131.
MORTIFICAZIONE - V
«Figli, ascoltate l’educazione della bocca, chi l’osserva non si perderà. Il peccatore è vittima delle proprie labbra, il maldicente e il superbo vi trovano inciampo» (Sir 23,7-8).
1° La mortificazione si estende agli occhi, all’udito, alla lingua, al gusto, al tatto, all’odorato. L’occhio sia disciplinato: usato, cioè, in quello che è buono, e ritirando gli sguardi da ciò che è pericoloso. Gli occhi sono le finestre dell’anima e attraverso ad esse può entrare la virtù o il peccato. Dice lo Spirito Santo: «C’è tra le cose create qualcosa di più insidioso dell’occhio?»120 (Sir 31,13).
Dice Gesù Cristo: «Se il tuo occhio ti scandalizza, strappalo e gettalo lontano. È meglio entrare in paradiso con un occhio solo che andare all’inferno con due» (Mt 18,9). Eva, dietro il suggerimento del demonio, guardò il frutto proibito: «Bello agli occhi, dilettoso all’aspetto» (Gen 3,6) e cadde. Davide cadde perché in un giorno di riposo si fermò ad osservare una persona per lui pericolosa.
Nei salmi si prega il Signore: «Distogli i miei occhi dal vedere la vanità» (Sal 119/118,37).
Molti credono di poter vedere tutto... ma poi non è più in loro potere arrestare i pensieri ed i sentimenti: quindi rovinose cadute. Vi sono anche sguardi gravemente colpevoli: «Virginem ne conspicies, ne forte scandalizaris in decore illius»121 (Sir 9,5).
Buon uso degli occhi: Un pio giovanetto, invitato ad osservare mondanità pericolose, | dichiarò: Io voglio riservare i miei occhi a contemplare Maria in cielo.
Gli occhi ci servono per tanti buoni usi nella vita quotidiana, nello studio, nel lavoro, nel camminare, nelle relazioni sociali. S. Giovanni Berckmans neppure per i rumori improvvisi volgeva precipitosamente lo sguardo. S. Luigi, dopo un tempo notevole che era alla corte di Spagna, non conosceva la imperatrice se non al suono della voce. S. Luciano aveva tanta modestia, che, osservandolo, i pagani si convertivano.
2° La gola è senso difficile a disciplinare. Si deve mangiare non per il gusto, ma per mantenerci nel servizio di Dio, come si alimenta la lampada del SS. Sacramento con aggiunta frequente di olio.
Si mortifica il gusto astenendosi da qualcosa che piace, in primo luogo. Per esempio: non mangiare fuori pasto, non mangiare eccessivamente; guardarsi dai liquori e dai vini molto alcoolici che inebriano l’intelligenza; osservare i digiuni od almeno le astinenze della Chiesa; fare sempre una piccola mortificazione, fosse pure di un solo boccone. Si mortifica prendendo qualcosa che dispiace: per esempio, le medicine; oppure quei cibi che fanno bene quantunque non siano di proprio gusto.
Il piacere non è vietato; però è mezzo, non fine. S. Girolamo digiunava per capire i difficili passi della Scrittura. S. Vincenzo de’ Paoli diceva che la mortificazione della gola è l’A-B-C | della perfezione. L’Imitazione di Gesù Cristo insegna: «Frena la gola; e ti sarà facile frenare pure le altre inclinazioni della carne».122
Esame. – Ho ben chiaro il concetto della disciplina degli occhi e della gola? So frenare questi sensi? Prego il Signore a custodirmi?
Proposito. – «Frena la gola»; «Ho fatto un patto con i miei occhi per potere, in tal modo, allontanare anche il pensiero di persone estranee».
Preghiera. – «Guarda, o Signore, con misericordia la tua famiglia: affinché per tua bontà sia regolata nel corpo e per grazia tua custodita nell’anima». «Infondi benignamente, o Signore, la tua grazia nei nostri cuori: affinché come ci asteniamo da cibi troppo abbondanti, così pure mortifichiamo gli altri sensi da quanto è nocivo allo spirito».
131