Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

246.
LA PENITENZA - III

«Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo» (At 2,38).

1° La penitenza come virtù è una disposizione che ci inclina ad un continuo rinnovamento | della nostra vita. L’uomo, riflettendo su se stesso, si trova difettoso, peccatore, imperfetto; si riprende, si alza, concepisce un alto ideale di perfezione, e si rimette al lavoro.
Due elementi entrano in questa vita soprannaturale e morale: detestazione del peccato commesso, perché offesa di Dio; e proposito di soddisfare e correggere. Giobbe diceva: «Ho parlato da stolto; perciò mi dolgo e faccio penitenza» (Gb 42,3-6). Ezechiele avverte: «Convertitevi e fate penitenza di tutte le vostre iniquità... e formatevi un cuore nuovo ed uno spirito nuovo» (Ez 18,30).
Abbraccia perciò tutto l’uomo: la mente, perché importa un cambiamento di pensiero; la volontà, poiché si tratta di far ciò che prima si è lasciato e di lasciare ciò che prima si è fatto; il cuore, che cercherà Dio, a cui prima si sono voltate le spalle, e si detesteranno quelle soddisfazioni e creature che prima si sono cercate.

2° È virtù preziosissima e necessaria. La vita nostra dev’essere un continuo rinnovamento, una continua conversione, una continua risurrezione. A questo scopo ci è concesso il tempo per progredire nella santità, nei meriti, nelle virtù; finché arriveremo alla nostra pienezza, secondo i disegni di Dio su di noi. Ciò esige che conosciamo quanto ancora ci manca, onde possiamo desiderarlo; che conosciamo i peccati ed i difetti, per detestarli ed emendarli. Inoltre: che ci eccitiamo ad un sincero dolore; specialmente | se i nostri peccati contengono vera malizia. Ed ancora: il proposito ed il desiderio fermo di maggior santità, e di migliorare la vita. Ogni giorno diciamo: «Convertici, o Dio, Salvatore nostro» (Sal 85/84,5).
Ogni mattina, chi vuol rinnovarsi fa l’esame preventivo. Esso consiste nel prevedere le occasioni di bene e di male che ci aspettano nella giornata. Pensando ai giorni precedenti, alle tentazioni, alle difficoltà interne ed esterne, ai peccati, alle opere buone, è facile prevedere quanto ci aspetta nella giornata. Si prega, si dispone l’animo e si fanno buoni propositi per santificarla. Questo è praticare il divino avviso: «Vigilate e pregate» (Mc 14,38). Questo è pure praticare una saggia prudenza degli uomini spirituali.

3° Signore, io riconosco la mia fragilità, i miei peccati, i miei moltissimi difetti. Tutto questo forma il mio uomo vecchio, di cui devo spogliarmi. Ammiro in voi l’altissimo ideale della perfezione: l’uomo nuovo e santo; che devo rivestire con un lavoro quotidiano di buona volontà e di preghiera. Misericordia, o Gesù mio, di questo povero, misero peccatore.

Esame. –
Lavoro per conoscere me stesso? Faccio l’esame preventivo quotidiano? Come lo concludo? Quale frutto ricavo?

Proposito. –
Dedicherò ogni mattina qualche spazio di tempo all’esame preventivo.

Preghiera. – Illuminatemi, o Signore, a | conoscere quello che mi manca. Quale distanza tra me e voi! Mi pare quasi di commettere un paragone sacrilego al solo pensarvi. Eppure io devo studiare voi, divino e perfetto modello, e sforzarmi di imitarvi! Voi, Gesù, siete la Via, la Verità e la Vita: dunque illuminatemi, guidatemi, soccorretemi.
246