Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Albano, 8-12 e 16 novembre 1957

I
MARIA MEDIATRICE DI GRAZIA1


Avete cantato: Se non sono i nostri cuori - così bianchi come gigli, - pur ti siamo amanti figli - e ci sei tu madre ancor2 . Vuol dire questo, che sebbene noi entriamo negli Esercizi con un cuore che non è ancora così bianco come i gigli, speriamo che con la misericordia di questa Madre, possiamo ricavare buon frutto, e possiamo uscire dagli Esercizi bianche come i gigli, e gigli senza macchia. Ecco, le anime che passano dal tempo all’eternità senza macchia, entrano subito tra gli angeli del paradiso, là dove tutto è bello, tutto è bianco, tutto è mondo. Allora questo ci porta a considerare che giova entrare negli Esercizi spirituali con fiducia. Il demonio, nei primi giorni, spesso tenta di scoraggiamento: in qualche anima può arrivare a tentare quasi fino alla disperazione. Vuol far cadere in disperazione l’anima. Attacchiamoci alla Madonna: Pur ti siamo amanti figli, diciamo, ti vogliamo bene e tu ci sei anche Madre. Allora pensieri di confidenza nel cominciare gli Esercizi e, precisamente questa sera consideriamo: confidenza in Maria. Sì, confidenza in Maria, perché è mediatrice di ogni grazia.
Che cosa significa questo titolo che diamo a Maria: mediatrice della grazia? Nelle litanie diciamo: Mater divinae gratiae. Ciò significa che Maria in cielo ha avuto il potere da Dio di
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intercedere per noi per qualunque necessità, qualunque grazia di cui abbiamo bisogno. Mediatrice universale di grazia! Abbiamo bisogni corporali, abbiamo bisogni spirituali, abbiamo bisogni nostri; abbiamo bisogni per l’Istituto, abbiamo bisogni per le famiglie e abbiamo bisogni per la Chiesa, abbiamo bisogni per la patria, per le missioni, per tutta l’umanità. Maria è il mezzo, è stata il mezzo per cui è venuta a noi la grazia che è Gesù Cristo stesso. Perché? Perché: «Tu sei piena di grazia», la salutò l’angelo: «Ave gratia plena»3. Allora, riempita di grazia, secondo la sua missione, ella ha dato al mondo la grazia: Gesù Cristo è vita, che significa grazia. Mediatrice presso Dio, stabilita così: mediatrice di ogni grazia. Se il mondo si salva, lo deve a Gesù Cristo; ma da dove è passato Gesù Cristo? La porta è stata Maria, perché il Figlio di Dio entrasse come Dio e Uomo nel mondo. La porta è stata Maria. Così è stata la volontà di Dio. Sic est voluntas Dei, quale? Ut nos totum, qui nos totum habere voluit per Mariam: Questa è stata la volontà di Dio che noi tutto ricevessimo per Maria4. E questo vale per tutta l’umanità, ma vale anche per ognuno. Ogni grazia che è venuta a noi, è passata per le mani di Maria. Ogni grazia. Dalla grazia di nascere in un paese cattolico, da una buona famiglia, dalla grazia del Battesimo e successivamente tutte le altre grazie, fino ad oggi, fino a quelle di stamattina, alle grazie che avete già ricevuto oggi: tutto passa per le mani benedette di Maria. Come le sue mani hanno portato Gesù e lo hanno presentato al mondo, presentato ai magi e ai pastori, così dalle sue mani vengono tutte le grazie, tutte le grazie.
E se noi vogliamo, dopo ogni beneficio che riceviamo da Dio, pensare subito che abbiamo da baciare le mani benedette e benefiche di Maria, indoviniamo, facciamo una cosa giusta. Mediatrice universale di grazia. Tanto che Dante si esprime così: Chi vuole grazia e non si rivolge a Maria, sarebbe come un uccello che pretendesse di volare senza le ali5. L’uccello
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potrebbe tentare di alzarsi dalla terra, spiccare il volo, ma se non ha le ali, non si alza neppure di un palmo, e se anche si alzasse un tantino, ricadrebbe. Così se vogliamo grazie ci rivolgiamo a lei, a Maria. Anche se noi ci rivolgiamo direttamente a Gesù, Gesù, quelle grazie che ci darà, le fa passare attraverso le mani di Maria.
D’altra parte è giusto quel che è scritto: Alle volte ci rivolgiamo a Gesù e non siamo subito ascoltati, e alle volte ci rivolgiamo a Maria e siamo più velocemente esauditi6. Forse che Maria possa di più? No. Perché Maria, quando noi la preghiamo, presenta le nostre orazioni a Gesù e unisce la sua intercessione alla nostra preghiera. Crediamo di valer più noi da soli o valere di più noi con Maria? Siamo santamente prudenti. Serviamoci sempre di questo: assicurarci l’intercessione, la protezione, la preghiera di Maria. Perciò la Chiesa nelle litanie ci fa dire tante volte: ora pro nobis, ora pro nobis. Dà a Maria tanti titoli che vogliono dire che Maria ha potere in tanti settori: per ottenerci la sapienza, per ottenerci la fedeltà, per ottenerci la purezza, per ottenerci il perdono dei peccati, per avere lumi alla mente, buoni consigli. Maria ha tanti poteri e noi la invochiamo, perché metta la sua intercessione, perché metta il suo potere per questo bisogno e per quell’altro, secondo che sentiamo ciò che nella vita ci occorre.
Quindi, qual è la ragione per cui alle volte siamo più facilmente esauditi pregando Maria, che pregando Gesù? Siamo peccatori, abbiamo disgustato Gesù. Gesù ha anche il regno della giustizia, Maria ha solo il regno della misericordia. Avviciniamoci dunque a lei con fiducia e supplichiamola per avere le grazie secondo il bisogno, quelle grazie che sono più utili per noi.
Il bambino si affida alla mamma, sa che la mamma gli prepara il cibo che fa per il suo bisogno, per il suo stomaco, secondo la sua salute, secondo gli anni di vita che ha. La mamma capisce il bambino e allora prepara quel che il bambino ha bisogno di ricevere.
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E, secondo, qual è ancora la ragione? Questa, Maria vede i nostri bisogni. Secondo, Maria può ottenere presso Dio le grazie secondo i nostri bisogni. Terzo, vuole ottenercele, ci vuol bene, vuole ottenerci le grazie. Maria conosce i nostri bisogni in che modo? Li legge nella mente di Dio, nell’essenza stessa di Dio. Noi possiamo leggere su un libro. Maria vede tutto, vede noi, le nostre necessità in Dio. Le nostre necessità si riflettono in Dio come in uno specchio e Maria le vede. Vede le necessità interiori, anche quelle necessità che noi spesso non scopriamo, non sentiamo neppure nel nostro cuore. Abbiamo tanti bisogni che neppure sappiamo conoscere. Anzi, generalmente sono proprio i nostri bisogni più grossi e più gravi quelli che noi non conosciamo. Maria li conosce tutti. Come una mamma sapiente conosce i bisogni del bambino più che il bambino stesso. E sì, che sa il bambino quale minestrina gli giova! E la mamma che ha esperienza, che sa, ci pensa lei.
E Maria può. Ma la potenza di Maria presso Dio, noi la conosciamo poco. La conosciamo poco questa potenza presso Dio. La Vergine santissima può far cambiare l’ordine che sembrerebbe che Dio dovesse seguire. L’esempio è questo: alle nozze di Cana venne a mancare il vino. E, umanamente considerando le cose, mancare il vino in un convito di nozze è una mancanza notevole. E mancando a metà della festa, risultava un certo rossore, una vergogna per gli sposi. Nessuno si accorge, Maria sì. Seguiva, stava attenta a quello che succedeva, come erano le provviste di casa. La madre, una buona madre, ha certi occhi in una casa! E dice a Gesù: «Non hanno più vino». E Gesù risponde: «Che importa a me e a te?». Voleva dire: Questo è affare di coloro che presiedono al convito, di quelli che devono provvedere. «Nondum venit hora mea: Non è ancora venuta la mia ora», dice Gesù, e voleva dire l’ora di fare prodigi. Quindi l’ordine era quello, e Maria fa cambiare l’ordine di Dio. Non è venuta l’ora? E Maria fa suonare l’ora. Maria, sicurissima che la sua preghiera era tutta nel cuore di Gesù, dice serenamente e fiduciosamente ai servi: «Fate tutto quello che egli vi dirà»7. E Gesù allora, vinto dalla preghiera
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e dal potere di Maria sopra il suo cuore, ordina che siano riempite le idrie di acqua e poi che sia portata a tavola. Mentre portavano in tavola, ecco che l’acqua si mutava in vino e vino ottimo.
Il potere di Maria sopra il cuore di Dio! Anche se Dio fosse sdegnato con noi per le tante nostre ingratitudini, per l’enormità e per il numero dei nostri peccati, ricorriamo sempre a Maria, con la preghiera del peccatore, di colui che è debole: Salve, Regina, mater misericordiae, vita, dulcedo et spes nostra, salve: Salve o Regina, Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve, Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. Anche se il Signore non ci guardasse più, diciamo così, perché l’anima nostra è troppo miserabile, troppo coperta di vermi, che sono le venialità, le ingratitudini, che sono le imperfezioni volontarie, le venialità, ecc., la freddezza, la tiepidezza, i sentimenti di invidia, di orgoglio. Anche se la nostra anima fosse così, e a nostro modo di vedere, gli occhi di Dio non potessero quasi più mirare la nostra miseria, ricordiamoci che Maria ha un cuore che soprattutto ama ed è premuroso per i maggiori peccatori, per i figli più infermi. E tu ci sei madre ancor, le diciamo. Una madre, in primo luogo, anche se ha cinque o sei figli, al mattino si prende premura per il figlio più infermo. Questo significa che Maria non solamente vede i bisogni, non solamente può ottenerci le grazie secondo i bisogni, ma ci ama, ci vuole bene e quindi pensa a noi con grande amore. E allora, se vede, se può, se ci ama, ecco, è mediatrice di grazia.
Adesso la domanda: per quali grazie rivolgerci a Maria? Non vi è nessuna distinzione, nessuna eccezione. Ciò che veramente ci è utile, Maria può ottenercelo e vuole ottenercelo e ha potere per ottenercelo: qualunque grazia, sì. Ognuno può fare un elenco delle grazie di cui ha bisogno, riempirne una pagina, due, un quaderno. Maria ci può ascoltare in tutto ed esaudirci in tutto, per tutte le grazie. Mediatrice universale di grazia vuole appunto dire così.
A volte vi sono oscurità nella mente; a volte invece vi sono passioni che tormentano il cuore; a volte è il carattere che non si riesce a dominare; a volte è una brutta abitudine che ci ac-
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compagna da anni e che non riusciamo a togliere. A volte sono anche bisogni materiali, corporali. A volte vi sono necessità generali, come la corrispondenza alla vocazione, specialmente la corrispondenza essenziale che è di lavorare per farsi santi sul serio. È una necessità generale questa, sostanziale per un religioso, per una religiosa, perché se facesse anche tutto il resto e non si santifica, non corrisponde alla sua vocazione. Facesse anche tutto quel che è stabilito secondo il fine del suo Istituto, le opere del suo Istituto, ma se non si fa santa, non corrisponde alla vocazione, perché vita religiosa è vita destinata, dedicata alla santificazione. Quindi a volte sono bisogni generali come questo.
Se una riconoscesse che negli anni non ha ancora progredito, non ha ancora migliorato dopo la sua professione, dopo che ha finalmente preso e scelto il suo stato, dopo che è entrata definitivamente nel suo stato, allora se una riconoscesse che non ha ancora fatto questo, può dire: anni perduti! Questo è un bisogno generale. A volte vi sono poi bisogni particolari in cui l’anima lavora per progredire, ma trova certe difficoltà, certi inciampi in cose che sembrerebbero non aver grande importanza, ma che pure la fermano. Ebbene, qualunque grazia, qualunque grazia chiederla a Maria. Possiamo anche chiedere grazie per i bisogni temporali, s’intende, ma in quanto sono utili per la salvezza, per la santificazione della nostra anima, non è vero? Però è necessario che sempre mettiamo questa intenzione: Per fare la volontà di Dio. Vi domando questo perché io faccia la volontà di Dio.
Se piacerà al Signore continueremo nella meditazione successiva, perché Maria ci esaudisce sempre in quest’ordine: compiere la volontà del suo Figliuolo.
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1 Predica tenuta nella casa di cura di Albano Laziale l’8 novembre 1957, durante il corso di Esercizi spirituali dall’8 al 16 novembre. Trascrizione da nastro A6/ an 36b = ac 61a. La numerazione delle meditazioni era stata ricavata da una trascrizione precedente che non esiste più. Sull’audiocassetta le date sono state scritte successivamente. Non potendo fare un confronto con l’eventuale prima trascrizione, le curatrici fanno riferimento al Diario Sp. per quanto riguarda la data. Dal Diario Sp. risulta che l’8 novembre Don Alberione tiene due meditazioni. Il giorno 9 tiene una meditazione; il giorno 10 tiene tre meditazioni; il giorno 11 due meditazioni; il giorno 12 due meditazioni. Nei giorni 13,14, 15 si assenta, perché va ad Alba. Il giorno 16 novembre tiene la meditazione conclusiva.

2 Dal canto mariano Ai tuoi piè, in Preghiamo due volte, Edizioni Paoline, Roma 1968, p. 161.

3 Cf Lc 1,28: «Rallegrati, piena di grazia».

4 Cf S. Bernardo di Chiaravalle, Sermo in Nativitate B.V.M, n. 7 in SBO V. S. Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), monaco francese, fondatore dell’abbazia di Clairvaux, teologo, Dottore della Chiesa.

5 Cf Alighieri Dante, La Divina commedia, Paradiso, canto XXXIII, 13.

6 Cf Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1987, nn. 23-25, pp. 31-32.

7 Cf Gv 2,3-5.