Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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29. L'AZIONE DELLO SPIRITO SANTO IN NOI
(Domenica di Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 6 giugno 19651

Il Vangelo di san Giovanni, cap. XIV.
In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: «Chi mi ama osserva la mia parola, il Padre mio lo amerà, verremo a lui ed abiteremo in lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole. E la parola che avete ascoltata non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose conversando fra di voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre vi manderà nel nome mio, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace; ma non la do come suol darla il mondo. Non si turbi il vostro cuore, né si spaventi. Avete sentito che vi ho detto: Vado e torno a voi. Se mi amaste vi rallegrereste certamente del mio andare al Padre perché egli è più grande di me. E vi dico questo prima che avvenga affinché quando sarà avvenuto crediate. Non parlerò ancor molto con voi perché già viene il principe di questo mondo. Egli non ha alcun potere sopra di me; ma faccio così affinché il mondo conosca che io amo il Padre e che opero come il Padre stesso mi ha ordinato1.
Si ha da considerare particolarmente la terza Persona della Santissima Trinità. Il Padre forma di se stesso un'idea; un'idea, cioè, la sua infinità, la sua potenza, onnipotenza, la sua misericordia, la sua giustizia. Il Padre forma di se stesso un'idea. Questa idea è il Figlio, il quale, quindi, procede dal Padre, cioè, è generato, arriva per generazione, il Figlio; e, tra il Figlio di Dio e il Padre Dio, vi corre un amore intensissimo, infinito, e questo amore che c'è tra il Padre e il Figlio, questo amore è lo Spirito Santo che è Persona. Non è solo un sentimento, è Persona. Quindi diciamo: "Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo"; formano, quindi, un unico Dio: Credo in unum Deum; credo Dio.
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Oh! Allora noi, particolarmente in questo giorno, abbiamo da adorare, ringraziare, lodare lo Spirito Santo; ma mentre che lodiamo, ringraziamo, adoriamo lo Spirito Santo, adoriamo, ringraziamo e amiamo Dio Uno. Il mistero della Santissima Trinità. E non pretendere di capire, lo capiremo in cielo. Ecco il mistero più grande. Misteri ce ne sono tanti, esempio il mistero dell'Eucaristia; ma il mistero più grande è il mistero della Santissima Trinità: Uno Dio in tre Persone realmente distinte.
Occorre che, chiunque voglia diventar cristiano, riceva il battesimo, se è adulto; e noi, per l'aumento di grazia, tutto questo crederlo fermamente: "Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore e Signore, e in Gesù Cristo e nello Spirito Santo". Io credo.
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E allora, poi, segue l'altro mistero: in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, il quale ha preso un'anima e un corpo come abbiamo noi. E allora, in Gesù Cristo, la seconda Persona della Santissima Trinità, e la seconda Persona della Santissima Trinità ha preso un corpo ed un'anima come abbiamo noi. Noi dobbiamo sempre fare atti di fede. Questo è il principale atto di fede: Credo in unum Deum: Credo in un solo Dio. Prima c'è unità. Però, le tre Persone in Dio: Padre, Figliuolo e Spirito Santo.
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Il Figlio ha compiuto, nell'incarnazione, ha compiuto la redenzione. Ora, dopo la redenzione, Gesù Cristo, salito al cielo, mandò lo Spirito Santo alla Chiesa. E quindi, tutti gli Apostoli raccolti insieme a Maria che pregavano, e le donne e tutti i discepoli di Gesù, quelli che avevano seguito Gesù1; discese lo Spirito Santo e ricevettero il gran dono della fede viva e della speranza viva e della carità viva. Allora, coeperunt loqui2. Ricevuto lo Spirito Santo cominciarono a predicare, ecco, cominciarono a predicare. E quella giornata fu chiusa con circa tremila [persone] che hanno aderito alla Chiesa, si sono uniti agli Apostoli3; e poi successivamente, altri ed altri si unirono ai primi, che sono stati più generosi, che sono stati i primi ad aderire alla Chiesa.
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Oh, ecco, lo Spirito Santo che cosa produce in noi? Produce in noi il dono della fede e il dono della speranza e il dono della carità. Queste sono le virtù fondamentali, quali si sono ricevute nel battesimo, e quali sono state aumentate nella cresima e negli altri sacramenti. Però lo Spirito Santo può in noi comunicare un certo grado di grazia e quindi di fede, speranza e carità. Ma se noi amiamo lo Spirito Santo e preghiamo lo Spirito Santo, lo Spirito Santo allarga i suoi doni, cioè l'aumento di fede, speranza e carità. Ma ci sono anche le virtù cardinali e le virtù morali: povertà, castità, obbedienza. E poi, man mano che noi amiamo il Signore, cioè, man mano che aumenta la fede, la speranza e carità, man mano, e che cosa abbiamo? Abbiamo i frutti dello Spirito Santo, i dodici frutti che san Paolo ricorda nella sua Lettera, in una sua Lettera1. I frutti, quando cioè, non stentiamo più tanto a fare l'atto di fede, speranza e carità, ma queste virtù fondamentali si allargano e allora vengono i frutti, i frutti cioè, l'abitazione dello Spirito Santo in noi. «Chi mi ama osserva la mia parola... chi non mi ama non osserva la mia parola»2. E allora i frutti dello Spirito Santo: carità, obbedienza, ecc.
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Ma, oltre a questi doni, questi frutti, vi sono le Otto Beatitudini; man mano che l'anima arriva a vivere le Otto Beatitudini, che sono preparazione all'immediato ingresso nella beatitudine, e allora l'ingresso immediato in paradiso. Ma per arrivare a questo? I sette doni dello Spirito Santo. Se noi arriviamo alle Beatitudini, allora c'è una certa gioia interiore, supponiamo di vivere la povertà, sì; ma mentre che si vive con gioia la povertà, si ringrazia il Signore di quello che ci ha dato, ed è la povertà vera, allora si prova una certa gioia. Ma, passati dalla vita presente alla vita eterna, queste beatitudini allora ci beatificano, c'è la beatificazione. Perché? Perché, passati di là, si vede Dio, si conoscono i misteri di Dio. È la felicità eterna: intra in gaudium Domini tui1: entra nel gaudio del tuo Signore. E si partecipa, quindi, alla stessa felicità di Dio al gaudio eterno di Dio, che di Dio è la felicità.
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Quindi l'azione dello Spirito Santo è profonda, trasforma noi stessi, ed è, quindi, quello che l'uomo diviene un cristiano; e poi può essere cristiano in un grado o in un altro grado [fin] quando sia perfetto crisliano. «Se vuoi essere perfetto...»1. Se si ama solo Dio, allora il cristiano perfetto. E questo si ha particolarmente nella vita religiosa. E poi gradatamente la vita religiosa può essere osservata, praticata in un grado o in un altro grado. C'è sempre tanta diversità fra una religiosa, un religioso tutto di Dio, fervente, tutto orientato verso Dio. E cercar solo Dio e liberarsi da tutto quel che sono gli affetti o i desideri umani, l'anima arriva a una specie di... una beatitudine sulla terra che non si gusta ancora come si gusta in cielo; ma passando dalla vita presente alla vita futura, il gaudio eterno, compìto, eterno, senza mutabilità.
Oh, l'essere santi più o meno, dipende da noi, perché il Signore manda tutti i suoi doni e li dà in proporzione che ci sia la fede, la speranza e la carità. Ecco allora, con i doni di Dio, l'anima nostra si prepara all'ingresso immediato in cielo, senza la purgazione, senza purgatorio; se questo è perfetto.
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Ora quindi pensare: Gesù Cristo ha redento il mondo e ci ha acquistato la grazia. Lo Spirito Santo manda al mondo ciò che Gesù Cristo ha acquistato mediante la sua passione e morte, e allora l'effusione, la comunicazione dei doni, le virtù teologali, le virtù cardinali, le virtù morali, e poi dopo, i frutti dello Spirito Santo, i doni dello Spirito Santo, le Beatitudini, ecco.
Allora cosa dobbiamo pensare adesso? Che in noi ci sia una fede viva nei doni dello Spirito Santo. Tutto ci ha acquistato Gesù Cristo, tutto lui ci ha acquistato. Però bisogna che sia comunicato, e ci viene comunicato nella misura che ci sono le nostre disposizioni. E ci può essere un bicchiere pieno d'acqua e ci può essere una bottiglia piena d'acqua, e ci può essere un secchio, e ci può essere un'anima che rassomiglia al mare perche vive tutto Dio nell'intimo di se stessa. Dipende da ciascheduno. Anime elette, supponiamo santa Gemma Galgani1, e anime che camminano con stento e fan dei passi... stentano, non ci sono le generosità.
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Occorre che noi preghiamo lo Spirito Santo, e per questo la Chiesa oggi vuole che nella Messa si reciti il Veni sancte Spiritus et emitte caelitus lucis tuae radium: Vieni, o Santo Spirito, e dal cielo manda un raggio della tua luce. Questo raggio della luce è la fede. E giova molto recitarlo in lingua italiana per capire un poco, perché è tutta una teologia, questa sequenza, la teologia dello Spirito Santo, che è l'amore del Padre e del Figlio.
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Allora, che cosa abbiamo da pensare? Sono sette i doni:
Sapienza o gusto delle cose divine. Sapienza vuol dire assaporare le cose divine, gusto delle cose divine, e cioè il Vangelo, la Scrittura e tutto quel che c'è nel Vangelo.
Poi l'Intelletto, compenetrato dalle verità rivelate. Vi sono anime che, davanti all'Eucaristia, hanno della luce particolare, non è solamente una recitazione di preghiere, ma è un "intelletto", il dono dell'intelletto per cui si penetra nelle verità rivelate. C'è sempre il mistero, ma qualche cosa si viene a conoscere sempre di più; ad esempio, che l'Eucaristia è il dono dell'amore verso gli uomini.
Poi c'è il Consiglio, cioè l'essere illuminati perché non mettiamo i piedi falsi, e cioè, sempre vigilanti nelle parole e nei pensieri.
E che ci sia la fortezza perché ci vuole sempre la fortezza per resistere. E tante volte siamo tentati di debolezza. E diciamo tante cose a Gesù dopo la comunione e poi, magari, non sappiamo resistere davanti a certe difficoltà.
E poi la Scienza per cui dalla terra, l'anima, si eleva al cielo, questa anima benedetta. san Francesco di Assisi, una delle anime più benedette, in quanto al dono della scienza.
Pietà: amore di Dio, e spirito di pietà, la liturgia.
E Timor di Dio, timore di disgustare Dio, di perdere i meriti, ecc.
Coi doni si connettono i frutti dello Spirito Santo e le Otto Beatitudini evangeliche le quali ci immedesimano del gaudio che si può avere sulla terra, e poi il gaudio eterno in cielo.
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Oh, passiamo bene, quindi, la settimana, che è la settimana dello Spirito Santo; e sì.
In tutti gli anni, in cui eravamo studenti, fino all'ordinazione sacerdotale, tutti gli anni ci facevano la meditazione sullo Spirito Santo; otto giorni sempre spiegando i vari giorni, cioè il lunedì, martedì, ecc., secondo che sono i giorni adesso della Pentecoste.
Leggere bene, capire, per quanto ci è possibile, bene le parole della liturgia, e leggere in particolar modo l'Epistola, il Vangelo insieme al Veni creator. Passare una novena che sia ricca di doni, perché in questo amore dello Spirito Santo prendiamo più abbondante i doni da Gesù Cristo, cioè, Gesù Cristo ha acquistato a noi una grazia infinita; ma se noi veramente abbiamo lo Spirito Santo, cioè viviamo di fede, speranza e carità, allora l'anima nostra partecipa sempre più abbondantemente dei frutti della passione di Gesù Cristo: la redenzione.
Ci sono le ricchezze dello Spirito Santo: in primo luogo, il dolore dei peccati perché ci applichi, lo Spirito Santo, il dono della redenzione per cui Gesù Cristo è morto sulla croce; e poi la partecipazione dei meriti di Gesù Cristo più abbondante. La preparazione: fede, speranza e carità. La nostra grazia sarà più abbondante e veramente arriveremo ai frutti dello Spirito Santo e, per di più, alle Beatitudini che sono il dono dello Spirito Santo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 127/c (= cassetta 183/b). Voce incisa: "Pentecoste 1965". - In PM nessun indizio cronologico (cf PM in c308). - dAS: «giorni 2.3.4.5.6.7.8 rimane [il PM] quasi sempre ad Ariccia (Esercizi sacerdoti); fa qualche scappata qualche giorno [a Roma]».

2 Gv 14,23-31.

1 Cf At 1,14.

2 Cf At 2,4.

3 Cf At 2,41.

1 Cf Gal 5,22.

2 Gv 14,23.24.

1 Mt 25,21.23.

1 Mt 19,21.

1 S GEMMA GALGANI (1878-1903); dichiarata santa il 2 maggio 1940 dal papa Pio XII.