167.
ZELO DI GESÙ - VIII
«Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati» (Is 25,6).
1° Gesù esercitò lo zelo in varie forme: con l’esempio, la preghiera, la sofferenza, la parola, i Sacramenti, la conversazione privata, la Scrittura.
L’esempio. La vita di Gesù fu una tacita, ma continua esortazione alla santità. Il suo esempio era vero apostolato: Egli se lo era prefisso. Del resto il buon esempio è sempre apostolato. Gesù disse a tutti i suoi seguaci: «Vedano le buone vostre opere e glorifichino il Padre vostro celeste» (Mt 5,16). Prefiggersi di dare buon esempio non è un’ambizione vana: è un dovere. Si vive in società e tutti, ma particolarmente chi, in qualche maniera, è superiore, fosse pure solo di età, vi è più tenuto. E S. Paolo lo dichiara: «Imitate me come io imito Cristo» (1Cor 4,16).233
All’ultima cena Gesù lavò i piedi ai discepoli; poi concluse: Sapete che cosa vi ho fatto? Gesù voleva far notare il fine della lavanda dei piedi; non l’atto che era evidente per se stesso: «Vi ho dato l’esempio affinché come ho fatto io facciate anche voi» (Gv 13,15). Ugualmente: | quanto Gesù fece dalla nascita alla morte aveva per fine di istruirci ed incoraggiarci: «Imparate da me» (Mt 11,29).
2° La preghiera. Quest’apostolato Gesù lo esercitò per trentatré anni; morì pregando; perpetua la sua preghiera in cielo e nell’Eucaristia. La sua preghiera era apostolica: mirava alla salvezza delle anime. Egli pregò prima di eleggere gli Apostoli; prima di compiere i più grandi prodigi; pregò perché la fede di Pietro non venisse meno; perché i crocifissori fossero perdonati.
Nell’orazione dopo l’ultima cena, egli pregò per gli Apostoli, per la Chiesa, per quanti crederanno in lui: «Santificali (Gv 17,17), guardali dal male (Gv 17,15)..., che siano una cosa sola» (Gv 17,21). L’orazione domenicale234 ci insegna a pregare in plurale, per tutti. Possiamo esercitare l’apostolato della preghiera privatamente oppure socialmente entrando nell’organizzazione apposita.
3° La sofferenza. Gesù è pure l’apostolo del dolore, del sangue, del sacrificio. Mirò sempre alla salvezza delle anime nelle fatiche, nei dolori, nella passione: «per la vita del mondo».235 E senza l’effusione del sangue non si compie la Redenzione.236 Nel Credo professiamo: «Per noi uomini e per la nostra salute discese dal cielo, si incarnò per opera dello Spirito Santo,... fu crocifisso, morto e sepolto». S. Paolo dichiara che al primo apparire nel mondo Gesù si offrì | vittima in sostituzione delle insufficienti vittime dell’Antico Testamento; «Ecco, vengo... per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10,9). Ed in questa oblazione siamo stati tutti salvati.
Esame. – Conosco bene gli apostolati della preghiera? dell’esempio? della sofferenza? Li esercito? con le mire e le disposizioni di Gesù Maestro?
Proposito. – Considererò che il Signore mi ha dato molti mezzi e molte vie per compiere la redenzione degli uomini. Di tutto dovrò rendere conto a Dio.
Preghiera. – Vi contemplo, o Gesù Maestro, nella santità della vostra vita, nelle indicibili vostre sofferenze, lassù in cielo «semper vivens ad interpellandum pro nobis».237 Quante industrie di carità, quanti gemiti, quante angosce per noi e per la nostra salute! «Vedendo la città pianse su di essa».238 Datemi, o Signore, la grazia di possedere i vostri sentimenti; di partecipare al vostro apostolato della preghiera, dell’esempio, della sofferenza. Che io salvi almeno qualche anima.
167