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MORTIFICAZIONE - VII
«Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite e raddrizzate le vie storte per i vostri passi, perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore, vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio. Non spunti né cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infettati» (Eb 12,12-15).
1° La modestia è mortificazione continua e generale, specialmente riguardo al senso del tatto. Essa è «la virtù che modera i moti e le azioni del corpo affinché siano compiute decentemente ed onestamente, sia nelle cose serie, sia in quelle giocose». Regola tutto l’esteriore dell’uomo tanto in ciò che è sollievo, quanto in ciò che è occupazione seria. È un modo decoroso, | onesto e conveniente di far le cose: «C’è un limite nelle cose, vi sono termini stabiliti, al di qua e al di là dei quali non vi può essere il giusto»,125 dice Orazio. Virtù grande: «È ricca la modestia; è ricca presso Dio; presso il quale nessuno è ricco, è ricca perché è parte di Dio». È imitazione di Gesù Cristo che, secondo San Francesco, apparve modesto nella sua vita.126 Si mostra all’esterno, ma si radica nel profondo dell’anima. Per essa l’uomo compone tutta la sua vita rettamente; come chi vuol scrivere in perfetta calligrafia, parlare secondo le regole della grammatica e della sintassi.
2° Nel vestire e nella pulizia. San Francesco di Sales scrive: «Siate pulita, o Filotea, e nulla si veda in voi di sciatto o di male aggiustato... ma guardatevi bene dalle vanità, dalle affettazioni, dalle curiosità e dalle stranezze. Attenetevi, per quanto sarà possibile, alla semplicità ed alla modestia, che sono il più grande ornamento della bellezza ed il miglior palliativo della bruttezza...». S. Luigi dice che «ognuno deve vestirsi secondo il proprio stato, in modo che le persone savie e la gente per bene non possano dire: vi acconciate troppo; né i giovani possano osservare che vi acconciate troppo poco».
Nel comportamento. Il corpo, in generale, stia eretto; le gambe non incrociate, ma vicine; il gesto, la voce, il tratto moderati; il vestito ben messo. Vi è un modo conveniente al militare, un altro conveniente al sacerdote, un altro | per le donne. Vi è un comportamento adatto in chiesa, a letto, a passeggio, con i superiori, nel gioco, in scuola, all’officina, nei campi: tutto deve essere regolato secondo la modestia, che è anche buona creanza e galateo. «La vostra modestia127 sia nota a tutti» (Fil 4,5). Essa è una continua e utile predica.
3° Nello svestirsi e nel vestirsi, soli od in pubblico, vi è un contegno degno del cristiano.
Nell’esporre un proprio giudizio, nell’ascoltare chi parla, nel viaggiare, studiare, ricrearsi con altre persone occorre comportamento riguardoso e schietto. La storia riferisce di un imperatore che si esprimeva sempre così: «Se non sbaglio, a me parrebbe, prego considerare questo mio pensiero». Vi sono santi che comandavano pregando i loro dipendenti a far una cosa o l’altra.
Esame. – Ho considerato perché vi sono persone ben volute, cercate, desiderate? altre invece rifuggite? Ho un contegno regolato? Considero la modestia di Maria e di Gesù?
Proposito. – Voglio fare ogni giorno almeno alcuni atti di questa virtù.
Preghiera. – O Signore, ascoltateci nella vostra bontà; rendeteci virtuosi nello spirito e modesti nel nostro comportamento, perché possiamo essere riconosciuti simili al nostro Divino Modello Gesù. Il nostro comportamento esteriore non ha da essere un’ipocrisia, ed | un’affettazione, ma l’espressione di interiore umiltà, purezza, pietà, stima del prossimo; ma è necessario fare il bene anche davanti agli uomini onde essi vedano e glorifichino voi, o Padre Celeste. Ve lo chiediamo per il vostro Figliuolo Gesù Cristo che in tutto vi è piaciuto.
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