Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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153.
VITA DI NAZARETH - IV

«Egli rispose loro: Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca» (Mt 19,11-12).

1° Contempliamo a Nazaret tre gigli: Gesù, il giglio più alto, profumato, candido; Maria, | Vergine delle vergini e madre purissima; Giuseppe, vergine e custode dei primi due gigli.
Il Verbo si fece carne (Gv 1,14): cioè si umanizzò: perciò Dio gli formò anche un corpo, frutto di verginità e modello dei vergini. Esso viene ora adorato nell’Eucaristia ed è glorificato in cielo, alla destra del Padre.
Tutte le energie spirituali e corporali di Gesù, tutti gli affetti, tutto il cuore erano per il Padre e per le anime.
Egli, amico dei vergini, per trent’anni visse nell’intimità con vergini.
Si scelse il precursore, lo volle vergine: San Giovanni Battista uomo austero, dedito ai digiuni, alle penitenze ed alla preghiera.

2° Nella vita pubblica elesse dodici come intimi familiari, destinati ad evangelizzare il mondo: li chiamò apostoli (Lc 6,13). Tra essi il preferito era Giovanni, perché vergine. La Chiesa dice di lui: Gesù lo amava, perché una singolare prerogativa di castità l’aveva fatto degno di più largo amore; perché fu eletto vergine e tale rimase per tutta la vita. Ed il Salvatore morente dalla croce a questo vergine affidò la vergine sua Madre. Gli altri apostoli furono scelti fra quelli che erano liberi da legami terreni, oppure furono generosi nel romperli per darsi a lui liberi di ogni legame: per questo furono preferiti.
Se si vuole entrare nella famiglia spirituale di Gesù, occorre essere vergini od almeno puri: di purezza conservata o riparata.190

3° Gesù non si trovava nelle nostre infelici condizioni. Noi siamo tormentati dalla ribellione dei sensi, dalle lusinghe del mondo. Gesù aveva le passioni perfettamente soggette allo spirito; la sua anima era consumata nella carità per effetto della continua visione beatifica; la sua mente sempre fissa in Dio, non soggetta ad errare. Non aveva da temere le cadute. Tuttavia egli, a nostro esempio, adoperò i mezzi che poi raccomandò a noi: fuga dei pericoli, mortificazione dei sensi, preghiera assidua. Viveva ritirato nella sua casetta durante la vita privata; sempre occupato, costante nella preghiera, mortificato in ogni senso, dedito alla fatica. «Fin dalla giovinezza sono stato povero e dedito al lavoro»191 (Sal 88/87,16).
Esempio per noi: la rivolta della carne è la grande concupiscenza; ogni giorno, ogni ora, possiamo essere travolti.

Esame. –
Vigiliamo? ci mortifichiamo? evitiamo i pericoli? E soprattutto: preghiamo assiduamente?

Proposito. –
Contemplerò spesso Gesù, grande e profumato giglio: posto fra i due gigli, Maria e Giuseppe.

Preghiera. – Purifica, o Signore, col fuoco dello Spirito Santo il nostro cuore, affinché ti serviamo con casto corpo e ti siamo graditi per la nostra purezza. Spezza le catene dei nostri peccati, perché ti possiamo amare con | crescente carità. Tu che sei nostro aiuto e nostro protettore, soccorrici; e fioriscano il nostro cuore e la nostra carne per vigore di purezza e rinnovamento di castità.
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190 Nel gennaio 1950, in occasione dell’anno santo, Don Alberione inviterà a vivere un “anno di innocenza” con questo medesimo concetto: «Innocenza o conservata o riacquistata, e poi difesa e mantenuta con tenacia pia» (San Paolo, genn. 1950).

191 Secondo la Vulgata. La Bibbia CEI legge: «Sono infelice e morente dall’infanzia, sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori».