Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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III
LE COSTITUZIONI1


Il bene più grande che si trova nell’Istituto è quello delle Costituzioni, e cioè una regola fissa, una guida, una direzione precisa per raggiungere la santità che è il fine della vita religiosa, in modo tale che per noi le Costituzioni sono la via necessaria, la via facile e la via sicura. Non siamo allora gente che cammina sull’incerto. Non siamo persone che andiamo cercando un metodo di santificazione, di un modo per salire più avanti nella perfezione. Le Costituzioni sono per noi la risoluzione di tanti problemi. Quei problemi che hanno anche le anime buone nel mondo. Sono la via più semplice e facile.
Che cosa sono le Costituzioni? La parola costituzioni viene da costituire. Costituzioni vuol dire che abbiamo determinati mezzi per la santificazione. Quei mezzi sono costituiti per noi, sono l’aiuto necessario per la santificazione. Costituiscono la via sicura.
Le Costituzioni poi sono la volontà di Dio sopra di noi. La volontà di Dio chiara e precisa. Quando la Chiesa approva un Istituto dichiara che le Costituzioni piacciono a Dio, sono conformate alla dottrina della Chiesa, sono conformate ed esprimono il senso del Vangelo applicato alla nostra vita pratica.
Poi l’approvazione significa che l’Istituto è utile alla Chiesa. Perciò nelle Costituzioni noi abbiamo una via chiara. Sappiamo con certezza che quello piace a Dio. Molte volte si va un po’ in cerca di mezzi. Si vorrebbe prendere da un autore o da un altro qualche consiglio. Si vorrebbe seguire questo e quel metodo. Tutto è fissato nelle Costituzioni: «Non sicut parvuli fluctuantes: Non come bambini che non sanno cosa fare»2.
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Il Vicario di Gesù Cristo è interprete del volere di Gesù Cristo e lo propone a noi. Le Costituzioni una volta approvate, vengono date perché siano osservate. Per l’approvazione viene consegnata la copia che può anche essere riprodotta in tanti esemplari. Ma si riceve proprio dal Papa, dalla Chiesa il libro delle Costituzioni che si devono vivere ogni giorno. Le Costituzioni divengono allora la volontà di Dio per noi. Perciò la via necessaria.
Una volta che si fanno le professioni, le Costituzioni sono la via necessaria, cioè: se le segui avrai la santità. Se non le segui non sarai mai santa, anche se cerchi dei mezzi sublimi, anche se vuoi fare delle eccezioni, perché trovi un autore o un certo consigliere che ti ha detto altre cose.
Le Costituzioni sono la via necessaria: o si abbracciano e si osservano bene e allora santità, o non si abbracciano e non si osservano bene e non si raggiunge la santità. La religiosa non ha più due vie, non ha più da scegliere. Quella è la sua via. E se non passa per quella via non arriva al fine della vita religiosa, cioè la santità. Perciò anche sul letto di morte è bene che accanto al religioso, alla religiosa vi sia il libro delle Costituzioni a indicare che si è amata quella via scelta e che si è seguita.
Le Costituzioni sono anche una via semplice e facile. Le Costituzioni si leggono e si spiegano durante il noviziato. Poi nella professione si manifesta l’impegno di vivere e conformare la vita alle Costituzioni. Queste Costituzioni sono semplici e facili. Che cosa si trova difficile? Qualunque difficoltà che s’incontri nell’interpretarle viene risolta da chi le spiega. E allora che cosa bisogna dire? «Fa’ questo e vivrai: Hoc fac et vives»3, e vuol dire: ti santificherai. Nelle Costituzioni non c’è neppure qualche difficoltà grave. Nessuna fuori di questa, cioè l’eroismo. L’eroismo si mostra e si raggiunge con la fedeltà di ogni giorno. Stare nella perseveranza. Non in qualche punto determinato, ma nel perseverare a vivere queste Costituzioni, ad uniformare la vita quotidiana alle Costituzioni. Quindi non eroismo in qualche punto delle Costituzioni, ma nella perseveranza.
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Le Costituzioni sono poi una via sicura. Sono una via sicura, perché la volontà di Dio è chiara. Quali opere di pietà, quali di apostolato, quali modi devo seguire per espiare i miei peccati, per crescere nella virtù, tutto determinato. Allora non si va sull’incerto, ma sopra una via sicurissima.
Quando si ha la grazia di essersi consacrate a Dio, e specialmente questa grazia che avete voi di portare un abito sacro e di mostrarvi buone con tutti, ecc., ecco che da molte parti vengono i consigli. E ognuno crede di poter indicare delle vie in tante maniere, ma tante volte queste vie e questi consigli non fanno che disorientare. La via sicura è quella! Ma non posso chiedere consigli? Non possiamo domandare pareri? Per vivere meglio le Costituzioni, sì. Per uscire dalla via delle Costituzioni, no! E cioè, quello che avete imparato in casa, specialmente nel noviziato, quell’indirizzo che è stato dato, quegli usi che si hanno in Congregazione, quelli sono la via. Le altre cose, in quanto ci aiutano a seguire la via. Anche gli stessi libri di lettura spirituale, anche i consigli che possiamo ricevere in confessionale, anche quel che si sente nelle prediche, tutto indirizzato a seguir meglio la nostra via. Ma è anche buono quel che insegnano a destra e a sinistra. Sarà anche migliore, e può esserlo qualche volta, è però difficile. Tuttavia non è volontà di Dio per noi. La volontà di Dio sta lì, nelle Costituzioni.
Può essere che quella figliuola vuol sforzarsi al mattino, non sta bene e tuttavia desidera la Comunione. La Comunione è una cosa più perfetta in sé, all’apparenza diciamo, oggettivamente è più perfetta che stare a letto, certamente. Ma la Comunione è unione della volontà a Dio. E quando per obbedienza si sta a letto per riposarsi, perché la salute lo richiede, allora la Comunione è già fatta, perché c’è l’unione della volontà con Dio. Quindi non il più perfetto in sé, ma è più perfetto quello che è di volontà di Dio. Anche una cosa minore quindi, è più perfetta, perché è la volontà di Dio per noi. Di conseguenza amare le Costituzioni e ritenerle come la via sicura. Che cosa segue?
1) Leggerle frequentemente. Ogni anno almeno una volta percorrerle tutte. Del resto è anche una norma che è scritta nelle Costituzioni stesse, è un obbligo. Si può leggerne qualche tratto
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anche alla Visita, oppure qualche articolo prima della lettura a tavola. Si possono leggere nella meditazione. Si possono leggere e commentare alla domenica come conferenza4. E allora? Si spiegano e si risponde anche a quelle domande che venissero fatte per meglio capirle e per viverle nella pratica. Leggerle attentamente e meditarle perché questa è la cosa pratica.
E allora, che cosa dobbiamo studiare? Quello che riguarda gli altri? No! Quello che riguarda le nostre Costituzioni, la nostra santificazione, cioè quello che sta scritto nelle Costituzioni.
In chiesa nel banco, nell’inginocchiatoio, dove si prega [tenere] non solo la Bibbia e il Vangelo, ma le Costituzioni, perché le Costituzioni sono l’interpretazione della volontà di Dio, del volere di Dio sopra di noi. Sono come il Vangelo applicato alla nostra vita particolare, quotidiana.
2) Amare le Costituzioni. Il libro delle Costituzioni dev’essere il più usato tra i libri di pietà e i libri di lettura spirituale. Non questo o quell’autore. Essere perseveranti in questo: amare le Costituzioni come la volontà di Dio sopra di noi e pensare che noi non possiamo dimostrare meglio al Signore il nostro amore e la nostra fedeltà che vivendo le Costituzioni. Vi può essere chi suggerisce l’amor puro, l’amore perfetto, ma l’amore puro e l’amore perfetto per la religiosa è certamente in questo: osservare le sue Costituzioni.
Non fatemi uscire dalla mia via, perché vuol dire uscire dall’amor di Dio, uscire dalla via della perfezione, della santità per me, rispondeva una suora a un consigliere che sembrava volesse fare tutte le anime sul suo stampo. Quando si predica alle Salesiane, si predicano le loro Costituzioni. E quando si predica alle Domenicane, si predicano le loro Costituzioni, perché per loro quella è la via. E quando si predica alle Paoline, si predicano le loro Costituzioni, altrimenti le cose che si dicono non possono venire applicate alla loro vita quotidiana.
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Le Costituzioni sono la forza dell’Istituto. Tutte, in qualunque parte della terra si trovino, vivono tutte così. Vi è un corpo nell’Istituto, un ente morale, un corpo morale che è la stessa cosa. Nutrirsi dello stesso cibo, guidate dalle stesse verità e camminare nella stessa via. Tutto un corpo sociale che parla una lingua sola, che opera in un solo modo, che zela un apostolato solo. Tutte unite allora nell’aiutarsi e con l’esempio e con la preghiera, in tutte le maniere per la santificazione.
Quando una fa un po’ da sé, si separa dai beni innumerevoli che ha l’Istituto. È come un membro un po’ distaccato, non partecipa a tutta quell’effusione di grazia che viene dallo Spirito Santo all’Istituto. Particolarmente questo può avvenire per la facilità a leggere tante cose che non sono conformi al vostro spirito. Amare le Costituzioni!
3) Osservarle. Le Costituzioni in parte contengono la legge naturale, in parte contengono la legge divina e in parte contengono la legge ecclesiastica. Allora queste parti hanno la forza che ha la legge stessa o naturale o divina o ecclesiastica. Ecclesiastica: supponiamo l’obbligo di portare l’abito. Legge divina: ascoltare la Messa e fare la Comunione, ecc. Legge naturale: i comandamenti. Queste cose sono un po’ sparse nelle Costituzioni ed hanno la forza che viene dalle stesse leggi che ho detto: naturale, divina, ecclesiastica.
Le Costituzioni obbligano in tutto quello che si riferisce allo spirito dell’Istituto, al suo fine. Se a una venisse in mente di mettersi a fare l’infermiera o di aprire una clinica? Non è il fine proprio, uscirebbe da quel fine determinato, da quell’apostolato che aveva abbracciato con la professione. Quindi l’obbligo grave di salvare il fine e lo spirito dell’Istituto, sempre. Anche per quello che indica i modi di interpretare o per ciò che viene detto per l’esecuzione delle Costituzioni e per il raggiungimento del fine dell’Istituto. Prima della vestizione ci vuole la tale prova, e perché la persona possa essere accettata ci vogliono quelle condizioni; il noviziato deve durare tanto e si deve fare così; per la professione ci vogliono quelle determinate condizioni. Per la prima professione e per l’ultima professione, la perpetua, ci vogliono quei tempi che sono fissati.
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Il governo è organizzato così: una Superiora generale, sotto di essa le provinciali o le incaricate regionali. Non si tratta delle case direttamente soggette alla Casa generalizia. Poi le superiore locali dipendenti dalle provinciali e ciascuna suora dalla sua superiora locale. L’Istituto ha un governo e nella terza parte delle Costituzioni vedete quel che riguarda il governo.
Non si può spendere come si crede ad esempio, ma vi è un ordine. Così se si deve osservare la povertà non si può dire: Adesso ho dei soldi, posso comperare qualunque cosa, posso permettermi di addobbare la casa, aver dei salotti magnifici o scegliere quello che è più lussuoso. Su questo ci sono tentazioni. Quello che non obbliga sotto pena di peccato riguarda l’indirizzo ascetico di certi metodi oppure di certe disposizioni puramente disciplinari. Tuttavia anche in questi casi se si trasgredisce per disprezzo o si dà esempio cattivo, oppure si determina tiepidezza, rilassamento nella disciplina, allora si pecca.
Si domanderà: È proprio obbligatorio quindi seguire nella Visita al SS. Sacramento il metodo Via, Verità e Vita? Questo è l’indirizzo generale. È proprio obbligatorio prendere il taccuino per scrivere l’esame di coscienza? È l’indirizzo che si dà. Quanto più uno si uniforma tanto più progredisce. Qui non determiniamo che cosa sia peccato o no, ma questo: quanto più uno si uniforma tanto più progredisce. Sono mezzi di salute, di perfezionamento. Perciò l’osservanza delle Costituzioni.
Venendo ancora ad un’ultima conseguenza, ripassare spesso quei punti più essenziali: la carità e l’umiltà, gli articoli che si riferiscono a queste due virtù perché si possa vivere la vita comune nella pace e nella gioia. La carità fra tutti, sopportandosi a vicenda anche nei difetti e tuttavia cercando di non fare soffrire gli altri, di non farsi sopportare troppo. Così l’umiltà. Per nostra parte tendere sempre all’ultimo posto, stimandoci degni dell’ultimo posto e poi obbedienti a fare quell’ufficio che è assegnato, ma per obbedienza, in umile sottomissione.
Allora, riassumendo, le Costituzioni sono:
1) Il volere di Dio sopra ciascuna. E non c’è di meglio che dare il volere di Dio. Non fare deviazioni, non lasciarsi lusingare da quello che appare meglio. Una disposizione alle volte
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può sembrare poco utile. Per esempio, dovete essere in due quando andate nelle case per l’apostolato, ma ha le sue ragioni.
2) Le Costituzioni sono la via facile per la santificazione.
3) Le Costituzioni sono la via sicura per la santificazione.
4) Le Costituzioni sono la via necessaria per la santificazione, cioè o le amiamo e le seguiamo e ci facciamo sante, o non le amiamo e non le seguiamo e non possiamo essere sante.
Una suora per essere santa come dev’essere, che cosa deve fare? Essere osservante, tutto si riassume lì: È una suora osservante. Osservante per le regole e gli usi del suo Istituto, e possiamo dire osservante della volontà di Dio.
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1 Predica tenuta a Roma il 26 giugno 1957 alle ore 6, durante il corso di Esercizi spirituali alle novizie. Trascrizione dattiloscritta, di cui non c’è nastro, carta comune, fogli 4 (22x31). Il titolo e l’anno sono aggiunti a mano.

2 Cf Ef 4,14.

3 Cf Lc 10,28.

4 Nelle comunità più numerose (Roma, Alba,…) era consuetudine che alla domenica, dopo aver partecipato a due Messe, la superiora o le maestre dei singoli gruppi, tenessero la conferenza. Questo avveniva anche nelle case filiali dove la superiora si serviva spesso di stampati, di libri che raccoglievano le conferenze tenute a Roma o ad Alba da Maestra Tecla Merlo o da Don Alberione.