GIACOMO ALBERIONE
LETTERE A MAESTRA TECLA MERLO
Edizione critica a cura di Natalina Spada fsp e Caterina Martini fsp
imprimatur
17 novembre 1986
Albano Laziale
+ Dante Bernini, Vescovo
1987 Casa Generalizia delle FSP
INTRODUZIONE
I. - L'incontro di don Alberione con Teresa Merlo
Teresa Merlo (Tecla è il nome assunto con la professione religiosa) nacque il 20 febbraio 1894 a Castagnito d'Alba (Cuneo) dove visse fino al 1915 nel silenzio della natura e nella pace di una famiglia contadina molto unita. Conosciamo l'incontro con don Alberione dai suoi appunti autobiografici del 1961; ella data l'incontro il 27 giugno 1915 nella sacrestia della chiesa di san Damiano in Alba. Fu un incontro non casuale ma su preciso appuntamento: lei condotta dalla segreta speranza di trovare la via per la sua donazione totale al Signore; lui spinto dall'urgenza interiore di individuare la persona segnata dallo Spirito per iniziare la Congregazione femminile accanto a quella maschile, sorta da un anno (cf AD 225; Q 2).
La prospettiva che don Alberione in quell'incontro presentò a Teresa fu uno «sguardo» sul futuro gravido della novità di Dio, ma che iniziava la sua realizzazione in un laboratorio femminile dove si cucivano indumenti per soldati. Molti anni più tardi Maestra Tecla ne farà memoria con parole semplicissime: «Mi disse che per ora si lavorava nel laboratorio, ma poi si sarebbe fatto una Congregazione di Suore per la stampa. Vi era una signorina, poi sarebbero venute altre e se volevo mi portava a vedere. Parlò con la mia mamma che mi accompagnava e si decise di lasciarmi quindici giorni» (Q 2,2). Teresa «credette» e i «quindici giorni», continua il manoscritto, «non sono ancora finiti».
Dal 1915 al 1918 Teresa visse ad Alba con Angela Boffi e Clelia Calliano, lavorando prima nel laboratorio, e passando poi gradualmente alla piccola libreria, alla confezione dei catechismi, a imparare a far girare una rudimentale macchina da stampa.
Il 18 dicembre 1918 Angela e Teresa - Clelia era morta nell'ottobre - con tre adolescenti (venivano chiamate «le bambine») si trasferirono a Susa per la stampa del giornale diocesano, La Valsusa. Contemporaneamente dovevano guidare le più giovani negli studi medi.
Il 22 luglio 1922, le prime nove emettevano ad Alba i voti religiosi. Con quell'atto si costituiva l'istituto delle Figlie di san Paolo. In quell'occasione don Alberione nominò Teresa, che alla professione aveva preso il nome di Maestra Tecla a ricordo della prima discepola di san Paolo, superiora della nascente Congregazione. Nell'approvazione diocesana (15-3-1929) Maestra Tecla sarà chiamata «Prima Maestra».
Se prima Teresa era per tutte spontaneo punto di riferimento, dal 1922 Maestra Tecla divenne «la Madre» che con tonalità propria, fatta di «semplicità, soprannaturalità, sveltezza» (AD 231), guidò la Congregazione ad accogliere e a vivere il carisma alberioniano nelle sue varie componenti. Per questa sua partecipazione attiva e personale viene considerata confondatrice delle Figlie di san Paolo.
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