Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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3. TUTTI CHIAMATI ALLA SALVEZZA
(Epifania del Signore)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 6 gennaio 19651

Il Vangelo da san Matteo, capo II.
Al tempo del re Erode, dopo che Gesù era nato a Betlemme, arrivarono a Gerusalemme dei Magi venuti dall'Oriente e dissero: «Dov'è nato il re dei Giudei? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e veniamo per adorarlo». Udendo queste cose, il re Erode si turbò e con lui tutta Gerusalemme. Radunati tutti i principi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, domandò loro dove avesse a nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giuda; così infatti è stato scritto dal profeta: Tu, Betlem, terra di Giuda, non sei la minima tra le città di Giuda, perché da te uscirà il duce che governerà Israele mio popolo». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, volle sapere minutamente il tempo in cui la stella era loro apparsa. Poi indirizzandoli a Betlem disse: «Andate e cercate con ogni diligenza il fanciullo, e quando l'avrete trovato fatelo sapere anche a me perché io pure vada ad adorarlo». Essi, udito il re, partirono; la stella che avevano veduta in Oriente li precedette di nuovo, finché giunta sopra il luogo ove si trovava il fanciullo, si fermò. Vedendo la stella provarono grande gioia. Entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria, sua madre, e si inginocchiarono e lo adorarono; quindi, aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Poi, essendo stati avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono ai loro paesi per un'altra via2.
Nell'Epistola Isaia descrive, secoli prima, come sarebbero venuti, dalle varie parti, genti ad adorare il Bambino3. Ora, questo giorno si chiama Epifania, cioè la manifestazione. Manifestazione. Tre, anzi, manifestazioni, secondo abbiamo dalla liturgia, dall'antifona4, e cioè: la manifestazione ai Magi; la manifestazione di Gesù quando ricevette il battesimo da Giovanni e il Padre celeste si è fatto sentire: «Ecco, questi è il mio Figlio diletto che mi piace»5; e poi altra manifestazione, Gesù si mostrò vero Dio, Messia, alle nozze di Cana, dove egli, facendo il miracolo della conversione dell'acqua in vino mostrò la sua potenza, e quindi gli Apostoli, i primi Apostoli che l'avevano seguito credettero in lui6.
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Ecco, il Signore si manifestò. Si manifestò, in primo luogo, agli Ebrei. Quando Gesù bambino nacque nella grotta, sono stati gli angioli ad avvertire i pastori - che erano del popolo ebreo - avvertire i pastori che era nato a Betlemme il Bambino invitandoli ad andare a onorare il Bambino. E l'angelo si spiegò bene: «Un grande gaudio vi annunzio: è nato il Salvatore»1. Così aveva parlato l'angelo. E allora i pastori andarono a incontrare il Pastore Gesù.
Gesù ha voluto dei pastori. E prima di lasciare il mondo, parlando a san Pietro gli ordinò di essere un Pastore: «Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle»2. E così nel mondo il Pastore universale è il Papa, Pastore di tutta la Chiesa.
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Oh! Allora, se prima il Signore si manifestò al popolo ebreo, poi volle chiamare, alla sua culla, i Gentili, cioè i pagani, dal lontano Oriente. Questo indicava che:
[1.] Gesù veniva a salvare gli Ebrei, ma veniva [anche] a salvare tutto il mondo. Gli Ebrei si chiudevano nella loro nazione e non volevano avere relazioni coi pagani. Essi erano il popolo di Dio e non avevano la volontà, la missione di chiamare altri a entrare nel loro popolo, nel popolo di Dio. Ma venendo il Salvatore Gesù, venne per tutti gli uomini. Il popolo ebreo era quello chiuso nella Palestina, Terra Santa. Ma qui sono invitate tutte le nazioni. E [i Magi] sono stati i rappresentanti del popolo pagano. Allora il popolo di Dio era limitato, era ridotto alla Terra Santa, Palestina. Ora è tutto il mondo. Il popolo di Dio è esteso un po' a tutte le nazioni, a tutti i continenti, almeno. Tutti chiamati alla salvezza, tutti chiamati alla salvezza1
2. Gesù disse: «Venite a me tutti»2. E agli Apostoli: «Andate e predicate a tutte le nazioni»3 e fatele, queste nazioni, discepole, cioè nazioni che ascoltino il Divino Maestro. Tutte le nazioni. Euntes docete omnes gentes4. Tutte le nazioni.
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Allora questo che cosa indica? Indica che:
[1.] Gesù ha un cuore universale, cioè ama tutti ed è venuto per tutti;
2. La Chiesa che riflette Gesù Cristo. Sì, riflette Gesù Cristo la Chiesa, si rivolge anche a tutte le nazioni.
E chi ama profondamente gli uomini, le creature, tutte le anime che vogliono imitare e vogliono vivere nel cuore di Gesù Cristo, tutte queste anime son rivolte a tutte le nazioni e pregano per tutti i popoli. E gran cuore hanno quelli che vanno a predicare il Vangelo a tutte le nazioni anche a costo di esporsi a tante sofferenze e anche al martirio. Ma hanno un cuore conforme al cuore di Gesù Cristo, e come Gesù Cristo ha dato la vita e fu crocifisso, così coloro che amano tanto le anime si espongono anche al martirio.
Almeno che abbiamo questa carità di pregare per tutti, per tutte le nazioni. È tanto bello avere davanti a noi, nelle Visite, nelle Adorazioni, una carta geografica o un mappamondo che rappresentino, questa carta o questo mappamondo, tutto il mondo, tutte le nazioni. Perché? Perché noi dobbiamo pregare per tutti e, in quanto è possibile, aiutare anche le nostre missioni e anche i nostri che han portato la parola di Dio stampata e in Cina e in Cuba, in Polonia, dove hanno subito persecuzioni1.
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Ora, che cosa si deve pensare? Si deve pensare che Iddio ha creato tutti, tutte le anime, e tutte le vuole in paradiso1. Ma bisogna che ci sia chi le aiuta, chi le salva, ecco. Quello che è stato detto a quegli operai che erano oziosi sulla piazza: «Perché non siete andati a lavorare?». «Perché nessuno ci ha chiamati alla vigna»2. E dolorosamente, il cuore quando è piccino piccino, è egoista, vede solamente se stesso; e la pietà è così ristretta, e il cuore non è conformato ancora al cuore di Gesù Cristo, e la mentalità non è ancora la mentalità di Gesù Cristo, e neppure la volontà non è ancor conformata alla volontà di Gesù Cristo. Bisogna che ci rivestiamo di Gesù Cristo: induite novum hominem, qui secundum Deum creatus est in iustitia et sanctitate veritatis3. E cioè, i religiosi specialmente devono pregare per la salvezza di tutti gli uomini.
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Nel Concilio Ecumenico si è fatta distinzione fra il clero secolare e il clero religioso e i religiosi in generale: sia i religiosi laici e sia le suore; e tanto più quei religiosi e quelle religiose che attendono piuttosto alla vita claustrale, che questi devono stare sempre davanti al tabernacolo, davanti a Dio per pregare per tutta l'umanità. Perché tutto il bene e tutta la salvezza dipende dalla grazia di Dio1 Ora vi sono anime che sono inginocchiate davanti al tabernacolo e operano di più che i missionari stessi, tante volte; operano di più. Persone deboli le suore, deboli; la donna è: ...devoto femineo sexu.
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Ora è questo che bisogna far valere: le Adorazioni non sono preghiere individuali; questo si fa di più nella comunione perché la comunione appartiene a chi la riceve. Ma chi vuole entrare nel Cuore di Gesù, nella mentalità di Gesù... o che Gesù Cristo viva in noi o che non lo viviamo, secondo chi siamo; cioè, solo quando vive Gesù Cristo in noi, quando c'è l'uniformità alla mentalità di Gesù, l'uniformità della sentimentalità a Gesù, la volontà con la volontà di Gesù, allora siamo conformati.
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Cos'è che san Paolo aveva sempre nell'anima? Ecco è stato scritto: «Il cuore di Paolo era il cuore di Cristo»1. E chi appartiene alla Famiglia Paolina deve avere il cuore di Cristo, secondo il padre nostro, Paolo.
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E così Maria viene raffigurata nell'atto di presentare Gesù al mondo col Vangelo. E allora [avere] il cuore di Maria, cuore di Maria che vede tante persone, tanta gente, tante nazioni che non conoscono ancora suo Figlio. Ella lo offre. E lo offre realmente perché è lei che ha dato Gesù al mondo, oh! E ha voluto pregare sul calvario quando Gesù agonizzava perché sapeva che quello era il momento della redenzione dell'umanità per tutti i secoli.
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Come sono, alle volte, le suore che si riducono a delle piccinerie, a delle piccole critiche, piccole cose della giornata, un po' a lamentarsi e un po' restringersi, e vivono un po' di egoismo pur essendo in comunità. E quell'egoismo è così contrario alla vita comune! Vi sono persone che non acquistano i tesori della vita comune, i tesori dei meriti che ha la vita comune, vedono solo se stesse e si vogliono fare un nido comodo per sé; egoismo che è del tutto contrario alla vita religiosa, e contrario allo spirito di Gesù Cristo: Venite ad me omnes1. Allargare il cuore. «Venite a me tutti», ad me omnes qui laboratis et onerati estis et ego reficiam vos2. Cosi dice Gesù. Il mondo che giace ancora sotto il peso del peccato, che il mondo venga a Gesù e allora saranno consolati tutti gli uomini con l'assoluzione del peccato originale, con la remissione dei peccati attuali, e [possano] salvarsi.
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Oggi un esame di coscienza: come viviamo di carità? Come è il cuore nostro rispetto al cuore di Gesù? Come è il cuore nostro rispetto a san Paolo? che cercava e correva per tutte le nazioni a portare la parola di Dio? Come è il cuore di Maria? Regina Apostolorum, perché porti tutti gli Apostoli, ma che vadano gli Apostoli a portare la parola di Dio! Essa presenta al mondo il suo Figlio che è il Redentore, che è la salvezza di tutti.
Vedere un po': com'è la mentalità nostra, la sentimentalità del cuore nostro, la volontà nostra rispetto alla volontà del Maestro Divino? Ricordiamoci che non saremmo religiosi abbastanza se non avessimo un cuore largo. Perché vogliam la perfezione? E questo sta nell'uniformarsi a Gesù Cristo che è il perfetto, come si esprime san Paolo1. Tanto chiaro. E Gesù che viene nel nostro cuore nella comunione si sostituisca un po' al nostro cuore. E lui sta chiuso.
Essere religiose! Capirlo bene, sempre meglio. E chiediamo oggi questa grazia e viviamo in Gesù Cristo: il suo cuore, la sua mente, la sua volontà.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 123/b (= cassetta 172/b.1). Voce incisa: "Epifania 1965: meditazione del PM". In base a questa data sicura, le date delle meditazioni nn. 2 e 4 registrate sullo stesso nastro, si sono considerate come molto probabili. - In PM, in questa meditazione, nessun indizio cronologico. - dAS, 6 gennaio 1965 (Epifania): «Celebra [il PM] nella cappella di CGSSP».

2 Mt 2,1-12.

3 Cf Is 60,1-6.

4 Cf Liber Usualis Missae et Officii, antifona al Magnificat dei Secondi Vespri.

5 Cf Mt 3,17.

6 Cf Gv 2,1-11.

1 Cf Lc 2,8-11.

2 Cf Gv 21,15.16.l7.

1 Cf 1Tm 2,4.

2 Cf Mt 11,28.

3 Cf Mt 28,19.

4 Cf Mt 28,19.

1 La prima fondazione paolina in Cina risale al 1934, nello stesso anno si ebbe la fondazione paolina in Polonia, dove si affermarono bene le suore Pie Discepole; la fondazione di Cuba è dell'anno 1952.

1 Cf 1Tm 2,4.

2 Cf Mt 20,6-7.

3 Ef 4,24.

1 Il Concilio Vaticano II, il 28 ottobre 1965, promulgò il Decreto sul rinnovamento della vita religiosa, che comincia con le parole Perfectae Caritatis. - Cf Concilio Ecumenico Vaticano II, opera citata, Alba, Ediz. Domenicane 1966, pp. 349-364. Testo latino in AAS 58 (1966) 702-712.

1 Cf CORNELIO A LAPIDE S.I, Effigies divi Pauli, 100. - Don G. Alberione incaricò un sacerdote paolino di fare la prima edizione italiana di questo Opuscolo di CORNELIO A LAPIDE. L Opuscolo uscì con questo titolo: Figura di s. Paolo ossia Ideale della vita apostolica. Prima versione italiana a cura del sac. GIUSEPPE BARBERO, SSP, Roma, Istituto Missionario Pia Società san Paolo, 1942. - A pagina 134 vi è la frase: il cuore di Paolo era il cuore di Cristo.

1 Mt 11,28.

2 Mt 11,28.

1 Cf Ef 4,13.