Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Cambiare la passione predominate
in forza e virtù principale


Vi sono mezzi naturali e mezzi soprannaturali: il buon soldato bonus miles Christi li usa tutti. Prima la tattica psicologica naturale:

a) Governare le idee, la mente. L'idea è una forza, la prima forza: il merito ed il demerito dipendono come da primo elemento dalla conoscenza. Le idee sono anche semi delle buone o cattive opere. Dai frutti si conosce la pianta; le opere ci scoprono quali siano i pensieri. L'idea tende a produrre l'atto corrispondente, specialmente se è accompagnata da forti emozioni e da profonde convinzioni.

Così il pensare al diletto sensibile, rappresentandoselo vivamente con la fantasia, eccita un desiderio e spesso un atto sensuale; il pensare invece a nobili azioni, rappresentandosi i lieti effetti che producono, eccita il desiderio di fare atti simili. Il che è specialmente vero dell'idea che non resta
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astratta, fredda, incolore, ma che, essendo accompagnata da immagini sensibili, diventa concreta, vivente e quindi efficace; in questo senso si può dire che l'idea è forza, è avviamento iniziale, è principio d'azione. Chi dunque voglia padroneggiare le passioni cattive, deve premurosamente allontanare ogni pensiero, ogni immaginazione che rappresenti il cattivo diletto come attraente; chi poi vuole coltivare le passioni buone o i buoni sentimenti, deve fomentare in sé pensieri ed immagini che dimostrano il lato bello del dovere e della virtù, rendendo coteste riflessioni più concrete e più vive che sia possibile.

b) L'influsso d'una idea dura finché non sia cancellato da un'idea più forte che la soppianti; così un desiderio sensuale continua a farsi sentire, finché non sia scacciato da più nobile pensiero che s'impadronisca dell'anima. Chi dunque, se ne voglia liberare, deve con lettura o studio interessante, darsi a pensieri totalmente diversi od opposti; chi invece voglia intensificare un buon desiderio, lo continui meditando su ciò che può alimentarlo.

c) Cresce l'influsso d'una idea se le si associano altre idee connesse che l'arricchiscono e l'amplificano; così il pensiero ed il desiderio di salvarsi l'anima diventa più
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intenso e più efficace associandolo all'idea di lavorare e salvare l'anima dei fratelli, come ne è esempio S. Francesco Saverio.

d) Finalmente l'idea tocca la massima sua potenza, quando diventa abituale, predominante, una specie di idea fissa che ispira tutti i pensieri e tutte le azioni. È quello che avviene, nel campo naturale, in coloro che non hanno che un'idea, per esempio quella di fare la tale o tal'altra scoperta; e nel campo soprannaturale, in coloro che si compenetrano talmente in una massima evangelica da farne la regola della vita, per esempio: "Vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri"; oppure: "Che giova all'uomo guadagnare anche l'universo, se poi perde l'anima?", o ancora: "La mia vita è Cristo".
Bisogna quindi mirare a piantarsi profondamente nell'anima alcune idee direttrici, attraenti, predominanti, poi ridurle ad unità con un motto, una massima che le incarni e le tenga continuamente presenti alla mente, per esempio: Deus meus et omnia! Ad majorem Dei gloriam! Dio solo mi basta! Chi ha Gesù ha tutto! Essere con Gesù è un dolce paradiso! - Con motti simili sarà più facile trionfare sulle cattive passioni e trar partito dalle buone.
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COME COMBATTERE
LE PASSIONI SREGOLATE


Appena ci accorgiamo che sorge nell'anima un moto disordinato, bisogna porre in opera tutti i mezzi naturali e soprannaturali per frenarlo e dominarlo.

a) Bisogna subito servirsi del potere d'inibizione della volontà, aiutata dalla grazia, per frenar questo moto.
Schivare quindi gli atti o i gesti esterni che non fanno che stimolare o intensificare la passione: se uno si sente assalito dalla collera, si evitano i gesti disordinati, gli scoppi di voce, e si tace finché non sia tornata la calma; se si tratta di affetto troppo vivo, si scansa la persona amata, si evita di parlarle e soprattutto di esprimerle anche in modo indiretto l'affetto che le si porta. Così a poco a poco la passione si smorza.

b) Anzi, trattandosi specialmente di passione di godimento, bisogna sforzarsi di dimenticare l'oggetto di questa passione.
Per riuscirvi: 1) Si applica fortemente la fantasia e la mente a qualsiasi occupazione onesta che possa distrarci dall'oggetto amato; si cerca di immergersi nello studio, nella soluzione di un problema, nel gioco, in passeggiate con compagni, in conversazioni,
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ecc. 2) Quando si incomincia a sentire un poco di calma, si ricorre a considerazioni di ordine morale che armino la volontà contro gli allettamenti del piacere: considerazioni naturali, come gli inconvenienti, per il presente e per l'avvenire, di una pericolosa intimità, di un'amicizia troppo sensibile; ma principalmente a considerazioni d'ordine soprannaturale, come l'impossibilità di avanzare nella perfezione finché si serbano attacchi, il pericolo di dannarsi, lo scandalo che si può dare, ecc.
Se si tratta di passioni combattive, come la collera, l'odio, si fugge un momento per diminuire la passione, ma poi si può spesso prendere l'offensiva, porsi di fronte alla difficoltà, convincersi con la ragione e specialmente con la fede che l'abbandonarsi alla collera e all'odio è indegno d'un uomo e di un cristiano; che il restar calmi e padroni di sé è la più nobile e la più onorevole cosa e la più conforme al Vangelo.

c) Si cercherà di fare atti positivi contrari alla passione.
Chi prova antipatia per una persona, la tratterà come se ne volesse guadagnar la simpatia, si studierà di renderle servizio, di essere gentile con lei, e soprattutto di pregare per lei; nulla addolcisce il cuore quanto la sincera preghiera pel nemico. Chi
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sente invece eccessiva affezione per una persona, ne schivi la compagnia,o, se non può, le dimostri quella fredda cortesia, quella specie di indifferenza che si ha per la comune degli uomini.
Questi atti contrari finiscono con l'affievolire e dileguare la passione, massime se si sanno coltivare le passioni buone.

IN CHE MODO VOLGERE LE PASSIONI
AL BENE


Abbiamo detto che le passioni non sono in sé cattive; onde possono essere volte al bene, tutte senza eccezione.

a) L'amore e la gioia si possono volgere ai puri e legittimi affetti della famiglia, a buone e soprannaturali amicizie, ma soprattutto a Nostro Signore che è il più tenero, il più generoso, il più devoto degli amici. A lui dunque conviene volgere il cuore, leggendo, meditando e mettendo in pratica quei due bei capitoli dell'Imitazione, che rapirono e rapiscono ancora tante anime: De amore Jesu super omnia, De familiari amicitia Jesu.

b) L'odio e l'avversione si volgono al peccato, al vizio, ed a tutto ciò che vi conduce, per detestarlo e fuggirlo: "Iniquitatem odio habui".
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c) Il desiderio si trasforma in legittima ambizione, nella naturale ambizione d'onorar la famiglia e la patria nell'ambizione soprannaturale di diventar santo ed apostolo

d) La tristezza, in cambio di degenerare in malinconia, passa in dolce rassegnazione dinanzi alle prove che sono per il cristiano seme di gloria; oppure in tenera compassione a Gesù paziente ed offeso o alle anime afflitte.

e) L'umana speranza diventa speranza cristiana, incrollabile confidenza in Dio, che moltiplica le forze per il bene.

f) La disperazione si trasforma in giusta diffidenza di sé, fondata sulla propria impotenza e sui propri peccati, ma temperata dalla confidenza in Dio.

g) Il timore, invece di essere deprimente sentimento che fiacca l'anima, è pel cristiano fonte di energia: teme il peccato e l'inferno, santo timore che lo arma di coraggio contro il male; teme soprattutto Dio, premuroso di non offenderlo, e sprezza l'umano rispetto.

h) La collera, in cambio di toglierci la padronanza di noi stessi, si fa giusto e santo
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sdegno che ci rende più forti contro il male.

i) L'audacia, diventa intrepidezza di fronte alle difficoltà ed ai pericoli; quanto più una cosa è difficile, tanto più ci par degna dei nostri sforzi.

l) Il desiderio di grandezza si trasforma nell'impegno di essere vicini sempre più a Dio, il solo grande! Vivere secondo Dio è l'unica vera grandezza.
Il desiderio di essere stimati si trasforma nell'ambizione di piacere a Dio, giudice infallibile ed eterno.

m) L'orgoglio si trasforma in obbedienza che porta la sicurezza di indovinare sempre.

n) L'avarizia nel desiderio delle vere, eterne, soprannaturali ricchezze.

o) La sensualità in una intimità crescente con Maria nostra Madre e con Gesù Ostia, ed in amore ardente per le anime.

Per giungere a tanto non c'è di meglio della meditazione, accompagnata da pii affetti, da generose risoluzioni. Colla meditazione uno si forma un ideale e profonde convinzioni per accostarvisi ogni giorno più. Si tratta infatti di eccitare e nutrire nell'anima idee e sentimenti conformi alle
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virtù che si vogliono praticare, e allontanare invece immagini e impressioni conformi ai vizi che si vogliono evitare. Ora nulla di meglio a questo santo fine che meditare ogni giorno nel modo indicato dalle nostre Costituzioni in questo intimo colloquio con Dio, bontà infinita e infinita verità. La virtù diventa ogni giorno più amabile, il vizio ogni giorno più odioso, e la volontà, rinvigorita da queste convinzioni, volge al bene le passioni in cambio di lasciarsene trascinare al male.

IN CHE MODO MODERARE
LE PASSIONI


a) Anche quando le passioni sono volte al bene, bisogna saperle moderare, assoggettandole alla direzione della ragione e della volontà, guidate dalla fede e dalla grazia. Altrimenti andrebbero talora ad eccessi essendo per natura troppo impetuose.
Così il desiderio di pregare con fervore può diventare tensione di mente; l'amore a Gesù può riuscire a sforzi di sensibilità che logorano l'anima e il corpo; lo zelo intempestivo diviene strapazzo, lo sdegno passa in collera, e l'allegrezza degenera in dissipazione. A questi eccessi siamo esposti oggi specialmente che la febbrile attività diviene contagiosa. Ora questi moti ardenti,
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anche quando sono rivolti al bene, stancano e logorano l'anima e il corpo; e poi non possono durare a lungo, nihil violentum durat; eppure ciò che più giova è la continuità nello sforzo.

b) Bisogna quindi sottoporsi a un savio direttore che regoli la nostra operosità e seguirne i consigli.
Abitualmente nel coltivare i desideri e passioni conviene usare una certa moderazione, una dolce tranquillità, schivando la costante tensione; si ricordi il proverbio: chi va piano va sano e va lontano, e si bandisca quindi l'eccessiva premura che logora le forze; la povera macchina umana non può stare costantemente sotto pressione, altrimenti scoppia.
Prima di un grande sforzo, o dopo un considerevole dispendio di energia, prudenza vuole che si interponga una certa calma, un certo riposo alle ambizioni anche più legittime, allo zelo anche più ardente e più puro. Ce ne ha dato l'esempio Nostro Signore stesso, con l'invitare di tanto in tanto i discepoli al riposo: "Venite seorsum in desertum locum et requiescite pusillum" (Mc 6,31).
Dirette così e moderate, le passioni non solo non saranno ostacolo alla perfezione, ma riusciranno anzi efficaci per accostarvici
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ogni giorno più, e la vittoria riportatane ci aiuterà a disciplinar meglio le facoltà superiori.

(Da un ritiro mensile del Primo Maestro)

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Per vincere la passione predominante:

Cuore Divino di Gesù, voi avete detto: In verità, in verità vi dico: tutto quello che voi chiederete al Padre in nome mio, Egli ve lo darà: ebbene in nome vostro, io chiedo la vittoria sul mio difetto predominante (un momento di pausa). Esauditemi, o Gesù.

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Vi benedico, o Gesù, per la grande misericordia concessa a San Paolo, nel mutarlo da fiero persecutore in ardente Apostolo della Chiesa; e voi, o grande Santo, ottenetemi da Gesù e da Maria Santissima, un cuore docile alla grazia ed una completa conversione dal mio difetto principale.
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