Conto corr. colla posta Anno III N. 5 - 15 luglio Bollettino Bimensile
Unione Cooperatori Buona Stampa
ALBA - SCUOLA TIPOGRAFICA EDITRICE - ALBA
1921
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In questi giorni si sta ultimando la casa della Scuola Tipografica di Alba che potrà accogliere un centinaio di persone. Dedichiamo perciò questo numero a far conoscere l’importanza e la necessità dell’apostolato della Stampa Buona, la destinazione della nuova casa, le condizioni per venirvi accolti.
OPERA DI DIO
La casa della Scuola Tipografica di Alba
I lavori sono assai avanzati. È ormai ultimato il piano terreno; anche il primo piano è a buon punto; la sistemazione del secondo e del terzo procede discretamente celere. Man mano che i lavori vanno innanzi, si disegna meglio l’idea direttiva che fu seguita. Si voleva un edificio solido; ed esso riesce solidissimo. Si voleva una divisione razionale e moderna degli ambienti, comodità di comunicazione fra essi, separazione dei vari reparti, facilità di vigilanza su tutti gli alunni, igiene, luce: e chiunque visiti la costruzione e la destinazione dei varii membri si persuade subito, che se la perfezione non fu ottenuta, tali vantaggi sono sufficientemente assicurati.
Vi è una cosa particolare cui è bene porre molta considerazione: più di tutto la casa è per la diffusione del Vangelo, è una missione moderna, è come una chiesa di dove devesi far risplendere la luce della verità che è il primo nutrimento della prima facoltà dell’uomo l’intelligenza: ut luceat omnibus; la nuova casa deve presentare un aspetto di severità dolce, di raccoglimento sereno; deve avere pochi ornamenti ma belli, ma tali da innalzare il cuore in alto, molto in alto. San Paolo è il protettore: e San Paolo è tale figura che brilla per santità, dottrina, zelo sopra tutti i secoli, come una stella di bellezza incomparabile. Entrando nella casa nuova nessuno pensa di entrare in un opificio, in un laboratorio, in un ufficio: si sente come compresi da uno spirito soprannaturale, tutti si scoprono naturalmente, si tace o si parla sottovoce. Le macchine sono pulpiti, le sale come Chiese, gli operatori i predicatori; ecco il senso nuovo, inusitato, che prendono le cose. Anche le Chiese sono innalzate con mattoni, ma la disposizione, lo stile, la forma, tutto mostra che non si è davanti ad una casa comune ma di fronte alla casa di Dio.
Una visita
Chi viene alla casa nuova (che per ora ha una porta provvisoria a pian terreno) si trova subito di fronte lo scalone proporzionato ai bisogni della casa. Alla destra si trova una prima sala per
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macchine ove sono allineate quattro piccole macchine da stampa, 50x70 di luce entro telaio.
Da questa si arriva alla sala maggiore, larga 10 metri e lunga 20. Si divide in due parti, lasciando in mezzo, per il passaggio un corridoio largo m. 1,50 per comodità degli impressori.
Sono disposte dalle due parti in due file le rimanenti stampatrici. A destra si trovano una Export 70x100; tre Optime 80x115. A sinistra invece sono allineate: una Foenix 35x50; una Ideale 28x40; una Optima 70x100; tre altre Optime 90x130.
Ritornando indietro, accanto allo scalone, vi è la sala dei legatori e sono disposte in ordine di lavoro: una trancia a dorare; un tagliacarte di cent. 50; una legatrice; una piegatrice; due cucitrici a filo metallico; un tagliacartoni, una pressa, ecc.
Si può quindi salire al primo piano che è destinato alla composizione. A destra, si trovano due camerette: la prima è il parlatorio per le visite dei parenti agli alunni e per sbrigare le cose di minore importanza; la seconda serve di ufficio di redazione tanto per i periodici che per le correzioni delle bozze.
Più innanzi è la sala maggiore dei compositori; due file di colonne la dividono in due parti, lasciando uno spazioso corridoio nel mezzo.
A destra è collocata una linotype modello 15, e rimane per ora libero lo spazio che verrà occupato dalla Monotype, attesa da Londra per i primi giorni di settembre prossimo. A sinistra sono disposte due Linotype, una modello 1 e la seconda modello 4. Procedendo innanzi nella sala si trovano: a destra il primo reparto destinato ai periodici di indole sociale, il secondo reparto destinato agli opuscoli, il terzo destinato ai lavori di indole commerciale, il quarto reparto destinato alla Gazzetta d'Alba e sue edizioni, a sinistra invece il primo reparto è destinato ai libri, il secondo pure destinato ai libri, il terzo destinato ai lavori varii; il quarto destinato ai bollettini parrocchiali.
Nel medesimo piano, pure accanto alla scala si trova la Direzione, cui seguono lavatoi, i bagni, i cessi.
La visita si deve sospendere qui riservando di descrivere i locali degli altri tre piani quando, a Dio piacendo, fra breve saranno occupati.
Le macchine
La Linotype è macchina americana che compie da sola il lavoro di sei compositori a mano. Essa è delicatissima ed assai complessa; e lo si capisce subito se si pensa che sebbene di mole relativamente piccola, risulta di circa nove mila pezzi. Il suo lavoro si è quello di comporre a righe intiere (lino - linea), (type - tipi o caratteri) fondendo il piombo che viene ad imprimersi su matrici allineate convenientemente dall’operatore mediante congegni ingegnosissimi. È una macchina meravigliosa e indica a quale perfezione sia giunta oggi la meccanica. Si usa specialmente per i giornali quotidiani;
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sono pochi e meritano veramente molta stima e stipendi speciali gli operai che possono arrivare a lavorarvi bene. La Scuola Tipografica di Alba ne possiede attualmente tre che oggi costano 300.000 lire; modello 15, modello L e modello 4. Vi lavorano sei allievi; 2 per ciascuna macchina.
La Monotype è come l’ultimo ritrovato per la composizione nell’arte tipografica. Si differenzia dalla Linotype in quanto questa ferma i caratteri uno ad uno (mono - uno type - carattere o tipo). Richiede contemporaneamente due operatori: uno alla tastiera e l’altro alla fonditrice. È di costruzione estera anch’essa e purtroppo l’Italia deve pagarla a prezzi elevatissimi, specialmente oggi in cui il cambio si trova tuttavia assai alto. Tuttavia si calcola che oggi l’Italia ne abbia importate un centinaio circa: e le grandi tipografie vi trovano convenienza considerevole data l’economia in mano d’opera e in carattere che permette di realizzare.
La Scuola Tipografica di Alba, desiderando che i suoi Alunni siano davvero istruiti in tutta l’arte e che la Stampa buona abbia a sua disposizione i mezzi migliori, (almeno pari a quelli di cui dispone la cattiva) ne ha acquistata una che è già partita da Londra e che sarà in funzione a metà settembre, a Dio piacendo. Il suo prezzo è di L 100.000.
Macchine da stampa. La Scuola Tipografica di Alba ne usa attualmente quindici cioè: una Foenix di costruzione tedesca robustissima, facile ad azionare, di ottimo risultato. Una Ideale di costruzione nazionale, di molta produzione, formato piccolo, per lavori correnti e particolarmente di uso commerciale. Seguono poi dieci altre macchine di tipo uguale cioè Optima Nebiolo (Augusta) di Torino, di formato vario e cioè: tre possono stampare un foglio di carta di cm. 50x70; una un foglio di carta di cm. 70x100; tre un foglio di carta di cm. 80x115; tre un foglio di carta di cm. 90x130. Le prime sono elegantissime, gioiellini, le ultime sono 100 quintali ciascuna, robustissime, a rotelle coatte, procedono con gravità, diremmo con maestà, di effetto ottimo, precise; quelle di mezzo partecipano dell’eleganza e della robustezza delle antecedenti e sono più usate nella stampa dei lavori di media grandezza. Vi sono poi altre tre macchine dissimili assai; una Rapida di lusso che merita il nome che le fu dato: formato della carta 50x70: viaggiante su rotaie che le presentano come un cuscino d’olio: un’Exsport, che sebbene non così robusta, pure per molte ragioni si potrebbe paragonare alle Optime; una Marinoni adatta per manifesti murali e lavori andanti perché, a differenza di tutte le precedenti che sono a macinazione cilindrica, questa è a macinazione piana.
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I giovanetti della Scuola Tipografica passano dall’una all’altra e dopo la teoria imparano il maneggio di esse. Sono tutte di poca fatica essendo provviste di proprio motore che le aziona con precisione.
In complesso queste macchine hanno un valore commerciale di L. 500000.
La piegatrice, come dice il nome, piega giornali e sedicesimi di libri e possiede l’apparecchio cucitore alla terza piega.
La legatrice cucisce a nastro e con una produzione notevolissima lega libri, registri, opuscoli.
Vi sono poi tutte le altre macchine da legatoria e cioè: tre cucitrici a filo metallico, due occhiellatrici, un tagliacartoni, tre tagliacarte, una pressa ad alta tensione, ecc. ecc.
Questo gruppo può rappresentare un capitale di L. 80.000, ed anche più, trattandosi di macchine delle migliori marche, nuove oppure in ottimo stato.
La Scuola Tipografica di Alba non avrebbe potuto attualmente sostenere spese così gravi e tutto si deve alla Divina Provvidenza che in questo caso si è servita di quell’ottimo fra i paesi della Diocesi che è Benevello e del suo Arciprete già venerando d’età eppure giovane di idee, l’amatissimo cav. Don Brovia Luigi.
Innanzi al macchinario
Riflessioni
Le macchine sono materia; e questa non avrebbe per l’uomo cristiano alcunché di attrattiva: se non fosse che l’uomo stesso non è solo spirito. Ma questa materia che costituisce le macchine è l’opera di Dio, e venne lavorata dal genio meraviglioso dell’uomo cui il creatore l’aveva consegnata.
Queste macchine meravigliose divengono care e venerande, come è sacro e venerando all’oratore sacro, il pulpito.
San Paolo in quel monumento di scienza e di carità innalzato al cospetto dei secoli: la lettera sua ai Romani, esclama: la fede dall’udire e dall’udire il Vangelo: quanto sono belli i passi di coloro che annunziano la pace, annunziano la felicità!
Quanto sono belle le macchine destinate agli evangelizzanti il bene. L’apostolo della Stampa Buona innanzi alle macchine prova qualcosa di più che non S. Francesco quando sentiva uscire dall’anima l’inno al fratello Sole. Il pensiero dell’apostolo passa nella macchina che lo materializza in un foglio che è quasi vivo, perché porta verità eterne, alimento spirituale che nutrirà lettori infiniti: «non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio». La divina sapienza per la parola divina ha nutrito il cuore e l’anima dell’Apostolo che l’ha meditata sulle divine Scritture; dalla sua anima è passata a prendere consistenza, incarnarsi, materializzarsi attraverso il crogiuolo, le spire, gli ingranaggi, i plateaux di una macchina; è uscita con corpo di carta; essa sarà il pensiero di altri uomini, di altre anime; passerà i mari, valicherà i monti; renderà fratelli i sentimenti, le idee di due anime che non
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si sono mai viste, lo scrittore ed il lettore; cristiano lo scrittore, cristiano il lettore. La Verità divina illumina il mondo, il regno di Gesù Cristo guadagna nuove menti, nuovi spiriti, nuovi cuori.
Il Missionario della stampa buona ama la sua macchina, la vuole bella, moderna, celerissima, tanto da raggiungere e sorpassare nella corsa la stampa cattiva; ama la sua chiesetta, la tiene pulita ed ordinata; la sogna sempre in attività, eruttare la parola buona. Io vorrei morire sul pulpito disse un sacerdote, di quelli che sono apostoli! e fu di lui così: morì predicando le lodi di Maria Immacolata.
Vorrei sempre essere trovato sul piedestallo della mia macchina.
I santi vengono dipinti con in mano gli strumenti, i simboli, gli emblemi della loro santificazione: io, dice l’apostolo della stampa, vorrei venire ritratto con la penna ed il calamaio, o ritto accanto alla macchina in piena funzione.
Come infatti altrimenti svolgere in una tela il pensiero di quella mente vastissima che fu Tertulliano: Verrà giorno in cui l’inchiostro degli scrittori varrà quanto il sangue dei martiri.
I martiri mostrano le spade, i roghi, le graticole, le croci, le belve...
E come ci si presentano molti santi?
San Paolo si è dipinto con in mano il libro delle sue epistole; S. Tomaso tiene fra le dita la penna; Savio Domenico porta nella mano destra la carta; gli Evangelisti in atto di mettere sulla pergamena quanto loro inspirava lo Spirito di verità; S. Francesco di Sales ha daccanto le opere che l’hanno fatto dichiarare dottore della divozione; S. Gregorio Magno è ritratto in atto di comporre il suo libro dei «morali»; San Giovanni Berchmans si stringe al petto il libro delle regole tanto a lungo meditato.
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Nella Scuola Tipografica di Alba si accettano in questi mesi figlie adulte, dai 16 ai 25 anni, che intendono di darsi alla vita pia comune, per attendere all’opera della Stampa Buona.
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A S. E. Mons. Re, illustre Vescovo d’Alba, profondo conoscitore dei bisogni dei tempi, mente meravigliosamente larga, serena, profonda che tanti benefici ha concesso alla Scuola Tipografica di Alba, particolarmente lasciandovi due sacerdoti esclusivamente ad essa consecrati; giustissimo estimatore della missione della stampa cui ha dato tanto appoggio morale e tanti soccorsi materiali, gli auguri più fervidi in questo anno suo giubilare con la promessa di umili preghiere per la sua preziosa conservazione e per tutti i divini carismi del Signore.
Luigi Veuillot
Consideriamo tutto al lume dell’ultima candela che ci verrà accesa al letto di morte: tutto, anche il contenuto di questo foglio, per quanto meschino, Luigi Veuillot scrisse in versi il suo epitaffio, così espresso; ecco la prima parte quella che si riferisce alla sua vita di scrittore.
Al fianco la mia penna mi ponete - Il Cristo, mio sol vanto, sopra il cor - Questo volume (1) sotto i piè: chiudete - Amici, in pace la mia bara allor.
(1) la vita di G. Cristo da lui scritta
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L’apostolato della Stampa
La messe è molta...
Vi sono varie specie di apostolati: l’apostolato del buon esempio, l'apostolato della parola, l’apostolato della preghiera, l'apostolato delle opere, l’apostolato della Buona Stampa, ecc. Tutti quanti importanti: chi non lo vede? ed oggi quanto zelo si dovrebbe da tutti adoperare per formare degli eserciti di anime che preghino, di apostoli della parola, di missionari santi! Occorre però, assai più che negli altri tempi, l’apostolato della Stampa; di questa Stampa che buona o cattiva esercita un potere quasi occulto, ma direi onnipotente, segna l’andamento del pensiero e dei costumi nella società attuale.
Per formare i maestri elementari vi sono tanti istituti, tante scuole, tanti bilanci, tanti provvedimenti legislativi, ecc. Ed i pubblicisti non hanno oggi un'influenza simile, più larga anzi, in tutte le classi sociali?
Certo, non intendiamo dire della stampa in genere, ma della stampa buona, di quella che è parte del ministero del predicatore, dell'operaio evangelico.
Formiamo questi apostoli, questi missionari: provvisti di un buon corredo di virtù, di santo zelo, di dottrina adatta.
Vocazione speciale, dunque: ci vogliono cuori sacerdotali, perché la missione della Stampa Buona è parte della missione sacerdotale. La predicazione è l’ufficio principale del sacerdozio, scrive Benedetto XV nella sua Enciclica.
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Nessuno oggi può sfuggire all’influenza della Stampa.
Unione d’anime
L’argomento della stampa è gravissimo: e si aggrava ancora ogni giorno. Molti cattolici pensano, studiano, escogitano mezzi per risolverlo. Ma si è già trovata la via? È lecito dubitarne.
Per i più è questione di denari.
Per altri è questione di diffusione.
Per alcuni è questione di scrittori.
Per tanti è questione di freschezza nelle notizie.
Per i più ingenui è questione di buon tempo, di vana gloria, di novatori...
Ma è tutto e solo questo?
Non può esserlo.
È soprattutto questione d’anime
È necessario persuadersi che dalla stampa dipende la salvezza di milioni e milioni d’anime, dipende la civiltà cristiana ed il benessere fra le nazioni, dipende il diffondersi e l’invigorirsi del Vangelo fra le popolazioni.
È questione d'anime
Perché è dovere di tutti i cristiani, e specialmente delle anime buone a ancor più del clero, il pensarvi e provvedere: lo ha dichiarato il Papa. È dovere, non consiglio.
È questione d’anime
La stampa buona ha bisogno di scrittori, di propagatori che lavorino con spirito vero, come ad un vero apostolato: occorrono preghiere, molte, molte preghiere; occorre pensare che è vero
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obbligo lasciare i giornali cattivi e prendere i buoni; occorre che tutti, tutti lavorino a levare d’attorno a sé la stampa cattiva.
L’Unione Cooperatori Buona Stampa vorrebbe raccogliere tutti coloro che di ciò sono convinti: persuadere quelli che ancora non lo sono: e incanalare le loro preghiere, le loro offerte, la loro attività verso questo grande apostolato.
Iscrivetevi e leggete attentamente questo bollettino.
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La Scuola Tipografica di Alba è istituto che ha per fine la formazione degli apostoli della B. Stampa.
Ora si comincia
La Scuola Tipografica di Alba venne aperta sette anni or sono nell’agosto del 1914. Questo è stato tutto un periodo di preparazione, di apprendisaggio, un tirocinio.
Finalmente si avrà presto una casa adatta allo scopo; vi è un numero sufficiente di persone che si sono legate come in una società di anime, di volontà, di cuori per l’opera della stampa buona: si è capito un po’ che Dio solo fa tutto e farà infallibilmente se si cercherà il regno di Dio e la sua grazia: sono già alquanto ben preparati i maestri di scienza e di arte: vi sono vere e numerose vocazioni che il Signore manda in proporzione del bisogno... ecc.
Ora si deve incominciare dunque.
Perciò la casa prende il suo vero nome «Pia Società S. Paolo», lasciando poco a poco quello della preparazione; perciò sono costituite le sue sezioni maschile e femminile aventi ciascuna chi attende al lavoro e chi al lavoro unisce lo studio; perciò si rende noto l’estratto del regolamento per coloro cui interessa.
Pia Società San Paolo - Alba
(Scuola Tipografica)
Seminario per formare missionarii e miss.rie della B. S.
1 È un istituto che ha per scopo la formazione di zelanti operai per la Buona Stampa: cioè di persone che si consacrino a quest’opera come ad un vero apostolato cristiano.
Forma cioè tipografi, propagandisti, scrittori di libri e giornalisti nostri che diffondano il cristianesimo con la stampa come il sacerdote con la parola.
2 Ha due rami: quello degli operai e scrittori e quello delle operaie e scrittrici. In tutti i due rami si cerca di infondere lo spirito apostolico, l’amore alle anime ed alla Chiesa, la virtù necessaria ad un simile genere di vita. Si avviano inoltre gradatamente tanto i giovani che le figlie al lavoro per la stampa: comporre, scrivere, stampare, diffondere periodici, giornali, bollettini buoni.
3 Gli operai e le operaie (cioè i giovani e le figlie che intendono di darsi al solo lavoro manuale di stampa e propaganda), oltre alla formazione spirituale, morale e professionale, ricevono pure un complemento adatto di cultura e istruzione. Hanno un corso di cinque anni.
4 Le figlie che intendono di diventare scrittrici, oltre alla formazione spirituale, morale e professionale, attendono allo studio e percorrono in generale i corsi
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e le materie di un aspirante alle patenti di maestra, il loro corso dura otto anni.
5 I giovani che intendono di divenire scrittori, propagandisti, giornalisti hanno oltre la pietà ed il lavoro anche lo studio, e fanno in generale gli studi assegnati agli aspiranti al sacerdozio e possono laurearsi in scienze sociali.
6 Tutti entrando pagano L. 30 come tassa d’ingresso; e per due anni sono tenuti ad una retta mensile di L. 30. In seguito vengono tenuti gratuitamente. Le spese di vestiario e bucato sono a carico dei parenti.
7 L’Istituto funziona da sei anni.
Per esservi accolti è necessario aver compiuto gli undici anni, essere di buona condotta, mostrare le qualità fisiche, morali e intellettuali necessarie.
8 Si tratta di un vero apostolato moderno e necessario ai nostri giorni.
I RR. Parroci che v’indirizzeranno vere vocazioni ad una vita religiosa faranno cosa santa. Specialmente sono da indicarsi le vocazioni tardive: cioè quei giovanetti veramente buoni che non hanno potuto, per difficoltà speciali, avviarsi più presto ad altri istituti congeneri.
Rivolgere domande e chiedere schiarimenti al Teol. Alberione Giacomo - Alba.
Cooperatori e Cooperatrici
della Buona Stampa
Aiutate a quest’opera con la preghiera la vera forza dell’uomo perché Dio fa la volontà di chi lo teme; aiutatela con l’opera specialmente procurando buone vocazioni maschili e femminili; aiutate quest’opera, se potete, anche colle offerte, col rivolgersi alla Scuola Tipografica di Alba per i libri che vi occorrono stampati ecc. ecc.
Avrete parte al merito di coloro che zelano la salvezza delle anime.
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La Scuola Tipografica di Alba raccoglie tanto i giovani che intendono darsi alla Stampa Buona come operai-tipografi, quanto quelli che vogliono divenire scrittori.
In Casa
Come si lavora: quello della stampa è un campo nuovo di lavoro: epperciò non sempre compreso è un lavoro pubblico quindi soggetto al giudizio della moltitudine! È buona cosa la Stampa Buona, ma costa anche pena e sacrificio. Eppure chi vede in generale gli Alunni al lavoro ne rimane meravigliato: ciascuno è raccolto, attento, come chi compie una cosa sacra! Si lavora e si prega! Si lavora e almeno metà della giornata [ora gli uni ora gli altri] chiedono di abbreviare il riposo e la ricreazione per terminare, per correggere, per fare di più, e
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meglio. È un chiedersi, consultarsi, una gara santa.
La stampa è considerata un mestiere dai più: nella Scuola Tipografica la si vuole elevata al posto che merita di una missione, un apostolato: non cosa nuova dunque ma fatta in modo nuovo «non nova sed noviter». Epperciò si fu obbligati a non accogliere maestri d’arte imbevuti già di altro spirito assai diverso, quello comune, dominante. Dovendosi da soli, quante difficoltà in più, quanti errori, quanti studi, quante prove: ma la volontà buona con la grazia di Dio a poco a poco riesce a superare gli ostacoli e ad avanzare ogni giorno, lentamente ma costantemente. E soprattutto si conserva e si nutre quello spirito che è la principale ricchezza il solo capitale, il miglior dono della Provvidenza a questa casa cioè «considerare la stampa come apostolato come un sacro sacerdozio», portandovi la preparazione intellettuale e morale che si porta ad un apostolato ad un sacerdozio.
Che cosa si fa. Si stampano attualmente quaranta bollettini, cinque settimanali di grande formato, Vita Pastorale (rivista per la pratica del ministero sacerdotale), Armonie sociali, libri, opuscoli ecc. Si tiene un largo deposito delle migliori edizioni moderne, si costituiscono biblioteche, depositi ecc.
Un po’ di bilancio
Presso la Scuola Tipografica di Alba si stampano attualmente: 40 bollettini parrocchiali; Gazzetta d’Alba con cinque edizioni; libri buoni e di divozione, catechismi, fogli di propaganda, ecc.; «Vita Pastorale» per la pratica del ministero pastorale si spedisce in circa 10.000 copie, tutte o quasi a RR. Parroci. Ogni settimana si vende in media per L. 2000 di libri buoni ed oggetti religiosi. Furono stabilite nell’anno chiuso a Marzo circa 30 biblioteche; si sono aperti 170 depositi rivendite di libri buoni ed oggetti religiosi; si ebbe un movimento per la buona stampa di oltre un milione; si sono sparsi e diffusi parecchi milioni di copie di libri buoni, opuscoli, giornali, foglietti, bollettini. I giovanetti e giovanette continuano a dedicarsi allo studio, al lavoro ed alla pietà con vero impegno e la Divina Provvidenza assiste in mille modi la casa da Essa voluta. Dio benedica i nostri Benefattori e ci conceda la grazia di amministrare come piace a Lui e i mezzi che ci dà nelle mani: in tale modo da trovarci contenti al punto di nostra morte.
Occorrono
per la Cappella della Scuola Tipografica una pianeta verde, un turibolo con navicella, un piviale per la benedizione del SS. Sacramento. Se qualche anima buona volesse offerire tutto o parte si farebbe un bel merito pel paradiso. E quante grazie darà il buon Dio.
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Una delle elemosine migliori è quella destinata alla B. Stampa.
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I Giornalisti
La Civiltà Cattolica scrive: «I giornalisti buoni sono i guerrieri della verità, i campioni dell’ideale, e gli eroi del sacrificio che non vendono la propria penna ma la considerano come un’arma posta loro in mano dalla Provvidenza per difendere con essa i grandi principii della civiltà Cristiana. Mons. Gibier narra: Un giorno il superiore di San Sulpizio, nel presentare ai seminaristi un giornalista, disse: ecco un uomo che sotto l’abito secolare ha un cuore sacerdotale. «Sì, c’è un sacerdozio, un Apostolato di cui fanno parte i giornalisti veri e coscienziosi: così commenta un giovane e piissimo scrittore moderno.
Per le quattro Messe
Per disposizione di pie persone, nella Scuola Tipografica di Alba, si celebrano, finché essa durerà, quattro Ss. Messe secondo le intenzioni di tutti i benefattori.
Sono ammessi a parteciparvi quanti fanno l’offerta di almeno L. 10 per la Scuola Tipografica di Alba. Possono iscriversi anche i defunti, gli amici, i parenti, ancorché assenti, ed a loro insaputa.
Presso la direzione della Scuola Tipografica si trovano pronti moduli per accogliere le iscrizioni; le persone che volessero farsi zelatrici di questa buona opera possono chiedercene quanti credono.
Ecco i nuovi iscritti: [segue elenco]
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A tutti grazie di cuore.
Il Sacerdote celebrante le quattro Messe raccoglie nella sua intenzione tutte le intenzioni, i desideri e le necessità dei Benefattori; per norma di essi, affinché mese per mese, possano ove vogliono, mettere le nuove intenzioni, si ricordino che le quattro Messe sono celebrate nei quattro primi giorni di ogni mese.
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Occorre oggi formare i missionarii e le missionarie della Buona Stampa per i nostri paesi: come si provvedono i missionari e le suore catechiste per le regioni infedeli.
Biblioteche fatte
Per rendere più facile il procurarsi una biblioteca, se ne danno belle e formate: di 25 volumi a L. 50; di 50 volumi a L. 100; di 100 volumi a L. 200; ecc.
Basta che scrivano indicando per chi è stabilita la biblioteca; operai, studenti, ecc. dicendo se si preferiscono letture amene libri di cultura, vite di Santi ecc. Il pagamento si fa all’ordinazione o contro assegno.
Tali biblioteche si possono avere presso la Scuola Tipografica di Alba.
Offerte per la casa
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Iddio benedica e ricompensi colle più elette benedizioni tutti i nostri benefattori.
Teol. Alberione Giacomo Ger. resp.
Alba - Scuola Tipografica - Alba
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