Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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72. OGNI ANNO LITURGICO PORTI UNA MAGGIORE CRESCITA DI CRISTO IN NOI
(Domenica XXIV dopo Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 21 novembre 19651

[Vangelo] da san Matteo, capitolo XXIV.
In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete nel tempio l'abominazione della [desolazione] predetta dal profeta Daniele - chi legge la Scrittura comprenda bene - colui che sarà in Giudea, fugga sui monti, chi sulla terrazza non scenda in casa a prendere qualche cosa, e chi è nel campo non torni a prendersi la veste. E guai alle donne gravide ed allattanti in quei giorni. Pregate che la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato; sarà una catastrofe spaventosa come non si è mai vista e mai più si vedrà. E se quei giorni non venissero abbreviati, non scamperebbe anima viva; ma saranno accorciati in grazia degli eletti. Allora se uno vi dirà: Ecco qui, ecco là il Cristo, non date retta; sorgeranno, infatti, dei falsi Messia e dei falsi profeti che faranno miracoli e prodigi tali da sedurre, se fosse possibile, anche i fedeli. Ecco, ve l'ho predetto. Se dunque vi diranno: Il Cristo è nel deserto, non uscite; è nelle grotte, non date retta; perché come il lampo esce da levante e guizza,fino a ponente, così pure sarà la venuta del Figlio dell'Uomo. Simile all'aquila che si precipita dal cielo sulla preda. Subito dopo la catastrofe di questi giorni, si oscurerà il sole, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e gli astri celesti saranno sconvolti. Allora comparirà nel cielo la croce del Figlio dell'Uomo. Tutte le nazioni della terra si batteranno il petto vedendo il Figlio dell'Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angioli che a gran voce di tromba raduneranno i suoi eletti dai quattro punti dell'orizzonte da una parte all'altra dei cieli. Eccovi un paragone: quando il ramo del fico si fa tenero e mette le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno2
Abbiamo da ricordare che è la domenica XXIV dopo Pentecoste, e quindi è l'anno liturgico che viene a chiudersi.
L'anno liturgico che s'inizia con l'Avvento, e poi [segue] con il periodo natalizio, e poi più avanti quello che è stato la predicazione di Gesù Cristo, la sua passione, morte di croce, la sua risurrezione, l'ascensione al cielo, la discesa dello Spirito Santo; e dalla Pentecoste all'Avvento successivo.
L'Avvento ricorda il tempo che precedette il Figlio di Dio, cioè che precedette la nascita di Gesù Cristo, il tempo cioè, dal peccato originale alla comparsa del Figlio di Dio incarnato nella Vergine Santissima
E poi [l'anno liturgico] si compie dall'incarnazione del Figliuolo di Dio fino ai suoi esempi che ci ha lasciati, gli insegnamenti che ci ha lasciati e la redenzione che egli ha compiuto per noi. E quindi, dopo la sua risurrezione, salì al cielo alla destra del Padre.
Ora, sono circa, presso a poco, sei mesi dell'anno per cui veniamo a conoscere il Redentore, e a meditare gli esempi del Redentore, e gli insegnamenti del Redentore, e la redenzione compiuta per mezzo della passione e morte e la risurrezione. Si compie la redenzione quando il Signore Gesù è salito al cielo mandando lo Spirito Santo alla Chiesa. Circa sei mesi dell'anno.
Ora, quegli altri sei mesi, circa, dell'anno: dalla Pentecoste al nuovo Avvento, è il tempo in cui dobbiamo meditare gli esempi di Gesù Cristo, meditare gli insegnamenti di Gesù Cristo e vivere secondo Gesù Cristo: Vivit vero in me Christus3; e cioè, essere sempre più perfetti.
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Ogni anno che il Signore ci dà è perché arriviamo ad una perfezione sempre più alta, più profonda; che sarebbe poi quando: Vivit vero in me Christus, quando cioè, Gesù Cristo vive in noi; nella nostra mente, i suoi pensieri; che siano, i suoi pensieri, siano i nostri; e i suoi voleri che siano in noi; e i desideri e le intenzioni, quelle che sono di Gesù, in noi. Il dono della Messa, il dono della comunione, quando veramente, se noi facciamo delle buone comunioni, il Vivit vero in me Christus1.
Così ogni anno liturgico non è da ripetersi semplicemente, è da compiere il perfezionamento sempre maggiore, ogni anno; sempre ogni anno un miglioramento, una santificazione maggiore. E quindi noi, poi, sappiamo che alla fine del mondo, quando si compirà la risurrezione di tutti e il grande giudizio universale, ciascheduno avrà la sua posizione, la sua condizione, il suo stato. È proporzionata la gloria e la felicità, in proporzione che noi santifichiamo gli anni liturgici, come (...).
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Se poi si vuole comprendere - e bisognerebbe meditare a lungo questo, una spiegazione più lunga occorrerebbe, è quella che è nell'Epistola - come dobbiamo essere perfezionati e che ci perfezioniamo ogni anno liturgico meglio: «Fratelli», dice san Paolo, «noi preghiamo continuamente per voi», scrive ai Colossesi, «e chiediamo la grazia che conosciate chiaramente la volontà di Dio». E poi, la perfezione: «e siate ripieni di sapienza e di intelligenza e vivrete così in modo degno di Dio e gli piacerete in tutte le azioni». Ecco, il rinnovarsi degli anni liturgici, la conclusione: «vivrete così in modo degno di Dio e gli piacerete in tutte le azioni. E fate del bene in tutti i modi e crescete nella conoscenza di Dio. Fortificati dalla potenza divina vivrete nella pazienza, nel coraggio, nella gioia. Ringraziate il Padre il quale vi ha fatti degni di partecipare alla luce che godono i santi. Egli vi ha strappati dal regno del diavolo e vi ha introdotti nel regno del suo Figlio amatissimo che ci ha riscattati e purificati con il suo sangue»1.
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Quando si considera l'immenso genere umano, e cioè gli uomini che vivono sulla terra attualmente - tre miliardi e mezzo ormai di uomini - ora, tra questi noi siamo i privilegiati, noi i privilegiati. E che arriviamo a vivere nella perfezione, a vivere in Gesù Cristo! Vivere Gesù Cristo in noi. E allora il perfezionamento ogni anno liturgico, e arrivare a vivere il Vivit vero in me Christus1, mihi vivere Christus est2: la vita mia è Gesù Cristo. Quindi, questa settimana dobbiamo considerare che si chiude l'anno liturgico. E noi facciamo l'esame di coscienza se l'anno liturgico è stato per noi di progresso. Una fede più viva, cioè, immedesimare i nostri pensieri ai pensieri di Gesù Cristo o, che è meglio, che i pensieri di Gesù Cristo siano in noi; e che noi abbiamo i voleri di Gesù Cristo, cioè seguire i suoi esempi, i suoi insegnamenti; la nostra vita conforme alla vita di Gesù Cristo; e così le intenzioni, i desideri, le aspirazioni. Ecco, l'amore a Dio, e cioè, cercare la gloria di Dio e cercare la nostra santificazione; aumentare in noi l'amore a Dio e l'amore alle anime, al prossimo, e nella pazienza e nella carità.
Bisognerebbe a lungo meditare questa Epistola dopo aver considerato il Vangelo. «Vivrete così in modo degno di Dio». Come visse Gesù Cristo degno del Padre. «E gli piacerete in tutte le azioni. E siate ripieni di sapienza e di intelligenza. E fate del bene in tutti i modi e crescete nella conoscenza di Dio e fortificati nella potenza divina, vivrete nella pazienza, nel coraggio, nella gioia».
Ringraziare il Padre che ci ha mandato il suo Figlio salvatore. E ringraziare come la Chiesa ha organizzato l'anno liturgico. E in ogni anno liturgico, una conoscenza sempre più profonda di Gesù Cristo, di Dio; una maggior docilità alla volontà di Dio. Tutto il volere di Dio; e il nostro cuore sempre più orientato verso il cielo per...
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Quindi, cercare la gloria di Dio è cercare la nostra eterna felicità. Cercare la gloria di Dio, e il mezzo principale per glorificar Dio, il mezzo principale è la santificazione nostra. E se il Signore vi illumina...
In questa settimana meditare il Vangelo di questa giornata, per tutta la settimana. E che noi consideriamo e ci esaminiamo se l'anno liturgico ci ha portato vantaggi e progresso. E poi cominciare la preghiera per entrare nel nuovo anno liturgico, e santificarlo sempre meglio guidati dalla Chiesa. Sempre più chiaramente vedere l'insegnamento dell'anno liturgico. Ma questo spirito interiore, secondo la luce interiore. Ecco, san Paolo ai Colossesi, ci indica quale è la perfezione. E dopo anni ed anni, abbiamo fatto un perfezionamento sempre più alto, più intimo? «Vivrete così in modo degno di Dio»; di Dio, degno di Dio, di entrare in paradiso; di esser così sulla terra e degni, quindi, di andare a contemplare Dio in cielo. Che ci accolga il Signore; che ci purifichiamo, perché siamo degni di Dio, di entrare in cielo. Riflettere nella Messa che ascolterete ancora e avrete certamente vantaggi. E pensieri ispirati sempre dalla fede.
Oh! Certamente questa settimana dovrà essere con un po' di esame di coscienza in quanto all'anno liturgico, e in quanto al volere e all'impegno di seguire, poi, se piace a Dio darcelo, il nuovo anno liturgico: dal peccato originale di Adamo, ecco, fino al giorno in cui Gesù Cristo, radunati tutti gli uomini, dopo che l'abbia risuscitati, darà la sua sentenza al mondo, a ognuno, a tutta l'umanità, sì. Allora i beati entreranno in cielo gloriosi con Gesù Cristo. E questo attendiamo. Ma il Signore, avendoci data una vocazione particolare, dobbiamo approfondirla e veramente diventare degni figli di Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 132/d (= cassetta 201/a). Voce incisa: "Ultima Domenica dopo Pentecoste: meditazione del PM". Per la datazione, cf PM: «Abbiamo da ricordare che è la Domenica XXIV dopo Pentecoste». - dAS, 21 novembre 1965 (domenica): «Alle ore 5 Messa meditazione per le PD».

2 Mt 24,15-35.

3 Gal 2,20.

1 Gal 2,20.

1 Cf Col 1,9-14.

1 Gal 2,20.

2 Fil 1,21.