Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

18. REDENTI DAL SANGUE DI GESÙ CRISTO
(Domenica di Passione)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 4 aprile 19651

Il Vangelo da san Giovanni, capitolo VIII.
In quel tempo: Gesù diceva alle turbe dei Giudei: «Chi di voi mi potrà convincere di peccato? Se vi dico la verità perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate, perché non appartenete a Dio». Replicarono i Giudei: «Non diciamo con ragione che tu sei un Samaritano e indemoniato?». Gesù rispose: «Io non sono indemoniato, ma onoro il Padre mio e voi mi disprezzate. Ma io non cerco la mia gloria, c'è chi la cerca e giudica. In verità, in verità vi dico: colui che custodisce la mia parola non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora vediamo bene che tu sei posseduto da un demonio. Abramo è morto, come pure i profeti e tu dici: Chi custodisce la mia parola non vedrà la morte in eterno? Sei forse più grande del padre nostro Abramo, il quale è morto? Ed anche i profeti sono morti. Chi credi mai di essere?». Gesù rispose: «Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla, ma c'è il Padre mio che mi glorifica e che voi chiamate il vostro Dio, ma voi non lo conoscete. Io sì che lo conosco, e se dicessi di non conoscerlo, sarei, come voi, bugiardo. Ma io lo conosco ed osservo le sue parole. Abramo, padre vostro, sospirò di vedere il mio giorno: lo vide e ne tripudiò». Gli opposero i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai veduto Abramo?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse nato, io sono». Allora presero delle pietre per tirarle contro di lui; ma Gesù si nascose, ed uscì dal tempio2.
Sempre il Vangelo va collocato con l'Epistola. È la domenica di Passione e allora le parole di san Paolo nell'Epistola:
...che se il sangue dei capri e dei tori e la cenere di una vitella, aspersa su coloro che erano impuri, procurava la purità legale, quanto più il sangue di Cristo che in virtù dello Spirito offrì se stesso quale vittima immacolata a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte per servire a Dio vivente? Egli è il mediatore della nostra alleanza, perché morendo per redimere gli uomini dai peccati commessi sotto la prima alleanza, ha voluto procurare agli eletti l'eredità eterna promessa in Gesù Cristo nostro signore3.
È la domenica di Passione, che vuol dire, è da commemorare e celebrare la passione di Gesù Cristo, cioè la redenzione avvenuta col sangue di Gesù Cristo. Prima della redenzione, cioè prima che comparisse e arrivasse il Messia, gli Ebrei potevano salvarsi con la fede nel Messia venturo, e intanto questa loro speranza era accompagnata dai sacrifici come dice qui: «che se il sangue dei capri e dei tori e la cenere di una vitella sparsa su coloro che erano impuri procurava la purità legale, quanto più il sangue di Cristo che in virtù dello Spirito Santo offrì se stesso quale vittima immacolata a Dio».
183
Perché, sempre [è] da celebrare la redenzione, la redenzione dell'umanità. E in che maniera? Mediante il sacrificio della croce. Tutta l'umanità [è] peccatrice, perché tutti figli di Adamo. Quindi si nasce con il peccato originale. E allora chi è che supplisce, chi fa al nostro posto? Il nostro sacrificio è poco, ciò che importa è il sangue di Gesù Cristo perché egli, Figlio di Dio incarnato. La diversità tra le nostre opere buone e [quelle di] Gesù Cristo, la diversità è infinita; le nostre opere buone hanno un certo valore, ma le opere di Gesù Cristo, un valore infinito, un valore infinito! sia per soddisfare i peccati dell'umanità, per quanto siano gli uomini, da principio fino al termine del mondo. Il sangue di Gesù Cristo è sufficiente per tutti, non solo, ma se ci fossero anche milioni di mondi, una goccia di sangue basterebbe a salvare tutti gli uomini, anche se [ci] fossero dei milioni di uomini, cioè milioni di mondi, anche. Quindi la soddisfazione. E così è scancellato il peccato originale, e così ci vengono scancellati i peccati nostri; specialmente nel sacramento della penitenza, sempre applicato il sangue di Gesù Cristo.
184
Ma ora questo: non solamente è scancellato il male, il peccato, ma Gesù Cristo ha fatto i meriti, ha fatto i meriti per noi, meriti infiniti, Gesù Cristo, operando dal presepio fino al momento in cui spirò sulla croce; ogni sua opera buona, tutti gli atti di virtù, ecc.: valore immenso. Ma queste opere buone da una parte santificavano se stesso, e secondo, quelle medesime opere sue buone, specialmente la croce: meriti per noi; cosicché le sue opere buone valevano per sé e valevano per noi. E sono meriti infiniti. A noi sta la fede di approfittare del sangue di Gesù, dei meriti di Gesù Cristo; in fede. Questi meriti di Gesù Cristo sono a disposizione nostra, come a disposizione nostra, l'Ostia, chi vuole riceverla. E così chi ha fede... Ma bisogna che [ci] sia l'umiltà, prima di tutto: che siamo indegni e non possiamo da noi fare nessuna opera buona che meriti; ma che [ci] sia la fede in Gesù Cristo, cioè, che quando c'è un'opera buona nostra, lui aggiunge i suoi meriti. Allora i meriti di Gesù Cristo applicati alle nostre opere buone, alla vita buona, ecco allora la nostra vita ha valore, le nostre opere buone, la vita buona, ha valore in eterno, premio eterno. Quante volte noi non abbiamo la chiarezza di quello che è la redenzione come soddisfazione e come santificazione nostra. E poi, per metterci del tutto a posto: adorazione e ringraziamento attraverso a Gesù Cristo; adorazione e ringraziamento al Padre celeste per tutto quello che ci ha dato.
185
Ora il Vangelo ricorda quello che era la sinagoga, quelli che erano contro Gesù Cristo. Ed ecco qui il Vangelo mette in chiaro la lotta della sinagoga - farisei, sacerdoti dell'antica legge - la lotta contro Gesù Cristo. Perché Gesù Cristo veniva a sostituirsi alla sinagoga, veniva a sostituirsi costituendo la Chiesa. E quindi la Chiesa è stata stabilita da Gesù Cristo e la sinagoga è messa da parte perché era finita la missione che aveva compiuto da Mosé avanti, fino a Gesù Cristo. Ma ormai era tempo. Che se prima la salvezza riguardava specialmente il popolo ebreo, allora con la Chiesa, il popolo di Dio, tutta l'umanità. La Chiesa. E quindi la sinagoga, per invidia ché tutto il popolo lo seguiva, ecco le calunnie; lo accusano: sei un samaritano, un indemoniato». Gesù non negò che fosse samaritano perché samaritano indicava "pietà", ma indemoniato sì che negò: «Io non sono indemoniato, ma onoro il Padre mio e voi mi disprezzate». Sì, e continuano ad accusarlo. E poi avanti, Gesù Cristo dichiara che egli ha veduto Abramo. Ma loro rispondevano: «Non hai ancora 50 anni e hai veduto Abramo?» (Abramo era morto da secoli). Egli rispose: «In verità vi dico, prima che Abramo fosse nato io sono» (perché è figlio di Dio da tutta l'eternità). E allora non avendo ragione e non potendo confutare Gesù Cristo, presero le pietre per tirarle contro di lui. E così, quando la Chiesa ha ragione, allora la perseguitano e incarcerano pure. E hanno incarcerato i vescovi e poi tutti quelli che seguivano Gesù Cristo, sì. Allora non avendo ragione si valgono della forza, e quindi il martirio di tante [persone] che hanno seguito Gesù Cristo.
186
Oh, quello però che è da ricordarsi è il sacrificio della croce, il sacrificio della croce. Anche se tutte le opere dell'umanità che si fossero fatte e che si facessero da tutti gli uomini, se non ci sono i meriti di Gesù Cristo, nessun paradiso. Quello che ci fa entrare in paradiso, e cioè il valore delle nostre opere è il sangue di Gesù Cristo. Quanta superbia, alle volte, nel ragionare di noi, su di noi, anche se pensiamo a qualche opera buona fatta. E anche si facessero tanti sacrifici e non ci si appoggiasse ai meriti di Gesù Cristo, che cosa varrebbe?
187
E sì, ho visto nell'Oriente quegli uomini che si consacrano a Dio (son pagani) ma pensando di meritare per l'eternità, quali sacrifici! che penitenze! questi religiosi (ma di altra religione); uomini particolarmente, meno le donne, un po' meno. Ma con tutto questo, se non c'è la grazia, cioè il battesimo, almeno il battesimo di desiderio, cosa varrebbero? Gente che pregava tutto il giorno, digiunando, [battendosi] aspramente a sangue.
188
Ma in tutto bisogna che siano applicati i meriti di Gesù Cristo. Allora il Signore può anche [far] valere il battesimo di desiderio. Ma allora sempre dobbiamo camminare in umiltà. Noi, per nostra parte, non avremmo che dei debiti con Dio, e i debiti vengono pagati, cioè i peccati, col sangue di Gesù Cristo. E se vogliamo esser santi, fare le opere buone con le intenzioni di seguire Gesù Cristo, la sua grazia, allora anche le nostre piccole opere e tutta la vita religiosa acquista meriti per l'eternità come premio, come premio eterno. Noi siamo sempre superbi e non abbiamo abbastanza fede. E se siamo così superbi e se abbiamo fiducia in noi sbagliamo, sbagliamo profondamente, perché si farebbero delle cose buone e non si guadagnerebbe. Ma c'è altra cosa anche da dire, e cioè: che Gesù Cristo predicava e sempre lo accusavano. Noi dobbiamo capire meglio quello che Gesù Cristo ha detto e che....
189
Questa settimana si chiama la "Settimana Maggiore" e si chiama anche "Settimana Santa". E si è partiti da ieri e si arriva alla domenica di risurrezione. E poi dare uno sguardo a tutto il tempo pasquale che segue. La prima parte riguarda la purificazione nostra; [la] seconda parte riguarda la santificazione nostra.
La prima parte riguarda la purificazione nostra e quindi di cercare, nella settimana, di vedere se in noi vi sono ancora delle imperfezioni. Certamente ce ne sono e non poche: o di pensiero, o di parole, o di sentimento o di azioni. Purificazione. Allora meditare i cinque misteri dolorosi e, meditandoli, noi scopriamo quello che c'è in noi di poco bene o di male e quindi chiedere il perdono e chiedere la grazia di emendarci.
191

1 Nastro 125/d (= cassetta 178/a). In PM, nessun indizio cronologico (cf nostra nota in c101). - dAS, 4 aprile 1965: «Celebra [il PM] la Messa del suo 81° compleanno nella cappella di CGSSP con le sole suore della comunità (in numero di 6) ad assistere. Dopo tiene la meditazione)».

2 Gv 8,46-59.

3 Eb 9,11-15.