Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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55.
IL PECCATO MORTALE - I

«Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il proprietario e l’asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende. Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro» (Is 1,2-4).

1° È la volontaria trasgressione di una legge divina in materia grave. Può essere commesso: con la mente, quando deliberatamente uno trattiene e si compiace di pensieri contro la carità, la purezza o altre virtù. «I cattivi pensieri sono l’abominazione del Signore» (Pr 15,26).
Col sentimento, quando si desiderano cose cattive, ci si compiace di peccati passati. «Chiunque avrà guardato una donna per concupiscenza, nel suo cuore ha già commesso adulterio su di lei» (Mt 5,28). «Diventarono abominevoli come le cose da loro amate» (Os 9,10).
Con le parole: quando viene offesa gravemente una virtù cristiana, per es. la fede, la carità, la purezza, l’obbedienza con espressioni, discorsi, canzoni, calunnie, bestemmie, ecc.
Con le opere esterne, come la vendetta, la superstizione, il furto.
Con le omissioni, allorché si trascura di eseguire un precetto, come la Messa festiva, la correzione e l’istruzione dei figli, ed in generale gli obblighi del proprio stato.

2° Il peccato mortale è:
Una vera ingratitudine verso Dio, suo137 benefattore. Egli tutto ci ha dato: la mente, il corpo, la lingua; il peccatore si serve del dono stesso per offendere il suo Creatore.
È una ribellione a Dio creatore, padrone, padre. Il Signore ha dato la sua legge; ma il peccatore grida il suo: «Non serviam: non obbedisco».138
È una stoltezza; poiché solo in Dio e nella sua volontà l’uomo può trovare pace, benedizioni, salvezza. Il peccatore si condanna ad una vita di rimorsi, a molti castighi e specialmente all’eterna dannazione. «Egli odia l’empietà e l’empio assieme» (Sap 14,9).

3° Ecco, o mio Dio, ai vostri piedi l’ingrato, il ribelle, lo stolto che follemente tante volte vi ha insultato. Sono qui per invocare pietà e perdono. Voi avete detto: «Alzerà a me la voce ed io lo esaudirò. Mi invocherà ed io lo esaudirò» (Sal 91/90,15).

Esame. –
Posso peccare gravemente contro ognuno dei comandamenti: Ho mancato sul primo? sul secondo? sul terzo? ecc.

Proposito. –
Chiederò sempre una cognizione esatta del peccato e cercherò di istruirmi sulla natura e le conseguenze di esso.

Preghiera. – Signore, mi avete aspettato a penitenza, non mi avete castigato mentre stavo in peccato. Io benedirò in eterno la vostra | misericordia. Ma vi supplico con le lagrime agli occhi: non permettete che ancora io pecchi! Tuus sum ego, salvum me fac: sono vostro, o Signore, salvatemi. Salvatemi per virtù della croce, per il vostro sacratissimo Cuore. Vergine SS., per i dolori da voi sofferti sul Calvario, ottenetemi la grazia di preferire la morte a qualunque peccato.
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137 Meglio: “nostro” benefattore (come è stato corretto nell’edizione successiva).

138 Espressione attribuita a Lucifero (cf Ger 2,20).