Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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36. GLORIFICARE DIO IN CRISTO VIA VERITÀ E VITA

Esercizi Spirituali (27 giugno-4 luglio 1965) alle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 30 giugno 19651

La seconda parte degli Esercizi riguarda il futuro, cioè la santificazione, la santificazione in preparazione all'ingresso dell'eterna felicità. Queste sono, presso a poco, le due parti. Ma poi c'è la terza, la quale è, sia per la purificazione come pure per la santificazione. Guardando adesso per la santificazione: la santificazione è preparazione all'ingresso in cielo.
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Il fine ultimo, per cui Dio ha creato il mondo, creato noi, creati gli angeli, è per questo: per la sua gloria. E la vita eterna è la continuata glorificazione di Dio, glorificazione eterna di Dio. E poi Iddio ha disposto così che, glorificandolo noi saremo felici; la nostra felicità sta e sarà nel glorificare Dio. Questo è il cielo. Ora, quanto più un'anima si avvicina a questo stato, a questa condizione, a questa spiritualità, quanto più già sulla terra cerca la gloria di Dio, tanto più è già preparata al cielo, paradiso, e quindi, l'ingresso in cielo. Oh! Per arrivare qui certamente vi sono molti passi, e quando c'è una effusione più importante dello Spirito Santo, questo passo, questo progresso sarà più facile.
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Oh! Glorificare il Signore. Tra le tre divine Persone c'è l'eterna glorificazione vicendevole. E quanto a questo, noi non possiamo aggiungere niente. Ma noi possiamo aggiungere, in qualche modo aggiungere, con la glorificazione, [la] gloria estrinseca a Dio, quello che devono dare le, creature. Allora: omnia in gloriam Dei facite1. D'altra parte, il Signore non poteva creare per altro fine che per la sua gloria; non poteva perché sarebbe un assurdo filosofico. Ma il Signore, mentre che ha ordinato tutto alla sua gloria creando, e che ha creato ciascheduno di noi, [glorificandolo] allora noi saremo felici, come Dio è felice per la sua gloria; parteciperemo alla sua gloria eterna, gloria estrinseca a Dio. E quando l'anima arriva a questo punto di cercare in tutto la gloria di Dio, si trova precisamente unita alle intenzioni, ai fini, ai motivi per cui Dio ha creato. E nella Scrittura, quante volte questo è ripetuto, e quindi: «La gloria mia non la cedo a nessun altro»2, dice Dio nella Scrittura. Non la può cedere; e non la cede e non la può cedere.
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Ora, per arrivare a questa suprema disposizione vi sono molti mezzi. E quando l'anima è già arrivata così, l'ingresso in paradiso sarà immediato, perché c'è già tutta la glorificazione nell'anima. E l'anima ha cercato solamente più la gloria di Dio immedesimata ai fini della vita nostra e la fine per cui egli ha creato il mondo, noi stessi. Ora, questo è l'amore perfetto. Questo ci mette in condizioni di non fare purgatorio e quindi potere entrare immediatamente in cielo; perché l'anima fa già sulla terra quello che deve fare in cielo. Solamente che qui, glorificando Iddio, abbiamo anche le sofferenze, non abbiamo ancora la felicità; e anche tutto il lavoro spirituale che si ha da fare, la lotta interiore, i sacrifici, i doveri, ecc. Però, tutto questo, per la gloria di Dio. Allora, mentre di qua, tutto questo è prova, e tuttavia è accompagnato dall'intenzione della gloria di Dio, allora, che cosa abbiamo? Sulla terra si fa già ciò che c'è in cielo. Ma prima che passiamo dalla vita presente alla vita eterna, prima lo facciamo per fede e non ci dà la felicità che vorremmo. Sì, c'è già una tranquillità in Dio, l'unione con Dio, il sentirsi con Dio; ma passando di là, non è più per la fede, ma è per la visione di Dio e quindi è il gaudio eterno.
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Adesso, per arrivare a questo punto, e cominciando dal programma che ha voluto fosse cantato dagli angeli: Gloria in excelsis Deo, la vita [per] questo: per la gloria, in excelsis Deo. È per questo, quello che Gesù Cristo volle compìre, e cioè: in terra pax hominibus1, portando la salute agli uomini; così egli; il Figlio di Dio incarnato, in questa maniera, glorificava il Padre.
Ora, la vita più perfetta è passare in Cristo, Via, Verità e Vita. E vi sono altri propositi, altre vie che sono tutte buone.
Omnia in gloriam Dei facite2: Fate tutto a gloria di Dio, tutto a gloria di Dio: sia che mangiate, sia che beviate o qualunque altra cosa che facciate, omnia in gloriam Dei facite. Questo è il fine. E quando sant'Alfonso era arrivato a questa perfezione, si diceva di lui: Quest'uomo non cerca che la gloria di Dio. E per indicare la perfezione, ha lasciato come ricordo ai Gesuiti, il Fondatore: Ad maiorem Dei gloriam: Tutto alla maggior gloria di Dio. E del resto san Paolo ha sintetizzato tutto: omnia in gloriam Dei facite: fate tutto alla gloria di Dio.
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Ora, si può passare specialmente da alcune vie che adesso volevo ricordare.
[Prima via,] molto facile è passare dalla via: [in] tutto fare la volontà di Dio, sempre fare la volontà di Dio, dal mattino alla sera, e dal primo giorno dell'anno all'ultimo giorno dell'anno, tutta l'unione della volontà con Dio, sempre uniti al volere di Dio, in modo particolare quello che è l'osservanza delle Costituzioni. Perché la vita di consacrazione nella Professione, questa vita, assicura che le 24 ore della giornata e i 365 giorni dell'annata, e tutta la vita: tutto nel volere di Dio. Quindi, da una parte della nostra salma si può mettere, a destra, il Vangelo; a sinistra, le Costituzioni, che sono l'applicazione del Vangelo nella nostra vita pratica. Sì, questa è una via molto semplice, molto facile. E allora le anime non si turbano, non si preoccupano, solo guardano il volere di Dio, aspettano il volere di Dio, abbracciano sempre il volere di Dio. Quanta pace e quanta sicurezza, ché allora si compie il volere di Dio. Perché? Perché la sua gloria lo vuole, ci ha creato per questo, e allora si è entrati nel volere di Dio, ecco.
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E come il Figlio di Dio incarnato è venuto sulla terra, e: Gloria in excelsis Deo1, per compiere la sua missione: in terra pax hominibus2 che è venuto a portare; e cioè, è venuto a portare la salvezza togliendo il peccato; ecco la pax hominibus: la pace agli uomini. Come è bello questo! Il Figlio di Dio dice al Padre: Vado io3. E il Figlio di Dio s'incarna nel seno purissimo della Vergine. Ed ecco Gesù bambino nel presepio; ecco Gesù nella sua vita privata; eccolo nella sua vita pubblica; eccolo egli nella vita sua dolorosa: oboediens usque ad mortem, mortem autem crucis4, fino a: inclinato capite, emisit spiritum5. «È compiuto». Volontà di Dio. Finito.
E chiunque voglia riferirsi a lui, e spera in lui: pax hominibus bonae voluntatis6, perché la redenzione è aperta.
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Quindi, questa unificazione dell'anima, questa unificazione della mente, del cuore, della volontà a quello che è il volere del Signore. Molto semplice la santificazione, allora, avendo poi 500 articoli, presso a poco, delle Costituzioni e che si osservano; e poi si compie la volontà di Dio in quello che vien disposto a ciascheduna, come uffici; come permette il Signore, supponiamo una malattia. Com'è facile allora la santificazione.
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Seconda via. Altre anime sono più rivolte a un altro proposito, e cioè, l'unione continuata con Dio. Sempre uniti a Dio di pensiero, di mente, di cuore, della volontà; sempre uniti a Dio, l'amore a Dio, tutto per amore di Dio, tutto. Questo, a un certo numero di persone, è ancora più facile. E, generalmente, ho visto sempre che trovano, molte anime, trovano molto facile fare i propositi e l'unione con Dio di mente, di volontà, di cuore, di sentimento. E allora i propositi sono uno, ma diviso in tre parti. L'unione con Dio, la via dell'amore a Dio.
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Poi vi è la terza via che è la configurazione della nostra vita a Gesù Cristo, sì. Vivere in Cristo, quando si arriva all'apice, e cioè: Vivit vero in me Christus1. Questo è il mezzo quando si vive in Cristo. Come è vissuto Gesù Cristo? Come è stata la sua anima, il suo cuore, la sua volontà? Gloria a Dio.
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Quindi la configurazione a Gesù Cristo che è Via1, per cui la volontà si unisce al volere di Dio, si segue la strada tracciata da Gesù Cristo, i suoi esempi, e poi la partecipazione della grazia all'anima.
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E poi Gesù Cristo che è Verità1. Allora una fede profonda: pensare come Gesù Cristo, assimilare a noi stessi le parole del Vangelo. Alle volte è più semplice per certe cose, supponiamo il perdono, uno che ci ha fatto un dispiacere. Ma arrivare all'altro che è più alto, son le Otto Beatitudini: «Beati i poveri di spirito, beati i miti, beati quei che soffrono, beati quelli che hanno sete e fame di giustizia, cioè di santità, ecc.2. Oh, Gesù Cristo, egli è la Verità.
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E poi, è la Vita1, è la vita la quale si unisce a noi, e cioè, la vita viene comunicata a noi, la grazia, che è vita; la grazia viene, questa vita, partecipata a noi: «Io son la Vita»2. E allora la vita di Gesù Cristo è in noi. Essendo in Gesù Cristo la vita, e questa vita è partecipata a noi, allora il Padre celeste non vede solamente il suo Figlio naturale, il Figlio di Dio incarnato, ma c'è la stessa vita in noi, allora diventiamo figli adottivi del Padre. Perché? Perché c'è la stessa grazia che è in Gesù Cristo in noi, non è un'altra grazia; questa è la stessa santità, la stessa santità di Gesù Cristo e, in noi, questa grazia è partecipata nella misura che noi siamo buoni, quando facciamo le cose sempre meglio, secondo il volere di Dio, ecc. Allora il Signore ha prestabilito dall'eternità che noi diventassimo figli di Dio per adozione, secondo, a similitudine del Figlio suo eterno3. Il Figlio. C'è il Padre, c'è il Figlio, c'è lo Spirito Santo, sì.
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Ecco allora l'apice resta: la glorificazione di Dio in Cristo, attraverso a Gesù Cristo, quando si arriva ad unificare a Gesù Cristo la nostra mente; al suo cuore, il nostro cuore; e la nostra volontà alla volontà del Signore. Allora domina in noi Gesù Cristo nella mente, nel cuore, nella volontà. Allora: Vivit vero in me Christus1. E allora siamo precisamente in quella posizione: Gloria in excelsis Deo2, la gloria al cielo, verso il cielo, dal momento che il Figlio di Dio si è incarnato nel seno purissimo della Vergine.
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Questo è una maniera un po' più elevata, se si vuol dire; per certe anime, più semplice, è più semplice. Perché? Perché vi sono illuminazioni, sì. E se continuate a leggere quell'opuscolo che avevo dato l'anno scorso negli Esercizi Spirituali, vi è la spiegazione per la configurazione a Cristo e poi vi è l'applicazione che si rileva nella Messa: Per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor, et gloria1.
Passando attraverso, "per ipsum". Passare per Cristo. E la nostra preghiera passar per Cristo, arrivare al trono di Dio. E poi operare nella stessa maniera come operava Cristo, cum Christo, "cum ipso", lo stesso. E poi "in ipso", e cioè, la volontà di Gesù Cristo è in noi e noi in lui, così facciamo nella nostra azione un'unità, e quindi, l'opera che facciamo in questa unità con Gesù Cristo, la persona nostra e la Persona di Gesù Cristo, lì siamo, per parlare così, tanto per farci capire, siamo quasi sui margini dell'infinito - diciamo - perché l'infinito non c'è mai per parte nostra.
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Oh! E poi vi sono altre persone che prendono le cose con molta più semplicità. Sarà bene ricordare il libro: Teologia della Perfezione Cristiana1 E adesso uscirà: La Teologia della Perfezione Religiosa2, perché la stessa religiosa si è unita a Gesù Cristo di più che il semplice cristiano, di più, perché diventa la sposa di Gesù Cristo; e quindi, l'anima con Gesù Cristo forma un'unità, un'unità dell'anima, abitualmente e, nello stesso tempo, l'unità nell'azione; lo stato e l'azione insieme.
Allora le vie della santificazione sono varie secondo le anime. Ma quello che importa è di dare a Dio tutto. E quindi vi sono persone le quali pensano in altra maniera. Ma le vie sono tante; e non sforzare molto il nostro intimo perché è il Signore che guida le anime quando noi ci abbandoniamo in lui. Vi sono persone le quali vivono di amore, cioè di unione con Dio.
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Oh! Poi il mezzo per cui noi possiamo più facilmente innestarci con Cristo, non solo, ma sentire Gesù Cristo in noi, ecco: Maria. Sì, la divozione a Maria ci facilita tutte le strade per la santificazione e l'anima sarà sempre più elevata. Ma non preoccuparsi troppo di capire, ma preoccuparsi soltanto di configurarsi a Gesù Cristo; cioè, è, in fine, la gloria di Dio.
Far presto, per chiudere la vita bene; e se non si vivono molti anni, far presto. Quando l'anima è tutta orientata verso la gloria di Dio!
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Ora, nella seconda parte, quindi, negli Esercizi, pensare al futuro, ecco. Già, come detto, vi è la prima parte e la seconda; ma vi è la terza parte che deve dominare sempre tutti gli Esercizi, cioè, la preghiera. La preghiera che può essere meditazione, può essere preghiera orale, può essere preghiera intima, silenziosa, e tutte le varie forme di preghiera che ci sono.
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È sempre bene fissare alcuni punti per l'anno nuovo. Fino a questo momento si è esaminato l'anno come è passato, quanto progresso c'è stato. Perché il Signore ci dà il tempo di vita, ci ha dato il tempo, l'anno, perché, proficiebat sapientia, aetate et gratia1, perché ogni giorno facciamo qualche passo avanti, come Gesù si perfezionava, progrediva, come in età e in statura, così in sapienza e grazia.
Ora, certamente avrete fatto questo progresso; come son passati i 365 giorni, così si è fatto il lavoro spirituale. Proficiebat sapientia, aetate et gratia. E adesso, se piacerà al Signore di darvi un anno, oppure di darvi un semestre, o anche solamente una giornata, il Signore ci trovi in lavoro: che viviamo la vita religiosa. E che cos'è? È il progresso.
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La vita religiosa è la consacrazione a Dio. C'è una consacrazione per il cristiano, ma c'è la consacrazione speciale nella vita religiosa, e l'essenza della vita religiosa è il lavoro di perfezionamento, liberandosi da quello che sono gli attaccamenti per mezzo dei voti: povertà, castità e obbedienza, per cui l'anima spicca il volo con facilità; non è più trattenuta dall'amor proprio o da cose umane; non c'è più l'attaccamento alle cose della terra, c'è il voto di povertà; non ci abbiamo più attaccamento a soddisfare i voleri del corpo, perché c'è il voto di castità; per non essere attaccati alla nostra volontà, il nostro essere spicca il volo verso Dio, e allora: «Se vuoi essere perfetto»1, poi. E questo lavoro, certamente, poco a poco, sempre di più, sempre di più.
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Siete state felici, siete state arricchite di tanta grazia in una così bella vocazione. Allora, approfittare, sì. Siamo sempre deboli. Ma se da una parte noi ci umiliamo e sentiamo la nostra fragilità e tante imperfezioni, umiltà allora. E se dall'altra parte c'è Dio, Dio con la sua grazia, i suoi lumi, la comunicazione di una virtù, di un'altra virtù, dei doni dello Spirito Santo e poi delle Beatitudini, e allora avanti in questa visione.
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Quindi, la santificazione per l'anno nuovo. E tutta la preghiera di questo secondo periodo degli Esercizi. Pregare, pregare, sì. Non sbandarsi in tante cosette, non moltiplicare i libri, non cambiare tanto facilmente consiglieri e persone, e non pretendere sempre di imitare questo o quello; non cambiare, ecco, insistere. Non che si debba fare sempre un passo a destra e un passo a sinistra, no, il passo sempre avanti, sempre avanti nella...
Oh, non vi manca niente nella vostra Congregazione, non vi manca proprio niente dei mezzi che il Signore dà per la vostra santificazione. Benedite sempre il Signore che ha voluto la vostra Congregazione e benedite il Signore di quello che dà a ciascheduna di voi e a tutto il complesso della Congregazione stessa. Poi preparate anche i propositi per la chiusura.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 81/b (= cassetta 186/a). Per la datazione, cf PM: «...la nostra felicità sta e starà nel glorificare Dio» (cf anche, in PM, c126, c222, c332, c663). - dAS, 30 giugno 1965: «Verso le ore 12 [il PM] va ad Ariccia ove fanno gli Esercizi Spirituali le PD e rimane fino alle 18 (meditazione e ascolto delle suore) - VV (cf c379).

1 1Cor 10,31.

2 Cf Is 42,8.

1 Lc 2,14; cf anche Missale Romanum. Ordo Missae, «Gloria».

2 1Cor 10,31.

1 Lc 2,14; cf anche Missale Romanum, Ordo Missae, «Gloria».

2 Lc 2,14.

3 Cf Eb 10,7 (Is 6,8).

4 Fil 2,8.

5 Gv 19,30.

6 Lc 2,14.

1 Gal 2,20.

2 Gv 14,6.

1 Gv 14,6.

2 Cf Mt 5,3-10.

1 Gv 14,6.

2 Gv 14,6.

3 Cf Ef 1,5; Rm 8,29.

1 Gal 2 20.

2 Lc 2 14; cf anche Missale Romanum, Ordo Missae «Gloria».

1 Il riferimento fatto qui da don Alberione riguarda l'Estratto dal libro Teologia della Perfezione Cristiana del padre ROYO MARIN O.P. - L'Estratto riporta il primo, secondo e terzo capitolo del P. Royo, che tratta del «Fine della vita cristiana» e corrisponde alle pagine 41-90. A sua volta il P. Royo si rifà, nelle sue pagine 68-76, al Missale Romanum, Canon Missae, «Per ipsum...».

1 ROYO MARIN O.P., Teologia della Perfezione Cristiana, op. cit. ed. 2a del 1960.

2 Si tratta qui del libro di A. ROYO MARIN, La vita religiosa, tradotto in italiano da don Luigi ROLFO, SSP, e che uscirà a Roma, EP, nel 1968.

1 Lc 2,52.

1 Mt 19,21.