Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. IL NOME DI GESÙ È LUCE CIBO MEDICINA
(Santissimo Nome di Gesù)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 3 gennaio 19651


Il Vangelo del giorno della circoncisione:
Passati gli otto giorni, il Bambino doveva essere circonciso. E gli fu posto il nome di Gesù, com'era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel seno materno2.
L'Epistola è presa dagli Atti degli Apostoli, è, cioè, il discorso che Pietro fece a coloro che si stupivano della guarigione dello storpio che stava alla porta del tempio per chiedere l'elemosina.
In quei giorni: Pietro, ripieno di Spirito Santo, disse: «Capi del popolo ed anziani, ascoltatemi: Giacché oggi siamo interrogati sul beneficio fatto ad un malato per sapere in qual modo questi sia guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele che, in nome del Signore nostro Gesù Cristo Nazareno, crocifisso da voi e risuscitato da Dio, per mezzo di lui costui è sano dinanzi a voi. Gesù è la pietra che fu scartata da voi, costruttori, e che è divenuta la pietra angolare. In nessun altro c'è salvezza perché sotto il cielo non c'è altro Nome per mezzo del quale gli uomini possono salvarsi»3.
Quindi la salvezza è nel Nome di Gesù Cristo. Il suo Nome, il Nome di Gesù è un Nome tutto corrispondente a quello che è l'ufficio, che è stata la missione di Gesù Cristo, Figliuolo di Dio incarnato. Era venuto [come] salvatore. La parola «Gesù» vuol dire «salvatore». Quindi non è un nome che viene dato dagli uomini, ma venne dato, questo Nome, dall'angelo prima ancora che fosse concepito il Figlio di Dio, incarnandosi. E così l'angelo ha avvertito Giuseppe di questo4. E così l'arcangelo Gabriele disse a Maria, che doveva portare questo Nome: Gesù5. Questo non vuol dire che il nome indica sempre quello che è la persona, ma il nome dovrebbe significare ciò che uno è. Uno può avere un nome di un grande uomo ed essere un semplice carbonaio e viceversa.
Quindi il Nome di Gesù è l'ufficio, è la missione, è quel che è Gesù Cristo: Figlio di Dio incarnato, è Gesù.
San Bernardo commenta: il Nome di Gesù è luce, è cibo, è medicina6. Cioè ricorrere sempre a Gesù.
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[Primo:] il Nome «Gesù» significa medicina, le medicine spirituali nostre. Malattie ne abbiamo tante e sono riassunte, queste malattie, nei sette vizi capitali: dalla superbia alla pigrizia, la curiosità, ecc.; la curiosità che viene ad aggiungersi ai sette vizi capitali, che è quello che porta tante distrazioni. Le curiosità distraggono lo spirito da Dio, dall'unione con Dio. Approfondire, sapere bene quello che ci serve per l'eternità e per i nostri uffici e per i nostri doveri quotidiani.
È medicina, Gesù. Se vengono pensieri di superbia, guardiamo a Gesù: «imparate da me che sono mite ed umile di cuore»1; e se c'è l'ira in noi, e: «imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore». E così [per] tutti gli altri vizi capitali; e qualcheduno ha bisogno di essere specificato. I vizi capitali vengono curati nel Nome di Gesù. Abbiamo tanta voglia di soddisfare un po' il nostro corpo, il nostro gusto, ecc. ? Contemplare il Crocifisso, Gesù che sudò sangue, Gesù che fu inchiodato sulla croce, Gesù che bevve, gustò, almeno, il fiele e la mirra. Gesù, medicina alla nostra golosità, al nostro spirito di comodità, ecc. È medicina. Tutte le nostre malattie ci son state tramandate dal peccato originale, dal peccato di Adamo. E la cura è in Gesù Cristo, e cioè, al mattino prendere l'Ostia e far bene la comunione. È la medicina per tutta la giornata. E se siamo deboli, allora ancora Gesù rafforza in noi lo spirito, la volontà.
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Secondo: il Nome di Gesù è considerato luce. Che cosa è la luce? Ego sum lux mundi1, disse Gesù: Io sono la luce del mondo.
Gli uomini erano caduti di errore in errore, e ancora adesso gli uomini che non sono cristiani vanno cadendo di errore in errore fino a negar Dio. Ego sum lux mundi, Gesù. Tutti noi siamo nell'ignoranza di tante cose, ma vi sono quelli che sono ignorantissimi e non conoscono neppure Dio, cioè l'esistenza di un Dio creatore, di un Dio governatore del mondo e di un Dio che alla fine darà ai buoni il premio e ai cattivi imporrà il castigo. Ego sum lux mundi.
Tante volte noi la sappiamo lunga, se così pretende il nostro amor proprio. Ma siam tanto ignoranti! Siamo tanto ignoranti! Lo sbaglio è di voler saper tante cose, leggere tante cose e non conoscere Gesù Cristo: «Da tanto tempo io son con voi e non mi conoscete»2. E Gesù l'abbiamo incontrato fino dal battesimo; quando il sacerdote ci ha versato l'acqua con le parole sacramentali, ecco noi quel giorno eravamo già in chiesa; uscendo dal battistero Gesù era già nel tabernacolo: Ego sum lux mundi. La luce, sì. La luce è già infusa nel battesimo: la fede, [la] speranza e [la] carità. Ma poi la preparazione. Arrivati all'uso di ragione, la conoscenza del catechismo: Dio, Gesù Cristo, i comandamenti, la liturgia, i sacramenti, ecc. Siamo stati illuminati, e cioè, [abbiamo conosciuto] quello che Gesù Cristo ha predicato e i mezzi che Gesù Cristo ha portato a noi per comunicarci la vita soprannaturale e la vita di grazia. Alle volte gustiamo di più l'interesse di sapere una cosa, una notizia, ecc., che tante volte son curiosità. Gesù nel tabernacolo è la luce.
E noi siamo proprio assetati della parola di Dio? Aspettare la luce interiore, l'illuminazione dell'anima: conoscere noi stessi, e conoscer Dio, e conoscere Gesù Cristo, la Chiesa. «Da tanto tempo sono con voi». E siamo entrati [fin] dal battesimo in Chiesa. Ed ora conosciamo abbastanza l'Ostia, il tabernacolo che è il tempio dell'Ostia? Un po' di luce, un po' di luce. La luce viene dalla lettura del Vangelo; la luce viene dalle ispirazioni e dall'illuminazione di Dio nell'anima nostra. Questa è la sapienza: conoscere Dio, conoscere Gesù Cristo e tutti gli articoli del Credo e tutto quel che la Chiesa ci insegna. La curiosità dev'essere per il Vangelo e penetrare versetto per versetto.
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[Terzo: il Nome di Gesù] è medicina e luce, ma è anche cibo, è cibo eucaristico: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo»1. E: «Chi non mangerà questa carne e non berrà questo sangue non avrà la vita»2.
Perché, dopo che c'è la grazia, cioè l'anima è in grazia, non ha il peccato, allora [occorre] il cibo che sostenta. Perché fin dalla nascita abbiamo avuto bisogno del latte, e poi del cibo in continuità durante la vita. E il pane eucaristico è preparato ogni giorno per chi vuole riceverlo, per chi vuole nutrirsi. È il cibo. Cosa porta questo cibo? Porta la vita di Gesù Cristo sempre più ampia in noi, più completa in noi, perché Gesù Cristo cresce in noi se noi facciamo opere buone, se noi ci accostiamo bene ai sacramenti della confessione, della comunione. È proprio il cibo per cui l'anima cresce, cioè cresce, Gesù, cresce in noi, finché è stabilito in noi Gesù Cristo: donec formetur [Christus] in vobis3, sì, Gesù Cristo. E cioè, che cresca in noi e cresca fino alla perfezione, fino all'età maggiore - come-dice san Paolo -, l'età virile in Gesù Cristo4. Oh, al- lora vive in noi Gesù Cristo5, è lui!
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E beate le anime che sono preparate a entrare in paradiso così, perché [questo] è vivere Gesù Cristo. E quindi al giudizio, ecco, Dio considera in noi il Figlio di Dio incarnato. Oh, tante volte bisogna che ci umiliamo ché c'è ancor tanto dell'umano! C'è ancora tanto dell'umano! Ecco allora occorre che noi ci nutriamo della comunione, e [sia] preparata bene l'anima nostra a riceverla, e ringraziare degnamente, e sentire che Gesù Cristo cresce in noi, va crescendo in noi fino a prendere possesso del nostro essere. Lui, Gesù Cristo, diviene la guida, la luce, il sostentamento. Tutto.
Oh! Abbiamo il gusto della comunione? E poi, dopo la comunione sacramentale, qualche volta nella giornata, anche brevissimamente, una comunione spirituale: «Gesù è con noi e noi siamo con lui»? E basta questa espressione per fare la comunione spirituale1.
Dunque Gesù Cristo, il Nome di Gesù è luce, medicina e sostentamento, cioè cibo. In Gesù c'è tutto, in Gesù c'è tutto. Oh, quanto siamo ancora dominati un po' da questo desiderio, da quella passione, da quella curiosità, ecc.! Togliamo, togliamo per mettere Gesù Cristo davvero. Che egli viva in noi! Dovrebbe bastare una comunione per la santificazione, sì, per la trasformazione.
Noi abbiamo da considerare se progrediamo o no; se vive ancora il nostro amor proprio in noi o se vive, invece, l'amor di Dio, l'amore a Gesù per il (...).
Quindi le tre parole rimangano bene impresse nell'anima: Gesù è medicina, Gesù è luce, Gesù è cibo, ecco. È tutto, è tutto. E presto a trasformare e trasformarci.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 123/a (= cassetta 172/a.2). Voce incisa: "SS. Nome di Gesù: meditazione del PM". In PM, in questa meditazione, nessun accenno cronologico (cf nostra nota in cl4 e cf anche PM in c36). - dAS, 3 gennaio 1965 (domenica): «m.s.» [= more solito, e cioè: il PM celebra la Santa Messa nella cappella di Casa Generalizia SSP (CGSSP) e dopo tiene la meditazione alle PD della comunità].

2 Lc 2,21.

3 At 4,8-12.

4 Cf Mt 1,20-21.

5 Cf Lc 1,31.

6 Breviarum Romanum, Festum SS. Nominis Iesu, ad Matt. in II Noct. Lectione IV-V-VI: - S. BERNARDO, Sermo 15 super Cantica.

1 Mt 11,29.

1 Gv 8.12.

2 Cf Gv 14,9.

1 Mt 26,26.

2 Cf Gv 6,53.

3 Gal 4,19.

4 Cf Ef 4,13.

5 Cf Gal 2,20.

1 Nell'Enchiridion Indulgentiarum (ed. 1952), al n. 164 è proposta una formula di s. Alfonso Maria de' Liguori, per l'Atto della Comunione spirituale.