Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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341.
I DUE DEBITORI210

«Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi» (Col 3,12-13).

1° Ogni cristiano deve perdonare di tutto cuore agli offensori, se vuole a sua volta esser perdonato da Dio. Le offese ricevute sono ben poca cosa in confronto della gravità dei nostri peccati.
Leggiamo nel Vangelo di oggi: «In quel tempo Gesù disse ai discepoli questa parabola: Il Regno dei cieli è simile ad un re il quale volle fare i conti con i suoi servi. Ed avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. E siccome egli non aveva da pagare, il padrone comandò che fosse venduto lui e la moglie e quanto aveva, e si saldasse il debito. Ma il servo, gettatoglisi ai piedi, lo scongiurava con dire: Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto. E il padrone, mosso a compassione di quel servo, lo lasciò andare condonandogli il debito. Ma, uscito di lì, quel servo trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e presolo per la gola lo strangolava dicendo: Paga quanto mi devi. E il conservo gettatoglisi ai piedi, si raccomandava dicendo: Abbi pazienza con me e ti soddisferò tutto. Ma costui non volle, anzi andò a farlo mettere in prigione fino a che non avesse pagato. Ora i conservi vedendo quel che accadeva, grandemente contristati, andarono a riferirlo al padrone. Allora il padrone chiamò quel servitore e gli disse: Servo iniquo, io ti ho | condonato tutto quel debito, perché ti raccomandasti, e non dovevi anche tu aver pietà d’un tuo conservo, come io l’ho avuta di te? E sdegnato lo consegnò ai manigoldi fino a che non avesse pagato tutto il debito. Così anche il Padre mio farà a voi, se di cuore ognun di voi non perdona al proprio fratello» (Mt 18,23-33).

2° Dice S. Girolamo: «Mostrarci implacabili per una ingiuria ricevuta e rifiutare il perdono per una parola amara non è forse giudicare noi stessi degni del castigo? Dio ci tratterà secondo le intime disposizioni del nostro cuore; se non perdoniamo non saremo perdonati. Egli è giudice e non si contenta di un perdono esteriore, vuole un perdono di tutto cuore». Dio perdonerà a noi nella misura che perdoniamo al prossimo: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). «Perdonate e sarete perdonati» (Lc 6,37). «Fate del bene e pregate per quelli che vi fanno del male o vi perseguitano». «Io vi dico: amate i vostri nemici» (Mt 5,44).
Cristo venne calunniato, condannato, crocifisso. Ma appena fu elevato sull’altare della croce, prima di tutto, volle pregare per i suoi nemici: «Padre, perdona loro; perché non sanno quello che fanno».
I nostri peccati sono le offese fatte da una misera creatura a un Dio d’infinita grandezza e nostro Creatore. Rivestono, perciò, una malizia, temerità, audacia incredibile; mentre i dispiaceri che riceviamo sono fatti da uomini pari a noi.
Dolce cosa il perdono! dà pace anche alle anime nostre e porta una serena fiducia nella paterna bontà di Dio.

3° Gesù mio, Dio di bontà, che vi siete incarnato ed avete data la vita per l’uomo peccatore, fate il mio cuore conforme al vostro. Che io ami e cerchi il bene per chi mi ha disgustato. Sarò il primo a dar segni di perdono all’offensore, se voi mi aiutate con la vostra grazia.

Esame. –
Ho perdonato sempre? Non ho oggi alcun rancore, odio, invidia, desiderio di vendetta? Prego e faccio del bene a chi mi offende?

Proposito. –
Voglio perdonare di tutto cuore; come desidero che Gesù mi perdoni, non solo il peccato, ma anche la pena temporale e in vita e in purgatorio.

Preghiera. – Cuore di Gesù, vittima dei peccatori, anch’io voglio offrirmi ostia per i miei offensori. Salvateli, o Signore; che muoiano con voi riconciliati. Datemi grazia di non commettere mai ingiuria contro la fama, i beni, la persona del mio prossimo. Sempre e solo devo dolermi delle offese che si fanno alla vostra Divina Maestà; non dei minimi dispiaceri fatti a me. Voi, o mio Redentore Crocifisso, siete il mio modello, la mia speranza, il mio conforto.
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210 Titolo originale: “Domenica XXI dopo Pentecoste”.