Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. CONFERENZA ALLE INSEGNANTI –
PROGRAMMA PER LE SCUOLE1


- (...) per l’apostolato. Ciò che non serve è un bagaglio inutile, invece quel che serve bisogna che sia abbondante. Poi la sociologia dove entra?
- Anche nel corso teologico.
- E la pedagogia?
- Anche nel corso teologico. E avremmo fatto passare nel corso teologico anche un po’ di psicologia sperimentale, perché secondo il programma attuale sarebbe nel corso di filosofia, ma forse le studenti sono più mature quando arrivano al corso teologico, per cui... sarebbe da affiancare alla pedagogia.
- Generalmente sociologia e pedagogia sono connesse con
la filosofia; sono parte del corso biennale.
- Sì, Primo Maestro.
- Il biennio di filosofia.
- A noi succede questo. Quando le nuove arrivate sono diplomate, vengono messe nel corso di filosofia, ma non sono così mature da capire bene la pedagogia, così come occorre a noi; cosa invece che noi trovavamo più facile nel corso teologico. Però se lei dice che...
- Ci possono anche essere delle ragioni per fare diversamente. Tuttavia la sociologia è parte dell’etica sociale e la pedagogia è applicazione pratica dei principi di filosofia. Non so; non ho mai visto in sostanza, così. Mai visto. Non so se io...
- Veramente il programma porta così. Noi avevamo pensato di attuarla quest’anno nel corso teologico, perché non è
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stata fatta. Il nostro programma... ecco non c’era nel vecchio programma. E siccome c’è nel nuovo programma, le tre classi di teologia non l’hanno ancora fatta...
- Si esercitino anche in conferenze... E poi tutta la pratica in generale. Del resto la nostra istruzione essenzialmente si rivolge alla pratica. Sì. Poi? Le scuole di filosofia? Quelle già le avete (...).
- Secondo biennio filosofico. Primo anno: religione, apostolato, italiano, filosofia scolastica, storia della filosofia, pedagogia, scienze, letteratura.
Secondo anno: religione, apostolato, filosofia scolastica, filosofia orientale, cosa che non abbiamo ancora fatto, perché dovremo vedere come fare.
- Ci sono anche le letterature orientali? Sono difficili a trovarsi i testi. Bisogna un po’ che chi li fa, legga parecchio. Va bene.
- Psicologia sperimentale, sociologia, scienze, letteratura orientale.
- L’apostolato, quante ore ha per settimana? Due?
- Qui è segnata un’ora. Non so. E anche questo si può portare a due.
- Si può portare a due. Sì. Per me credo che si faccia bene
portarle a due. Credo così. Va bene. Poi?
- C’è il biennio letterario. Primo anno: religione, apostolato, italiano, letteratura italiana, latino, scienze, storia, storia della filosofia. Secondo anno: religione, apostolato, italiano, latino, scienze, storia, storia civile, storia della filosofia.
- E delle scienze, per l’assistenza sociale si dice qualche cosa nella sociologia?
- Non è segnato altro in sociologia.
- Chi è che ha fatto scuola per queste materie?
- (…)2
- Qualche cosa, nella parte dell’assistenza sociale, come l’insegnamento al (…)3, alla sociologia, ma la cosa più essen-
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ziale mi va anche bene. Stavolta ha fatto la tesi4 sopra il cinematografo in relazione al Vangelo, quella è una cosa che a voi interessa molto. Così gli studi sopra le pubblicazioni. Sì, va bene, poi dopo avete il ginnasio.
- Ginnasio, o scuole medie, quattro anni. Noi però...
- Perché non ci sono le scolare. Vediamo un po’ anche quello delle scuole medie.
- Primo anno due ore di scuola e due ore di studio al giorno: religione, apostolato, italiano, latino, geografia, storia, matematica, canto. Secondo anno...
- E fate anche un po’ di disegno, in qualche caso, per avviare un poco al ritocco e alla pittura?
- Questo a parte, Primo Maestro, quelle che hanno un po’ d’inclinazione sono curate, ma in classe proprio manca il tempo.
- Nelle scuole pubbliche c’è anche il disegno generalmente. C’è qualche pittrice qui? Anche per acquistare il gusto e presentare le cose benino. Sì. E penso che occorra un po’ di disegno [per tutte], che starebbe bene portare avanti in quanto sono capaci. Poi?
- Secondo anno, due ore di scuola al giorno e altrettanto di studio: religione, apostolato, italiano, latino, lingua estera, scienze, storia, geografia, matematica, fisica, canto.
- Che lingua estera studiate?
- In genere inglese... anche un po’ di francese.
- Va bene. Trovavo molto utile che si prendessero le [lingue] com’è nel Poliglotta moderno5: italiano, francese, spagnolo, portoghese. Come si dice in italiano: francese, spagnolo, portoghese. E poi? Perché sono tutte innestate nel latino, sono tutte figlie del latino, sorelle. Avete mai provato? Perché voi poi avete le persone capaci. Dunque in liceo quando prendevamo quelle materie, le prendevamo insieme, anche se solo sei mesi, tanto per fare vedere le differenze. Bene. Poi?
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- Terza media: religione, apostolato, italiano, latino, lingua estera, storia, matematica, canto. Quarta media: religione, apostolato, italiano, latino, lingua estera, storia, matematica, canto. E dalla quarta media [le studenti] passerebbero al biennio letterario, poi al biennio filosofico6 .
- È tutto ordinato bene. E qualche cosa sull’eloquenza7 la
fate entrare nell’insegnamento catechistico?
- Si pensava di farlo entrare nella scuola di apostolato del corso teologico.
- L’arte?
- Nel corso teologico.
- L’arte sacra può anche stare nel corso teologico, l’arte in
generale, i principi nella filosofia.
- La maggior parte delle nostre che entrano già diplomate l’hanno già fatta in genere a casa.
- Studiare l’arte sacra va bene, sì. È la scuola di Sacra Scrittura che va portata molto alla pratica. I commenti siano non solamente commenti critici, ma anche commenti dottrinali, morali e liturgici. La liturgia in che anno si è messa?
- Nel corso teologico. La liturgia nel primo anno. Alle volte, siccome le classi sono poco numerose, per unire le classi, si fa passare al secondo anno.
- Sì, questo è naturale, perché non fate il corso ciclico? Certo va bene il corso ciclico. C’è qualcuna che ha qualcosa da dire qui sopra? Io soprattutto insisto lì sopra: che si riduca tutto alla pratica. Si viva quel che si impara. Si porti a vivere quello che si impara.
- (...)8 Mi sembra che in pratica non sia necessario che siano tanto preparate, che dovrebbero fare molto meno straordinario e imparare quello che importa. Hanno studiato tanto latino, greco, poi in pratica non sanno fare un vaglia, non san-
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no battere a macchina, non sanno fare una fattura, non sanno rispondere a una lettera. E impiegano tanto tempo (…).
(…)9
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Fare le ordinazioni, scrivere a una casa per corrispondenza, poi stenografia... La tecnica dell’apostolato sarà spiegata in quella scuola. Ma vorrei che ci fosse tecnica non solamente della stampa, ma del cinema, radio e televisione, siano tutte insieme.
- C’è in programma.
- In programma, va bene. Ci siano tutte e quattro le parti tecniche. Poi introdurre la scuola di propaganda. È connessa con l’apostolato? Ci vuol proprio una scuola di propaganda.
- Sì, l’abbiamo chiamata diffusione, ma...
- Sì, è quello che adesso viene molto insegnato su questo punto. Poi: come organizzare la propaganda, non è vero? Anche prendendo, supponiamo, la rivista Vendere oppure gli altri libri che sono scritti per quelli che sono i rappresentanti e i viaggiatori10. Certo, non bisogna prendere alla lettera quelle cose, ma come noi non prendiamo alla lettera la macchina, che per noi è un pulpito, così non prendiamo alla lettera ciò che viene detto del modo di fare i viaggiatori, ecc. Tuttavia vi sono delle cose che se si sapessero, la propaganda renderebbe molto di più. Per parte mia penserei che ci dovrebbe essere proprio una scuola abbastanza abbondante di propaganda.
Sì, lì [nel programma] c’è l’apostolato. La scuola di apostolato è molto complessa: non basterà certamente un’ora per settimana, altrimenti si riduce a poco. Invece una scuola pratica di apostolato richiederebbe uno sviluppo notevole sia per la redazione che c’è già, sia per la tecnica e per la propaganda. Attualmente siamo mancanti di propaganda più che delle due altre parti. Attualmente. E con il nome di propaganda intendiamo tutto: il fare libreria, la propaganda del cinema, e poi la diffusione anche agli istituti e alle parrocchie, ecc.
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- Una scuola di psicologia e pedagogia deve tenere presente anche una particolare psicologia nella propaganda, nella libreria: come trattare la psicologia dell’ambiente, come avvicinare le persone, ecc. Non rimanere ai principi teorici di psicologia e di pedagogia, ma scendere proprio a quello che sarà la nostra vita, il contatto con la gente, il modo di trattare, il modo di influire, di ambientarsi.
- Questo è necessario come l’introdursi dell’apostolo. Quando si fa una predica, per preparare l’uditorio, bisogna tenere l’esordio, con il descrivere l’importanza dell’argomento, con l’umiliarsi che uno non è capace e poi con il presentare la divisione delle cose, perché una predica veramente deve avere almeno otto parti, o al minimo sette. Sì.
Poi [insistere] lì sopra con la pedagogia, come governerà la casa una Figlia di San Paolo? Come terrà le suore? Bisogna proprio che le superiore abbiano un’abilità pratica e nello stesso tempo pedagogica per il governo delle case. È tanto importante questo.
Ora bisogna sentir la Messa, perché si renda pratico l’apostolato, ma più di tutto, perché lo studio sia portato all’apostolato, reso pratico e in tutte le parti. In tutte le parti!
Anche quando si insegna: De Ecclesia, De Romano Pontifice, De Verbo incarnato, De conscientia, De legibus, De gratia, tutto venga portato alla pratica. Siamo uomini pratici. Sempre.
Si verificano due tendenze: chi è esclusivamente pratico e chi è esclusivamente teorico. Bisogna camminare in mezzo, perché i principi bisogna possederli veramente, poi occorre applicarli alla pratica. Se chi fa scuola ha già lavorato nell’apostolato, farà la scuola molto diversamente; se no, teoricamente. E poi, quando vanno [nell’apostolato], non sono preparate: saprebbero recitare una tesi di teologia, e non sanno fare la spiegazione del Chi mi ha creato11. Adesso abbiamo proprio bisogno di essere molto più pratici.
Poi un’altra cosa che è già notata abbastanza bene: tendere all’universalità e all’unificazione. Sapere un po’ di tutto, per-
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ché si possa, a tempo opportuno, metter mano alle varie cose. Ma poi unificazione. Questo va bene nei lavori di teologia: unificare. Perché molte volte una tesi la si spiega molto bene, si fa l’analisi bene di ogni parola della definizione o del canone o del testo scritturale, ma quanto poi alla pratica o all’indicazione, resta un lavoro che si lascia o si fa poche volte.
Chi esce dall’università è molto teorico. Perciò si deve fare così: gli studi seminaristici si fanno in casa; poi tra quelle che hanno fatto gli studi seminaristici, che sarebbero questi, allora possono andare all’università. Lo studio seminaristico porta alla pratica. E quando si è fatto questo studio, allora si possono anche meglio studiare i principi, studiare le parti che sono esclusivamente teoriche. Tutto ci vuole, e tutte e due insieme. Noi siamo proprio persone di pratica, di attività. Ecco, questo va bene. Che cosa avete ancora da dire?
- Abbiamo alcune suore che dovrebbero fare un corso pratico...
- (...) se un giorno dovranno essere messe anche a capo delle case, quella pedagogia venga applicata, si renda pratica.
- Due ore di pedagogia...
- L’indice è molto buono.
- A me è piaciuto tanto...
- Cosa avete ancora da dire? Di’ un po’ forte, invece di parlare tra voi, così facciamo tutti profitto. Avete già due libretti pratici, no? Sul cinema, forse piuttosto sulla tecnica12.
- Sì, sulla tecnica, ma noi vorremmo gli orientamenti nell’apostolato.
- E sono quasi gli stessi della stampa. C’è però da aggiungere l’efficacia particolare che ha il cinema come tale, poi la radio come tale, e la televisione come tale, cioè i principi sono sempre uguali, però la parte di redazione è diversa, pur dicendo le stesse cose. La parte di redazione è diversa. E poi bisogna sempre ri-
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cordare gli effetti che hanno questi vari mezzi di comunicazione del pensiero sulle singole persone, sui bambini, sugli adulti, sulle madri, sulla gioventù, ecc. Non potreste scriverlo voi? Intanto ormai siete già addentro alle cose, no? Siete già addentro alla cosa. Avete fatto tante scuole che adesso è tempo di mettere giù qualche cosa di quel che avete insieme accumulato!
- (...) seguire nel lavoro.
- C’è qualcuno che voleva fare qualche cosa, ma non so... Sì, fatelo. Poi un’altra cosa da fare per il noviziato: le materie. Bisognerà anche in questo programma accennarlo. Completare di più quello che c’è sulla ascetica nostra13, se si potesse. Se c’è qualcuna che possa dare aiuto alla Maestra del noviziato, completare l’ascetica. L’ascetica non solamente in quanto parte comune, ma anche la parte particolare, paolina. E questo sì, è possibile? Quali sono le materie del noviziato?
- Catechismo (…)14.
- Tutto il catechismo. C’è questa tendenza oggi, che nel noviziato la liturgia sia presa tutta, in maniera che dopo non ci si pensi più. Ora, però non tutte vanno avanti [negli studi], e forse non tutte capiscono subito tutto. Tuttavia questa in generale sia la tendenza: in noviziato, bene la scuola di liturgia. E ora voi avete già molte materie, quindi non si potrà diffondersi tanto, non è vero?
- Un po’ le Costituzioni, un po’ le pratiche di pietà, un anno passa tanto in fretta!
- Un anno passa presto davvero, trecentosessantacinque giorni. Va bene. Ma dico questo, per ricordare di scaricare15 un po’ la teologia che ha tanta materia. Non possono fare molte cose, però dove uno fa, bisogna che faccia davvero. Quindi se siete Paoline: la vostra missione davvero! E poi non vi chiederanno se sapete anche cantare o suonare il piano, cantare
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qualche pezzo o suonare il piano. Suor San Martino16 vuole che si parli dei protestanti.
- (…)17.
- Sì, bisogna essere buone Paoline, in sostanza! Poi se il medico che va a trovare l’ammalato non gli sa cantare un pezzo di musica, non fa niente. Purché sappia fare la diagnosi bene.
In sostanza io ho veduto che gli studi li avete presi sul serio: questo va molto bene. E insieme tenete l’umiltà, perché chi sa di più, dev’essere più umile, capire i motivi di umiliazione che abbiamo e di amare di più il Signore, perché capisce anche di più i motivi. È vero poi che lo Spirito Santo non guarda quel che noi sappiamo. Ci sono anime semplicissime che raggiungono le più alte vette: S. Teresina, S. Gemma Galgani, ecc., perché altro è il sapere, altro è il fare; e altro è recitare una bella tesi di teologia, e altro è credere. Avere la vera fede è un’altra cosa. Non confondere la scienza con la fede.
Quindi studiando, utilizzare le materie per la vita, la vita nostra individuale, la nostra vita spirituale e poi la nostra vita di apostolato.
Non umiliare quelle che non hanno fatto gli studi, perché loro potrebbero umiliare quelle che hanno studiato, perché hanno lavorato di più. Ciascuno faccia la volontà di Dio nella sua posizione. Non è far questo o quello che ci fa santi: è fare il volere di Dio, ciascuna nella sua posizione.
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1 Dialogo tra il Primo Maestro e le insegnanti sui programmi delle scuole. Roma, [6] settembre 1957. Trascrizione da nastro A6/an 34b = ac 57b. La sintesi, presa dagli appunti di Maestra Ignazia Balla (1909-2003), è ciclostilata in un foglio. Nel Diario Sp. si parla di una conferenza tenuta da Don Alberione il 6 settembre alle incaricate della redazione. La data è confermata dagli appunti presi da Maestra Ignazia nel suo quaderno. L’audizione è faticosa, però la voce del Primo Maestro è abbastanza chiara. La voce delle interlocutrici è più o meno chiara, perciò non sempre si è potuto trascrivere ciò che hanno detto. Gli interventi di Don Alberione sono in tondo e quelli delle interlocutrici sono in corsivo.

2 Parole incomprensibili.

3 Non si capiscono le parole.

4 Sembra trattarsi della tesi di diploma di Magistero in Scienze Sacre: I mezzi audiovisivi a servizio della persona umana, di sr. Luigina Borrano (1911-2002), anno 1954.

5 Giornale settimanale per “imparare senza maestro una lingua”. Pubblicazione dell’editrice Sonzogno già nota nel 1905.

6 Cf Ordinamento degli studi sotto la presidenza di Maestra Ignazia Balla (…) in Boffa G., Gli studi e la redazione nella storia delle Figlie di San Paolo in Italia 1915-1971, Figlie di San Paolo, Roma 2011, pp. 175ss.

7 Materia nell’ordinamento degli studi del sacerdote.

8 Voce dell’assemblea.

9 Interventi confusi; si discute sullo scrivere a macchina.

10 Cf Peyron Guido (1898-1960), Saper vendere-Arte e tecnica nello svolgimento della azione di vendita-Istruzioni raccolte e dettate per l’allievo venditore, a cura di G. P., Padova, Società Cooperativa Tipografica, 1957.

11 Prima nozione della fede cristiana.

12 Si riferisce ai testi redatti da Maestra M. Rosaria Visco fsp (1916-2005), Brevi nozioni di cinematografia, Albano 1952 (uso manoscritto) e Appunti pratici di organizzazione della San Paolo Film, Albano 1952 (uso manoscritto). Maestra M. Rosaria è stata la prima collaboratrice di don Emilio Cordero ssp (1917-2010) nell’apostolato della San Paolo Film. Insieme si recavano nelle comunità per la formazione delle sorelle sul cinema. Su questo testo si sono formate le prime giovani generazioni paoline.

13 Maestra Nazarena Morando fsp (1904-1984), Nozioni di ascetica, Figlie di San Paolo, Roma 1954 (uso manoscritto). Maestra Nazarena ha ricoperto l’ufficio di Maestra delle novizie per più di trent’anni. Il testo citato è una raccolta di lezioni per le formande.

14 Il resto non si capisce.

15 Scaricare, cioè alleggerire.

16 Sr M. Domenica San Martino fsp (1919-2007), responsabile del Centro Ut unum sint sorto per contrastare l’azione dei protestanti, e in seguito per favorire il dialogo ecumenico.

17 Voce indistinta.