Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

59. IL LAVORO È PENITENZA59
1. Questa sera e domani bisogna ricordare di suffragare le anime del purgatorio. Primo suffragio è la san messa, poi la comunione, la visita. Tutto il bene che facciamo, ha un valore soddisfatorio che possiamo usare anche come penitenza per noi.
~
2. Oggi nell'ufficiatura troviamo: «Abbiate pietà di noi almeno voi che siete i nostri amici». in una preghiera che ci possono rivolgere, ad esempio, i genitori, i parenti e coloro che ci hanno fatto del bene. Tra le altre penitenze vi è la carità fraterna e la vita comune: seguire l'orario comune, nutrirsi di cibi comuni, portare l'abito comune.
~
3. Fra le penitenze va collocato il lavoro che non è una penitenza libera ma obbligatoria. Il lavoro può essere di tre specie: intellettuale come lo studio, morale come l'assistenza nell'attività del parroco, e fisico che può essere di vario genere: vi è la sarta, la madre di famiglia, la donna con le tante cose che ha da fare oggi, che ha assunto tanti uffici che una volta non aveva.
~
4. Il lavoro fisico nella famiglia paolina bisogna capirlo di più. Non abbiamo solo l'anima, ma anche il corpo, che deve servire per santificare se stessi, ed anche l'intelligenza deve servire al corpo. Vi sono quelli che non capiscono bene il lavoro. Gesù l'ha capito bene, Gesù il Pastore nostro, ha passato la sua vita nel lavoro. San Pietro continuò a fare il pescatore anche dopo. San Paolo dice che non ha mai voluto accettare elemosine perché poteva lavorare. Il lavoro fisico è necessario a tutti.
~
5. Vi è stato un periodo in cui era caduto in disuso il lavoro e il Papa ha voluto che anche le suore si guadagnino il pane. Estenuare le forze con il digiuno non va bene; lavorare invece, bisogna perché tutto il nostro essere sia di Dio; bisogna che tutti amiamo il lavoro e lo santifichiamo.
~
6. Con il lavoro fisico si impara di più anche per lo studio, e noi abbiamo il lavoro come penitenza. San Paolo dice: «Chi non vuol lavorare non mangi» (2Ts 3,10). Bisogna sublimare il lavoro e lavorare, allora la popolazione, quando ci vede impegnati o qua o là, incomincia a prendere stima e in seguito aiuta e collabora con vari mezzi. Non siete «pensate» come suore che compiono una sola parte di apostolato, ma anche come suore che danno buon esempio nel lavoro. Se non si lavora non c'è neanche vocazione.
~
7. Preghiamo perché il Signore ci faccia entrare nel vero spirito del cristianesimo che si impara da Gesù Cristo. Non sdegniamo il lavoro fisico, pensiamo che possiamo elevarlo a mezzo di redenzione e santificazione per noi e per le anime.
~
8. L'uomo è un essere che deve servire a Dio in tutte le sue facoltà; l'attività più bella e più preziosa è educare tutti a spendere le loro energie per il Signore. Quella parte di energia che abbiamo, doniamola al Signore, l'occupazione toglie tante tentazioni e capricci. Energia in tutto: studio, pietà, lavoro fisico! Siamo consacrati a Dio in tutto l'essere; non teniamoci neppure un filo!

fine ritiro
Albano Laziale (Roma)
1 novembre 1954

~

59 Fine Ritiro - Albano Laziale (Roma), 1° novembre 1954