62. «PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE» (Domenica IV di Avvento)
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 18 dicembre 19661
In principio del Vangelo si vuole indicare quale era l'anno. L'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, ecc., [la parola di Dio] si fece udire a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto, in quel tempo. Egli andò in tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di penitenza per la remissione dei peccati, come sta scritto nel libro dei discorsi del profeta Isaia: «Voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni valle sarà colmata, ogni monte, ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diventeranno diritte; le vie scabrose diventeranno piane. E ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!»2.
Questa è la predicazione di Giovanni Battista in preparazione al Messia. Quando era arrivato a 30 anni, Gesù, doveva incominciare la sua missione pubblica. E allora Giovanni andò in tutta la regione del Giordano predicando un battesimo di penitenza; non che sia un battesimo come il sacramento attuale, ma è un segno di penitenza, battesimo «per la remissione dei peccati, come sta scritto nel libro dei discorsi del profeta Isaia».
Le parole: «Voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore». La «voce di colui», cioè Giovanni Battista; «che grida nel deserto», dove Giovanni Battista stava tutto il suo tempo in penitenza, e allora chiedeva che anche gli altri, anche il popolo: «Preparate la via del Signore». E Giovanni Battista che ha fatto la preparazione a sé e al popolo.
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Che cosa insegnava? Primo: «raddrizzate i suoi sentieri». Che cosa vuol dire una strada o un sentiero che sia diritto? Sono le nostre coscienze, le nostre vie, cioè la nostra vita. E quando abbiamo difetti e disordini, allora la via non è diritta andare a Dio, bisogna: «raddrizzate i suoi sentieri». Cioè, i pensieri che siano santi, le parole che siano sante, le azioni che siano sante; e quel che manca, quel che è difettoso, storto: «raddrizzate i suoi sentieri». Esame di coscienza.
Secondo: «ogni valle sarà colmata». E cioè, quello che ci manca, le virtù che ci mancano ancora: «ogni valle sarà colmata». E cioè, se noi raddrizziamo i sentieri, allora, colmata la valle con la grazia nell'anima nostra. Quindi fiducia nella misericordia del Messia che stava per spiegarsi, cominciar la missione, Gesù Cristo. Colmata ogni valle, cioè, quel che ci manca di grazia.
Poi: «ogni monte e ogni colle sarà abbassato». Cosa indica il monte, il colle che dovrà essere abbassato? È il nostro orgoglio. Abbassare un po' la testa. Docili con l'obbedienza, docili ai desideri di Dio. Togliere la superbia, l'ambizione, l'orgoglio, il nostro io: «ogni monte e ogni colle sarà abbassato». Ai piedi, poi, del Bambino inginocchiati coi pastori. «Ogni monte, ogni colle sarà abbassato».
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«Le vie tortuose diventeranno diritte». E se abbiamo dei disordini, seguire il Messia, Gesù Cristo; le vie nostre, tortuose. Noi dobbiamo meditare il Vangelo, e seguire Gesù come egli ha predicato e come egli ha operato. Quanta umiltà nel Figlio di Dio incarnato! Allora bisogna dire: dirizzare le vie che sono tortuose anche in noi.
«Le vie scabrose diventeranno piane». E cioè, abbiamo bisogno di molta grazia per la santificazione, cioè seguire le vie di Dio. «Le vie scabrose diventeranno piane»: le difficoltà che abbiamo in noi, il nostro io, allora noi avremo tanta grazia che le nostre vie divengano piane. Vi sono difetti che si traggono sempre così, e continuano ad essere. Allora abbiam bisogno delle grazie del Figlio di Dio incarnato, di Gesù al presepio. Bisogna capire come è nato Gesù; nella grotta, nella greppia posto il Bambino da Maria. Provare, provarsi e poi imitare Gesù; come egli è nato nell'umiltà e così dobbiamo seguirlo. «Le vie scabrose diventeranno piane».
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«E ogni uomo vedrà la salvezza di Dio». E chi [si] salverà? Chi seguirà Gesù Cristo, il quale, il Figlio di Dio incarnato è venuto a portare la salvezza.
Tutta l'umanità, per causa del peccato originale, tutti siamo nati con il peccato originale e abbiamo tante passioni, difficoltà nel nostro intimo. Ci vuole la grazia. Da noi non possiamo far nulla perché abbiamo bisogno della grazia per superare il male e poi per la santificazione. Giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese, anno per anno dovremo dimostrare che non soltanto cammina il tempo, bisogna che cammini anche la santità, la virtù.
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Ora, un'applicazione che può essere utile. Conchiudere bene l'anno 1966, e i debiti che ci sono stati nell'anno, col dolore e con il sacramento della confessione, col pentimento intimo; e non basta avere il pentimento, bisogna che ci sia l'impegno per migliorare. Quante volte si fa la confessione e poi dopo si ricade quasi senza badare. È necessario tanta grazia. Noi ci siamo consacrati a Dio, ma l'amor proprio, l'io, tante volte ci inganna. Bisogna [che] noi vogliamo togliere quello che è male, e siccome non riusciremo mai a togliere tutto: l'umiltà. E coloro che fanno bene l'esame di coscienza trovano sempre in se stessi dei difetti, delle infedeltà. Quindi: «E ogni uomo vedrà la salvezza di Dio». Il Messia. «Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio», cioè la grazia del Signore.
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Quindi fiducia nel Signore. E durante la novena del Natale, e poi i giorni dal Natale fino al 31 del mese, la penitenza; scancellare quello che c'è stato di difettoso e di cattivo; che tutto sia scancellato e rimanga solamente quel bene che nell'anno si è fatto. Potremo domandare a noi stessi come abbiamo utilizzato l'anno? E abbiamo ogni giorno raccolti nuovi meriti, giorno per giorno? Ecco, quanto c'è stato di bene lo presentiamo al Signore. E ci aspetta là, all'ingresso del paradiso. Ma bisogna togliere quello che è zavorra, cioè quello che ancora non è gradito al Signore.
Quindi, questi giorni, in semplicità, in umiltà, in fiducia nel Bambino che ci dia aumento di fede e di speranza e di carità e che possiamo vivere secondo Gesù Cristo. Sì, noi abbiamo i nostri difetti, la nostra superbia, la nostra pigrizia, allora abbiam bisogno della grazia del Signore. Che ci purifichiamo in maniera tale che passando dalla vita presente all'eternità, che tutto sia già purificato, e intanto sia l'anima ricca di meriti e ciascheduno riceverà il posto in cielo secondo i meriti che ha fatto ciascheduno. Quello che portiamo all'eternità, in quanto abbiamo fatto di bene, sì. Le cose umane passano tutte, ma quello che si fa di bene, quello che si porta in cielo. E, in primo luogo, togliere i debiti, che abbiamo con Dio, con la penitenza, col dolore e con l'umiltà e la carità, sì.
Pensare al Bambino, sì. Oh! Allora i nostri propositi, sì. Concludere bene l'anno e poi chiedere le grazie, se piace al Signore, di darci ancora un po' di tempo. L'anno sia cominciato bene con buoni propositi e in umiltà, perché abbiam sempre bisogno della grazia. Propositi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 143/d (= cassetta 228/b). - Voce incisa: “Domenica IV di Avvento: meditazione del PM”. Per la datazione, cf PM: «Conchiudere bene l'anno 1966». In base a questo dato certo, la datazione delle altre meditazioni nn. 58.59.60 registrate sullo stesso nastro, è stata ritenuta come molto probabile. - dAS, 18 dicembre 1966 (domenica): «m.s.; 5,15 Messa con meditazione alla comunità delle PD di CGSSP».
2 Lc 3,1-6.