Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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104.
CARITÀ - II

«Per questo l’amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo» (1Gv 4,17-19).

1° L’amor di Dio è dono del Signore; progredisce per mezzo della preghiera e degli atti di carità. La prima infusione si ha nel battesimo; e si perde per il peccato.
Si incomincia con l’allontanarsi dal peccato: è amore penitente. Chi detesta l’offesa di Dio, ne schiva le occasioni, si confessa, prega per vincere le tentazioni, si trova già nella via della carità; e quanto piange il suo peccato altrettanto si avvicina a Dio. I sentimenti di umiltà e di contrizione sono un vero principio di amore che, per la divina bontà può, anche presto, trasformarsi in amore perfetto. Dice S. Francesco di Sales: «L’amore imperfetto desidera Dio, lo invoca; la penitenza lo cerca e lo trova; l’amore perfetto lo tiene e lo stringe».
Segue l’amore di conformità: quando si osservano i comandamenti e i doveri di stato, si accettano le prove della vita. Quindi l’amore riconoscente, che ci fa considerare come il Signore abbia perdonato le nostre ingratitudini, continui a beneficarci e ci chiami ancora ad alto grado di santità. S. Pietro è un esempio incoraggiante.

2° Si progredisce con l’amore di compiacenza, di benevolenza, di concupiscenza.31
L’anima si compiace di tutti gli attributi divini, della gloria infinita che egli ha in Se | stesso, si compiace che Dio sia Dio. L’anima gode dei beni che sono in Dio. Ed in quest’amore, se è meditativa, progredisce: «Nel silenzio e nella quiete progredisce l’anima devota».
L’anima vuol bene a Dio, desiderandogli quella maggior gloria esterna che egli ancora non ha. Vogliamo che egli riceva, prima da noi, poi da ogni creatura la maggior gloria. Quindi la SS. Vergine cantava: «Magnificat anima mea Dominum» (Lc 1,46). Anzi con la Chiesa gli desideriamo quella gloria stessa eterna ed infinita che le Divine Persone si danno vicendevolmente: «Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo; come era in principio, ed ora, e sempre, e nei secoli dei secoli».
L’amore di concupiscenza è un vivo desiderio di stare con Dio: sulla terra di unirsi a Gesù-Ostia nell’adorazione, nella S. Messa e nella Comunione; e nell’eternità di abitare per sempre nella casa del Padre Celeste.

3° L’amore diviene perfetto, per quanto si può sulla terra, mediante l’amicizia. Essa include la reciprocità ed il mutuo donarsi. Dio ama da l’eternità ogni cuore che lo ama; egli comunica i suoi tesori e riceve da l’anima lodi e adorazioni; continuamente parla, attrae, conforta, mentre è cercato, sentito, corrisposto. S. Francesco di Sales dice: «Questa amicizia non è una amicizia semplice, ma amicizia di predilezione con cui facciamo scelta di Dio per amarlo di particolare amore».

Esame. –
Conosco il cammino o la scala della carità? Ho cominciato a salirla? Sono costante nell’ascesa? Aspiro alla carità eterna?

Proposito
. – Cercherò ogni giorno di salire uno scalino su questa mistica scala che poggia sulla terra e mette capo in cielo.

Preghiera. – Signore, infondete in me una carità simile all’amore che voi avete per me. Che io vi ami come voi mi amate, o Dio di carità. Il vostro è amore perpetuo: «Ti ho amato di un amore eterno»;32 è amore disinteressato, poiché mi amate solo per beneficarmi; è amore generoso, poiché vi date a me interamente; è amore preveniente, giacché mi avete amato prima che io potessi capire il vostro amore. Comprendo il vostro cuore: «La mia delizia è stare con i figli degli uomini».33 Che io vi ami di amore continuo, puro, generoso, progressivo.
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31 “Amore di concupiscenza”. Il termine concupiscenza di per sé indica un desiderio vivo e ardente. Tale desiderio è buono o cattivo a seconda dell’oggetto desiderato. Quando è orientato verso il bene, o addirittura verso Dio, come nel caso presente, è buono e santo (concupiscenza santa); quando è orientato verso il male diviene cattivo. Nella teologia cattolica è definita concupiscenza la brama di possesso e la debolezza intrinseca della natura umana che porta l’uomo a commettere il peccato. In senso positivo, può esprimersi con il termine greco eros, che rappresenta il desiderio possessivo contrapposto all’agape, l’amore oblativo (cf l’enciclica Deus caritas est di Benedetto XVI).

32 Ger 31,3.

33 Pr 8,31. – Notevole in proposito l’affermazione di papa Benedetto XVI: che l’amore di Dio per l’essere umano ha il carattere non solo dell’agape, ma anche dell’eros (cf Messaggio per la Quaresima 2007).