Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IV
I PROPOSITI1

[...] Come il desiderio cattivo è peccato, così il desiderio buono è già merito. Dunque ancorché non avessimo da vivere tutto l’anno, i buoni propositi già ci guadagnano i meriti. Quanti bei propositi state facendo! Faremo di più, faremo meglio la propaganda, lavoreremo per osservare la carità, cercheremo di coltivare un più profondo spirito di fede, e l’osservanza dei voti, della vita comune, ecc.. Intanto cominciate a farvi i meriti adesso. Più è acceso il desiderio, più grande sarà il merito.
Allora: l’anno è concesso per conoscere di più il Maestro divino, per amarlo di più, per servirlo meglio. Concepire buoni propositi, non di quelli che stanno appena sulla punta dei capelli o alterano la testa, ma di quelli che scendono nel cuore, che eccitano la volontà e muovono all’azione. Bisogna sentirli, volerli, metterli in pratica.
Pregherò di più, fuggirò le occasioni, starò più attenta alle Confessioni, farò la Comunione con maggiore calore, nella Visita entrerò con maggiore intimità nella conversazione con Gesù, prenderò la devozione a Maria, mediterò S. Paolo. Mi farò sempre accompagnare nella propaganda dall’angelo custode; mi applicherò per apprendere le nozioni che mi servono, per sapere cosa dire, come persuadere; come disporre meglio i libri in libreria, come fare meglio un’esposizione, come tenere l’ordine nelle pellicole, come sapere proporre a tutti quel tale libro che fa per l’anima, che santifica, ecc.. Si daranno anche libri che non sono direttamente di formazione, in certi ambienti e in certi tempi, quando non prenderebbero libri seri e ne leggerebbero di peggiori dei nostri. Così dicasi per le pellicole.
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Propositi. Allora, primo, scegliere il nostro proposito, e secondo, fare un buon proposito. Scegliere il proposito secondo le ispirazioni di Dio, nella meditazione, nell’esame di coscienza, secondo quello che si è sentito negli avvisi, secondo quello che sembra più necessario. Il proposito dovrà essere unico? Se in esso è compreso tutto il resto, basta uno. Se, per esempio, ci vuole maggiore preghiera, si sa già che la maggiore preghiera giova a tutto il resto, quindi basta un proposito, perché se c’è maggiore preghiera, c’è la meditazione, c’è l’esame di coscienza, c’è la Visita, ecc. Allora si faranno bene anche le altre cose. Vi sono propositi che sono come il germe delle piante, il seme di tante opere buone, di tante virtù; germe che poi produce una pianta che si carica di frutti, abbondanti e saporiti.
C’è la buona volontà nei propositi? Bisogna scuoterci, aver decisione, non vivere nella tiepidezza. O essere religiose davvero o niente. Ci vuole coraggio per questo. La volontà ferma e la preghiera assidua sono segni di una vita migliore: si parlerà meglio, si opererà meglio, si osserverà meglio la carità, la pazienza, l’obbedienza; si farà meglio l’apostolato. Ecco: proposito che sia come un seme che produce l’amore di Dio. Che cosa si sottrae all’amore di Dio? Niente. L’amore di Dio entra in tutto, anima la comunità, anima la preghiera, l’apostolato, procura letizia. «Quis nos separabit a charitate Christi?»2. L’amore di Dio ci spinge al sacrificio, ci dà la benevolenza, la benignità, l’amabilità con le persone e ci insegna a sopportare le contraddizioni inevitabili nell’apostolato.
Vi sono dunque dei propositi che, sviluppati, producono innumerevoli frutti. Allora basterà farne uno. Ma, e i tre punti? I tre punti sono facili. Poniamo che una abbia il proposito sulla preghiera. 1) Istruzione sulla preghiera: leggere, meditare sulla preghiera, conoscere le disposizioni per ben pregare, in maniera da avere una larga istruzione e santificazione della mente. 2) Amore alla preghiera, desiderio di pregare, di conservare l’unione con Dio, in maniera che il cuore sia sempre disposto a entrare in comunicazione con Dio, e quando si va alla preghiera si sia preparati. Quindi, il cuore ha amore alla preghiera, la
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desidera, la vuole, la cerca, ne aspetta l’ora, e ci va volentieri? Ci sta volentieri in chiesa e vi occupa tutto il tempo bene? 3) La volontà pratica: fare le pratiche di pietà, farle sempre, farle bene. Insegnare a pregare bene, diffondere libri di preghiera: Massime Eterne, Voci dall’alto3 , libri che raccomandano la preghiera, come le nostre raccolte sulla pietà...
Se potete, cantate bene. Se potete, mettetevi in chiesa in un luogo dove stare raccolte, dove entrare in intimità con il Signore ed essere meno disturbate. Se potete, sceglietevi bene il confessore e state attente a essere brevi. La volontà deve venire qui: essere brevi al confessionale, ma piuttosto lunghette nella preparazione e ringraziamento.
Per esercitare la volontà: Mi sforzerò nella meditazione, dove trovo più difficoltà; mi sforzerò nell’esame di coscienza, prenderò nota, scriverò. Il rosario è un solo proposito che si applica alla mente, al cuore e alla volontà. Un solo proposito in tre punti.
Non fate propositi eterogenei, per esempio, uno che riguarda giudicare bene il prossimo, l’altro sul dolore dei peccati, e un terzo proposito, ascoltare la maestra. Un pasticcetto. No. Costei fatica di più e merita di meno. Tre volte la fatica e tre volte di meno in merito. Non so se mi sono spiegato o se non riesco a spiegarmi. [Il proposito] è una sola cosa che investe la mente, la volontà, il cuore. Più si è lì, più si è svelti nel lavoro spirituale, nel lavoro interiore. Che cosa vuol dire: Faccio il proposito sulla preghiera e sulla volontà, e poi stanno sempre sulla Confessione passata. La volontà stia ferma. Il confessore ti ha detto che non c’è niente, di non pensarci più? E basta, e non mi vengano più in mente tante cose. Basta. Non si è mai così sicure di essere perdonate come quando il confessore dice: Non dire più…. Allora tutto ciò che è stato viene perdonato, anche se ci fossero stati settanta peccati. Questa è una condizione favorevole: ferme, ferme.
Elevarsi ogni giorno nella preghiera. Entrare nell’intimità. Sforzarsi nelle nostre divozioni, non andare in giro a cercarne altre. Divozione al Maestro divino, alla Regina degli Aposto-
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li, a S. Paolo, agli angeli custodi, a S. Giuseppe, alle anime purganti, per tutto indirizzare alla Santissima Trinità. Credo che così abbiate capito. Proposito sulla preghiera, diviso nei tre punti, istruzione e meditazione sulla preghiera, amore alla preghiera, volontà di preghiera. Pregare secondo le Costituzioni e lo spirito delle Figlie di San Paolo e insegnare la preghiera. Il proposito poi dev’essere fermo. Questi ultimi tre giorni sono preziosissimi per fortificare la volontà. Sappiamo già che per farci santi ci vogliono due cose: mortificare la volontà e aumentare la preghiera. Abbiamo già considerato il primo giorno la volontà buona e la preghiera buona.
Ora dobbiamo fortificare i nostri propositi, così da sentirli e applicarli ai singoli casi. E se mi capitasse che una persona mi ferisce fino in fondo al cuore, come mi regolerò? Tacerò fin che sia passata la bufera, e se dentro l’anima mi sento ribollire, l’offrirò a Dio e, se occorre parlare, aspetterò a parlare quando sia tornata la calma; se poi non occorre parlare, lo dirò solo a Gesù Cristo. Prepararsi alla lotta, perché il diavolo adesso vi lascia fare tutti i migliori propositi, ma dice: Ti aspetto poi alla prova dei fatti!.
Quindi proposito unico e proposito fermo, e infine proposito fidente, fiducioso. Con Dio posso tutto. Ciò che dobbiamo esigere è di non peccare deliberatamente contro il proposito. Non peccati veniali deliberati. Delle imperfezioni ne capiteranno parecchie, ma non devono scoraggiarci se non c’è l’offesa di Dio. Quindi fiduciose: Gesù è con noi. Mi metto sotto il manto di Maria, domando la fortezza di S. Paolo.
Ostinarsi. I santi sono degli ostinati. Quando una cosa è buona e si vuole, bisogna ottenerla, bisogna farla. Tre condizioni quindi: proposito bene scelto, proposito fermo e proposito fiducioso. Mai dire: Tanto non mi faccio santa; ho già cominciato tante volte e non ci sono riuscita. Forse dubitiamo che Gesù Cristo che ci ha già fatto tante grazie, non ci voglia condurre alla santità? C’è la buona volontà? Allora vi farete sante. Fiducia sempre. Questa fiducia è la virtù della speranza e più si esercita la speranza più meriti si fanno.
Il Signore benedica tutti i vostri santi desideri e i vostri propositi.
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1 Predica tenuta nel mese di luglio 1957 durante un corso di Esercizi spirituali alle superiore. Trascrizione dattiloscritta su carta da manifesto del cinema, di cui non è stata conservata la registrazione, fogli 5 (17,5x27). Manca l’introduzione.

2 Cf Rm 8,35: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?».

3 Collana di libri di ascetica delle Edizioni Paoline iniziata a Roma nel 1954.