Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. LA COMUNIONE: GESÙ CRISTO IN NOI
(Domenica II dopo Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 20 giugno 19651

Il Vangelo preso da san Luca, capo XIV.
In quel tempo: Gesù disse ai farisei questa parabola: «Un uomo fece una gran cena e invitò molti. All'ora della cena mandò il suo servo a dire ai convitati: Venite, perché tutto è pronto. Ma tutti insieme ebbero a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un podere e bisogna che vada a vederlo, ti prego di scusarmi. Ed il secondo gli disse: Ho comperato cinque paia di buoi e vado a provarli, ti prego abbimi per scusato. Un terzo disse ancora: Ho preso moglie, quindi non posso venire. Ed il servo tornò a riferire queste cose al padrone. Allora, sdegnato, il padrone di casa disse al servo: Presto, va' per le piazze e per le vie della città e conduci poveri e storpi e ciechi e zoppi. Poco dopo il servo tornò: Signore, è stato fatto come hai ordinato e ancora c'è posto. Il padrone gli disse: Va' fuori per le strade e lungo le siepi e forza la gente a venire affinché si riempia la mia casa. Vi assicuro che nessuno dei primi invitati assaggerà la mia cena»2.
È una parabola, cioè, è rappresentata questa parabola come una specie di paragone, e ciò voleva dire che tutti sono invitati a entrare nel regno di Gesù Cristo, ma tanti si scusano e non entrano nella Chiesa. In particolare potrebbe anche rappresentare e indicare - è questo di fatto - la cena eucaristica. E alla balaustra quanti sono i cristiani? Quanti sono gli uomini nelle chiese, e particolarmente nelle chiese di Roma? I fedeli pochi sono alla balaustra a ricevere il cibo, il cibo celeste, il pane. «Questo è il pane disceso dal cielo. Questo pane è la mia carne3. Ma gli uomini non hanno appetito. Perché? Perché non cercano Dio, non cercano la grazia, non cercano la santità, il paradiso, restano indifferenti, e chi ha una scusa e chi [ne] ha un'altra. E allora, quando si presenteranno al tribunale di Dio, quale sarà, allora, il rimprovero da parte di Dio? il resoconto da dare al Signore?
Ecco, allora: «Presto, va' per le piazze e per le vie della città e conduci poveri e storpi e ciechi e zoppi. Poco dopo il servo tornò: Signore, è stato fatto come hai ordinato e c'è ancora posto. E il padrone gli disse: Va' fuori per le strade e lungo le siepi e forza la gente a venire affinché si riempia la mia casa». E il paradiso sarà pieno di tutti coloro che avranno accolto l'invito.
Cibarsi dell'Eucaristia sulla terra, e poi, avendo cercato Dio, ecco allora il paradiso. Perché, cos'è il paradiso? Il paradiso è la visione di Dio. Ecco, con la visione c'è il gaudio eterno.
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Qui, nel commento, applica specialmente per la comunione. La comunione non consiste soltanto nel ricevere le particole consacrate, ma soprattutto nell'unione intima e [nella] trasformazione con Gesù Cristo. È necessario prepararsi alla comunione con l'adempimento perfetto dei doveri, con fede viva, con profonda umiltà e modestia, con desiderio ardente di unirsi a Gesù, con profonda riverenza, con retta intenzione e con il dolore perfetto di ogni peccato. Questo, sì, è soprattutto da considerarsi, questo ciò che vale: l'unione intima e trasformatrice con Gesù Cristo. E cioè, che Gesù Cristo si stabilisca in noi e viva in noi; cioè, che lui sia il nostro cervello, e sia il nostro cuore, e sia la nostra volontà. Vive, allora, vive in noi, Gesù Cristo.
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Quanto sono purificati i nostri pensieri, tanto più in noi Gesù Cristo si stabilisce nella nostra mente; a misura che è pura la nostra mente, allora prende il posto Gesù, la sapienza di Gesù Cristo: «Io sono la Verità1».
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E poi, se noi siamo molto docili al Signore, siamo sempre pronti al volere del Signore momento per momento, quando il Signore ci trova ben docili al volere di Dio, e allora Gesù Cristo, che è la Via, si stabilisce in noi, nella nostra volontà. E cercare sempre meglio, in tutto, il volere di Dio, il volere di Dio, la sua gloria e il voler seguire tutto, momento per momento, quello che è da compiersi, da fare. Non soltanto perché siam veduti dagli uomini, ma perché noi, noi siamo guidati da Gesù Cristo, dal suo volere. Non perché abbiamo da fare per soddisfare gli uomini, ma quello che è la volontà di Dio: «Sia fatta la tua volontà»1. E come? Come in cielo gli angeli la fanno, così la facciamo anche noi2. Si stabilisce in noi il volere, la volontà di Gesù Cristo stesso.
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E poi si stabilisce in noi Gesù Cristo, nel cuore. Se i nostri sentimenti sono santi e i desideri sono santi e tutti i nostri sentimenti son rivolti verso il cielo, verso Dio, allora il cuore di Gesù si stabilisce in noi, e in noi allora, nel nostro cuore: i desideri, i sentimenti, gli affetti... Gesù Cristo in noi, il suo cuore nel nostro cuore, che domina il nostro cuore.
Allora se Gesù prende il possesso della mente, della volontà e del cuore, ecco: vive in noi Gesù Cristo. Sì, c'è ancora la personalità, ma sopra la nostra persona c'è la seconda Persona della Santissima Trinità: Gesù Cristo, seconda Persona, Figlio di Dio incarnato. Questo è il frutto della comunione, è il frutto della comunione. È vero che non ricaviamo sempre tutto il frutto, ma cerchiamo di fare il massimo frutto, secondo la massima preparazione, in proporzione della...
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E poi ringraziamento. E sentire in noi che è Gesù Cristo che vive in noi, nell'intimo della mente e della volontà e del cuore. Ci presentiamo davanti al Padre celeste: non io, ma Gesù con me. E allora il Padre celeste si fa sentire: «Questo è il mio Figlio diletto»1. Il Figlio diletto è Gesù Cristo in noi. Allora, ecco, la comunione ha il frutto compito, e sempre, sempre di più secondo che noi progrediamo, se progrediamo nel vivere Gesù Cristo stesso.
Il ringraziamento consiste in atti di adorazione, di riconoscenza e in intimi colloqui con Gesù, e si prolunga durante il giorno nelle prove, nelle difficoltà della giornata: correzione dei propri difetti, la carità, la comprensione fraterna e i piccoli sacrifici quotidiani.
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Allora la comunione conserva e accresce la grazia, la carità; cioè, in noi vive Gesù Cristo. Rimette i peccati veniali la comunione, se è ricevuta bene, e preserva dai mortali, e dà conforto nelle difficoltà, nutre e fortifica la vita spirituale, indebolisce la concupiscenza e unisce intimamente a Gesù Cristo, nel Corpo mistico, e allora viviamo nella Chiesa1. Tali effetti sono più abbondanti se ci comunichiamo nella Messa. E allora la comunione fa rivivere realmente i misteri della vita di Gesù. Così, il mistero è la vita di Cristo in noi. E allora Gesù Cristo che rinnova in noi il [suo] mistero. Allora in noi Gesù glorifica il Padre, e (...) anche i desideri veri, le intenzioni, i fini di Dio nella creazione, nella redenzione e nella santificazione. Sì, vive in noi Gesù Cristo, è lui che compie in noi questa glorificazione della Santissima Trinità. E poi in noi rimane la grazia, quando sono consumate le sacre specie; tuttavia resta in noi Gesù Cristo spiritualmente. Chi ci ama - ecco - veniamo a lui e rimaniamo in lui2; cioè, la Santissima Trinità. E così il nostro cuore è un tabernacolo della Santissima Trinità.
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Rispettiamo noi stessi, perché tutto sia santo e buono; rispettiamo noi stessi spiritualmente, intellettualmente, ma nello stesso corpo, dominando i sensi: e gli occhi e l'udito, la lingua, il gusto, il tatto. Conservare il nostro cuore: il tabernacolo di Dio, della Santissima Trinità. Man mano che si va avanti si capirà sempre di più che cos'è la comunione. E tante volte si pensa che bastino quei sentimenti e quegli insegnamenti che sono stati al catechismo. E allora l'insegnamento era proporzionato al fanciullo, ma man mano che si va avanti... Gesù sta volentieri nell'anima consacrata a lui. Ecco, la Santissima Trinità [vi] abita volentieri in proporzione in cui noi amiamo il Signore.
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Fare i propositi adesso, e qualche momento nella giornata ricordarci che siamo il tempio della Santissima Trinità, e una invocazione che serva da comunione spirituale: Gesù è con me ed io con lui. L'unione con Gesù Cristo, in lui, con la Santissima Trinità. E qualche volta, nel corso della giornata, richiamiamo (...): anima mia, in questo momento cosa fai? cosa desideri? cosa fai? (...) Un esame di coscienza brevissimo, ma di grande valore (...) sempre di più.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 128/a (= cassetta 184/a.2). Voce incisa: "II Domenica dopo Pentecoste: meditazione del PM". - In PM, nessun indizio cronologico. Le meditazioni nn. 31.33.35.37. registrate sullo stesso nastro, non contengono alcun accenno cronologico in PM, ma hanno dei richiami al Concilio, quindi sembra che possano offrire garanzia che siano dell'anno indicato (1965). Le date, inoltre sono confermate in dAS. - dAS, 20 giugno 1965 (domenica): «m.s. Messa e meditazione in cappella CGSSP».

2 Cf Lc 14,16-24.

3 Cf Gv 6,50.51.

1 Gv 14,6.

1 Cf Mt 6,10.

2 Cf Mt 6,10.

1 Cf Mt 17,5.

1 Cf Catechismo della Dottrina Cristiana, op. cit., domanda e risposta 345, qui riportata a senso.

2 Cf Gv 14,23.