Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. PREGHIERA - PROGRESSO - APOSTOLATO (Chiusura degli Esercizi Spirituali)

Esercizi Spirituali (18-26 maggio 1966) alle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 26 maggio 19661

La funzione serve, in primo luogo, a ringraziare il Signore di tutto quello che egli ha voluto donarvi: aumentando la conoscenza di Dio; e poi il desiderio di vivere più santamente, specialmente in questo periodo dall'attuale corso di Esercizi a un altro successivo, se piacerà al Signore; e poi anche tutte le grazie che il Signore vi ha dato, e la persuasione che portate a casa una pietà, una vita più lieta, una vita più santa. Oh, sia benedetto il Signore! Specialmente ripeterlo nel momento dell'Adorazione e della benedizione [eucaristica].
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Un pensiero. Questo: vi sono tre elementi che sono uniti e [ne] formano uno; il primo elemento, la pietà, preghiera; secondo elemento è il perfezionamento, il miglioramento della vita sempre più in Dio, sentirci sempre più vicini al paradiso; e terzo, l'apostolato. Sono tre elementi che [ne] formano uno: la pietà; la buona volontà, cioè la vita; e quindi l'apostolato assieme. Quando c'è la preghiera, c'è il perfezionamento; e quando c'è la preghiera e il perfezionamento, l'apostolato assieme. E sono tre elementi [che ne] costituiscono uno.
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Ma il primo elemento è la pietà, la pietà che voi la seguite e date parte importante nella giornata. La pietà. E allora particolarmente quello che [è] l'onore a Gesù Cristo Maestro che viene conosciuto sempre di più con la lettura spirituale; e poi l'intimità, e poi l'esame di coscienza; e poi le domande, le grazie; sì, l'intimità con Gesù Maestro eucaristico. Il Divino Maestro, sì, nella Messa, come sacrificio; e nella Comunione, come cibo dell'anima, cibo che è divino, pane eucaristico; e poi l'Adorazione. E queste [pratiche], nella vostra pietà di Pie Discepole, formano, come in se stesse, le anime vostre: il sacrificio di Gesù sulla croce, e il pane eucaristico, e l'Adorazione che serve ad onorare il Maestro Divino. E, attraverso al Maestro Divino, si va al Padre celeste. Perché Gesù prende tutto da noi e poi lo presenta al Padre celeste; al Padre celeste lo presenta, sì: «Io sono la via»1; e lui prende e manda al Padre celeste. È la via, Gesù.
Allora la prima parte, questo: la parte della pietà.
La pietà come detto, è abbondante; ma a un certo momento, forse, si ha ancora bisogno - e certamente tutti abbiam bisogno - di migliorare le Adorazioni. Vedere, organizzandole bene individualmente e socialmente; cioè, quando la pietà è sociale, insieme, e quando invece si prega personalmente. E nella comunicazione con Gesù aprire, specialmente al terzo punto dell'Adorazione, aprire il dialogo, la conversazione con Gesù Cristo; specialmente nella terza parte, parlare a tu per tu, esprimerci intimamente con lui; e la preghiera, allora, resta così come una conversazione, come Maria parlava con Gesù quando aveva 12 anni, 15 anni, 20 anni, 30 anni; le conversazioni fra Gesù e Maria. E voi, che siate Maria, e lui, Gesù. Questa conversazione. Vedete un poco, queste Adorazioni che non siano solamente di formule, non solamente formule, ma conversazioni, dialogo con Gesù. La prima parte, quindi, la pietà.
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E secondo, quello che è il perfezionamento della vita. Dopo che si è conversato, si è dialogato con Gesù, tutto rimane più facile, e tutta la giornata si illumina di più e con una certa letizia, un certo incoraggiamento, una gioia, una volontà sempre di migliorare tutto quel che è nel corso della giornata, anche le minime cose della giornata: e se fosse far la pulizia, fosse preparare il cibo, oppure si fa altra cosa nel corso della giornata, come sono piene le ore della giornata. E non soltanto, quindi, offrire il lavoro e tutta la pietà, ma che noi offriamo le 24 ore della giornata. Si capisce la preghiera, sì, e si capisce l'apostolato; ma vale anche il prendere il cibo e il prendere sonno, riposo. E sono tutti, questi, sono tutti ossequi a Dio, è volontà di Dio. Come Gesù e prendeva il cibo, e Gesù dormiva a suo tempo. Offrire il riposo per mantenerci in vita e nell'apostolato. Ecco, come prendiamo il cibo per mantenerci nel servizio di Dio, per mantenerci nel servizio di Dio, il riposo; lo stesso come il cibo; perché se non si prende il riposo non si potrà neppur servire Dio.
Oh! Allora, la prima cosa è la pietà; la seconda cosa è il perfezionamento nell'osservanza delle Costituzioni.
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Terzo, l'apostolato. L'apostolato che è il servizio alle anime nella maniera proporzionata, e secondo è l'obbedienza vostra, per ciascheduna. E quindi può essere il servizio sacerdotale; può essere il servizio liturgico; può essere il servizio che riguarda il servizio eucaristico. L'apostolato, comunque sia determinato per ciascheduna di voi.
Oh! Come è orientato l'apostolato? Come lo si offre al Signore? Quali sono le nostre intenzioni? E quali sono i modi, i mezzi per migliorarlo? Tutto è perfettibile negli apostolati, tutto, o l'apostolato liturgico o l'apostolato, invece, diverso, il servizio sacerdotale, sì, Oh! Allora, che noi miglioriamo; la intenzione sia sempre più pura, non ci [si] metta niente di amor proprio, vanità; ma invece: omnia in gloriam Dei facite1. Tutto sia alla gloria di Dio. Sia che mangiate, sia che beviate, sia qual altra cosa che facciate - dice san Paolo -, tutto: omnia in gloriam Dei facite, e cioè: fate tutto alla gloria di Dio. Quindi non ci entri niente di troppo umano; ci vuole la parte umana, perché si ha da fare, ma quello che deve animare tutto il lavoro è: omnia in gloriam Dei facite. Cerco la gloria di Dio in tutto, ecco.
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Questo è il pensiero che mi sembra utile per la conclusione di questi Esercizi Spirituali, dono di Dio. Perciò unire assieme - e come dev'essere assieme - perché formano solo uno, ciascheduno, ma ci son tre parti: quello che è la pietà, e quello che è il perfezionamento, e quello che è l'apostolato. Allora tutte le cose, tutti i doni che ci ha dato Dio li impieghiamo in questo servizio. E sia benedetto il Signore perché allora, giorno per giorno, ecco, si arriva [ad] accumulare, accumulare per l'eternità. Alla sera, togliere quello che c'è stato di troppo umano o anche difettoso; purificarsi con un buon dolore; e poi il resto tutto a Dio, quel che si è fatto nella giornata. E ogni sera si raduna quanto è di merito e, addizionando giorno per giorno, tutto lo si trova poi all'ingresso in cielo.
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Adesso per chiudere, tre cose abbiamo da attuare. In primo luogo, rinnovare i nostri voti battesimali.
Nato il bambino, quindi persona umana; poi, per la grazia di Dio, noi siamo stati portati al battesimo, e quindi siam tornati dalla chiesa, dalla parrocchia, non solo una persona umana, ma una persona cristiana; allora la grazia. Quindi le due vite: la vita umana e la vita cristiana di grazia, la vita di grazia. E già, l'anima, ha allora la vita nuova; poi sarà quello che seguirà (...).
Quando ci hanno portati al battesimo, i padrini, le madrine hanno fatto la parte per noi, che noi non potevamo conoscere; e cioè, hanno fatto l'atto di fede: credo; poi i propositi per vivere secondo la fede e secondo Gesù Cristo, secondo i comandamenti; e poi domandare e fare il proposito di allontanarsi dal male e dai disordini; dal peccato, in sostanza. E quindi, adesso, riconfermiamo quello che i padrini, madrine, allora hanno fatto per noi, sì. Ma adesso non sono più loro a farlo questo, ma attualmente dobbiamo farlo, adesso, noi, e farlo con tutta la luce che viene da Dio, e con tutta la buona volontà di vivere sempre di più la fede, e seguire e amare di più Gesù, e allontanare sempre il peccato da noi.
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La terza vita, cioè la vita religiosa. Ringraziare il Signore del gran dono della vocazione, il giorno in cui il Signore vi ha ispirate nell'intimo di donarvi totalmente a Lui. E lo avete fatto: dato tutto l'essere a Dio, l'anima e il corpo. E poi, volendo servir Dio, anima e corpo, abbiamo escluso e tolto quel che ci impedisce, e cioè: il voto di povertà per non attaccarsi alle cose del mondo; e il cuore, e il corpo stesso, e lasciare a parte quello che può essere la sensualità; e quello che noi offriamo la volontà col voto, appunto, dell'obbedienza. Quindi i tre voti perché abbiamo questo da escludere, togliere ciò che impedisce a volare a Dio, ciò che è pesante, o della carne o della volontà, ecc. Allora, liberati da queste cose, l'anima si eleva come un'aquila che mira al cielo, mira al Signore.
Allora, adesso, con fede, la rinnovazione [dei voti] con dedizione, oggi, come se fosse il giorno che avete fatto la prima Professione e con lo stesso fervore di allora.
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Terzo punto. Avete fatto gli Esercizi. La prima parte, la purificazione; e poi, la seconda parte, la santificazione e, per la santificazione, preparati i propositi, ognuna di voi; i propositi. Oh! Io li benedico. Ma intanto adesso è il momento di presentarli di nuovo a Gesù e quindi adesso due minuti di silenzio, perché ciascheduna di voi rinnovi i propositi nell'intimo del cuore.
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1 Nastro 87/c (= cassetta 216/a). Per la datazione, cf PM: «Questo è il pensiero che mi sembra utile per la conclusione degli Esercizi Spirituali...». - dAS e VV (cf c231).

1 Gv 14,6.

1 1Cor 10,31.