Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. «BEATI COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO» (Domenica III di Quaresima)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 13 marzo 19661

...e tra la folla alzò la voce e disse: «Beato il seno che ti ha portato e il petto che ti ha nutrito». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltan la parola di Dio e la custodiscono»2.
Tutta l'Epistola della Messa è di grande insegnamento, specialmente le parole in principio:
«Fratelli, siate imitatori di Dio come figli carissimi e camminate nella via della carità secondo l'esempio di Cristo che ci ha amati e ha dato se stesso per noi offrendosi a Dio in oblazione e vittima di soave odore...»3.
E cioè, di comportarsi come figli di Dio, imitatori di Dio. Ecco, imitatori di Dio e figli di Dio. Siamo figli di Dio perché creati da Dio e perché, se abbiamo la grazia, siamo figli di Dio, grazia della nostra anima.
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Oh! Ma come imitare Dio? Imitare Dio significa vivere secondo i disegni di Dio, secondo i voleri di Dio. Dio è perfettissimo, infinitamente perfetto. Noi dobbiamo tendere alla perfezione, ecco, tendere alla perfezione togliendo gli impedimenti che non permettono di diventare imitatori di Dio. Togliere gli impedimenti: quando c'è l'orgoglio; quando c'è l'attaccamento al nostro io; quando abbiamo ancora dei desideri umani. Occorre che ci sia una purificazione completa, allora possiamo vivere da figli di Dio. Purificazione. È vero che dei difetti ne avremo sempre, ma che li detestiamo e che li combattiamo con tutto l'impegno. L'aquila, sì, spicca il volo verso il cielo. L'anima, libera dagli impedimenti, il volo dell'anima è pronto, e sempre l'anima arriva a vivere secondo Dio, e cioè, come figli di Dio.
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Considerare sempre che Dio [è] Padre, e che dobbiamo essere figli imitando il Padre nostro che è nei cieli. Ma è anche un po' difficile farsi un concetto sempre più alto, c'è una certa difficoltà a capire com'è il Padre, com'è perfetto il Padre.
Il Padre ha mandato suo Figlio, e vivendolo, suo Figlio... Egli, il Padre, ha voluto che noi guardassimo al suo Figlio, e quindi seguendo il suo Figlio, Gesù, ecco allora imitiamo il Padre celeste. Ha voluto così il Padre celeste. Che se noi non capiamo che cosa sia la santificazione, la perfezione, ecco il Padre celeste ci ha mandato il Figlio incarnato; la sua vita: dal momento in cui il Figlio di Dio si è incarnato e fino al momento in cui Gesù Cristo è morto sulla croce; e poi ha ancora segnato la strada; la risurrezione, l'ascensione di Gesù Cristo al cielo, e fino lì arrivato; e quindi, arrivato il Figlio di Dio incarnato [al cielo], siede alla destra del Padre.
E se noi seguiamo il Figlio, Gesù Cristo, arriviamo lassù nella contemplazione eterna di Dio. Quindi, imitare Gesù Cristo. Imitando Gesù Cristo, imitiamo il Padre. Perché il Maestro Divino non ha solamente parlato, non solamente ha incoraggiato a fare e praticare le virtù, ma sempre egli ha preceduto nella sua santità, nelle sue virtù. E in primo luogo la sua predica è quella di esempio che ci ha lasciato, sì, e: coepit facere et docere1. Gesù, prima di parlare, ha praticato. Quindi, cominciando dalla nascita nella grotta, allora coepit facere; cominciò a dare gli esempi e poi ci ha predicato quali sono le virtù da seguire; sì, da seguire.
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In primo luogo, allontanare il demonio, satana: Oh! Già è stato cacciato satana per mezzo del battesimo. Se poi invece cadiamo, ricadiamo, il diavolo di nuovo rientra, e poi il diavolo si fa accompagnare da sette altri diavoli1; e specialmente tenta, il demonio, tenta coloro che vogliono arrivare alla perfezione. E quante volte i religiosi hanno professato la perfezione, ma il diavolo sempre arriva, e tenta, e cerca di entrare. Bisogna che noi resistiamo per mezzo della preghiera, per mezzo della vigilanza evitando le occasioni, sì. Essere persuasi che, sebbene ci siamo consacrati a Dio e nell'impegno della perfezione, non bisogna mai pensare che siamo al sicuro. Non lo siamo. Dobbiamo sempre pregare, e allora saremo al sicuro. Pregare ogni giorno per esser al sicuro della giornata e della vita continuando le preghiere, continuando la vigilanza, evitando le occasioni. Perciò, sempre camminare nell'umiltà. Sempre siamo uomini che abbiamo la nostra carne, e c'è il diavolo. E quel santo diceva: Non toccatemi, sono ancora vivo. E quindi voleva allontanare, anche quasi in punto di morte, allontanare il demonio. E il demonio tenta fino all'ultimo momento. Anime che passano dalla terra al cielo, bene, entrano nel gaudio del Signore.
Allora camminare sempre nell'umiltà. Chiedere sempre al Signore la misericordia, chiedere al Signore la grazia di evitare le imperfezioni volontarie. E purificarsi affinché dopo la morte si entri in paradiso, quando già l'anima è purificata.
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Oh! E mentre così parlava, avvenne che una donna tra la folla alzò la voce e disse: «Beato il seno che ti ha portato e il petto che ti ha nutrito». Quindi queste parole si riferivano alla Madre di Gesù. Ma Gesù cosa disse? «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono». E cioè, i veri figli di Dio sono quelli che ascoltano la parola di Gesù. «E beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono».
Grande è la dignità di Maria: Madre di Gesù. Ma si è veramente beati quando ascoltiamo la parola di Dio: «e la custodiscono». E cioè, seguendo la parola di Dio, diventiamo figli di Dio, come risulta dall'Epistola. «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono». Custodiscono. Non è solamente da ricordarla, la parola di Dio, il Vangelo, ma vuol dire praticarla. Custodiscono di fatto, la parola di Dio.
Sempre noi dobbiamo camminare nell'umiltà. Perché sappiamo tante cose in quanto ci è stato insegnato da bambini fino adesso. Ma la parola di Dio è sempre custodita? cioè, sempre praticata? È necessario che ci sia questo raccoglimento, sentire la voce di Dio in noi, le ispirazioni di Dio, la voce di Dio. «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono», sì.
Oh, tante sono le grazie di Dio per noi! E allora abbiamo responsabilità. Con tanta grazia, e siamo ancora tanto imperfetti, con tanta miseria. Allora stare nella nostra umiltà. E chiedere al Signore che, dopo averci date le ispirazioni e la luce, che aggiunga, il Signore, la sua grazia, la fortezza per seguire giornata per giornata, cercando di migliorare. E imitare, quindi, imitare Gesù Cristo e, imitando Gesù Cristo, diventiamo figli del Padre celeste, figli degni del Padre celeste. Santificare, quindi, la giornata secondo le grazie che il Signore ci ha dato.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 135/d (= cassetta 210/b. In PM, nessun indizio cronologico (cf nostra nota in c71). - dAS, 13 marzo 1966: «m.s. per Messa e meditazione PD in cappella. Pomeriggio, ad Ariccia per una meditazione alle PD (novizie) in Esercizi Spirituali».

2 Vangelo: Lc 11,14-28.

3 Epistola: Ef 5,1-9.

1 At 1,1.

1 Cf Lc 11,26.