepolo di Gesù, stavano lungo il mare di Genezaret. Passa Gesù e Giovanni lo vede di lontano, e indica: Ecco l’Agnello di Dio. Quei due discepoli sentono l’Agnello di Dio e seguono, Andrea e il suo compagno, seguono un po’ da lontano Gesù. Gesù si volta e dice: Cosa cercate?. E subito Andrea: Dove stai? Dove abiti?. Venite. Ecco, e andarono; e rimasero con lui una giornata: che bella visita, eh!? È durata una giornata! E divennero tutti e due apostoli dopo essere stati così con Gesù [cf Gv 1,35-39]. Dare grande importanza alla Visita! È un gran dono che ha fatto il Signore alla Famiglia Paolina: l’adorazione!
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Questo tempo in cui l’anima si orienta sempre meglio nella sua vita, ordinata al cielo. Fare quanto è possibile per guadagnarlo, quanto è possibile per santificarsi, sì! Il Signore, quando vuole trattare un po’ con noi, vuole conversare… e allora «stupenda familiaritas»6, si stabilisce una bella familiarità con Gesù, sì. Perché stare lì quasi timorosi, paurosi ché siamo troppo familiari con Gesù? Anche se i bambini gli montavano addosso ai piedi, quando lui stava seduto, Gesù… e i bambini non hanno mica molto riguardo; gli andavano addosso: e chi voleva accarezzarlo, e chi voleva sedersi sulle ginocchia, e chi gli calpestava i piedi… andare con familiarità! «Stupenda familiaritas» - dice L’Imitazione di Cristo -, che è parlare.
Ora la Visita si fa con tre atti.
Il primo è la fede: allargare l’atto di fede, in sostanza.
Il secondo è la speranza: allargar l’atto di speranza, della grazia di Gesù, del paradiso suo, e l’impegno, la volontà, l’aiuto divino per compiere le buone opere che vogliamo fare. E quindi sembra proprio che Gesù ci inviti, ci parli, ci inviti al cielo, sì, in paradiso: e per questo egli è venuto sulla terra, sì! «Exspectantes beatam spem, et adventum» Domini nostri Iesu Christi7 [cf Tt 2,13].
E poi c’è l’atto di domanda, cioè si domandan le grazie… che è poi la carità.
Quindi la Visita ha tre atti: fede e speranza e carità. Presentati sotto varie forme, sempre, ma è quella la Visita. Si divide la Visita in 20 minuti, più 20 minuti, più 20 minuti. E nella prima parte l’atto di fede si sviluppa, per esempio: uno va con i pastori a Betlemme, e guarda nella grotta - guardate il tabernacolo -, c’è Maria che adora, c’è Giuseppe che sta d’accanto che adora, e il Bambino che è lì sulla paglia - lo vedete nell’Ostia, l’Ostia… lo scorgete -. E allora si fan gli atti di fede.
E poi dopo noi ci confrontiamo con Gesù che è tanto santo e tanto buono […]
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1 Nastro originale 129/62 (Nastro archivio 118a. Cassetta 118, lato 1. File audio AP 118a). Titolo Cassetta: “La visita eucaristica”.

2 Vedi pp. 167-172.
3 Vedi pp. 189-194.
4 «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre».

5 Espressione incerta.

6 L’Imitazione di Cristo, II, I, 1.
7 «Nell’attesa della beata speranza e della manifestazione» del nostro Signore Gesù Cristo.