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L’ORAZIONE VITALE
«Io custodisco i tuoi insegnamenti e li amo sopra ogni cosa. Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti: davanti a te sono tutte le mie vie» (Sal 119/118,167-168).
1° L’orazione vitale è un’opera buona esplicitamente offerta a Dio per ottenere una grazia speciale. Può essere un’azione che è in se stessa preghiera: per esempio un pellegrinaggio, una processione; oppure un’azione comune che viene compiuta per ottenere una grazia, per es. la remissione dei peccati, la sanità; oppure quando si inizia un’opera di gloria di Dio contando sul suo aiuto per terminarla, per es. la costruzione di una chiesa, la raccolta di infelici come fecero | D. Bosco, il Cottolengo, S. Vincenzo de Paoli. Se un novizio compie bene i doveri del suo stato, fa tutta una serie di azioni vitali per meritare la professione.96 Se un padre di famiglia attende con impegno all’educazione dei figli per meritare da Dio che crescano bene, il suo lavoro è preghiera vitale.
2° Questa preghiera piace a Dio. Infatti gli reca più gloria che il pregare soltanto con lo spirito, o con lo spirito e la voce. È tutto l’uomo che supplica nella preghiera vitale; e con fatica maggiore; quindi con maggiore carità.
I santi Sacerdoti costantemente lavorarono per la conversione degli infedeli, per la conversione dei peccatori, per la perseveranza dei giusti, con il fine della gloria di Dio e la salvezza delle anime: e le loro fatiche furono benedette. S. Cipriano scrive: Il Signore, che nel giorno del giudizio premierà le opere buone e le elemosine, anche in questa vita esaudisce chi opera e prega. Così S. Raffaele guarì Tobia, che sempre pregava e sempre compiva opere di carità. S. Raffaele disse infatti a Tobia: Buona è la preghiera con il digiuno; così è meglio l’elemosina che accumulare denaro. Quando pregavi con lacrime e seppellivi morti e tralasciavi il pranzo e nascondevi di giorno in casa tua i cadaveri per seppellirli di notte, io presentavo al Signore la tua preghiera.
Chi fa il bene ascolta Dio; merita a sua volta di essere ascoltato da Dio. S. Giovanni Crisostomo esorta sempre i fedeli che alla preghiera | aggiungano qualche sacrifizio; e in particolare vuole che nelle famiglie vi sia un sacchettino in cui si mettano le offerte per i poveri, quando si vuol impegnare Dio a concedere qualche grazia.
3° «Non chiunque esclama: Signore, Signore, entrerà nel regno dei Cieli; ma colui che avrà fatta la volontà di Dio, sarà salvo» (Mt 7,21). Vi sono opere che specialmente hanno valore soddisfattorio ed ottengono il condono della pena meritata con i nostri peccati, come è il digiuno; altre specialmente hanno valore impetratorio ed ottengono grazie, come un pellegrinaggio; altre specialmente hanno valore meritorio, ed ottengono aumento di gloria, come un sacrificio di volontà o di cuore.
Esame. – La mia vita può diventare una preghiera: occorre però che siano buone le azioni, compiute in grazia e fatte per impetrare qualche grazia. Sono così le mie opere?
Proposito. – Intendo di compiere così almeno i doveri del mio stato, per ottenere in essi un risultato felice.
Preghiera. – (Serve per fissare bene le intenzioni) Alla Sacrosanta ed invisibile Trinità, all’Umanità di nostro Signor Gesù Cristo Crocifisso, alla feconda integrità della beatissima e gloriosissima sempre Vergine Maria, ed a tutti i Santi, sia sempre lode, onore, potenza e gloria da ogni creatura, ed a noi sia accordata la remissione dei peccati per i secoli infiniti. Così sia.
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