Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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68. IN NOMINE IESU OMNE GENU FLECTATUR68
1. L'anno si apre col più bel nome, il nome di Gesù. Nome che è augurio: Gesù significa, infatti, salvatore. Disse l'angelo a Giuseppe: «Da Maria nascerà un Figlio che chiamerai Gesù, poiché Egli salverà il suo popolo dal peccato» (Mt 1,20-21).
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2. I mali dell'umanità in genere sono scaturiti dal peccato dei progenitori; i mali della società, delle famiglie, degli individui, hanno ancora la stessa causa. In Gesù Cristo vi è salvezza. Chiunque accoglie e spera in Gesù Cristo è salvato: «Sono venuto per salvare chi era perduto» (Lc 19,10), disse egli, infatti.
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3. Cominciare l'anno con Gesù Cristo significa entrare nel centro della liturgia.
Ecco la garanzia di un anno lieto e santo: confessione e comunione; l'intera famiglia che riceve Gesù Cristo e lo porta in casa, ha la divina benedizione.
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4. Nome che è potenza. La statua vista in sogno da Nabucodonosor era costituita di quattro elementi che significavano i quattro grandi imperi. Ma una parte dei piedi era di terra. Ed ecco che un sassolino, distaccatosi dal monte, colpisce i piedi della statua che cade e si frantuma. Il sassolino indica Gesù Cristo che, sopra le rovine dei quattro grandi imperi, stabilisce il suo regno, la chiesa, che si estende in ogni parte del mondo e durerà sino alla consumazione dei secoli. Mirabile e grandioso svolgimento storico! E' una apologia del potere di Gesù Cristo: «Admirabile nomen tuum in universa terra» (lit.).
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5. Nome che è sapienza. Per Gesù Cristo sono state diradate le tenebre e sconfitti tanti errori tra la povera e sviata umanità. Il Padre gli comunicò una dottrina celeste. Disse Gesù: «La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato» (Gv 7,16). «Mi ha mandato ad evangelizzare i poveri» (Lc 4,18).
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6. Egli compì la sua missione: «Era la vera luce che illumina ogni uomo» (Gv 1,4-5). E comunicò alla chiesa il suo ufficio: «... ut innotescat per Ecclesiam multiformis sapientia Dei» (Ef 3,10). E la chiesa possiede un'autorità dottrinale infallibile e perpetua; essa è il regno della verità. Gesù Cristo è il Maestro, la chiesa è la maestra.
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7. Nome che è carità. «Per noi uomini e per la nostra salvezza il Figlio di Dio discese dal cielo e si incarnò per opera dello Spirito Santo nel seno di Maria vergine; si presentò uomo tra gli uomini; patì e morì sopra la croce, sotto Ponzio Pilato: fu sepolto e risuscitò dal sepolcro».
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8. Tutti quelli che credono in Lui, che rinascono per mezzo del battesimo e si comunicano, divengono figli di Dio ed avranno parte alla sua eterna eredità in cielo. La sua morte è la vita eterna per chi si abbraccia alla croce con fede.
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9. Nome che è virtù. Nel nome di Gesù guariscono tutti gli infermi, risuscitano i morti. Nel nome di Gesù si vincono le battaglie dello spirito; si trionfa sulle tentazioni della carne e del demonio; si resiste allo spirito del mondo. Nel nome di Gesù si rinvigoriscono le virtù, si alimenta la purezza, si esercita l'apostolato, si vincono le calunnie e i tiranni, si ottiene la palma del martirio. Il suo nome è dolcezza, è cibo, è medicina.
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10. Nome «quod est super omne nomen» (Fil 2,9), nome sopra ogni nome. Riparare le infernali bestemmie che si odono talvolta contro il nome di Gesù Cristo.
La sacra liturgia conchiude il primo inno al nome di Gesù:
«Te nostra, Jesu, vox sonet,
Nostri te mores primant,
Te corda nostra diligant,
Et nunc et in perpetuum».
«Che la nostra voce ti canti, o Gesù; che la nostra vita riproduca le tue virtù, che i nostri cuori ti amino, ora e sempre».

Sac. Alberione
Albano Laziale (Roma)
dicembre 1954

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68 Albano Laziale (Roma), dicembre 1954