1. Siamo qui per domandare a Gesù buon Pastore, per intercessione di Maria, la grazia di santificare il mese di febbraio. Tutto offriamo ad onore di Gesù buon Pastore per ringraziarlo di tutte le benedizioni che ha dato ad ognun di noi e all'istituto, per dargli soddisfazione e per arricchirci di meriti per il paradiso dove siamo avviati e dove tutti ci ritroveremo.
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2. Siamo anche qui per riflettere oggi sull'obbedienza, come voto e virtù, che ha il primo posto nella vita comune. L'obbedienza ci aiuta a far meglio la nostra volontà; è un trovare la via sicura per arrivare alla santità. Il Signore si è degnato infatti di chiamarci alla santità, di chiamarci tutte a compiacere Dio e a dargli gusto.
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3. L'obbedienza che più ci unisce a Dio è quella di cui parla Gesù: «Quae placita sunt ei facio semper» (Gv 8,29b). Se fate quello che vuole da voi, piacete al cielo e il Padre celeste vi benedice e vi guarda con amore perché avete nel vostro cuore un testimonio che vi dice: «Faccio sempre ciò che piace al Signore».
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4. Non c'è altro modo di farsi amare dal Signore che fare la sua volontà, sia chi, sulla terra, ha l'ufficio di comandare e sia chi ha l'ufficio di obbedire. Il comandare infatti non è altro che comunicare i voleri di Dio. Anche Giuseppe nella famiglia di Nazaret comandava e Gesù obbediva; ognuno così cercava di piacere a Dio.
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5. Tutti i peccati sono disobbedienza a Dio e le virtù sono tutte atti di sottomissione a Lui. L'obbedienza è ciò che ci comunica il merito e il premio eterno. Iddio paga solo il lavoro fatto nell'obbedienza, le altre cose non sono pagate. Non è ciò che si fa che vale, ma è fare ciò che vuole il Signore.
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6. Credete che il peccato di Adamo sia stato grave perché aveva mangiato la mela? E' stata la sua disubbidienza a Dio! Niente di quello che è fatto di nostra volontà riceve il premio, ma solo ciò che è fatto nell'obbedienza, e non potrebbe essere diverso.
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7. La seconda ragione della nostra obbedienza è l'esempio di Gesù Cristo. Egli si fece obbediente per tanti anni e il Padre celeste gli diede il primo posto in paradiso perché è stato il primo obbediente. La gloria dei santi è stata l'obbedienza. Ah, quale merito piegare la testa! Per essere esaltati in paradiso, bisogna umiliarsi nell'obbedienza. Gesù obbediva a Giuseppe e a Maria.
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8. L'obbedienza è il primo voto e la prima virtù della vita religiosa. La prima ricompensa per chi obbedisce è questa: sarà ascoltato nelle parrocchie dalle anime cui farà del bene!