Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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20. LASCIARSI GUIDARE DALLA FEDE
(Domenica in Albis)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 25 aprile 19651

Il Vangelo secondo san Giovanni, capitolo XX.
La sera del primo giorno dopo il sabato, i discepoli per paura dei Giudei si erano chiusi in casa; vi entrò Gesù all'improvviso e stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Ciò detto, mostrò loro le mani ed il costato. I discepoli gioirono al vedere il Signore. Disse loro di nuovo Gesù: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». E detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. Saran rimessi i peccati a chi li rimetterete e ritenuti a chi li riterrete». Ma Tommaso, uno dei dodici, soprannominato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero adunque gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani i fori dei chiodi, se non metto il mio dito nelle ferite dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, non credo». Otto giorni dopo, i discepoli si trovavano di nuovo in casa e Tommaso era con essi. Entrò Gesù di nuovo, a porte chiuse, e stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Quindi, a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani. Avvicina la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». Rispose Tommaso dicendo: «Mio Signore e mio Dio!». Gli disse Gesù: «Perché hai veduto, Tommaso, hai creduto; beati coloro che non hanno visto e han creduto». Gesù in presenza dei suoi discepoli fece anche molti altri prodigi che non sono registrati in questo libro. Questi poi sono stati notati affinché crediate che Gesù è il Cristo, Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate la vita nel suo nome2.
E in questa giornata specialmente si ha da chiedere il dono della fede.
La Epistola presa da san Giovanni3:
«...E lo Spirito Santo è quello che attesta che Cristo è verità. Infatti vi sono tre testimoni in cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo... E tre testimoniano la stessa cosa... Ora, questa testimonianza, che è la maggiore, Dio l'ha resa in favore del suo Figliuolo». E la conclusione: «Chi crede nel Figlio di Dio ha in sé la testimonianza di Dio».
Questo perché c'è il dono della fede. Ora, bisogna che noi spesso, ogni giorno, ripetiamo l'atto di fede o per mezzo del Credo o per mezzo dell'Atto di fede delle orazioni o per mezzo dell'atto di fede che è nel Credo della Messa che è più esteso; ma anche soltanto la parola "credo" può comprendere la fede in tutti i misteri e in tutte le rivelazioni che Gesù Cristo ci ha fatto, e [in] tutti gli insegnamenti della Chiesa che ci presenta ricavandoli dal Vangelo. Allora, l'aumento di fede.
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La fede è il fondamento di tutto, quindi della speranza e della carità. Fondamento. Prendere l'esempio di una casa. La casa, se si potrà elevare a parecchi piani - quando ci sono quei grandi palazzi in certe città, anche in qualche città d'Italia, ma i più alti palazzi sono stati finora in America, cioè, gli Stati Uniti d'America, fino a 100 piani, fino a 120 piani - e per arrivare a quella altezza e per rendere sicura la resistenza, sia la casa, occorre un fondamento proporzionato. E se il fondamento non è proporzionato poi crolla tutto. E qualche volta è anche succeduto.
Ora, il dono della fede l'abbiamo ricevuto nel battesimo. «Cosa cerchi?» - quando il sacerdote incontra il bambino che vien portato al battesimo -. «Cosa cerchi?». «Cerco la fede»1, ecco. E perché? E perché si faccia il discepolo di Gesù. Ora, [credere] gli articoli di fede che noi recitiamo nel Credo, il Credo semplice apostolico o nel Credo della Messa, sì. Questo dono è stato fatto a noi nel battesimo; ma poi, oltre il battesimo. si arriverà alla cresima, e si arriverà agli altri sacramenti. Ma in proporzione che noi ci avanziamo nella santità, e nella liturgia e nelle osservanze, questo, secondo che c'è la fede dentro. E quindi sempre domandare la fede. Che io creda sempre di più. Credo, o Signore, ma credo, ma la mia fede è un po' inferma2; bisogna dire così, è inferma. Quindi la base di tutto è sempre la fede. Ora questo è in proporzione della santità a cui vogliamo arrivare; in proporzione, sia la fede.
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E perché si è passati alla vita religiosa? Perché la fede è stata più larga, ha messo una base, la fede, nelle anime che si avvicinano, che cercano la vita di perfezione. Quindi non solamente quel che è definito dogma, ma tutto quel che è l'insegnamento del Vangelo. Allora occorre che ci sia la fede. Perché non tutto viene definito nei canoni della Chiesa, ma viene definito dai canoni della Chiesa quando c'è qualche verità che viene negata. Ma a noi basta, ed è necessario, quello che è insegnamento del Vangelo. Bisogna credere: «Beati i poveri, beati i miti, beati quelli che piangono, beati quelli che soffrono, beati quelli che han fame, e fame della giustizia, fame e sete della giustizia di Dio, ecc.»1. E che abbiamo la fede di un paradiso proporzionato a quel che si fa sulla terra. E quindi credere agli esempi di Gesù Cristo, di perfezione, di obbedienza, e credere che vale la purezza, la castità e che vale il vivere in spirito di povertà, e che vale a sottomettersi a fare la volontà di Dio in tutto. Occorre che ci sia una fede più larga per alzare più in alto la santità: «Se vuoi esser perfetto»2. Allora credere: "lasciar tutto", povertà; e "vieni", castità, perché si esce dalla famiglia e dalle relazioni troppo umane; e poi: "seguimi", cioè l'obbedienza. La vita religiosa si basa sopra questo insegnamento del Vangelo. Non c'è la definizione, ma c'è la parola di Gesù Cristo. Ecco, quello che egli ha insegnato nelle "Beatitudini"; quello che ha insegnato quando invitava alla perfezione, alla santità, quando Gesù diceva: Ecco, avete veduto che io ho lavato i piedi a voi, e anche voi fate questo3; fare altrettanto coi fratelli, sì.
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Quindi la nostra fede bisogna che si estenda, si allarghi, e sia vissuta la fede, sentita. Bisogna, quando si prende il Vangelo in mano, fare l'atto di fede: "Maestro, insegnami". E Gesù Cristo ha detto: Uno è il vostro Maestro, il Figlio di Dio incarnato, è lui solo1. Quindi tutti questi insegnamenti, queste frasi, queste maniere di parlare che sono ispirate alla sensualità o ad altri motivi... bisogna che noi sostituiamo questi principi umani, terreni, sensuali, che li sostituiamo con le frasi e i versetti del Vangelo.
Si crede bene al Vangelo o lo si legge come un libro ordinario? Così per avere una nozione come se si imparasse magari una scienza che non si utilizza mai. Ma quello che è nel Vangelo bisogna utilizzarlo tutto, e credere tutto.
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Oh, molti mi hanno detto la frase: nel mondo, fede ce n'è troppa, manca la carità. Ma è perché c'è troppa poca fede, scarsa è la fede, allora non si viene alla carità. E per avere carità bisogna immaginare e pensare la realtà, che è: [in] ogni uomo, [in] ogni persona con cui abbiamo relazione, c'è l'immagine di Dio. E bisogna che rispettiamo perché c'è l'immagine di Dio, tanto più se questa anima, se questa persona è ordinata alla santità e vive in grazia di Dio. Quindi c'è la vita naturale in tutti gli uomini, in tutte le persone, ma poi se c'è la grazia, vive in noi Gesù Cristo. Ci vuole grande fede a ricevere un torto, una critica, una cattiva impressione o un giudizio contrario. Quando c'è la fede, come pensiamo allora: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori»1? E c'è malevolenza poi perché qualcheduno non ci ha trattato bene? o perché ricorda quel che è dispiaciuto? E quindi la fede bisogna che si estenda a tutto il Vangelo, sia in quanto Gesù Cristo ha insegnato, ha predicato; e prima egli ha praticato; e cioè, è vissuto così. Bisogna aver fede.
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Come ha voluto, Gesù Cristo, iniziare la sua vita? In una greppia, Betlemme. E non dobbiamo seguire altro che Gesù Cristo. Lo spirito di fede bisogna che si estenda a tutto. Considerare la vita di Gesù Cristo dalla greppia fino alla croce. Allora, più ancora che le parole, sono gli esempi. E cioè, Gesù Cristo non si è contentato di insegnarci, ma lo ha prima fatto quello che poi ha insegnato, ecco. Quindi considerare il Vangelo, e molto considerare come ha fatto Gesù Cristo, sì. E come ha voluto egli umiliarsi?. Fino si è accomunato, si è messo in mezzo ai farisei, a quelli che andavano a ricevere il battesimo di penitenza perché peccatori. Ricevevano il battesimo del Battista, e il Battista lo conobbe e non voleva battezzarlo, ma egli: Adesso seguiamo quel che vuole il Signore, cioè il Padre1. E quindi si è messo là nell'acqua con tutti gli altri peccatori che venivano a ricevere il battesimo di penitenza, che non era il battesimo attuale, nostro, che è sacramento. Oh, si è messo coi peccatori. Gesù non poteva peccare, ma si è unito, si è messo in mezzo ai peccatori. E poi, siccome non ha peccato, ha subìto però i maltrattamenti che si meritano coloro che hanno sulla coscienza, supponiamo, degli omicidi o dei delitti vari. Si è messo in mezzo, anzi come il maggiore peccatore, e lo hanno messo appunto in mezzo a due ladroni, come se fosse il massimo peccatore.
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Oh, quindi, bisogna che abbiamo proprio la fede. E non credere che siamo abbastanza guidati dalla fede. Non lo siamo abbastanza. Perché se ci fosse una fede viva, non si troverebbe niente da obiettare. Tutto quel che dispone il Signore è da prendersi. Oh, molte volte si legge il Vangelo, ma lo si legge, così, come un altro libro. Gli altri libri possono portarci delle scienze, ma qui è la scienza della vita, nel Vangelo, e che dobbiamo viverla, non solamente sapere che c'è nel Vangelo. E san Tommaso ha tardato a credere1.
E noi abbiamo una fede viva, sentita, pratica? Quindi i nostri propositi. E prima di leggere il Vangelo: Iesu Magister, Via, Veritas et Vita, miserere nobis perché possiamo capirlo e seguirlo e viverlo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 126/a (= cassetta 179/a). In PM, nessun indizio cronologico. - dAS, 25 aprile 1965 (domenica): «Celebra [il PM] verso le ore 5 nella cappella di CGSSP, dopo tiene la meditazione alle suore PD».

2 Gv 20,19-31.

3 1Gv 5,4-10.

1 Cf Rituale Romanum, Tit II, cap. 2. Ordo Baptismi Parvulorum.

2 Cf Mc 9,24.

1 Cf Mt 5,3-10.

2 Mt 19,21.

3 Cf Gv 13,14.

1 Cf Mt 23,10.

1 Mt 6,12.

1 Cf Mt 3,13ss.

1 Cf Gv 20,24-25.