Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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63. UN OMAGGIO AL CONCILIO VATICANO II
per conoscere la Chiesa e pregare per le vocazioni
Chiusura della Mostra della Chiesa, Roma, 10 dicembre 19621


Amici carissimi e zelatori delle vocazioni!
Siamo arrivati bene al momento di chiudere la Mostra della Chiesa qui, innanzi a Gesù Sacramentato.
Sentiamo nell’intimo del nostro cuore tanta gioia e tanta riconoscenza, in primo luogo al Signore. Quando, verso luglio, si è esposto il pensiero di questa Mostra, ci venne risposto: Idea bellissima, ma occorrono almeno due anni per prepararla. Invece, per la grazia di Dio, il 18 novembre fu aperta ed oggi si chiude con soddisfazione.
Dal Signore l’ispirazione. Il Signore ha aperto le vie. Il Signore ha ispirato i partecipanti. Il Signore ha sostenuto quanti, con ogni sorta di sacrifici, vi hanno lavorato a preparare i padiglioni, e rimanervi per custodirli, e dare le spiegazioni richieste: quattrocento tra i Sacri Dicasteri, le Università, gli Enti, i Seminari, gli Istituti. E non sono stati minori i sacrifici per organizzare i visitatori: anzi, in questo è stato il maggior impegno. Perciò questa sera un solenne Te Deum di ringraziamento a Dio: «Deus a quo omnia bona procedunt»2.
I risultati? Primo: abbiam fatto il miglior omaggio tra i tanti e i lodevoli al Concilio Ecumenico Vaticano II, che è il più grande avvenimento del secolo.
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Secondo: la Mostra è stata visitata con vivo interessamento e larghezza da persone di ogni condizione, specialmente dalla gioventù, da buon numero di cardinali, da un migliaio di vescovi, alte autorità e personalità religiose e civili, e dallo stesso Presidente della Repubblica Italiana, onorevole Segni3.
Terzo: si è fatta conoscere la Chiesa, le sue attività, le opere, la sua vita, il suo sviluppo, le sue necessità. Una volta tanto, si sono mostrate e sensibilizzate tante iniziative che si svolgono nel silenzio, ma che rivelano eroismi numerosi e costruttivi nel mondo.
Quarto: vocazioni. Si sono mostrate alla gioventù le vie della vita, e la migliore parte. Ci sono state vocazioni da tempo pensate, ed ora sono giunte alla conclusione. Ma per i più sono luci, riflessioni, impressioni intime, in attesa della conclusione. È Dio che dà le vocazioni… perciò si è tanto pregato. Ottima è stata l’organizzazione della preghiera: le Messe, le Comunioni, le adorazioni, le processioni, le benedizioni, i rosari. Il Divino Maestro ha parlato e parlerà a molte anime: attendiamo l’ora di Dio, e gli Istituti preghino con fede e perseveranza: «Rogate Dominum messis»4 [cf Mt 9,38; Lc 10,2]. Intanto il seme è gettato: nascerà, crescerà, darà frutto… forse fra mesi, forse fra anni, se tale è il volere di Dio e la disposizione delle anime. E sì.
Difetti? Difetti: tutte le opere, le cose e gli uomini ne hanno. I promotori sono i primi a riconoscerli e sono molto grati a quanti li hanno fatti notare. Le osservazioni si ricordano e servono a migliorare nel ripetersi di altre Mostre. Abbiamo lavorato in generoso spirito di cooperazione per questa grande opera di Dio: la Commissione dei Superiori Generali per l’Opera delle Vocazioni5, il comitato esecutivo, religiosi, enti, università,
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pittori, allestitori, professionisti, artisti, tecnici, operai, propagandisti, il personale dell’Ente Fiera di Roma.
Non è certo stata una mostra campionaria, di merci e di prodotti, per quanto possa essere importante, ma è stata una Mostra che ha sollevato lo spirito, ha interessato quanti sono sensibili ai grandi problemi intellettuali, religiosi, sociali per la Chiesa e per l’elevazione morale e civile del popolo.
La Mostra è riuscita oltre le aspettative. I primi visitatori, molto ammirati, sono stati i più efficaci propagandisti perché fosse visitata. Consta di alcuni cardinali che sono tornati sino a tre volte per rivederla; ciò che anche hanno fatto vescovi ed altre personalità, tra le quali qualche ministro: ne compresero lo spirito di larghe vedute, e [sono stati] capaci di sentire quanto la Mostra ha parlato alle anime… un gaudio spirituale vivissimo.
Vescovi che già hanno chiesto la Mostra nelle principali città d’Italia ed anche all’estero. E vi sono stati Istituti che già hanno dichiarato: Prenotateci per qualunque altra Mostra farete. Vi seguiremo… ne abbiamo già veduti i frutti.
Della Mostra hanno parlato, ed anche più volte, circa centocinquanta giornali.

Voi tutti, carissimi, siete stati uniti nella magnifica opera: uniti perciò anche nel ringraziamento a Dio, uniti nell’invocazione della benedizione divina sopra di noi e su tutte le persone e le iniziative che vi stanno a cuore.
Ed intanto, a nome del Comitato, prendo l’occasione per augurarvi un felice Natale e un felice anno nuovo: le grazie del Bambino Gesù per voi e le persone a voi care. Ora, la funzione deve conchiudersi con il Te Deum e la Benedizione Eucaristica che tutti riceviamo: e nel cuore ricordiamo, accogliamo tutte le persone che ci sono care e le cose che noi intendiamo offrire al Signore… offrire al Signore e su tutte chiedere la sua grazia.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 145/62 (Nastro archivio 132c. Cassetta 132bis, lato 1. File audio AP 132c). Titolo Cassetta: “Chiusura della Mostra della Chiesa”.
2 «Dio dal quale procede ogni opera buona». AGOSTINO DI IPPONA, De diversis Quaestionibus octoginta tribus liber unus, LI, 2, in PL 40.

3 Antonio Segni (1891-1972) fu presidente della Repubblica Italiana per soli due anni, dal 6 maggio 1962 al 6 dicembre 1964, quando dovette dimettersi per gravi motivi di salute. Iscritto al Partito Popolare dal 1913 fino al suo scioglimento, dopo la II Guerra mondiale fu tra i fondatori e organizzatori del partito della Democrazia Cristiana. Eletto deputato all’Assemblea Costituente, ricoprì, in quasi tutte le legislature, incarichi di ministro o primo ministro della Repubblica.
4 «Pregate il signore della messe».
5 Don Alberione era il Presidente di questa Commissione.