231.
L’EUCARESTIA - IV
«Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Perciò uscite di mezzo a loro e riparatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò, e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente» (2Cor 6,16-18).
1° È il Sacramento della presenza di Gesù Cristo in mezzo agli uomini, e della nostra nutrizione spirituale. Esso è il primo, non per ragione di necessità, ma per la sua eccellenza.
Contiene, infatti, non solo la grazia; ma anche l’Autore della grazia. Non vi è solo l’azione e la virtù di Gesù: ma vi è anche la sua reale | presenza. Egli viene personalmente, come personalmente vive in cielo; si sostituisce alla sostanza del pane e del vino; è il Figlio di Dio fatto uomo che viene in questa chiesa come stava un giorno nella grotta di Betlemme.
Inoltre, questo Sacramento, a differenza degli altri Sacramenti, è in stato permanente. Negli altri Sacramenti l’azione e la virtù di Gesù Cristo sono in atto transeunte, o in un solo istante: per es. mentre il Sacerdote dice: «Io ti assolvo»; qui invece, per il ministero sacerdotale, nella consacrazione, Gesù Cristo discende sull’altare; ma poi vi rimane. Vi rimane finché il Sacerdote avrà fatta la comunione; l’Eucaristia si conserva, e Gesù Cristo rimane tutto il giorno, tutta la notte, finché si conservano le Sacre Specie. Si rinnovano le Sacre Specie e Gesù ancora rimane in mezzo a noi «tutti i giorni, sino alla consumazione dei tempi» (Mt 28,20).
2° In terzo luogo questo Sacramento è la continuazione dell’Incarnazione. Fine dell’Incarnazione è l’unione di Dio con l’uomo: «Così Dio amò il mondo che ad esso diede il Figlio suo unigenito» (Gv 3,10); quest’amore si ha principalmente nell’Incarnazione, quando la natura umana e la natura divina vengono congiunte nell’unità di persona. Ma Gesù Cristo allarga e continua questa Incarnazione, volendosi unire, per quanto è possibile, ad ogni cristiano. Egli vuole stabilire la sua vita in ognuno di noi. Questa unione non sarà ipostatica o personale; ma sarà la più intima fra le unioni morali: avrà un nome | speciale perché unica, l’unione eucaristica di Gesù con l’uomo. Perciò Gesù dovendo ripartire dalla terra, risolse il problema di assentarsi e di rimanere: salendo al cielo alla destra del Padre; e istituendo la SS. Eucaristia: «Prendete e mangiate: questo è il mio corpo».
3° Gesù mio, qui sta il fine degli altri Sacramenti: l’unione eucaristica, cioè vera, reale, fisica con Gesù Cristo. Gli altri Sacramenti sono ordinati all’Eucaristia: o per prepararla con l’Ordine, o per riceverla come nel Battesimo e nella Penitenza. Alla Comunione, perciò, il mio amore; di tutto servirmi come di mezzo e di preparazione a ben riceverla.
Esame. – Quale stima ho dell’Eucaristia? Quale fede? Quale amore? Come mi preparo alla Comunione?
Proposito. – Voglio ravvivare la mia fede nella grande verità: ecco l’Emmanuele, Dio con noi.
Preghiera. – Ti adoro devotamente, o nascosta Divinità, che, sotto queste Specie, ti celi realmente: il mio cuore si assoggetta tutto a te, perché contemplandoti, si sente tutto venir meno.
Vista, tatto, gusto in te s’ingannano, ma sull’udito solo e sicuramente si crede: credo quanto ha detto il Figlio di Dio: nulla di più vero di questa parola di verità.
Sulla croce era nascosta la sola Divinità, ma | qui è insieme nascosta anche l’umanità, ma io credendo e professando l’una e l’altra, chiedo quanto chiese il ladrone pentito.41
231