Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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51. I PRIMI TRE GRADI DELLA PREGHIERA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 18 agosto 19651

Vi è la preghiera vocale, come il canto, come la recitazione delle orazioni, come il suono e anche come cerimonia.
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Poi vi è la meditazione. La meditazione come si deve fare? La meditazione ha tre parti: la prima, è onorare Gesù, Verità; la seconda, è onorare Gesù Cristo, Via; e terzo, Gesù Cristo, Vita.
Troppe meditazioni che son semplici letture e non c'è la meditazione. Si sente la meditazione predicata e non si fa la meditazione, molte volte; perché c'è un'istruzione, c'è una lettura; ma quello è istruzione della mente, ha anche il suo valore, ma non è la meditazione, non è la meditazione.
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Primo luogo; onorare Gesù, Verità. Facciamo un esempio, uno degli articoli del Credo: "Credo in Dio Padre onnipotente; credo in Gesù Cristo; credo nello Spirito Santo; credo la vita eterna". Oppure, vi è una lettura, sì, o che viene predicata; supponiamo il purgatorio, il purgatorio che purga l'anima per entrare in paradiso. E perché si va in purgatorio? Peccati veniali non scontati; sentimenti con cui si è conchiusa la vita; e c'erano ancora dei sentimenti non buoni, delle intenzioni un po' strane, delle invidie. Perché si va in purgatorio? Ed è quando, particolarmente, l'osservanza religiosa non è completa. Questa è istruzione, cioè: «Io son la Verità»1. E generalmente deve essere breve questa parte.
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[La] seconda parte è in onore a Gesù Cristo, Via. E considerare gli esempi che ci ha lasciati Gesù: com'era la sua obbedienza? Com'era la sua umiltà? «Imparate da me che son mansueto ed umile di cuore»1; la delicatezza estrema di Gesù; l'amore al lavoro, ecc. Sono gli esempi di Gesù. E se non si considerano gli esempi di Gesù, si possono considerare i precetti, e cioè: «Beati i poveri, beati i miti...»2. Si può considerare il valore della carità, considerare l'umiltà, considerare l'osservanza religiosa. Quindi: «Io son la Via»3. Perché, tutto ciò che è buono da farsi, Gesù Cristo l'ha insegnato e ce ne ha dato l'esempio. Questa è la seconda parte della meditazione.
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La terza parte è onorare Gesù Cristo, Vita; cioè la grazia. Questa terza parte: ottenere la grazia, cioè, aumento di amore a Dio, la carità verso il prossimo. E allora ci sono, primo, l'esame: e non ho esercitata l'umiltà, supponiamo; secondo, il proposito: voglio farlo adesso, voglio esercitare l'umiltà, l'obbedienza; voglio pregare meglio. E quindi, propositi. E poi pregare per mantenerli, i propositi. È quindi, una parte importante, questa.
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La meditazione, dunque, ha una parte piuttosto breve, supponiamo cinque minuti, la parte di istruzione; poi la seconda parte è anche relativamente breve, e cioè, si onora Gesù Cristo, Via; e quanto alla terza parte, un po' più lunga: c'è l'esame di coscienza: se abbiam fatto o non abbiam fatto; poi i propositi per fare; poi le preghiere per mantenere i propositi; e pregare più abbondantemente. Molte, così dette meditazioni, non son meditazioni.
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Ma per questi propositi, per questa terza parte, cosa bisogna pensare? Se si è ancora o aspiranti, o se si è appena fatta la vestizione, oppure in noviziato, oppure di voti temporanei, cosa bisogna fare? Quali sono i propositi? I propositi sono: imparare tutto quel che viene insegnato dall'Istituto, tutto: e il catechismo, e fare la cucina, e saper tenere la pulizia, e fare un lavoro o liturgico o il servizio sacerdotale o altra cosa; ma tutto. Bisogna che si faccia la vera suora. Quando arriva alla Professione perpetua dev'essere una Pia Discepola vera, che ha messo tutto al servizio di Dio: la sua intelligenza, la sua salute, la sua volontà e tutto, in maniera che viene trasformata da cristiana in religiosa; parlando di voi: Discepola Pia. Così è la meditazione. Quando poi si è arrivata alla Professione perpetua, negli Esercizi si hanno da fare dei propositi che riguardano la mente, la volontà, il cuore. Tre punti, generalmente.
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Ma perché la meditazione porti frutto, cosa bisogna fare? Come ho detto [è] per chi non è ancora professa perpetua. E adesso per chi è professa perpetua: tirare fuori il taccuino e rileggere i propositi per la giornata, in maniera tale che, poco per volta, in quell'anno, si fanno dei piccoli progressi: quello che è la santificazione della mente, e quella santificazione della volontà, e quella santificazione del cuore. E la mente, per approfondire la fede. E poi, quel che riguarda la volontà, che è la speranza nei meriti di Gesù Cristo e nell'imitazione di Gesù Cristo. E terzo, l'amore a Dio. Quindi, cercare la sua gloria sempre meglio e imitare Gesù Cristo, cioè santificarci. Quella preghiera: ottener più grazia per amare il Signore. Questa è la meditazione completa.
Ma molte volte non si fa la meditazione né quando vengono a predicare, né quando si fa la lettura. La lettura è della mente. Ma quello che dev'essere il frutto della meditazione, sono i propositi, sono la preghiera, e il dolore delle mancanze, e poi la preghiera per mantenere quei propositi. Oh! Allora adesso, vedete un po' se si fa la meditazione davvero, o se non si fa la meditazione davvero. Ma, allora, [quando è] predicata? allora non ci sarebbe? Bisogna che si venga alla conclusione, per conchiudere la meditazione, cioè, la terza parte.
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Nel predicare, io sempre ripeto, con altre parole, quel che ho detto in principio; perché, prima c'era l'istruzione, ma adesso bisogna che [ci] sia l'applicazione; e ripeto, presso a poco, le parole di prima indicando come mettere in pratica; e anche domandar perdono al Signore e pregare insieme, perché la preghiera subito dopo, finito da parte del predicatore. Quindi la preghiera. E questa parte della preghiera è sempre, e dev'esser sempre più lunga che non le riflessioni, che non l'istruzione, che non l'applicazione pratica. Oh! Così credo che, a poco a poco, la vostra meditazione sarà sempre più perfetta.
Quanto alla preghiera vocale, già detto; ma adesso, secondo grado di preghiera, e più alta, la meditazione, ecco.
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E dopo c'è la preghiera affettiva, la quale comprende anche e si esercita anche quando ci sono i propositi, i desideri, la buona volontà, la preghiera. E si passa, così, già al terzo grado di orazione che si chiama "affettiva"; cioè quando ci sono proprio gli impegni, la volontà, la preghiera per praticare. Così sono i tre primi gradi della preghiera.
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Adesso, veniamo alla conclusione. Ma la conclusione, o che la fa il predicatore ripetendo per far riflettere e per far ricordare e per fare migliorare la vita, oppure si tace e ciascheduno faccia i suoi riflessi.
Ma per progredire bisogna prendere ogni anno un programma, che sono i propositi degli Esercizi. E bisogna sempre continuare lì, continuare, insistere, insistere, altrimenti non si fan progressi.
Quando invece si fa questa meditazione piena, si toglie l'amor proprio dall'intimo e si mette la comunicazione sempre più verso Dio; e la pratica della vita religiosa sempre più perfetta, più illuminata; più disposizione all'obbedienza, alla bontà verso di tutti, ecc., quando proprio si cresce in qualche cosa, perché questo è proprio il dovere: progredire, perfezionarsi secondo il primo articolo delle Costituzioni.
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Qualche cosa bisogna che venga ricordato bene. Questo: troppe volte si fa un'istruzione, qualche cosa...; quello è tutto bene, l'istruzione si deve fare; ma la meditazione è un'altra cosa.
E che facciamo veramente la meditazione, sì. E volete fare il proposito di far bene la meditazione? Ecco. E pregare per passare dalla preghiera vocale, che è il primo grado, al secondo grado, al terzo grado di orazione. E voi volete migliorare la preghiera, non è vero? Passare di grado in grado.
Sia lodato Gesù Cristo
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1 Nastro 170/b (= cassetta 192/a.2). In PM, nessun accenno cronologico. - dAS, 18 agosto 1965: «...[il PM] ritorna ad Ariccia... riceve la Professione di alcune». (cf PM in c574).

1 Gv 14,6.

1 Mt 11,29.

2 Cf Mt 5,3-10.

3 Gv 14,6.