Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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47. MARIA SANTISSIMA DISPENSIERA DELLE GRAZIE

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 14 agosto 19651

Vigilia dell'assunzione di Maria al cielo; assunzione e incoronazione di Maria in cielo, Regina del cielo e della terra e dispensiera delle grazie. Allora i due misteri, quarto e quinto, recitarli con speciale fede, con speciale fiducia nella grazia`di Maria.
La divozione a Maria, quando è vera divozione, assicura la perseveranza, la perseveranza nella vita buona e nel progresso, nella ricchezza, nella santità spirituale, e poi la garanzia di una morte felice. E questo, la garanzia della perseveranza, e particolarmente di chiudere bene la vita: «prega per noi, adesso», sì, «e nell'ora della nostra morte. Così sia». La Chiesa ha voluto formulare l'Ave Maria; la prima parte è secondo la rivelazione, e la seconda parte dell'Ave Maria è per le grazie che abbiam bisogno: «adesso e nell'ora della nostra morte. Così sia».
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Maria incoronata Regina del cielo e della terra. Ecco, il Padre celeste l'ha costituita tesoriera e mediatrice della grazia e distributrice della grazia. E allora bisogna rivolgerci a Maria e, attraverso Maria, preghiamo Gesù, ecco. Se vogliamo grazie e non ci rivolgiamo a Maria, ecco viene detto questo: se volete grazie e non ricevete, non ricevete perché non ricorrete a Maria, come un uccello che non può volare se non ha le ali, se non ha le penne1. Così la nostra preghiera, se non passa attraverso a Maria, allora questa preghiera non è ascoltata. Perché? Perché il Signore ha voluto che Maria sia mediatrice, distributrice, tesoriera delle grazie. Tutte le volte che si parla di Maria, nel Vangelo, sempre si riflette: dove interviene Maria c'è la grazia. Per esempio quando andò da Elisabetta2; quando ci son state le nozze di Cana3; quando Gesù, sulla croce, grazia a Giovanni4; e poi le grazie nel cenacolo quando è disceso lo Spirito Santo5. Sempre interviene Maria.
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Oh, allora, Maria tesoriera e distributrice della grazia, ella dà le grazie a chi vuole, come le dà quando vuole e nella misura che vuole1, ecco. Questo dipende dalla nostra fiducia che abbiamo in Maria. Certo bisogna che ci sia la nostra corrispondenza, sì, le grazie di Maria arrivano al momento opportuno. Si tratta, si capisce, in modo particolare delle grazie spirituali, perché quanto alle grazie materiali, che riguardano le cose temporali, secondo i disegni di Dio.
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Allora, una grande fiducia in Maria. È lassù, mediatrice della grazia. Ecco: dà le grazie a chi vuole. E cioè, a chi ha buona volontà, a chi, ha la volontà di farsi santa, quando c'è questa volontà di voler progredire. Perché ci sono domande che non son sentite nell'intimo, non son sentite queste ispirazioni interiori. E quando non le sentiamo, e neppure le cerchiamo? A chi vuole. Chi vuole corrispondere alla grazia, ecco, quindi le dà a chi vuole, cioè, a chi giovano le grazie; ma che ci sia la volontà di santificarsi, che si voglia l'impegno di santificarsi. Allora, l'aiuto divino, per intercessione di Maria, ci viene dato. Si dice: "Fateci santi, fateci santi"1. Ma c'è questa volontà decisa di farci santi? E allora, se l'abbiamo, siamo esauditi, e se non l'abbiamo, chiediamo di aver questa volontà di farci santi. Non che basti, non basta fare le pratiche di pietà; le pratiche di pietà han sempre due uffici, e cioè: glorificar Dio e ottenerci le grazie per la nostra salvezza, la nostra santità. Quando c'è l'una e l'altra cosa: la gloria di Dio e la nostra volontà di farci santi, ecco Maria dà a chi vuole; cioè, a chi spreca le grazie non le dà e, invece, a chi vuole rispondere e corrispondere alla grazia, ecco Maria abbonda nelle grazie.
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Maria dà le grazie quando vuole. Quando? Al tempo opportuno, quando ce n'è bisogno, della grazia, quando è il momento opportuno. E, c'è bisogno di fare una buona confessione? È il momento opportuno, ci ottiene la grazia. C'è il dubbio sulla vocazione? È il momento opportuno, per cui Maria interviene. E si vuole resistere a una tentazione. È il momento opportuno in cui interviene la grazia. E quando c'è una malattia, quando c'è una difficoltà spirituale, è il tempo opportuno, ecco. Così, se si è malati gravi, se si è vicino a passare all'eternità, allora ottiene che la confessione ultima sia fatta bene, che il viatico sia ricevuto bene, che l'Olio Santo sia ricevuto bene, e che le indulgenze siano applicate bene. La sua grazia al momento opportuno. Oggi abbiam bisogno di certe grazie? Il momento opportuno, Maria, sì. Quindi il momento opportuno.
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E se noi abbiamo fiducia in Maria, allora dà le grazie nella misura che essa vuole. E quale misura? Quel che è il volere di Dio. Perché essa, Maria, eseguisce i voleri di Dio e aiuta noi a seguire i voleri di Dio, sì. Perché ogni anima ha un destino proprio, deve arrivare a una santità che è nei disegni di Dio. Allora, la misura della grazia. Se una non ha una vocazione da Dio, Maria non dà le grazie per la vocazione, per corrispondere alla vocazione che non c'è. Secondo i disegni di Dio. Perché Maria è per facilitare a noi a compiere la volontà di Dio, e intervenire, Maria, nei momenti in cui la necessità si presenta. E allontana i turbamenti interiori; alle volte, sentimenti che non sono propriamente quelli che dobbiam tenere, sì, superbia, invidia, pigrizia, e poi tante altre cose che abbiamo bisogno di superare. Ecco, Maria sempre come una madre, una madre che conosce i bisogni del bambino e i mali che ha il bambino. E quanta cura di nutrire il bambino, di curare il bambino, se c'è una madre buona e premurosa! Ma Maria è la più grande madre: Madre della Chiesa1, cioè, Madre nostra.
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Ecco, allora abbiamo fiducia. Maria è lassù, sì, per il premio suo, la gloria sua; ma è lassù, mediatrice per noi, ecco. Gesù Cristo è il Mediatore; Maria, la Mediatrice, la distributrice della grazia, allora. Perciò domandiamo proprio la vera santità, ma la vera volontà di esser santi, il vero impegno di progredire, non di esser fermi. Persone che s'impegnano a un certo punto e poi dopo si fermano e non progrediscono, non hanno l'impegno di progredire. E bisogna aver l'impegno di progredire fino agli ultimi estremi della vita: «prega per noi, adesso, e nell'ora della nostra morte». E allora: «mostraci, dopo questo esilio, Gesù». Dopo che l'anima nostra è spirata, Maria ci presenta a Gesù: «mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno».
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Primo punto: com'è la nostra fiducia in Maria? C'è una fede viva, cioè si crede che è mediatrice della grazia, distributrice della grazia, tesoriera della grazia? C'è questa fede?
Secondo: c'è in noi la speranza? La speranza della intercessione di Maria, la speranza per mezzo delle preghiere, particolarmente del rosario. C'è questa speranza che Maria è onnipotente presso Dio? Onnipotente secondo il volere di Dio. E noi siam poco degni di ottenere certe grazie, ma la nostra preghiera passa attraverso a Maria e, per l'intercessione di Maria, ci viene data. C'è questa speranza?
E terzo: noi cerchiamo proprio i due punti essenziali della santità: «Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, bene infinito, e il prossimo come noi stessi»? Che questo è l'apice, in quanto chiediamo con tutto il cuore, s'intende, la glorificazione di Dio e, per il prossimo, la salvezza e la santificazione.
Quindi, queste son le grazie che ci vuole ottenere Maria: questo amore intenso, totale a Dio, e poi l'amore al prossimo secondo i disegni di Dio.
A Maria bisogna presentarsi, quindi, con fede e fiducia, speranza. E volere la gloria di Dio, l'amore a Dio e l'amore al prossimo. Ci sono queste tre disposizioni di fede, speranza e carità? Il progresso della santità è sempre misurato dalle tre virtù teologali.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 169/b (= cassetta 191/a.2). Per la datazione, cf PM: «Vigilia dell'Assunzione di Maria al cielo...». - dAS (cf c468).

1 Cf DANTE ALIGHIERI (1265-1321), La Divina Commedia. Paradiso, c. XXXIII, vv. 13-15.

2 Cf Lc 1,39-45.

3 Cf Gv 2,1-11.

4 Cf Gv 19,26-27.

5 Cf At 1,14.

1 Cf Teologia della Perfezione Cristiana, op. cit.; pag. 80, lettera d (nell'estratto, p. 62, d).

1 Riferimento alla Coroncina, detta di s. Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842) recitata nella Famiglia Paolina, mattino e sera.

1 PAOLO VI, Discorso Post duos menses, 21 novembre 1964 (AAS 56 [1964] 1007-1018).