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ANNO LITURGICO - III
«Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello» (Ap 7,9-10).
1° Il culto dei Santi è il terzo ciclo nel corso dell’anno liturgico: dopo il domenicale ed il mariale.
Celebriamo gli Angeli, fra i quali specialmente S. Michele, S. Gabriele, S. Raffaele, e quelli destinati a nostra custodia.
Celebriamo S. Giuseppe, S. Giovanni Battista, S. Anna e S. Gioacchino conforme all’ufficio, più o meno intimo, che ebbero con l’Incarnazione del Verbo. Seguono: S. Pietro e S. Paolo, e tutti gli altri Apostoli ed Evangelisti. Poi vengono i Martiri: da S. Stefano sino ai più recentemente canonizzati, vittime del furore antireligioso o di altre passioni, come la Beata Goretti.106 Molti Confessori: Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e laici; molte Vergini; e tutti i Santi (1° novembre).
2° Tre sono i motivi per celebrarli. Onoriamo in essi il Redentore, che li conquistò dall’inferno e dal potere delle tenebre, ornandoli di grazia e di tante meravigliose virtù, privilegi, prodigi. Lodiamo Dio nei Santi e coi Santi.
La imitazione delle virtù è il secondo fine: in quanto essi hanno imitato il Divino Maestro. In alcuni rifulse lo zelo dell’apostolato, in altri una fortezza e pazienza eroica, la virtù quotidiana nel compiere i propri doveri, la verginale purezza, la fede sincera, la carità verso Dio e verso il prossimo. La Liturgia li pone davanti a noi perché «mentre godiamo dei loro meriti siamo eccitati | al bene dal loro esempio». È necessario «conservare l’innocenza nella semplicità, la concordia nella carità, la modestia nell’umiltà, la diligenza nel governo, la vigilanza nell’aiutare chi soffre, la misericordia nel curare i poveri, la costanza nel difendere la verità, la giustizia nella severità della disciplina... Queste sono le orme che hanno lasciate sulla terra prima di partire per la patria». Imitiamo, dunque, le virtù di coloro che onoriamo nelle immagini e nelle reliquie.
3° Inoltre: «Intendiamo invocare questi amici di Dio che sono potenti presso di lui. Vogliamo essere soccorsi dalle preghiere di coloro che lodiamo su la terra».
Esame. – Conosco alquanto il Santorale? Almeno leggo o sento volentieri le vite dei Santi? Sono divoto ed imitatore almeno degli speciali miei protettori?
Proposito. – Dirò spesso: «Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis».107
Preghiera. – O Signore Gesù, che mostrate nel corteo dei Santi che vi circondano, la vostra misericordiosa e copiosa redenzione, concedetemi la grazia di conoscerli, imitarli ed esserne divoto. Nei loro esempi io conosco come posso praticare il vostro Vangelo e le vostre divine virtù. Per i vostri ed i loro meriti soccorrete alla mia miseria: affinché, nonostante tante mie infedeltà, possa arrivare anch’io alla loro celeste beatitudine.
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