Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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46. VESTIZIONE RELIGIOSA

Esortazione alle neo-vestite Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 15 agosto 19661

Ripeto: la parola che si deve dire in questo momento è il Deo gratias. Il Deo gratias comincia dal momento in cui l'anima vostra è stata creata dal Padre celeste, nella nascita; poi la persona, la bambina; e poi, secondo luogo, la vita cristiana per mezzo del battesimo. E anche qui, ringraziare i genitori; poi quello che successivamente avete ricevuto da quel momento fino al momento dell'uso della ragione; e quindi, l'istruzione che avete ricevuta e il buon avviamento nella vita, la vita buona; e poi quelli che sono stati gli studi e tutto quello che è nel complesso, ringraziare. E l'inizio del momento in cui avete sentita la voce di Dio: Vieni, vieni. E voi avete corrisposto per la misericordia di Dio. Quindi dobbiamo tutto a Dio. Non entri in nessun cuore una vanità, un'ambizione o un compiacimento di avere questo dono o quell'altro. Nessuno dev'essere compiaciuto dei beni che ci sono, anche se è soltanto il canto o altro; tutto è di Dio, tutto è di Dio, sì, nella [sua] misericordia.
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E così oggi avete ricevuto un altro segno della bontà di Dio, e quindi tutta la giornata dev'essere come un Magnificat. Così faceva Maria. Quando è stata riconosciuta la Madre del Figlio di Dio incarnato, quale è stata la risposta? Magnificat anima mea Dominum1. Quindi ripetere il Magnificat, cioè, ringraziamo il Signore. Ella, Maria, per il privilegio della maternità divina; e per voi, un'altra maternità divina, sì, di un altro grado. Oh! Poi, giorno per giorno, e tutta la vita, è tutto un dono di Dio. Di che cosa possiamo noi vantarci?2 Va bene che al mattino: Vi adoro e vi ringrazio; e poi, prima di prendere il cibo; e poi, preso il cibo: Vi ringrazio di averci mantenuto, dato del cibo. Questo dare, dopo ringraziare. Ma tutto dev'essere un ringraziamento la vita.
C'è, primo dovere: adorare Iddio, Dio infinito, Dio immenso. Dio, quando lo contempleremo in paradiso, il conoscerlo ci porterà una felicità che non è terrena; come del resto l'ha detto san Paolo, quando egli è stato a vedere il paradiso, è salito fino al terzo cielo3. Sì, tutto. Contemplare il Signore, la lode; il ringraziamento, secondo. Sì, dopo aver glorificato il Signore, e noi presentare il nostro ringraziamento al Signore, sì.
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Quindi oggi, con l'abito, avete stabilito quasi, per dire così, un muro fra il mondo e voi. E quindi, da una parte, lasciate il mondo e, dall'altra parte, [vi] è Gesù Cristo, il Figlio di Dio incarnato, il Divino Maestro, sì. Quindi l'abito suona come un muro di separazione fra coloro che intendono seguire nel mondo e vivere cristianamente, anche. Ma voi avete voluto fare qualcosa di più, corrispondendo alla vocazione, e cioè: i vostri, e i parenti, e tutti i cristiani che vivono cristianamente, [di là]; e, di qua, [quelli] che vivono religiosamente. C'è un muro di distinzione; e c'è qualche cosa di qua da quel muro, e cioè: la povertà, la castità, l'obbedienza. E poi l'accettazione di tutta la vita religiosa e di tutti gli apostolati che avrete da compiere, sì. Quindi ora il cuore, i progetti, le intenzioni, i desideri son tutti rivolti alla vita nuova, tutto alla vita nuova. E quanto ai parenti e alle persone che vi sono care nel mondo, pregare, ottenere i doni e le grazie di vivere cristianamente, e di morire santamente, e così meritare il paradiso. Intanto, ecco, vi è una separazione.
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Oggi poi dobbiamo ricordare, in modo particolare, Maria Assunta in cielo, sì. Come abbiamo da considerare?
Maria è stata assunta in cielo, già adesso, anima e corpo. Quindi ella è stata assunta. Come è salito al cielo il Figlio di Dio incarnato e morto sulla croce, e così [ella] salì, assunta in cielo, in corpo ed anima.
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Oh! Verrà il giorno della risurrezione, sì. Passiamo tante volte davanti ai cimiteri recitando un requiem aeternam; ma un giorno si moverà la terra alla voce dell'angelo: «Risorgete, o morti»1. E vi sarà una diversità fra coloro che son vissuti cristianamente rispetto a quelli che vivono religiosamente. Perché? Perché in se stesso il voto della castità, lo stesso voto è quello che determina una gloria particolare al corpo risorto; non solo lo splendore, ma il gaudio dell'anima insieme al corpo.
Così, oggi, abbiamo da invocare la Vergine Assunta in cielo, Maria. E che possiate vivere in questa nuova vita, e cioè, della povertà, castità e obbedienza. E quanto più dominiamo il corpo, lo assoggettiamo, lo guidiamo nell'operare dell'apostolato e tutte le cose che si devono compiere anche col corpo, tutto questo ha merito e ha gloria. Ah, è una gran diversità! Sulla terra si fa, adesso, nella cristianità, questa divisione fra la vita cristiana e la vita religiosa, e questa cosa rimane in tutta l'eternità. Quindi, oggi, quello che avete ricevuto non serve solo per il momento o per la vita che sarà la vita religiosa più o meno lunga, secondo; vi auguro che sia molto lunga e che sia molto santa. Ma, come è diversa la vita, poi, religiosa, è diversa dalla vita della famiglia naturale. Oh! Ma anche di là vi è la stessa separazione; non materialmente come avviene sulla terra; diversamente, in una maniera che per adesso non abbiamo capacità a spiegarla. Ma [c'è] la diversità. Perché, portando costantemente, santificando costantemente il corpo soggetto all'anima e vivere, quindi, nella povertà e nella castità e nella sottomissione, allora, siccome questo è più santo della vita cristiana, corrisponde il gaudio in proporzione.
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E così la Vergine Maria Immacolata, così Maria Vergine Immacolata che è stata concepita senza peccato originale, e poi fino al termine, dopo aver compiuto la sua missione di Madre di Gesù e di Madre della Chiesa dei primi secoli, e poi di tutti i secoli, ecco Maria, quindi, la sua glorificazione di anima e corpo lassù. È un dogma, questo, da credere, da professare.
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Oh! Considerare veramente questo duplice modo di vivere, e cioè, di vivere bene cristianamente e di vivere in modo migliore nella vita religiosa, ecco.
Quindi si può aggiungere che, coloro che si son consacrate o si consacreranno al Signore per mezzo della Professione, la preghiera faranno per tutti i loro cari. E ringraziamo il Signore che sono state aiutate dalla grazia di Dio le famiglie vostre; come il Signore ha voluto che ci fosse una buona educazione, una educazione cristiana. E allora tra i figli è venuto fuori, tra i figli o le figlie, un giglio, scelto da Gesù Cristo che voleva la sua sposa. Gesù Cristo, sì. Quindi santificare il corpo, sì, santificare la vista, l'udito, la lingua, il gusto, l'odorato e specialmente il tatto, sì. Questo fa meritare immensamente, sì, questo dominio dell'anima sul corpo; perché vi è sempre la lotta fra la carne e lo spirito1; vi è sempre; ma con la grazia del Signore e osservando i voti, allora un immenso complesso di meriti, e quindi corrisponde poi, il gaudio eterno. Adunque, avanti!
Devono essere contente le famiglie, e devono essere contente ancora di più quelle che hanno preso l'abito e che intendono di consacrarsi totalmente al Signore.
Quindi, nella giornata, le preghiere siano per la famiglia, e specialmente per voi che avete fatta la vestizione e col quale abito avete segnato qual è la vita vostra che volete prendere, sì, la quale poi dev'essere confermata e consolidata e consacrata nel giorno della Professione, sì. Allora, con la grazia del Signore, e pregando Maria Assunta in cielo in corpo ed anima. Sì, pregare, ma fare dei buoni propositi; non basta che preghiamo, ma che ci sia la volontà di vivere così santamente; sì, proposito come avete certamente promesso già, e così continuate a viverlo, questo nuovo modo di vita attuale.
Il Signore sia con voi e con tutti i vostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 88/c (= cassetta 224/a). Per la datazione, cf PM: «Oggi, con l'abito avete stabilito quasi, per così dire, un muro fra il mondo e voi». - dAS (cf c403). VV: «15 agosto 1966. PM: Predica alle neo-vestite».

1 Lc 1,46.

2 1Cor 4,7.

3 2Cor 12,2-4.

1 Cf 1Ts 4,16.

1 Cf Gal 5,17.