Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. MIGLIORARE LA PREGHIERA

Esercizi Spirituali (9-17 marzo 1966) al gruppo di formazione delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 13 marzo 19661

Avevamo ricordato che gli Esercizi si possono dividere in due parti; la prima parte, la purificazione; la seconda parte, la santificazione o perfezionamento. Ora, la prima parte l'avete certamente compiuta. Ora, la seconda parte: la santificazione. Santificazione che significa il continuo lavoro spirituale per essere più uniti a Dio, e per avere una diligenza e una veramente chiara azione spirituale, e quindi corrispondere nell'osservanza della vita religiosa.
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Ora, possiamo dire così: per cominciare o, meglio, continuare il lavoro di santificazione, chiediamo al Signore le grazie; cioè, la preghiera. Adesso a predicare a voi, che avete abbondanza di preghiera, sembrerebbe, questo, non necessario. Ma è sempre necessario, perché il Signore, nella Bibbia, ha voluto che almeno 450 volte si parlasse della preghiera; almeno 450 volte. Quando il Padre celeste, per mezzo dello Spirito Santo, ci fa ripetere questo comandamento, questo incoraggiamento, e questo che sia la preghiera fatta bene, oh! allora è di grande necessità. Diversamente il Signore non avrebbe voluto fare una continuità di esortazione per la preghiera.
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Invochiamo, allora, lo Spirito Santo, lo Spirito Santo il quale effonde lo spirito della preghiera: spiritum gratiae et precum1 Lo spirito della preghiera. Se in questi giorni si chiede questa grazia dello spirito della preghiera, certamente nell'anno si progredirà nella preghiera. E quando ci sono le preghiere ben fatte, [ci] si perfeziona in tutto. Il Signore dà la buona volontà, sì, quando la chiediamo; ma poi, la comunicazione delle grazie per praticare le virtù, per vivere le Costituzioni, per compiere i doveri quotidiani, per compiere l'ufficio che è stato assegnato.
Oh! Sarebbe bene poter meditare: Il gran mezzo della preghiera, libro di sant'Alfonso2, che ha scritto precisamente un libro per esortare al gran mezzo della preghiera [per giungere al]la salute eterna. E, chi prega si salva e chi non prega affatto non si salva. Allora diamo questa grande importanza alla preghiera. Come ho detto, voi già la fate la preghiera, ma volevo dire, farla bene, ecco, migliorarla giorno per giorno. Chiedere questa grazia: Dà a noi, Signore, la grazia della preghiera, lo spirito della preghiera, sì.
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Ora, perché la preghiera sia fatta bene: aumento di fede e aumento di speranza e aumento di carità. Ecco, migliorare la preghiera significa: [primo], portare fede, una fede viva nella orazione, nella preghiera; e, secondo, la fiducia, la speranza delle grazie del Signore; e, terzo, la carità, cioè l'amore a Dio e l'amore al prossimo.
Ecco, la preghiera può essere fatta in tante maniere, più o meno, ma è necessario un esame di coscienza: come prego? ecco; quali son le disposizioni interiori? E la preghiera fatta esteriormente, ecco, può essere fatta con molta pietà e può anche essere fatta così, macchinalmente; così, nel canto si cerca soltanto che le note siano fatte giuste; o altre manifestazioni esteriori: perché ci si alza, ci si inginocchia, si fa cerimonie; ma al corpo si richiede l'anima; non soltanto quindi quella che è l'esteriorità fatta bene. Ha anche molta importanza farla bene esteriormente, sì, ma soprattutto che sia fatta bene interiormente.
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Che cosa significa, allora, con fede? Entriamo nella conversazione col Signore, il Padre celeste, o entrare in conversazione con Gesù, o con Maria, o con san Paolo, quando noi andiamo parlando a tu per tu. E se gli angeli del cielo sempre contemplano il Signore nella visione, noi facciamo quello che è possibile nella vita nostra. E quindi la preghiera fatta in raccoglimento. Fede!
Ma che cosa riguarda, e che cosa indica in questo caso? In questo caso, da pensare: la preghiera è un discorso, un parlare con Dio, sì, parlare con Dio. E questa è la prima parte della preghiera, cioè lodare Iddio, lodare Iddio e ringraziar Dio; e, secondo, quello che è necessario per la nostra salute eterna. Quindi la prima parte è glorificare Dio, è ringraziare Dio; questi due compiti: e adorare e ringraziare. E poi gli altri due compiti che sono: chieder perdono, e chiedere le grazie; allora questa è petitio, è un domandare al Signore le grazie di cui abbiamo bisogno, quindi, la santificazione e poi tutte le altre necessità che sentiamo nel nostro cuore. Quindi la preghiera fatta con fede, sì.
Presentarsi al Signore in umiltà, come un figlio che si avvicina al Padre e vuol parlare col Padre, e vuole sentire dal Padre quello che il Padre vuole dire, vuole disporre, ecco. Quindi la fede viva, sì. Credo, sì. Tante volte giova cominciare col Credo, o col Credo apostolico o col Credo della Messa, che è il Credo un po' più ampio; sì, il Credo. Presentandoci al Signore, il Credo. Ma vi sono anche salmi che ci aiutano a metterci alla presenza del Signore e quindi cominciar la preghiera con fede: in adorazione e ringraziamento. Questo riguarda il glorificar Dio. Questa è la prima parte: glorificare Dio.
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Poi vengono, in secondo luogo, le necessità nostre. La prima necessità è d'avere il perdono dei nostri peccati, delle nostre imperfezioni quotidiane; domandare il perdono di quel che c'è sta[to nel] passato di male, e quello che può essere stato nella giornata o nella settimana; e quindi coi propositi, chiedere le grazie. Quindi presentarci subito in questa posizione, cioè: quello che è lodare[il] Signore, glorificar Dio; e quello che è, noi come poveretti, chiediamo la carità. Quello che c'è stato in noi di colpevole, e quello che abbiamo bisogno di meritare o ottenere dal Signore.
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Allora, quale è la preghiera che è più gradita a Dio? La preghiera più gradita a Dio dev'essere sempre quella che si uniforma al Padre nostro. C'è il Padre nostro, e ce lo ha insegnato Gesù Cristo, questo modo di pregare. Vedere subito, sì, la preghiera che riguarda la glorificazione e la riconoscenza a Dio. Ci sono tre espressioni: «che sei nei cieli, sia santificato il tuo Nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà»1. Ecco la prima parte della preghiera che riguarda la glorificazione e la soddisfazione a Dio. E poi ci sono le quattro domande per avere il perdono delle mancanze e per avere la grazia per santificarci: «Non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Così sia»2. Quindi la preghiera viene presa così.
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Oh! Chi prega si salva - ho detto - e chi non prega si danna. Si prega, sì; certamente voi pregate. Ma quanto è migliorata la preghiera, tanto migliora la vita. Quanto è migliorata la preghiera, migliora la vita. E quando la preghiera non è proprio come piace al Signore, allora la nostra vita si strascina e non c'è quella soddisfazione della vita religiosa; si strascina questa vita religiosa, e non ha quindi i frutti, le grazie, i meriti che dovrebbe avere la vita religiosa. Oh! Se noi possiamo dire che la nostra preghiera va migliorando, allora possiamo dire anche che va a migliorare la vita. Sì, anime, persone che vanno volentieri alla preghiera, perché non credono di dover fare un tanto sforzo, una tanta fatica; ma per pregare bene ci vuole sforzo, e la preghiera è anche lavoro; e le anime le quali si inoltrano nello spirito della preghiera, certamente vi sarà anche la fatica. Quindi, primo punto: svegliare in noi la fede.
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Secondo, la speranza, la speranza nei meriti di Gesù Cristo e, nello stesso tempo, la imitazione della vita di Gesù Cristo. La speranza.
Cosa sperare per la santità? Sperare è seguire Gesù Cristo, cominciando da Betlemme nella estrema povertà, e poi come è stata la vita privata, e come la vita privata è stata santificata da Gesù. Sì, imitare Gesù nella vita privata, e nella vita pubblica, e nella passione di Gesù Cristo. La vita privata e la vita pubblica è sempre ricca di grandi virtù. Ma noi dobbiamo portare al Signore questa disposizione, e cioè: che io ho speranza di imitare Gesù Cristo, di vivere con lui. E per chi è già consacrato al Signore nei voti: vivere la povertà, vivere la castità, vivere l'obbedienza. Avere questa fede, questa speranza di imitare Gesù Cristo, migliorando la nostra vita quotidianamente, fino a quando Gesù è stato sulla croce. Come ha migliorato? Ecco, che abbiamo questa speranza di imitare Gesù Cristo, di vivere lui; e tanto più che ci sono i voti, per vivere quello che Gesù Cristo ha voluto indicarci: povertà, castità e obbedienza. Quindi la speranza di vivere in Cristo, come Cristo, secondo gli esempi di Gesù Cristo, e secondo le parole, gli insegnamenti che ci ha dato Gesù Cristo.
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Ma poi non basta questa volontà, questa speranza. La speranza è nei meriti di Gesù Cristo. Perché, se noi non abbiamo la grazia di Gesù Cristo, che cosa abbiamo? La nostra santità è nella partecipazione della grazia a noi, la grazia di Gesù Cristo a noi, perché tutto il bene che si fa nel senso naturale, non ha il merito; ma se tutto quel che facciamo noi lo offriamo al Signore, a Gesù, e poi domandiamo a lui la sua misericordia, la sua grazia, allora anche le minime cose hanno un grande valore; o che si faccia la pulizia, o che si vada a riposare, o che si deva fare un ufficio o un altro, offrendo tutto al Signore, egli dà a tutto ciò che facciamo, il soprannaturale; [a] quello che è naturale il Signore aggiunge la grazia soprannaturale, e quindi, ciò che sarebbe cosa umana, diviene cosa meritoria, ricca di meriti per la eterna felicità.
Quindi, l'atto di speranza: speranza di vivere in Cristo e con Cristo mediante la sua grazia, la sua misericordia, il suo sangue sparso, da Gesù Cristo, sulla croce per noi. Quindi la partecipazione dei meriti di Gesù Cristo a noi.
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E poi, in terzo luogo, ci sia la carità, l'amore a Dio e l'amore al prossimo.
Oh! [1.] L'amore al Signore. Se già siete così avanzate nel lavoro spirituale, veramente cercate, quindi, la gloria di Dio, c'è una disposizione che si può dire quasi perfetta, allora. Quando: omnia in gloriam Dei facite1: tutto alla gloria di Dio, allora siamo già nella posizione giusta per il fine per cui Dio ci ha creati e ci vuole salvi. Perché? Perché noi arriviamo a glorificar Dio, sì. Se già siamo arrivati a questo, noi siamo già nel grado della carità verso Dio. Perfetta carità: cercare la gloria di Dio. Come il Signore ha detto: «La gloria non la dò a nessun altro, è mia la gloria»2. Così è ripetuto nella Sacra Scrittura, sì; cioè: «La gloria mia non la cedo ad altri». E non può, sarebbe contro se stesso. Questo, a poco a poco, lo si penetra, gradatamente. Quindi, se c'è già questa disposizione di glorificar Dio, la preghiera prende già un grado elevato. Ma poi, se non si è ancora arrivati a questo, a questa convinzione, a questa fede di dovere orientarci e vivere per la gloria di Dio, almeno ci sia il desiderio della nostra santificazione. Che andiamo al Signore per la santificazione; avere le grazie delle virtù; e poi di vivere santamente, e osservare le Costituzioni e tutti gli impegni che ci sono nella giornata, sì.
Quel che è più perfetto, è già sentire la glorificazione a Dio; ma poi, come mezzo: il lavoro di santificazione nostra. Per glorificare Dio, gran mezzo è la nostra santificazione; gran mezzo. Quindi la carità verso Dio nella preghiera.
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2. La grazia per il prossimo, pregare per le anime. Pregare per tutti coloro che ci sono cari e per tutte le persone del mondo; pensando alle persone che ci son più vicine, e, fra le persone più vicine, ci sono stati i genitori; e ci sono le persone che nella Congregazione vi aiutano e vi hanno avviate per la santità; e poi la carità verso le altre persone con cui si vive. E poi quello che c'è nell'apostolato, nelle varie forme di apostolato che ci sono. E poi tutta la Chiesa; e quelli che sono i buoni cristiani e quelli che son peccatori; e quelli che sono cattolici e quelli che invece saranno protestanti; sono ancora cristiani, ma non sono cattolici, tanti. E poi pensare a quelli che sono di altre religioni, o anche di quelli che non hanno nessuna religione. E ci sono i Maomettani, e ci sono gli Indiani, e ci sono i Cinesi, e tutti, in sostanza; le nazioni, tutte le nazioni, tutti gli uomini: un tre miliardi e mezzo di persone. Allora la preghiera va un po' per tutto. Non accetteranno, forse, la grazia di Dio, ma la parte di chi prega, quella è meritoria. E se non guadagnano loro, guadagna sempre chi fa la preghiera, anche se non viene accettata la grazia che il Signore dà. Allora è importante che noi cominciamo la preghiera con la fede, la speranza e la carità.
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Quando, poi, a un punto ancora, dare tanto importanza alla meditazione, che è preghiera. La preghiera, la meditazione, è utilissima per tutti i cristiani, e la meditazione è di necessità assoluta per progredire, se si vuole veramente progredire. Il cristiano si contenterà di vivere nella vita cristiana; ma se si vuole arrivare alla santificazione, è assolutamente necessaria la meditazione. La meditazione, la quale allontana, per la grazia di Dio, allontana l'anima dal peccato e dalle imperfezioni volontarie, oh! Quindi dare una grande importanza alla preghiera. Quello che il Signore ha detto, e cioè, che chi vuole vivere bene deve meditare, deve riflettere quanto ha detto il Signore.
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Dunque, la conclusione: voi pregate, ma migliorare la preghiera. Ecco, questo. E domandare al Signore la grazia di pregare meglio, ogni giorno. Questa domanda per me la faccio sempre, tutti i giorni, questa domanda. Migliorare la preghiera. Cominciando dalle orazioni del mattino: che oggi la mia preghiera si migliori, preceduta dalla fede, speranza e carità.
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Poi possiamo anche dire, come consiglio: la Adorazione, la Visita, si divide generalmente in tre punti. Quando c'è la separazione dal primo punto al secondo, è sempre utile che si faccia un canto, o almeno recitarlo, un canto al Maestro Divino, Gesù. Nel libro delle Preghiere1, abbiamo messo otto inni, canti; che ancora un'aggiunta poi è stata. E allora, nella conclusione di un punto, di un altro, di un altro, un canto o una recita, secondo i casi, a onore a Gesù Maestro, Via, Verità e Vita, sì. Questo è importantissimo per voi; per voi in particolare, ma serve per ottenere le grazie per tutti, tutta la Famiglia Paolina; ottenere le grazie per tutta la Famiglia Paolina, concentrandosi sempre meglio nel conoscere Gesù Cristo, e vivere, imitare Gesù Cristo, e avere la sua grazia, l'intimità dell'amore, della carità verso Gesù Maestro. Questo è di grande grazia, e in questo senso: che ciascheduna di voi conosciate sempre meglio, e viviate sempre meglio il Maestro Divino. Ma questo si diffonda nella Famiglia Paolina e nel mondo intiero, Gesù Cristo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 86/d (= cassetta 211/a). Per la datazione, cf PM: «Avevamo ricordato che gli Esercizi si possono dividere in due parti: purificazione e santificazione» (cf PM in c99). - dAS (cf c117). - VV (cf c99).

1 Zc 12,10.

2 S. ALFONSO DE' LIGUORI, Del gran mezzo della preghiera. Diverse edizioni.

1 Mt 6,9-10.

2 Mt 6,13.

1 1Cor 10,31.

2 Cf Is 42,8 et passim.

1 Le Preghiere della Famiglia Paolina, o.c. (1965), inni e canti a Gesù Maestro, pp. 228-243.